Fiore dei Liberi e il Flos duellatorum

Fiore dei Liberi da Premariacco e il Flos duellatorum.
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Fiore dei Liberi, conosciuto anche come Fiore de’ Liberi da Premariacco, fu un maestro di schema italiano vissuto tra il XIV e l’inizio del XV secolo divenuto celebre per aver scritto il più antico manuale di scherma europeo sopravvissuto fino ad oggi, il Flos duellatorum.

Per chi non conosce la storia della scherma medievale, Fiore dei Liberi è probabilmente un nome che non suggerisce alcuna informazione degna di nota; per chi invece coltiva la passione delle arti marziali europee del Medioevo, Fiore dei Liberi è un nome leggendario, come altrettanto leggendario è il suo manuale di scherma “Fiori della Battaglia”.

Chi fu Fiore dei Liberi

Fiore dei Liberi nacque a Premariacco, vicino a Cividale del Friuli. Diversi storici hanno suggerito che lui e suo padre Benedetto fossero discendenti di Cristallo dei Liberi, a cui fu garantita l’ “immediatezza imperiale” nell’anno 1110 dall’imperatore Enrico IV, un privilegio consentito ai “nobili liberi” (edelfrei) che li liberava dal vincolo di servigio esercitato dalle autorità locali.

Fiore scrive di aver avuto fin da fanciullo una spiccata predisposizione verso le arti marziali. Il suo addestramento, stando alle sue parole, sembra essere iniziato in tenera età: la zona di Cividale ospitava celebri Magistri d’Arme registrati, come Magister Bitinellus scarmitor de Civitate, Magistro Domenico e Franceschino del fu Geto di Rodolfo da Lucca. Fiore cita fra i suoi maestri Giovanni detto Suveno, un allievo di Nicolò da Metz.

Fiore dei Liberi da Premariacco e il Flos duellatorum.

Dopo aver terminato il suo addestramento sotto “innumerevoli” maestri d’armi, sembra che Fiore si dedicò a combattere numerosissimi falsi esperti di scherma, da lui giudicati non degni del titolo di maestri e dalle abilità inferiori a quelle possedute da un qualunque dei suoi studenti.

Fiore racconta che in ben cinque occasioni fu costretto a combattere in duelli per difendere il proprio onore contro maestri a cui aveva rifiutato di impartire lezioni di scherma. I duelli furono combattuti con spade lunghe, senza armatura ad eccezione di giubbe imbottite e protezioni in pelle per le mani; dalle parole di Fiore, vinse tutti i duelli senza riportare neanche un graffio.

Fiore dei Liberi fornì una lista dei famosi condottieri che addestrò: Piero Paolo del Verde (Peter von Grünen), Niccolo Unricilino (Nikolo von Urslingen), Galeazzo Cattaneo dei Grumelli (Galeazzo Gonzaga da Mantova), Lancillotto Beccaria di Pavia, Giovannino da Baggio di Milano, e Azzone di Castelbarco.

Fiore dei Liberi sembra essere stato incaricato nel 1383-1384 della manutenzione dei pezzi d’artiglieria che difendevano la città di Udine, incluse balestre e catapulte. Lavorò anche come magistrato, come ufficiale di pace e come agente del gran consiglio, ma le tracce storiche relative a questi suoi ruoli sono scarse e sappiamo tutto questo principalmente dalle sue parole.

Addestratore di duellanti
Una delle pagine del Flos duellatorum
Una delle pagine del Flos duellatorum
Il duello tra Galeazzo e Boucicaut

Nel 1395 Fiore dei Liberi si trovava probabilmente a Padova, città in cui addestrava uomini in preparazione di duelli. A Padova addestrò Galeazzo Gonzaga per un duello contro il francese Jean II Le Maingre (detto Boucicaut): la sfida era partita da Galeazzo dopo che il francese mise in discussione, alla corte di Francia, il coraggio degli Italiani; il combattimento si svolse in città il 15 agosto dello stesso anno.

Il duello sarebbe dovuto iniziare con uno scontro di lancia a cavallo, ma Boucicaut smontò dalla sua cavalcatura prima ancora del duello, attaccando il suo avversario prima che potesse salire in sella. I signori chiamati come testimoni (Francesco Novello da Carrara e Francesco I Gonzaga) fermarono il francese mettendo fine al duello.

Il duello tra Giovannino da Baggio e Sirano

Nel 1399 Fiore si trovava a Pavia per completare l’addestramento di Giovannino da Baggio, in attesa di partecipare ad un duello con uno scudiero tedesco di nome Sirano.

Il duello prevedeva tre scontri a cavallo con la lancia seguiti da nove round a terra con ascia d’arme, stocco e pugnale; i passaggi a cavallo furono cinque, e durante l’ultimo passaggio Giovannino impalò il cavallo del suo avversario, perdendo la lancia. Una volta smontati, i contendenti si scontrarono per nove volte come previsto ma nessuno dei due uscì vincitore o sconfitto.

