tribù – VitAntica https://www.vitantica.net Vita antica, preindustriale e primitiva Thu, 01 Feb 2024 15:10:35 +0000 it-IT hourly 1 Yanomami, indigenous in the Amazon jungle https://www.vitantica.net/2019/08/19/yanomami-indigenous-in-the-amazon-jungle/ https://www.vitantica.net/2019/08/19/yanomami-indigenous-in-the-amazon-jungle/#comments Mon, 19 Aug 2019 00:10:15 +0000 https://www.vitantica.net/?p=4483 Gli Yanomami appartengono ad una tribù indigena (chiamata anche Yanamamo, Yanomam e Sanuma) che vive nella foresta pluviale tropicale del Venezuela meridionale e del Brasile settentrionale. All’interno del gruppo definito Yanomami sono inclusi i Sanema, che vivono nel settore settentrionale, i Ninam, che vivono nel settore sud-orientale, gli Yanomam, che vivono nella parte sud-orientale, e gli Yanomamo, che vivono nella parte sud-occidentale dell’area Yanomami.

Gli Yanomami dipendono completamente dalla foresta pluviale; usano l’orticoltura e lo “slash & burn“, coltivano banane, raccolgono frutta e cacciano animali e pesci. Gli Yanomami non sono sedentari e tendono a spostare spesso il loro accampamento dopo aver sfruttanto intensivamente un’area di foresta pluviale.

Le donne coltivano principalmente piantaggine e manioca negli orti, mentre gli uomini svolgono il pesante lavoro di disboscamento delle aree forestali per far posto alle coture. Un’altra fonte di cibo per gli Yanomami sono le larve: la pratica di abbattere le palme per facilitare la crescita di larve è ciò che più si avvicina al concetto di allevamento per gli Yanomami.

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La dieta tradizionale Yanomami è molto povera di sale; la loro pressione sanguigna è tipicamente tra le più basse di qualunque altro gruppo demografico. Per questo motivo, gli Yanomami sono stati oggetto di studi che cercano di collegare l’ipertensione al consumo di sodio.

Oggi circa il 95% degli Yanomami vive all’interno della foresta amazzonica, rispetto al 5% che vive lungo i principali fiumi.

Rispetto alla “gente della foresta”, la “gente del fiume” è molto più sedentaria e sussiste pescando e commerciando merci con altri villaggi. Le “persone della foresta” sono orticoltori e cacciatori: i loro orti includono patate dolci, banane, canna da zucchero e tabacco.

Tuttavia, come orticoltori, gli Yanomami non ottengono proteine ​​sufficienti dalle loro colture, costringendo gli uomini a dedicarsi ciclicamente a battute di caccia che possono durare fino ad una settimana.

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Documentario: la tribù Akha del Laos, tra tradizione e modernità https://www.vitantica.net/2019/08/12/documentario-tribu-akha-laos-tradizione/ https://www.vitantica.net/2019/08/12/documentario-tribu-akha-laos-tradizione/#respond Mon, 12 Aug 2019 00:10:44 +0000 https://www.vitantica.net/?p=4474 Separato dal resto del mondo, senza una sola strada asfaltata, il villaggio di Peryensang Mai è rimasto fino ad oggi pressoché intatto, subendo pochissime influenze dalla civiltà moderna.

Gli abitanti di Peryensang Mai appartengono alla tribù Akha e sembrano vivere in un’epoca differente dalla nostra: la loro cultura non ha una tradizione scritta; la loro vita quotidiana è definita dalle leggi e dai rituali tramandati dai loro antenati, come la pratica di effettuare sacrifici di animali per scongiurare la sfortuna.

Questa aderenza a costumi spesso brutali conferisce stabilità e direzione alle vite degli Akha. Le donne del villaggio hanno una vita particolarmente impegnativa: poiché gli Akha sono in gran parte autosufficienti, i compiti delle donne spaziano dall’agricoltura alle faccende domestiche, fino alla produzione di abiti tradizionali.

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Questo documentario racconta la storia della famiglia Laovan. La madre, Yeapheun, ha sempre dovuto lavorare sodo per sostenere la sua famiglia numerosa. Suo marito è l’anziano del villaggio e ha come compito principale quello di assicurarsi che gli Akha osservino le rigide regole della tradizione.

