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Urbano Monti (o Monte) fu un geografo e cartografo milanese vissuto tra la metà del XVI e l’inizio del XVII secolo. Al tempo la cartografia stava facendo passi da gigante grazie alle grandi esplorazioni oceaniche e all’incrocio della geografia di ispirazione classica, spesso infarcita di miti, leggende e grandi imprecisioni sui profili dei continenti, e le informazioni topografiche dei portolani, accurate mappe delle coste utilizzate per la navigazione.
Urbano Monti viene ricordato per la pubblicazione tra il 1587 e il 1590 (all’interno dell’opera Trattato universale. Descrittione et sito de tutta la Terra sin qui conosciuta) di uno dei planisferi più conosciuti e dettagliati dell’epoca, ben 60 pagine di raffigurazioni in cui appare per la prima volta l’intero pianeta a colori completo di informazioni scientifiche come climi regionali e lunghezza di giorno e notte.
Il progetto iniziale di Monte prevedeva che i 60 fogli fossero disposti su un pannello di legno lungo circa 3 metri in grado di ruotare attorno ad un perno centrale.
Recentemente il David Rumsey Map Center della Stanford Libraries ha digitalizzato la mappa di Monte e ha assemblato i 60 pannelli secondo il progetto originale, creando una simulazione computerizzata dell’opera composta secondo l’idea del suo autore.
Monte, come altri cartografi dell’epoca che tentavano di raffigurare il globo terrestre su uno spazio bidimensionale, fu costretto ad escogitare una soluzione a questo problema geometrico: contrariamente a Mercatore (la cui proiezione cilindrica centrografica è in uso ancora oggi), Monte preferì utilizzare una proiezione azimutale polare che sfruttava il Polo Nord come centro della mappa, con il resto delle terre emerse che si “irradiavano” da esso e l’Antartide che correva lungo il perimetro della proiezione.
Come molte mappe del periodo, anche quella di Monte è ricca di illustrazioni e lascia spazio alla fantasia e alle superstizioni che dominavano le discussioni geografiche ormai da secoli: bestie marine a forma di rettili, grifoni e unicorni sono accompagnati da nozioni scientifiche, artistiche e storiche.
Monte non visitò mai le regioni che raffigurò nella sua mappa e ottenne le informazioni necessarie alla realizzazione del planisfero tramite la consultazione di testi antichi e da svariati incontri con esploratori e missionari in visita a Milano, come i gesuiti inviati in Giappone intorno al 1580 che ispirarono la realizzazione del segmento della mappa dedicato alla Terra del Sol levante.
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