Musica antica – VitAntica https://www.vitantica.net Vita antica, preindustriale e primitiva Thu, 01 Feb 2024 15:10:35 +0000 it-IT hourly 1 2 anni di VitAntica https://www.vitantica.net/2019/09/09/2-anni-di-vitantica/ https://www.vitantica.net/2019/09/09/2-anni-di-vitantica/#comments Mon, 09 Sep 2019 10:00:04 +0000 https://www.vitantica.net/?p=4524 Sono ormai trascorsi due anni da quando presi la decisione di pubblicare il blog VitAntica.net. Rosicchiando tempo prezioso ai miei impegni quotidiani, sono riuscito a pubblicare oltre 400 articoli che affrontano i temi più disparati, dalla vita quotidiana dei cacciatori-raccoglitori antichi e moderni ad alcune delle vicende più bizzarre verificatesi nell’arco della storia antica.

Ringrazio ovviamente tutti i lettori, affezionati o semplicemente di passaggio, che hanno contribuito a far conoscere VitAntica sulla Rete e hanno apprezzato i suoi contenuti; ringrazio naturalmente anche i lettori più critici, che con il loro apporto mi hanno consentito di migliorare e di correggere alcuni errori e inesattezze palesi o sottili che ho commesso durante la stesura degli articoli.

In questi due anni alcuni articoli hanno riscosso particolare successo; qui sotto riporto una piccola lista dei contenuti più letti nell’arco dei 12 mesi appena trascorsi.

Speranza di vita e longevità dei nostri antenati
Occorre fare una distinzione tra il concetto di longevità media e quello di speranza di vita: la prima stabilisce una media sull’età massima raggiungibile da un individuo in un determinato periodo storico; la seconda invece esprime una media basata sull’incrocio dei dati relativi alla longevità e quelli che descrivono la mortalità nelle varie fasi della crescita umana.

Selce e pietra focaia: utensili e fuoco
Come l ‘ossidiana, anche la selce è in grado di generare fratture concoidi se colpita con la giusta angolazione e la sua struttura criptocristallina contribuisce alla formazione di schegge affilate.
Queste caratteristiche la resero preziosissima fin dall’inizio dell’Età della Pietra e l’attività mineraria legata all’estrazione della selce risale al Paleolitico, anche se le miniere diventarono più comuni nell’arco del Neolitico.

Come si conservava il cibo in antichità?
Come facevano i nostri antenati a conservare gli alimenti facilmente deperibili? Non disponendo dei sistemi di refrigerazione moderni, nell’arco dei millenni sono nate diverse tecniche per la conservazione di carne, frutta e verdura, alcune ancora oggi largamente utilizzate per la produzione di cibi tradizionali.

Ragnar Lothbrok è un personaggio storico o frutto della fantasia norrena?
Quanto c’è di vero nella figura di Ragnar Lothbrok, il protagonista del telefilm Vikings? Quanto è storicamente accurata la sequenza di eventi rappresentata nel telefilm? Se facciamo riferimento alle saghe nordiche che parlano delle gesta di Ragnar, la serie TV non è così inaccurata; se invece pretendiamo fedeltà storica siamo ben lontani dall’ottenerla.

L’importanza del fuoco
La manipolazione del fuoco cambiò radicalmente lo stile di vita delle prime comunità di cacciatori-raccoglitori. Oltre a fornire calore durante l’inverno e luce nel corso delle ore più buie, il fuoco ebbe conseguenze enormi sulla quotidianità dei nostri antenati: qualità del cibo migliorata, metodologie di caccia, pesca e agricoltura più efficaci, nuove attività ricreative e sociali con ricadute dirette sull’evoluzione dell’intero genere umano.

Aquila di sangue norrena: realtà o finzione?
Uno dei miti vichinghi più persistenti è quello dell’ aquila di sangue, un metodo di esecuzione della pena capitale estremamente violento e brutale. I problemi sulla realtà storica dell’aquila di sangue iniziano a sorgere quando si pone sotto attenta analisi la quantità e la qualità delle fonti che citano questa pratica.