La coppia e i loro figli maggiori non possono immaginare di condurre una vita oltre la cima della montagna su cui vivono, quindi la famiglia ripone le proprie speranze sul figlio più giovane, Kienglom, che ha frequentato la scuola in una città vicina da quando aveva undici anni.

Come molte tribù montane del Laos, gli Akha si trovano di fronte a una scelta difficile: mantenere il loro stile di vita tradizionale, oppure scendere a valle per avere elettricità, acqua corrente e migliori cure mediche, abbandonando i loro antichi rituali.

Il film accompagna lo spettatore in un viaggio emotivo alla scoperta di una tribù divisa tra tradizione e modernità.

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Documentario: Yakoana – La Voce dei Popoli Indigeni https://www.vitantica.net/2019/05/25/documentario-yakoana-la-voce-dei-popoli-indigeni/ https://www.vitantica.net/2019/05/25/documentario-yakoana-la-voce-dei-popoli-indigeni/#respond Sat, 25 May 2019 00:11:14 +0000 https://www.vitantica.net/?p=4263 Yakoana – The Voice of Indigenous Peoples è un documentario sulla Conferenza Mondiale dei Popoli Indigeni tenutasi nella giungla brasiliana nell’estate del 1992.

Riunendo quasi 1.000 rappresentanti di 92 nazioni indigene di tutto il pianeta, la conferenza si svolse una settimana prima dello United Nations Earth Summit a Rio de Janeiro.

L’ Earth Summit fu presenziato dai leader dei maggiori Paesi industrializzati per tentare di affrontare la crisi ambientale crescente, ma solo ad un rappresentante delle popolazioni indigene fu concesso di prendere la parola.

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Marcos Terena, rappresentante dei popoli indigeni della Terra (attualmente il World Council of Indigenous Peoples rappresenta oltre 60 milioni di persone appartenenti a popoli indigeni), fu scelto per parlare alle Nazioni Unite: è stato il fondatore del primo movimento politico indigeno in Brasile negli anni ’70 del 1900.

A Marcos fu concesso di parlare per cinque minuti, rompendo un silenzio durato 500 anni sui soprusi sociali e ambientali che i popoli indigeni hanno affrontato e subiscono ancora oggi.

Il documentario non solo mette in evidenza alcuni dei messaggi comunicati da Terena alle Nazioni Unite, ma mostra anche le storie, le culture e le difficoltà dei popoli indigeni del mondo.

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Documentario: i Sanema https://www.vitantica.net/2019/03/02/documentario-sanema/ https://www.vitantica.net/2019/03/02/documentario-sanema/#respond Sat, 02 Mar 2019 00:10:04 +0000 https://www.vitantica.net/?p=3798 I Sanema (o Sanumà) sono un popolo indigeno imparentato con gli Yanomami che vive tra il Brasile e il Venezuela. Attualmente il popolo sanema conta circa 1500 individui; i sanema venezuelani vivono lungo i fiumi Caura e Ventuari.

La cultura sanema non prevede la presenza di un capo: ogni decisione viene presa in base al consenso. Nessuno possiede terreno e tutto il territorio appartiene all’intera comunità; solo ciò che viene personalmente prodotto dalla terra può essere considerato proprietà personale.

Lo status sociale di un individuo non viene misurato in base a ciò che possiede, ma dal suo grado di generosità verso gli altri membri della comunità.

Le donne sanema si sposano spesso prima di aver raggiunto la pubertà, anche se il matrimonio viene consumato anni dopo. Gli uomini possono avere 5-6 mogli.

Le donne sanema si occupano delle colture e della raccolta di piante selvatiche, della cura dei figli e della preparazione del cibo. Producono il cotone necessario a realizzare indumenti, e realizzano canestri e pentole d’uso quotidiano; è inoltre loro responsabilità il mantenimento del fuoco da campo, che non deve mai spegnersi.

Inizialmente più cacciatori-raccoglitori che agricoltori, oggi i sanema basano la loro dieta sulla coltivazione della manioca, della patata dolce, di banane e papaya.

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Per i sanema la malattia ha un significato religioso: ad eccezione di pozioni e unguenti per medicare i malati, gli sciamani devono viaggiare nel mondo degli spiriti per ottenere consigli su come guarire le persone.

