Londra, XVIII secolo: il paradiso della sifilide

Londra, XVIII secolo: il paradiso della sifilide
Condividi questo post
  •  
  •  
  •  
  •  

Le malattie sessualmente trasmissibili sono oggi un problema largamente diffuso e potenzialmente molto serio. Se, per alcune di esse, è sufficiente un ciclo di antibiotici per liberarsi del fastidi da loro provocati, altre possono rivelarsi estremamente dolorose, debilitanti o fatali nel medio-lungo termine.

Ma le malattie veneree non sono un male moderno: da quando esiste la prostituzione, gonorrea, clamidia e sifilide hanno trovato terreno fertile nei rapporti sessuali promiscui e non protetti. Questo vale soprattutto per le grosse città del passato, dove le “case del piacere” e la prostituzione attiravano la maggior parte della loro clientela da ogni strato sociale, dall’artigiano alla nobiltà.

Secondo Simon Szreter e Kevin Siena, rispettivamente della University of Cambridge e della Trent University, circa 3 secoli fa un quinto dei londinesi veniva colpito dalla sifilide entro i 35 anni, una probabilità di 25 volte superiore agli inglesi che vivevano nelle zone rurali.

La sifilide

La sifilide è una malattia trasmessa sessualmente dal batterio Treponema pallidum. La malattia si sviluppa in quattro fasi dai sintomi progressivamente più gravi; la terza fase, in particolare, può scatenarsi da 3 a 15 anni dopo la prima infezione e prevede la formazione di tumori cronici che colpiscono prevalentemente la pelle, le ossa e il fegato.

La prima epidemia di sifilide europea si verificò tra il 1494 e il 1495 a Napoli e fu diffusa dalle truppe francesi che assediavano la città, probabilmente dai mercenari spagnoli al soldo di Carlo VIII di Valois. Conosciuta in Italia come il “mal francese” (e in Francia come “mal napolitan“), assunse il suo nome moderno nel 1530 grazie al medico italiano Girolamo Fracastoro.

L’origine esatta della sifilide è sconosciuta, anche se ci sono due principali ipotesi: la prima prevede che la sifilide sia giunta in Europa sfruttando l’equipaggio di Colombo di ritorno dalle Americhe. L’analisi di 538 resti scheletrici pre-colombiani supporterebbe l’ipotesi che circa il 6-14% della popolazione locale fosse affetta da sifilide.

La seconda ipotesi vede invece la sifilide come una malattia già presente in Europa prima dello scambio colombiano. Alcuni resti scheletrici di Pompei e Metaponto mostrano danni coerenti con la terza fase della malattia, ed è possibile che alcuni casi di sifilide in Europa siano stati confusi con la lebbra. Uno scheletro austriaco risalente al XIV secolo mostrerebbe indizi di sifilide congenita, trasmessa non sessualmente ma da madre a figlio.

A partire dall’epidemia napoletana la sifilide si diffuse in tutta Europa, con un tasso di mortalità ben superiore a quello moderno che provocò fino a 5 milioni di decessi. Alcune ricerche suggeriscono che il batterio possa essere mutato in una forma più letale durante la sua diffusione europea.

Sifilide a Londra

Il biografo di Samuel Johnson, James Boswell, registrò nel suo diario 19 episodi di malattie veneree contratte tra il 1760 e il 1786 durante le sue “avventure” nei bordelli londinesi. Boswell faceva parte di un’impressionante statistica: circa il 20% della popolazione londinese tra i 15 e i 34 anni era affetto da sifilide, e una percentuale forse più ampia aveva contratto anche gonorrea e clamidia.

Szreter e Siena hanno analizzato i dati degli ospedali dell’epoca, contando i ricoveri e le diagnosi di sifilide dei medici dell’epoca, per formulare una stima conservativa sulla diffusione della malattia. Il calcolo non è stato semplice: le diagnosi di sifilide possono essere difficili, specialmente all’epoca, perché i sintomi possono essere inizialmente confusi con quelli di altre malattie.

Please accept YouTube cookies to play this video. By accepting you will be accessing content from YouTube, a service provided by an external third party.

YouTube privacy policy

If you accept this notice, your choice will be saved and the page will refresh.