Il papiro nell’ antico Egitto
Per almeno due millenni il papiro non trovò rivali come superficie di scrittura fino all’arrivo della pergamena: il papiro è in fatti un materiale fragile e suscettibile a rottura in condizioni di umidità o eccessiva secchezza ambientale, anche se è relativamente facile ed economico da produrre e da lavorare.

La porpora: storia e produzione nell’antichità
Nei millenni passati la porpora, difficile da produrre per vie dalle enormi quantità di molluschi necessari alla sua preparazione, fu spesso associata all’idea di ricchezza, potere e prestigio e raggiunse di frequente un valore commerciale superiore a quello dell’oro e di alcune pietre preziose.

Qual era il vero aspetto dei vichinghi?
Potrà sorprendere sapere che i vichinghi erano tutt’altro che sporchi, ma tenevano molto al loro aspetto; erano forti e robusti, ma come qualunque altro popolo guerriero del loro tempo; ed erano etnicamente più eterogenei di quanto si possa immaginare, avendo esplorato quasi ogni angolo del mondo conosciuto e intrattenendo contatti commerciali con culture ben differenti dalla loro.

Quante calorie servono per sopravvivere?
Calcolare il fabbisogno calorico necessario a sopravvivere è quindi un problema complesso e che deve essere necessariamente adattato al grado di “fitness” di uno specifico individuo e all’ostilità dell’ambiente che lo ospita.

La ghianda: storia, preparazione, ricette
Il seme della ghianda è stato utilizzato per millenni come importante fonte di carboidrati prima dell’avvento della domesticazione dei cereali: una singola quercia adulta può produrre qualche centinaio di chilogrammi di ghiande in una sola stagione, un enorme numero di pasti per i nostri antenati cacciatori-raccoglitori e un’ottima fonte di energia.

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Kulning, il canto che richiama le mandrie https://www.vitantica.net/2019/02/05/kulning-il-canto-che-richiama-le-mandrie/ https://www.vitantica.net/2019/02/05/kulning-il-canto-che-richiama-le-mandrie/#respond Tue, 05 Feb 2019 00:10:37 +0000 https://www.vitantica.net/?p=3725 L’origine del kulning è incerta, ma sappiamo che ha radici medievali e che veniva praticato generalmente dalle donne che si occupavano della cura delle mandrie da maggio a ottobre.

E’ possibile che questo genere di canto sia stato utilizzato anche per spaventare i predatori scandinavi più comuni per bovini, pecore e capre, come orsi o lupi, ma nacque con il preciso scopo di richiamare le mandrie verso le stalle.

Negli anni passati il kulning è stato studiato dal linguista Robert Eklund, dalla terapista del linguaggio Anita McAllister e dalla cantante di kulning Fanny Pehrson, scoprendo che questo tipo di canto è stato specificamente ideato per essere percepito sulle lunghe distanze.

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La trasmissione del suono su lunghe distanze in località densamente popolate da vegetazione è soggetta ad attenuazioni dovute all’assorbimento da parte di alberi, arbusti e ostacoli naturali. Vento, umidità ambientale e temperatura possono ostacolare ulteriormente la diffusione dei suoni.

Quando vengono emessi i suoni tipici del kulning, il canto risuona tra le montagne generando eco in grado di essere udite dagli animali sui pascoli fino a 5 km d distanza. Non appena percepiscono il richiamo, gli animali iniziano a “rispondere” spostandosi a valle e facendo suonare i campanacci legati al collo.

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Il richiamo (o kulokk) è tipico di ogni allevatore o famiglia di allevatori; la mandria sa quindi chi la sta chiamando (o meglio, riesce a riconoscere un suono familiare) e dove ci si aspetta che torni. Alcuni richiami contengono anche i nomi di alcuni individui dominanti, individui che la mandria tende a seguire durante i suoi spostamenti.

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Kulning – herding calls from Sweden

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Musica medievale: De consolatione philosophiae di Boezio https://www.vitantica.net/2018/12/24/musica-medievale-de-consolatione-philosophiae-di-boezio/ https://www.vitantica.net/2018/12/24/musica-medievale-de-consolatione-philosophiae-di-boezio/#respond Mon, 24 Dec 2018 00:10:39 +0000 https://www.vitantica.net/?p=3154 L’opera di ricostruzione delle antiche musiche medievali non è semplice, specialmente se si cerca di interpretare elementi poco familiari per il musicista moderno. Alcune poemi venivano recitati accompagnati da musica, tuttavia non abbiamo veri e propri spartiti ma solo una sequenza di annotazioni musicali in latino, spesso difficili da interpretare correttamente.