La preparazione per il viaggio nel mondo degli spiriti è lunga e prevede un rituale composto da canti, movimenti ritmici e ingestione di composti come il sacona, che li fa salivare a profusione.

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Korowai, un passato da cannibali https://www.vitantica.net/2019/01/29/korowai-tribu-cannibali/ https://www.vitantica.net/2019/01/29/korowai-tribu-cannibali/#respond Tue, 29 Jan 2019 00:10:57 +0000 https://www.vitantica.net/?p=3667 I Korowai, chiamati anche Kolufo, sono un popolo che vive in Papua Nuova Guinea e che conta circa 3.000 individui. Fino agli ultimi anni del 1970, periodo in cui presero contatti con i primi antropologi occidentali, i Korowai non conoscevano l’esistenza di altri esseri umani.

I Korowai sono cacciatori-raccoglitori e orticoltori: disboscano parte della foresta per coltivare piante utili a sostenere il loro stile alimentare.

I Korowai sono abili cacciatori e pescatori. Sono organizzati in clan patriarcali governati da individui dominanti particolarmente abili nella caccia o nella guerra.

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Gli scontri tra clan sono frequenti, specialmente quando un clan rivale viene accusato di stregoneria. Nel caso di condanna per magia nera, non è raro che si ricorra al cannibalismo dell’accusato per eliminare ogni traccia di magia.

L’universo dei Korowai è popolato da creature magiche, spiriti naturali e divinità creatrici come Gimigi, il dio dalla testa rossa. La loro tradizione religiosa viene tramandata oralmente attraverso miti, leggente, incantesimi e totem.

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Gli Andamanesi: la tribù isolata delle Isole Andamane https://www.vitantica.net/2019/01/26/andamanesi-tribu-isolata-isole-andamane/ https://www.vitantica.net/2019/01/26/andamanesi-tribu-isolata-isole-andamane/#respond Sat, 26 Jan 2019 12:30:17 +0000 https://www.vitantica.net/?p=3661 Gli Andamanesi sono un gruppo etnico di bassa statura (140-145 centimetri) che vive sulle Isole Andamane, nel Golfo del Bengala.

Prima del contatto con il mondo civilizzato, gli Andamanesi conducevano uno stile di vita del tutto primitivo, senza la conoscenza di come produrre e gestire il fuoco ma con la capacità di creare archi e frecce.

L’isolamento degli Andamanesi è stato possibile grazie ai ridotti contatti con gli Europei: il primo insediamento civilizzato risale al 1788, ma fu abbandonato qualche anno dopo per essere poi ricostruito nel 1858.

Gli Andamanesi sono divisi in 10 tribù differenziate dal linguaggio e composte mediamente da 30-50 individui. Ogni tribù sposta l’accampamento in base alla stagione: durante il periodo secco vivono nelle vicinanze della spiaggia, mentre nella stagione monsonica si spostano nel fitto della giungla per proteggersi dalle abbondanti precipitazioni

I gruppi sociali non hanno capi ma sono guidati spontaneamente dagli anziani più esperti nei diversi campi della vita quotidiana.

I rapporti di parentela sono quasi irrilevanti: gli Andamanesi hanno un sistema di obblighi e doveri nei confronti i tutti gli anziani e degli altri membri della tribù, indipendentemente dai legami di sangue.

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Documentario: Guaraní people https://www.vitantica.net/2018/12/08/documentario-guarani-people/ https://www.vitantica.net/2018/12/08/documentario-guarani-people/#respond Sat, 08 Dec 2018 00:10:38 +0000 https://www.vitantica.net/?p=3053 I villaggi Guaraní erano composti da case lunghe condivise da 10-15 famiglie; prima dell’incontro con gli esploratori europei, il gruppo etnico Guaraní contava circa 400.000 persone dislocate tra Paraguay, Uruguay, Argentina e Brasile.

Nei periodi precedenti all’incontro con gli Europei i Guaraní erano sedentari e sopravvivevano grazie alla coltivazione di mais o manioca e grazie alla caccia e alla raccolta di miele selvatico. Guerra e schiavitù li spinsero verso il nomadismo e lontano dai loro territori tradizionali.