“All’epoca la città aveva un’incidenza straordinariamente alta di malattie sessualmente trasmesse” afferma Szreter. “Non sembra più irragionevole supporre che la maggior parte di coloro che vissero a Londra durante l’età adulta si ammalarono di una malattia venerea nel corso della loro vita”.

“In un’epoca precedente alla profilassi e a trattamenti efficaci per la sifilide” continua Szreter, “la città cresceva velocemente con un continuo flusso di giovani adulti, molti in condizioni economiche precarie. La Londra georgiana era estremamente vulnerabile nei confronti delle epidemie di malattie veneree”.

Ad ogni sintomo sospetto, gli inglesi confidavano di aver preso solo la gonorrea per allontanare dalla mente lo spauracchio della sifilide, medicandosi con pozioni e pillole dalla scarsa efficacia. Una volta sopraggiunti i sintomi più gravi e realizzato di aver contratto il mal francese, era necessario il ricovero in un ospedale specializzato (a Londra ne esistevano almeno due) o in un’infermeria di scarsa qualità medica.

I malati di sifilide spesso combattevano i sintomi per sei o più mesi prima di cercare il ricovero in ospedale. Secondo Szreter e Siena, nel 1775 furono 2.807 i pazienti ricoverati per sifilide in tutti gli ospedali londinesi. I dati sul contagio sono nettamente superiori agli insediamenti periferici inglesi: nella città di Chester il tasso di contagio si attestava intorno all’ 8%, mentre nelle campagne circostanti era inferiore all’ 1%.

Trattamenti e conseguenze

Le malattie veneree erano particolarmente diffuse tra le giovani donne londinesi, specialmente quelle che si trovavano in difficoltà economiche ed erano costrette a mantenersi tramite il mercato del sesso. Altre fasce di popolazione particolarmente colpite erano quella dei migranti che vivevano ai margini dell’economia londinese, e gli uomini d’affari che potevano permettersi di frequentare abitualmente i bordelli della città.

Nella Londra del 1700 non esisteva un trattamento efficace per la sifilide, anche se i rimedi abbondavano. I trattamenti impiegati erano mirati ad espellere gli umori maligni dal corpo: lassativi, bagni caldi nel vino o nell’olio d’oliva e salassi erano i più diffusi, ma non mancavano pillole e miscugli.

Circa due secoli prima, Paracelso usò il mercurio per combattere la malattia, basandosi sul fatto che il metallo si era rivelato efficace nel trattamento della lebbra. Durante il XVI secolo il mercurio veniva comunemente somministrato ai pazienti come pomata, tramite ingestione o attraverso la fumigazione, una tecnica che prevedeva di vaporizzare il mercurio su una fiamma ed esporre i malati ai vapori emessi dal metallo.

Un altro trattamento popolare durante il XVI secolo era il Guaiaco (Guaiacum officinale), una pianta di origine americana descritta come medicamento contro la sifilide dal prete spagnolo Francisco Delicado nel 1525. Il legno del G. officinale è ricco di guaiacolo e altre sostanze dalle proprietà balsamiche, espettoranti e lassative, ma non sembra particolarmente efficace per il trattamento della sifilide.

Prima della creazione di cure efficaci per la sifilide, la malattia poteva provocare gravi disfigurazioni. Volto e naso erano le zone più colpite, e i segni del passaggio della sifilide (come nasi artificiali e cicatrici) erano spesso visti come espressione di deviazione sessuale.

Gasparo Tagliacozzi, pioniere della chirurgia plastica vissuto nel XVI secolo, si specializzò nella ricostruzione di nasi elaborando una tecnica che prevedeva di rimuovere parzialmente i tessuti epiteliali dalle braccia del paziente attaccandoli in corrispondenza del naso. Il paziente doveva rimanere per settimane con il braccio legato alla testa per assicurare che la crescita dei vasi sanguigni sul viso; al termine della procedura si staccava la pelle dal braccio con un’altra operazione.

The pox in Boswell’s London: an estimate of the extent of syphilis infection in the metropolis in the 1770s
Pox populi: Study calculates 18th century syphilis rates for first time
Syphilitic City: one in five Georgian Londoners had syphilis, study suggests


Condividi questo post
  •  
  •  
  •  
  •  

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.