Sam Barrett della University of Cambridge ha dedicato la sua ricerca alla ricostruzione di antiche composizioni musicali cercando di mantenersi il più fedele possibile agli originali. Anche se le sue ricostruzioni rimangono comunque ipotetiche, dalla sua collaborazione con i musicisti di Sequentia, esperti di musica medievale, sono emerse interessantissime ricostruzioni delle canzoni contenute nel De consolatione philosophiae di Severino Boezio, opera composta tra il 523 e il 525 d.C.

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Rinchiuso in prigione a Pavia, Boezio compose un’opera che diventò uno dei testi più letti in assoluto nel Medioevo. Il De consolatione philosophiae ritrae la sua lotta di riconciliazione con il fato esplorando l’animo umano, il ruolo della Fortuna, e l’influenza del libero arbitrio nelle vicende umane.

Abbiamo documenti che testimoniano che i poemi del De consolatione philosophiae venivano cantati durante il Medievo: una serie di annotazioni musicali sulle oltre 30 copie esistenti dell’opera documentano che, tra il IX e il XII secolo, le composizioni di Boezio venivano recitate con un accompagnamento musicale.

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Benjamin Bagby, direttore di Sequentia, discute la sua performance nella ricostruzione del De consolatione philosophiae ed esegue con Hanna Marti, sua collaboratrice, un brano chiamato Si quantas rapidis, estratto dal Libro 2 dell’opera di Boezio.

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Hanna Marti, membro di Sequentia, discute la sua performance ed esegue un altro brano tratto dal Libro 1 del De consolatione philosophiae di Boezio, il Quisquis composito.

Restoring Lost Songs: Boethius’ Consolation of Philosophy

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Donne e scienze nella storia (fino al XVII secolo) https://www.vitantica.net/2018/12/10/donne-scienza-storia-antica/ https://www.vitantica.net/2018/12/10/donne-scienza-storia-antica/#respond Mon, 10 Dec 2018 00:10:09 +0000 https://www.vitantica.net/?p=3102 Ricostruire il contributo delle donne nella medicina, nella filosofia e nelle scienze del passato è difficile: molte figure femminili non lasciarono alcuna traccia del loro lavoro, spesso considerato inopportuno, scomodo o pericoloso per lo status quo maschile.

In alcuni periodo storici, come nell’ antico Egitto o nella Grecia classica, le donne riuscirono ad ottenere ruoli di spicco nello studio della natura, nell’ astronomia e in medicina (non senza opposizioni da parte di alcune cerchie scientifiche maschili); durante il Medioevo, invece, l’emergere di donne istruite nei monasteri e incoraggiate alla ricerca intellettuale fu ben presto bloccata da un clero misogino, limitando il contributo femminile nello studio delle scienze.

A partire dall’ XI secolo emersero le prime università europee, ma generalmente alle donne era preclusa l’educazione universitaria. Ci furono alcune eccezioni: fin dalla sua fondazione, l’Università di Bologna accettò la partecipazione delle donne alle lezioni;in Italia l’istruzione femminile fu accolta con meno riserve rispetto al resto d’Europa, permettendo la formazione di circoli di ricerca al femminile come quello della Scuola medica di Salerno.

Donne e scienza nella storia: Maria Winckelmann
Donne e scienza nella storia: Maria Winckelmann

Durante il periodo della rivoluzione scientifica (tra il XVI e il XVII secolo), le donne iniziarono a riprendere lentamente un ruolo di spicco all’interno delle scienze: tra il 1650 e il 1710, il 14% degli astronomi tedeschi era costituito da donne come Maria Winckelmann, che operava nell’osservatorio astronomico dell’Accademia delle Scienze berlinese.

Alcune istituzioni scientifiche, tuttavia, come la Royal Society londinese e l’Accademia Francese delle Scienze, non accettarono la presenza di donne fino al XX secolo.