Ancora oggi alcune comunità Guaraní conducono uno stile di vita tradizionale, evitando quando possibile l’uso del denaro e ottenendo dalla foresta quasi tutti i beni di prima necessità o scambiando i frutti della caccia e della raccolta per ottenere utensili in metallo, pentole e vestiti.

L’intera comunità partecipa all’abbattimento di una porzione di foresta pluviale utilizzando fuochi controllati. Quando il suolo esaurisce i nutrienti necessari a far crescere mais e cassava, la comunità si sposta e libera altro terreno fertile. L’alimentazione dei Guaraní è basata su mais, manioca, patate dolci, fagioli, zucche e frutta tropicale come la banana e la papaya. Le arachidi forniscono proteine fondamentali che vanno a supplire all’assenza di proteine animali.

I Guaraní, oltre allo spagnolo, usano tradizionalmente tre forme di linguaggio: una “secolare”, una “sacra” e una “segreta”. Il linguaggio secolare è conosciuto da qualunque individuo, mentre il linguaggio sacro viene utilizzato soltando dagli anziani. Il linguaggio segreto è invece impiegato soltanto dai leader religiosi e viene definito “Ñe’e pará” (“parole dei nostri padri”).

Quando un bambino entra nella fase adolescenziale deve superare un rito di passaggio per diventare un giovane adulto. Il rituale viene eseguito dallo sciamano della comunità e prevede la perforazione del labbro inferiore con un pezzo di legno, seguita da una dieta stretta a base di mais della durata di qualche giorno.

Durante il rito di iniziazione, il ragazzino viene istruito su quale sia il comportamento più adeguato per un adulto: lavoro duro, non fare del male agli altri, essere moderato nelle sue abitudini, non bere eccessivamente e mai picchiare la sua futura moglie. Dopo il rito di passaggio, al giovane sarà consentito di utilizzare parole e atteggiamenti generalmente riservati agli adulti.

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Database dei popoli tribali, indigeni o primitivi, antichi e moderni https://www.vitantica.net/2018/11/17/database-popoli-tribali-indigeni-primitivi-antichi-moderni/ https://www.vitantica.net/2018/11/17/database-popoli-tribali-indigeni-primitivi-antichi-moderni/#respond Sat, 17 Nov 2018 11:37:28 +0000 https://www.vitantica.net/?p=2768

I termini popoli indigeni, aborigeni, nativi o autoctoni si riferiscono a quelle popolazioni le cui origini in un particolare luogo risalgono alla preistoria, anche se il termine viene spesso impiegato con un significato più vasto indipendente dalle loro origini, anche a causa dell’evidente difficoltà nello stabilire la diretta discendenza preistorica di molte popolazioni che basano la loro storia sulla tradizione orale.

Alcuni di questi popoli fanno parte di quelle che vengono definite “tribù mai contattate” (leggi questo articolo sulle principali tribù mai contattate o isolate), popoli indigeni che non hanno avuto alcun contatto con la società moderna e che si concentrano oggi in Asia, Oceania e America meridionale.

Spesso le popolazioni indigene sono estremamente vulnerabili e non hanno difese immunitarie verso le malattie trasmesse dall’esterno, come il morbillo o la varicella, malattie verso le quali le società occidentali hanno sviluppato una resistenza grazie ad un’esposizione lunga diversi secoli. Alcune di queste tribù vivono costantemente in fuga, per salvarsi dall’invasione delle loro terre da parte di coloni, taglialegna, esploratori petroliferi e allevatori di bestiame.

Questo database nasce dalla mia personale curiosità nei confronti dei popoli indigeni di tutto il mondo, del loro stile di vita legato al contatto diretto con l’ecosistema in cui vivono e dall’interesse che nutro per i loro costumi, le loro conoscenze e le tecnologie “povere” che impiegano nella loro quotidianità.

Ben lontano dall’ essere un catalogo completo, questo database dei popoli tribali, indigeni e primitivi vuole essere un piccolo ma comodo punto di riferimento per chi fosse interessato ad approfondire lo stile di vita tradizionale di culture americane, europee e asiatiche, antiche o moderne.

Il database è ancora in fase di espansione e potrà subire modifiche nei prossimi giorni. Chiunque fosse interessato a contribuire ad allargare questo database sarà il benvenuto. Scrivete un messaggio sulla pagina Facebook di VitAntica e vi risponderò il prima possibile.

