Database dei popoli tribali, indigeni o primitivi, antichi e moderni

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Yanomamö / Yanomami

Yanomamö o Yanomami

Gli Yanomamö, o Yanomami, sono un gruppo etnico che risiede principalmente nella zona di foresta compresa tra i bacini dei fiumi Orinoco e Rio delle Amazzoni. Secondo stime recenti, gli Yanomami contano 27.000 - 32.000 individui divisi in 200-250 villaggi dislocati tra Brasile e Argentina.
Denominazioni alternative sono Yanomame, Yanomami, Guaica, Guaharibo, Guajaribo, Shamatari, Cobari Kobali, Cobariwa.

Storia degli Yanomami

La prima traccia storica degli Yanomami risale al 1759. La spedizione spagnola condotta da Apolinar Diez de la Fuente visità il popolo Ye'kuana, che viveva sul fiume Padamo. Diez scrive:

Parlando con gli Indiani Uramanavi, ho chiesto a Capo Yoni se avesse mai navigato l'Orinoco fino alla sorgente; ha risposto si, e che era andato per far guerra con i Guaharibo [Yanomami], che non sono molto coraggiosi e non vogliono avere amici.

Non sappiamo come cambiò la popolazione Yanomami tra il 1630 e il 1720, periodo in cui molte società indigene sudamericane furono sterminate o ridotte in schiavità dalla colonizzazione spagnola e portoghese.

I primi contatti con il mondo esterno si verificò nel 1950 con l'arrivo dei primi missionari cristiani sul territorio di caccia Yanomami. L'invasione delle loro terre su grande scala ebbe inizio intorno al 1970 con la costruzione di strade e peggiorò con la corsa all'oro in Amazzonia. Prima dell'arrivo dei cercatori d'oro (garimpeiros) gli unici contatti degli Yanomami con il mondo esterno erano stati con i missionari e i raccoglitori di gomma.

L'incontro con i garimpeiros ebbe un impatto molto profondo sugli Yanomami perché scatenò scontri violenti tra gli indigeni e i cacciatori d'oro, scontri che ebbero anche rilevanza internazionale in materia di violazione dei diritti umani (l'eccidio di una ventina tra donne e bambini Yanomami avvenuto nel 1993).

Oggi gli Yanomami si trovano sotto la pressione di agricoltori, allevatori e cercatori d'oro, oltre alle forze economiche e militari interessate a costruire strade e basi nel territorio tradizionale indigeno.

Yanomamö o Yanomami
Shabono Yanomami

Stile di vita Yanomami

Gli Yanomamö vivono in villaggi composti da persone dello stesso ceppo familiare e popolati generalmente da 50 a 400 individui.
L'intero villaggio vive all'interno di una "casa-tetto" chiamata shabono, un'abitazione dalla caratteristica forma ad ovale, una sorta di porticato perimetrale con il centro aperto con dimensioni che possono superare i 90 metri di diametro interno.

Lo shabono forma il perimetro del villaggio e non ha vere e proprie pareti: le abitazioni di ogni famiglia vengono marcate da pali di sostegno. Gli shabono vengono costruiti con l'uso di materiale proveniente dalla giungla, come foglie, liane e tronchi d'albero, e ogni 1-2 anni si deve necessariamente procedere alla ricostruzione di un nuovo shabono.

Principalmente di fede animista, gli Yanomami vivono completamente nudi, specialmente i giovani. La loro organizzazione politico-sociale è contraddistinta dall'assenza di una leadership centralizzata e coercitiva, l'accesso alla posizione di leader è uguale per tutti i membri del villaggio.

Gli Yanomami possono essere classificati come orticoltori di sussistenza e dipendono strettamente dalle risorse della foresta pluviale: usano la tecnica dello slash & burn per coltivare banane, cassava e tuberi, e si dedicano di frequente alla caccia e alla pesca.