In questo post fornirò un elenco delle donne più influenti e prolifiche in ambito scientifico, medico e filosofico, dal mondo antico fino al XVII secolo. Elencarle tutte richiederebbe un articolo di proporzioni colossali, ma se avete suggerimenti o correzioni da segnalare commentate qui sotto e provvederò a revisionare il post non appena possibile.

2.700 a.C.: Merit-Ptah

Merit-Ptah (“Amata dal dio Ptah”) è il primo medico donna della storia il cui nome è sopravvissuto fino ad oggi. Sappiamo poco su di lei, ma ciò che sappiamo fornisce un quadro approssimativo del suo ruolo: secondo un’iscrizione fatta da suo figlio a Saqqara, Merit-Ptah fu il “Medico Capo” alla corte del faraone durante la Seconda Dinastia.

2.600 a.C.: Peseshet

Vissuta durante la Quarta Dinastia, Peseshet fu “colei che sovrintende gli altri medici donna”, ma non si sa con esattezza se fosse anche lei un medico. Oltre al ruolo di sovrintendente di medici e chirurghi, il suo compito era quello di organizzare i sacerdoti funerari della madre del faraone.

E’ possibile che Peseshet avesse un figlio di nome Akhethetep, ma non abbiamo alcuna conferma della loro relazione se non l’iscrizione su una falsa porta all’interno di una mastaba a Giza, iscrizione che cita anche Kanefer, un possibile marito di Peseshet.

2.000 a.C.: Agamede

Secondo Omero, Agamede era una curatrice dotata dei poteri di tutte le piante della Terra: suo padre fu Augea, il primo uomo ucciso in battaglia da Nestore.

1.200 a.C.: Tapputi

Tapputi, o Tapputi-Belatekallim, è considerata la prima chimica della storia. La sua abilità nella creazione di profumi è attestata da una tavoletta cuneiforme risalente al 1.200 a.C.: utilizzava fiori, olio, calamo, mirra e balsami per creare essenze profumate molto apprezzate in Mesopotamia. Impiegava acqua e altri solventi per effettuare distillazioni e filtraggi multipli allo scopo di estrarre gli aromi che utilizzava per la creazione di profumi.

VI secolo a.C.: Teano

Teano fu una filosofa di Crotone e una delle 29 allieve di Pitagora. Era la discepola preferita del filosofo e, secondo alcune fonti, sarebbe stata la figlia o la moglie di Pitagora; altre fonti invece sostengono che fosse la figlia di Brontino, successore di Pitagora.

Di Teano abbiamo sette lettere, tre delle quali sicuramente autentiche: descrivono una donna alla costante ricerca della giusta misura tra difetti ed eccessi, e una serie di consigli rivolti ad alcune amiche di Crotone su come educare i figli e come comportarsi in un rapporto di coppia.

Donne e scienza nell'antichità: Agnodice

IV secolo a.C.: Agnodice

Agnodice potrebbe essere stata la prima ostetrica e dottoressa di Atene, anche se ci sono molti dubbi sulla sua storicità. La storia di Agnodice è sopravvissuta fino ad oggi grazie all’opera Fabulae di Gaio Giulio Igino: secondo l’autore, Agnodice lavorava come medico ad Atene travestita da uomo perché al tempo le donne non potevano praticare la professione.

Dopo aver attirato le invidie di altri medici della città a causa del suo crescente seguito di pazienti femminili, fu processata e costretta a rivelare l’inganno: all’accusa di praticare illegalmente la professione medica, fu difesa dalle donne di Atene che confermarono la validità dei suoi trattamenti, costringendo i legislatori ad abolire la legge che impedive alle donne di diventare dottoresse.

II secolo a.C.: Aglaonice

Aglaonice fu un’astronoma greca del II-I secolo a.C. che viene menzionata da Plutarco e Apollonio di Rodi come una delle primissime studiose di astronomia. Era anche considerata una maga per la sua abilità di far sparire la Luna dal cielo, capacità che sembra essere legata alla facoltà di prevedere con un certo grado di approssimazione l’arrivo di un’eclissi lunare.

E’ possibile che Aglaonice fosse circondata da un gruppo di donne astronome, chiamate “streghe della Tessaglia”: nel Gorgia di Platone, Socrate parla delle “incantatrici della Tessaglia che, come si dice, fanno scendere la Luna dal cielo rischiando la perdizione”.