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Popoli incontattati o isolati https://www.vitantica.net/2018/04/28/popoli-incontattati-isolati/ https://www.vitantica.net/2018/04/28/popoli-incontattati-isolati/#respond Sat, 28 Apr 2018 02:00:02 +0000 https://www.vitantica.net/?p=1654 Sul pianeta esistono ancora circa 100 piccole comunità tribali che non hanno mai avuto alcun contatto con le civiltà che le circondano. Alcuni di questi popoli non sono ancora stati turbati dagli avvenimenti del mondo esterno, mentre altri sono stati costretti ad uscire dal loro isolamento per difendersi dall’avanzata della modernità.

I tentativi di contatto non ostile con una tribù isolata sono spesso molto complessi, delicati e procedono con estrema lentezza. Anche se talvolta i linguaggi sembrano simili ad altri ceppi linguistici, rimangono incomprensibili per le popolazioni locali ormai uscite dal loro passato isolamento.

Le difese immunitarie di queste tribù isolate sono inoltre notoriamente deboli nei confronti delle malattie “occidentali” come il morbillo, la varicella o l’influenza. Infine, non sempre le buone intenzioni di esploratori e linguisti vengono premiate: alcuni popoli mai contattati si sono dimostrati ostili e violenti in passato, oltre che estremamente territoriali e gelosi del loro isolamento.

Posizione delle tribù mai contattate all'inizio del XXI secolo
Mappa che mostra la posizione delle tribù mai contattate all’inizio del XXI secolo (zone nere)
Sentinelesi

L’isola di North Sentinel ospita un esempio più unico che raro di tribù semi-primitiva vissuta in quasi totale isolamento dal resto del mondo per secoli interi. Il mistero sull’ origine dei Sentinelesi è di difficile risoluzione: i primi contatti del mondo occidentale con gli abitanti di North Sentinel si verificarono soltanto nella seconda metà del XVIII° secolo e le informazioni sulla loro storia precedente al 1700 sono del tutto inesistenti.

I Sentinelesi sembrano essere il tipico esempio di società semi-primitiva di cacciatori-raccoglitori: sopravvivono grazie alla caccia, alla pesca e alla raccolta di frutta spontanea e sono probabilmente organizzati in nuclei familiari che condividono grandi capanne capaci di ospitare anche 30-40 persone, caratteristica spesso comune nelle comunità tribali composte da clan.

Gusawi, Lengguru, Kokiri, Derewo, Teriku

Tribù della papua Nuova Guinea

I nomi che ho elencato rappresentano solo una parte delle tribù della Papua Nuova Guinea che non hanno ancora avuto contatti con la civiltà. Vaste aree della Nuova Guinea non sono ancora state esplorate da scienziati e antropologi per via della fitta giungla che ricopre le isole.

Molte delle tribù in contatto con il mondo industrializzato si fanno vedere solo sporadicamente e mantengono intatte molte delle antiche tradizioni del loro antenati (un tempo erano “cacciatori di teste” e ancora oggi capitano scontri violenti tra tribù rivali).

Le province indonesiane ospitano almeno 44 popolazioni ancora sconosciute, la cui esistenza è stata dedotta principalmente dai residui di attività umane nella foresta o dalle poche fotografie esistenti dei loro villaggi.

Toromona

I Toromona sono una delle 5 popolazioni incontattate della Bolivia e fino ad oggi nessun non-nativo ha mai incontrato un esponente di questa cultura.

I Toromona vengono citati fin dalla conquista spagnola dell’America del Sud: padre Miguel Cavello Balboa li descrive come abili combattenti che non dimostrano alcuna pietà di fronte al nemico.

Nel 1997, il biologo norvegese Lars Hafskjold tentò invano di contattare i Toromona nella giungla boliviana, sparendo all’interno del parco nazionale Madidi senza lasciare alcuna traccia. I nativi vedono raramente i Toromona e gli incontri ravvicinati con i locali possono tramutarsi velocemente in attacchi violenti.