Flos Duellatorum in armis, sine armis, equester et pedester
Una delle pagine del Flos duellatorum
Una delle pagine del Flos duellatorum

Se vuoi, amico, la pratica delle armi
Conoscere, porta con te tutto ciò che il libro insegna.
Sii audace nell’ assalto e l’animo non si mostri vecchio:
Nessun timore vi sia nella mente; sta’ in guardia, puoi farcela.
D’esempio di ciò sia la donna; pavida
E presa dal panico, mai fronteggerebbe il nudo ferro.
Così l’uomo pauroso vale meno di una femmina;
Se mancasse l’audacia d’animo, mancherebbe tutto;
L’Audacia, tale virtù, in particolare, trova luogo nell’ arte.

Le versioni del Fior di Battaglia

Nei primi anni del XV secolo Fiore iniziò a comporre il trattato di scherma “Fior di Battaglia” (Flos duellatorum). La versione più breve del testo è datata al 1409 e suggerirebbe un lavoro di stesura durato almeno sei mesi, come indicherebbero altre due versioni più lunghe composte qualche tempo prima.

Attualmente esistono tre copie manoscritte dell’opera, ma si è persa traccia di almeno altre due copie. Due manoscritti, riproduzioni dei due manoscritti in possesso della famiglia Estense andati perduti nel XVI secolo, sono dedicati a Niccolò III d’Este e sono state redatti in base a sue indicazioni.

In realtà, il Flos duellatorum sebra non essere un unico manuale e si presente sotto due forme molto diverse, anche se i contenuti sono fondamentalmente gli stessi: la prima è una redazione in prosa, che appare nei manoscritti custoditi nei musei Getty e Morgan; la seconda è in forma poetica e l’unica copia in nostro possesso si trova nella collezione Pisani-Dossi.

La stesura poetica sembra essere stata destinata alla libreria di Niccolò III, mentre quella in prosa, meno stilisticamente curata e molto più tecnica, sembra più appropriata all’insegnamento nelle scuole di scherma. Quest’ultima versione potrebbe essere stata realizzata da un allievo di Fiore sulla base dei manoscritti del maestro.

Una delle pagine del Flos duellatorum
Una delle pagine del Flos duellatorum
Il contenuto del Flos duellatorum

L’opera è divisa in sezioni che vanno dalla lotta a mani nude fino all’uso della lancia. Nel suo manuale, Fiore fornisce istruzioni sul “wrestling” (abraçare), sull’uso di daga, spada a una mano e spada a due mani, consigli sul combattimento con la spada indossando un’armatura, istruzioni sulle asce d’armi, sulla lancia (a piedi o a cavallo), sul bastoncello (un piccolo bastone simile ad un randello) e nozioni sul combattimento tra due duellanti che impugnano armi differenti.

Ogni sezione inizia con un gruppo di Maestri che dimostrano un tipo di guardia per l’arma che impugnano. Le istruzione sono quindi seguite da un maestro chiamato “Remedio“, che illustra come difendersi da alcuni attacchi di base, e da Scholari (studenti) che dimostrano variazioni delle tecniche difensive.

A seguire appare un maestro chiamato “Contrario“, che dimostra come controbattere alle mosse del maestro Rimedio o degli Scholari. In alcuni casi appare anche un quarto tipo di maestro, il Contra-Contrario, che dimostra come difendersi da Contrario.

Le doti di uno schermidore

Nel Flos duellatorum, Fiore dei Liberi espone infine le virtù uno schermidore perfetto dovrebbe possedere facendo analogie con gli animali, in modo non molto differente da quanto avvenne nelle arti marziali orientali:

Lince (Prudenza)
Meio de mi’louo ceruino non uede creatura
E aquello meto sempre a sesto e mesura.

L’immagine della lince che tiene tra la zampa un compasso rappresenta l’abilità di valutare di continuo l’azione del combattimento e fare aggiustamenti per contrastare l’azione dell’avversario, duellando con prudenza e leggendo il movimento dell’avversario per applicare la più corretta strategia difensiva o offensiva.

Tigre (Velocità)
Yo tigro tanto son presto a corer e uoltare
Che la sagita del cello non me po auancare.

La tigre regge una freccia nella zampa e rappresenta la velocità accoppiata alla forza. Fiore ritiene fondamentale possedere forza accoppiata a grande rapidità, e descrive due tipi di velocità: una fisica, per eseguire fulmineamente una tecnica di combattimento, e una mentale, per interpretare in tempo zero il proprio avversario.

Leone (Audacia)
Piu de mi lione non porta cor ardito
Pero de bataia faço a zaschaduno inuito

Il leone rappresenta l’audacia ed è in costante lotta con la lince: coraggio e misura devono andare di pari passo in un combattente esperto ed equilibrato. Il leone tiene nella zampa un cuore, che simboleggia l’intensità che il combattente deve dimostrare per risultare vincente.

Elefante (La Forza)
Ellefant son e uno castello ho per cargho
E non me inçenochio ni perdo uargho.

L’elefante è rappresentato con una torre sul dorso e rappresenta la forza, un’abilità primaria su cui fondare destrezza e tecnica. La forza è anche uno dei sette requisiti primari elencati nella sezione “Abrazare” del Flos duellatorum, dedicata al combattimento a mani nude.

Fiore dei Liberi
Flos Duellatorum in armis, sine armis, equester et pedester: Riproduzione anastatica e trascrizione del Codice Pisani-Dossi


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