Donne e scienza nell'antichità: Maria la Giudea
Maria la Giudea
I-III secolo d.C.: Maria la Giudea

Maria la Giudea, conosciuta anche come Maria Prophetissima, Maria Prophetissa, Miriam la Profetessa o Maria d’Alessandria, fu una filosofa e alchimista vissuta ad Alessandria d’Egitto tra il I e il III secolo d.C..

Non abbiamo documenti storici che possano determinare con certezza la data della sua morte, ma sappiamo da Zosimo di Panopoli che fu un personaggio reale e che condusse una serie di esperimenti che aprirono la strada agli alchimisti e ai chimici venuti dopo di lei.

Nelle sue opere di alchimia (nessuna sopravvissuta in forma originale) vengono citati elementi che costituiranno la base dell’arte alchemica, come la leukosis (sbiancamento per macinazione) e la xanthosis (ingiallimento per calcinazione), o il bagnomaria (Balneum Mariae), procedimento molto comune nella chimica o in cucina.

V secolo d.C.: Ipàzia di Alessandria

Ipàzia fu matematica, astronoma e filosofa della scuola neo-platonica. Scrisse trattati di geometria, algebra e astronomia, inventò l’idroscopio per misurare il “peso dei liquidi”, perfezionò l’astrolabio e raffinò uno strumento per distillare l’acqua. Descrivere il lavoro (teoricoe pratico) e la filosofia di Ipàzia in poche righe è estremamente difficile, rimando quindi all’articolo di Wikipedia (in inglese).

Donne e scienza nell'antichità: pagina del De passionibus mulierum ante in et post partum di Trotula de Ruggiero
Pagina del “De passionibus mulierum ante in et post partum” di Trotula de Ruggiero
XI secolo: Trotula de Ruggiero

Conosciuta anche come Trottula, Trotta, Troctula, Trotula de Ruggiero fu un medico italiano di Salerno a cui viene attribuito il trattato De passionibus mulierum ante in et post partum, un’opera che ebbe un’enorme influenza sull’ostetricia e sulla ginecologia future.

Trotula faceva parte di un circolo di studiose della Scuola medica di Salerno definite mulieres Salernitanae e alcune opere a lei attribuite potrebbero essere state redatte da altre donne appartenenti a questa cerchia.

Il De passionibus mulierum ante in et post partum è composto da 64 capitoli in cui vengono elencati precetti e consigli per la vita femminile: anticoncezionali, nozioni di ostetricia, malattie comuni e cure cosmetiche per pelle, labbra e capelli.

1098 – 1179: Ildegarda di Bingen

Ildegarda di Bingen fu una religiosa benedettina tedesca e nell’arco della sua carriera si cimentò nell’osservazione naturalistica, nella scrittura, nella filosofia, nello studio delle lingue, nella cosmologia e nella medicina.

Dopo aver preso i voti (1112-1115) si dedicò allo studio dell’enciclopedismo medievale e all’età di 40 anni iniziò a scrivere le sue prime opere su teologia, musica e medicina. Scrisse inoltre due trattati enciclopeici che raccoglievano tutta la conoscenza medica e botanica del suo tempo.

1360 – 1436: Dorotea Bucca

Dorotea Bucca fu un medico italiano sulla cui vita si sa ben poco: fu docente di medicina e filosofia all’Università di Bologna per oltre 40 anni, posizione ricoperta prima di lei da suo padre.

XIV secolo: Mercuriade

Mercuriade fu un dottoressa e chirurga della Scuola di Salerno, oltre che autrice di almeno tre trattati medici: De Febre Pestilenti, De Curatio e De Ungentis. E’ considerata una delle “donne di Salerno” del XIV secolo insieme a Abella, Rebecca Guarna e Francesca de Romana.

Nello stesso secolo emerse un’altra figura medica, Jacqueline Felice de Almania, accusata e processata a Parigi nel 1322 per il reato di aver praticato la professione medica senza regolare licenza.