Quando il terreno è ormai troppo impoverito dai cicli di coltivazione, gli Yanomami tendono a cambiare area abbandonando lo shabono e costruendone un altro in una zona più fertile. Secondo il divulgatore scientifico canadese Joe Schwarcz gli Yanomami, pur vivendo in un ambiente ostile come la foresta amazzonica, non soffrono di ipertensione; secondo lui, ciò è dovuto al fatto che non mettono sale nei loro cibi.

Educazione e famiglia

I bambini vivono vicino alla madre, la figura principale di riferimento durante i primi anni di vita. La società Yanomami è una delle 50 documentate che accettano la poliandria, anche se molte unioni sono monogame.

Le famiglie poligame consistono in un grande gruppo famigliare focalizzato sulla figura paterna e piccoli sottogruppi matrifocali in cui ogni donna e i suoi figli costituiscono un'unità famigliare.

Le donne sono alla base di molte attività fondamentali per la sopravvivenza della comunità, ad eccezione della caccia. Una donna Yanomami coltiva l'orto di famiglia, effettua la raccolta di piante spontanee e trasportano quotidianamente oltre 30 kg di frutta e verdura durante il periodo della raccolta utilizzando strisce di corteccia o cesti intrecciati.

Mentre gli uomini si dedicano alla caccia, le donne portano i bambini a cacciare nidi di termiti, larve di ogni tipo, rane, granchi e bruchi. Altre invece vanno a pesca, dedicando diverse ore a quest'attività.

Nei bambini l'esternazione di tutte le emozioni è fortemente orientata dal clima di violenza in cui vivono gli Yanomamö. Queste popolazioni sono spesso impegnate in scontri con le tribù vicine durante i quali uccidono gli uomini e rapiscono le donne. Anche le relazioni interpersonali e i scontri interni vengono risolti manifestando atteggiamenti di estrema violenza.

Di conseguenza i bambini sono allevati in un clima di scarso affetto e sia ai maschi che alle femmine viene insegnato un comportamento aggressivo che si evidenzia anche nelle relazioni all'interno del gruppo dei pari.

Yanomamö o Yanomami

Rituali Yanomami

I rituali sono di fondamentale importanza per gli Yanomami. Celebrano un buon raccolto con un grande pasto comune in cui si invitano anche i membri dei villaggi confinanti. Durante la celebrazione, gli uomini mangiano a volontà e le donne danzano e cantano fino a tarda notte.

Gli sciamani Yanomami praticano una medicina tradizionale basata su sostanze allucinogene e piante curative coltivate solitamente nell'orto dell'uomo di medicina.

Gli Yanomami praticano l' endocannibalismo: consumano le ossa dei compagni deceduti per appropriarsi di parte del loro spirito. Prima di consumare le ossa del defunto, il rituale prevede che la salma venga avvolta da foglie e lasciata nella foresta per essere divorata dagli insetti nell'arco di 30-45 giorni.

Quando non rimane più nessun tessuto molle, si raccolgono le ossa, le si bruciano e le loro ceneri vengono mescolata ad una zuppa a base di banana che verrà consumata dall'intera comunità. Le ceneri vengono conservate per ripetere la celebrazione ogni anno durante il "giorno del ricordo".

Violenza

La violenza è la causa primaria di morte tra gli Yanomami: circa la metà dei maschi adulti muore di morte violenta a causa dei continui conflitti con le altre tribù locali o gli altri villaggi Yanomami.

Le donne sono spesso vittime di abusi fisici: quando un clan Yanomami invade e saccheggia un altro villaggio, stupra le donne, le picchia e le porta al suo shabono per adottarle come nuovi membri della comunità.

Le mogli vengono spesso picchiate per "mantenerli docili e fedeli al marito", e la gelosia sta alla base della maggior parte degli episodi violenti tra coniugi. Le donne vengono picchiate con bastoni, machete o altri oggetti contundenti o taglienti; non è raro che vengano marchiate a fuoco come segno di appartenenza ad un determinato membro del clan.

Gli Yanomami sono noti per uccidere i bambini di altri villaggi durante i raid.

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Yanomam%C3%B6