Akuntsu
Gli ultimi 5 esponenti della tribù Akuntsu rimasti in vita dopo il massacro del loro popolo
Gli ultimi 5 esponenti della tribù Akuntsu rimasti in vita dopo il massacro del loro popolo

Popolazione brasiliana che vive in una piccola regione alimentata dal fiume Omere e una delle 67 tribù incontattate della foresta pluviale che ricopre buona parte del Brasile.

Gli Akuntsu sono cacciatori-raccoglitori e possono mantenere il loro stile di vita grazie all’abbondanza di animali nel loro tradizionale territorio di caccia. Vengono considerati dal 1995 (anno del primo contatto) una “tribù isolata” ma prima del loro riconoscimento ufficiale hanno condotto vere e proprie guerriglie nella giungla contro l’avanzata dell’industria del legname e del bestiame: i sette individui rimanenti contattati nel 1995 erano gli unici sopravvissuti ad un massacro condotto da una squadra di allevatori locali e oggi ne sopravvivono soltanto 5.

Uru-Eu-Wau-Wau
Uno dei villaggi Uru-Eu-Wau-Wau visto dall'alto
Uno dei villaggi Uru-Eu-Wau-Wau visto dall’alto

Gli Uru-Eu-Wau-Wau vivono nella foresta brasiliana in 6 villaggi abitati da altrettanti sottogruppi tribali. Il primo contatto con la civiltà risale al 1981 e corrisponde ad un declino demografico causato da malattie e scontri violenti con le milizie dell’industria della gomma: nel 1981 si contavano 250 individui, ma nel 1993 la popolazione era scesa a 89 individui totali.

Dalla metà degli anni ’90 del secolo scorso, gli Uru-Eu-Wau-Wau hanno iniziato ad aumentare di numero e ora dispongono della loro “Terra Indigena Uru-Eu-Wau-Wau”, una regione protetta dal governo brasiliano in cui solo i membri della tribù possono risiedere legalmente.

La protezione governativa tuttavia non tutela completamente i nativi Uru-Eu-Wau-Wau: cercatori d’oro e taglialegna meccanizzati continuano ad invadere il loro territorio causando spesso scontri violenti con i popoli tribali locali.

Awá (o Guajá)
Awá in ritorno da una battuta di caccia
Awá in ritorno da una battuta di caccia

Gli Awá sono una tribù brasiliana non contattata che vive nella foresta amazzonica orientale. Ad oggi si contano 350 membri, un centinaio dei quali non ha mai avuto alcun incontro con il mondo civilizzato.

Come altre popolazioni tribali, anche gli Awá sono soggetti a forti pressioni da parte dell’industria del legname, pressioni che sono spesso sfociate in conflitti, omicidi e stragi da parte dell’apparato industriale moderno.

Gli Awá vivevano in origine come cacciatori-raccoglitori nomadi e furono costretti, agli inizi del 1800, a fuggire dalle loro tradizionali aree di caccia a causa dell’arrivo dei coloni europei. Verso la fine del XX secolo sono stati letteralmente massacrati a centinaia, compresi molti che avevano ormai abbandonato lo stile di vita nomade.

Nel 2011 le violenze da parte dell’industria del legname raggiunsero l’apice con l’omicidio di una bambina Awá di 8 anni, bruciata viva come avvertimento a tutte le popolazioni tribali dell’area che intendevano arrestare l’avanzata delle ruspe e delle motoseghe.

Lacandon

Il popolo Lacandon, di origine maya, vive nella giungla messicana da secoli e finì sull’orlo dell’estinzione nel 1943. Fortunatamente, la tribù ha subito una ripresa demografica negli ultimi decenni, anche se si è divisa in due: un gruppo ora vive nelle aree urbanizzate mentre un altro, composto da circa 650 persone, è ancora geloso del proprio isolamento dalla civiltà e continua a vivere nella giungla.

La regione definita “Selva Lacandona” è stata evitata per secoli a causa delle leggende che circolavano su quella regione così densamente ricoperta da alberi e liane. Il primo contatto con il mondo occidentale, avvenuto intorno alla metà del XX secolo, fu traumatico per i Lacandon: riduzione del loro tradizionale territorio di caccia, malattie che coglievano impreparato il loro sistema immunitario e influenze culturali moderne troppo allettanti per essere rifiutate.

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Uncontacted peoples
Awá (Brazil)

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