Jacqueline riteneva che fosse inopportuno per i medici palpare il seno e l’addome delle donne e ben sette pazienti testimoniarono a suo favore durante il processo, sostenendo che fosse il miglior medico di Parigi e che non facesse pagare le pazienti nel caso le sue cure non avessero ottenuto l’effetto sperato.

Jacqueline fu bandita dalla professione medica con la promessa di una scomunica se avesse continuato ad esercitare come dottoressa, un episodio che fu alla base della futura impossibilità delle donne francesi di ottenere la licenza da medico fino al XIX secolo.

1623 – 1673: Margaret Lucas Cavendish

Duchessa di Newcastle-upon-Tyne, Margaret Lucas Cavendish fu filosofa, scrittrice e scienziata di fama tale da potersi permettere di pubblicare opere col suo nome in un periodo in cui le autrici femminili erano costrette a pubblicare le loro creazioni nell’anonimato o sotto falso nome.

Fu autrice di 21 pubblicazioni di natura filosofica e scientifica, tra le quali sei libri sulla filosofia naturale, oltre ad una ventina tra racconti e drammi.

Donne e scienza nell'antichità: Elena Cornaro Piscopia
Elena Cornaro Piscopia
1646 – 1684: Elena Cornaro Piscopia

Considerata una bambina prodigio fin dall’infanzia, ebbe un’educazione classica che le consentì, all’età di sette anni, di conoscere approfonditamente greco, latino, francese e spagnolo. Nel corso di poco tempo imparò anche il francese, l’arabo e l’ebraico, guadagnandosi il tiolo di “Oraculum Septilingue”.

Si dedicò quindi allo studio della matematica, della filosofia e della musica: era in grado di suonare arpa, violino, clavicordo e arpicordo; tutto questo nei primi 20 anni di vita. Superati i vent’anni, iniziò ad interessarsi di fisica, astronomia e linguistica.

Conseguì la laurea in filosofia all’Università di Padova nel 1678, un evento di tale risonanza che molti dotti e studenti dell’epoca giunsero nella città da ogni università italiana: Elena parlò in latino classico per un’ora spiegando passaggi difficili selezionati a caso dalle opere di Aristotele.

1670 – 1720: Maria Margaretha Kirch

Nota anche come Maria Winckelmann, fu un’astronoma tedesca e una delle prime a descrivere la congiunzione del Sole con Saturno, Venere e Giove nel 1709 e nel 1712. Studiò astronomia sotto la guida dell’astronomo autodidatta Christoph Arnold, vicino di casa che lavorava come fattore vicino a Leipzig.

Tramite Arnold, Maria incontrò il famoso astronomo e matematico Gottfried Kirch, più vecchio di 30 anni, col quale si sposò nel 1692 ed ebbe 4 figli (tutti e quattro diventarono astronomi).

Maria e il marito lavoravano come un team, anche se formalmente lei era l’assistente dell’astronomo; insieme stilarono un elenco di effemeridi e registrarono dal 1697 le informazioni climatiche per produrre almanacchi e calendari utili per la navigazione.

Illustrazione dal Metamorphosis insectorum Surinamensium
Illustrazione dal “Metamorphosis insectorum Surinamensium” di Maria Sibylla Merian
1647 – 1717: Maria Sibylla Merian

Naturalista e illistratrice tedesca, dedicò buona parte della sua vita allo studio degli insetti ed è considerata una delle fondatrici dell’entomologia. Pubblicò il suo primo libro di illustrazioni del mondo naturale nel 1675, ma la sua passione per gli insetti si sviluppò fin dall’adolescenza.

Nel 1679 pubblicò il primo di due volumi dedicati a bruchi e farfalle, con particolareggiate illustriazioni dell’evoluzione di questi insetti durante il loro ciclo vitale.

Nel 1699 Merian viaggiò in Suriname per studiare gli insetti tropicali, pubblicando nel 1705 Metamorphosis insectorum Surinamensium, un’opera che influenzò gli illustratori naturalisti negli anni a venire. Secondo David Attenborough, Merian è una delle più personalità più significative dell’entomologia antica e moderna.

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Il pipa, il liuto tradizionale cinese https://www.vitantica.net/2018/07/31/pipa-liuto-tradizionale-cinese/ https://www.vitantica.net/2018/07/31/pipa-liuto-tradizionale-cinese/#respond Tue, 31 Jul 2018 02:00:30 +0000 https://www.vitantica.net/?p=1878 Il pipa (o p’i-p’a) è uno strumento musicale a 4 corde nato in Cina almeno 2.000 anni fa e spesso definito come “liuto cinese”. Col passare dei secoli il pipa è diventato il più popolare e apprezzato strumento musicale cinese e ha dato origine a innumerevoli varianti di liuto come il liuquin, una versione in scala ridotta del pipa, e il biwa, uno strumento musicale giapponese largamente impiegato nella musica tradizionale.

L’origine esatta del pipa è incerta, dato che il termine fu utilizzato in passato per descrivere una vasta gamma di strumenti a corde ideati e prodotti dalla dinastia Qin a quella Tang.

La narrativa tradizionale cinese attribuisce l’invenzione dello strumento agli artigiani della principessa Liu Xijun: il pipa sarebbe nato per rispondere all’esigenza della principessa di suonare un liuto anche a dorso di cavallo.

Pipa strumento musicale cinese

Il primo riferimento documentale al pipa appare sotto la dinastia Han nel II secolo d.C.: alcuni testi dell’epoca sostengono che il pipa fosse un’invenzione relativamente recente, mentre per altri questo strumento avrebbe avuto origine durante il periodo degli Stati Combattenti, tra il 453 e il 221 a.C.

Secondo gli storici moderni, il pipa sarebbe giunto in Cina dall’Asia Centrale, da località in cui sono state rinvenute raffigurazioni di strumenti musicali piriformi.

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Il pipa ha una tipica forma a goccia o a pera (piriforme), è fornito di 4 stringhe di seta (sostituita dal nylon nel XX secolo), ha da 12 a 26 tasti e può essere suonato con le unghie o con un grande plettro simile a quello impiegato dallo strumento musicale giapponese chiamato biwa (che ha avuto origine nel VII secolo evolvendosi dal pipa cinese).

Tramite la mano destra si pizzicano le corde, mentre la mano sinistra si occupa di dare espressività al suono utilizzando tecniche simili a quelle previste per il violino o la chitarra.

Il pipa viene generalmente tenuto in posizione verticale o quasi-verticale durante l’esecuzione, ma è possibile che in periodi più remoti fosse posizionato orizzontalmente, con l’estremità affusolata puntata verso l’alto.

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Pipa

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Shen Kuo, il più celebre ricercatore e inventore cinese dell’ XI secolo https://www.vitantica.net/2018/03/17/shen-kuo-ricercatore-inventore-cinese-xi-secolo/ https://www.vitantica.net/2018/03/17/shen-kuo-ricercatore-inventore-cinese-xi-secolo/#respond Sat, 17 Mar 2018 02:00:01 +0000 https://www.vitantica.net/?p=1467 In tempi moderni è molto difficile ottenere un vasto e approfondito bagaglio di competenze multidisciplinari, ma in antichità non erano rare figure che si applicavano contemporaneamente nella filosofia, nella matematica, nella botanica e nell’astronomia, effettuando scoperte o delineando teorie rivoluzionarie in rapida successione.

Erano altri tempi, questo è certo; ma gli studiosi a 360 gradi del passato hanno contribuito alla nascita della ricerca scientifica, anche considerando gli errori che hanno commesso per l’assenza di metodi d’indagine scientifici e rigorosi.

Uno di questi personaggi costantemente alla ricerca di risposte fu Shen Kuo: nell’ arco della sua vita si dedicò a qualunque disciplina conosciuta al tempo: matematica, astronomia, geologia, zoologia, botanica, farmacologia, agronomia, archeologia, cartografia, diplomazia, idraulica, poesia, musica ed economia.

Chi fu Shen Kuo

Shen Kuo (1031 – 1095) fu il più famoso scienziato e uomo di stato della dinastia Song e certamente uno dei più celebri e prolifici ricercatori dell’ultimo millennio: molte idee e strumenti in uso ancora oggi sono riconducibili al suo lavoro svolto in differenti discipline, come la geomorfologia o il concetto di cambiamento climatico.

Dopo aver superato brillantemente gli esami imperiali per diventare funzionario governativo (1063), Shen Kuo fu ben presto notato dal governo centrale e assunto come studioso e ufficiale del governo, ottenendo sempre più riconoscimenti pubblici e ricoprendo cariche importanti come quella di direttore dei lavori idraulici e capo del dipartimento di astronomia imperiale.

Shen Kuo fu spesso inviato nelle varie regioni della Cina per effettuare ispezioni sui problemi e le inefficienze del regno. In questo periodo di ispezioni e verifiche iniziò a produrre alcune delle sue opere sull’idraulica, sulla geologia e sull’astronomia; ma fu solo durante i 6 anni di allontanamento forzato dalla corte (a causa di una disfatta militare di cui Shen Kuo fu ingiustamente accusato) che lo studioso cinese si dedicò anima e corpo agli studi accademici, ricerche che gli fecero ottenere una revoca degli arresti domiciliari e che lo immortalarono nella storia come uno dei più grandi sperimentatori del passato.

Shen Kuo scrisse estensivamente su svariati soggetti, dalla musica all’arte militare, dalla medicina all’astronomia. Qui sotto riporto un elenco dei suoi lavori più importanti, compresi alcuni che segnarono la storia antica.

Mappatura

Uno degli atlanti più vasti mai redatti da Shen Kuo conteneva 23 mappe della Cina e delle regioni limitrofe in scala uniforme di 1:900.000. L’inventore cinese produsse anche mappe a rilievo utilizzando segatura, legno, cera d’api e pasta di grano: le mappe tridimensionali erano già note da almeno 800 anni e raffigurate su superfici come vasi, urne e turiboli, ma Shen Kuo fu probabilmente il primo a creare una vera e propria mappa a rilievo dettagliata su una vasta superficie piana.

Farmacologia

Nei suoi trattati farmacologici, Shen Kuo descrisse le difficoltà di eseguire diagnosi corrette ed effettuare terapie valide, oltre a fornire informazioni sulla selezione degli ingredienti e la preparazione di medicamenti. Grazie alle nozioni apprese nel campo della botanica, della zoologia e della mineralogia, Shen descrisse sistematicamente centinaia di piante, animali e minerali presenti in Cina.

Ingegneria civile

Grazie a Shen Kuo sappiamo che tra il 1068 e il 1077 l’ufficiale di corte Huang Huaixin fece costruire il primo bacino di carenaggio coperto per la riparazione di barche lunghe fino a 60 metri.

Shen dedicò parte del suo tempo ad analizzare l’efficacia dei nuovi sistemi di chiuse fluviali elaborate dall’ingegnere Qiao Weiyo: calcolò che questa nuova tecnologia consentiva di evitare l’assunzione di almeno 500 lavoratori e di permettere il transito di barche dalla stazza almeno 5 volte più grande rispetto alle chiuse utilizzate in precedenza.

Shen fu l’unico studioso del suo tempo ad analizzare il lavoro dell’architetto Yu Hao, il costruttore di una celebre pagoda di legno andata a fuoco nel 1044 e sostituita nel 1049 da una pagoda in mattoni (chiamata “Pagoda di Ferro”).

Anatomia

Shen Kuo fu il primo a smentire la teoria che la gola contenesse tre valvole invece di due, fornendo una sua personale interpretazione: la gola conteneva un sistema (la laringe) per distribuire il “qi” presente nell’aria lungo tutto il corpo, mentre l’esofago non era altro che un tubo che trasportava il cibo verso lo stomaco. Le dissezioni di cadaveri effettuate nel XII secolo volte a dimostrare o smentire queste affermazioni rivelarono che Shen Kuo aveva ragione.

Shen Kuo, matematica e gioco del go
Matematica

Shen Kuo si applicò intensivamente nella matematica e nella geometria. Fu uno dei primi ad impiegare la trigonometria per la risoluzione di problemi pratici e a cercare di trovare una rappresentazione pratica per i grandi numeri fino a 10 alla 43. Il suo lavoro sulla lunghezza di archi e cerchi fornì le basi per la trigonometria sferica formulata nel XIII secolo da Guo Shoujing.

L’applicazione della matematica a problematiche reali lo spinse a calcolare la lunghezza massima di una campagna militare in base all’approvvigionamento di risorse, ma il suo contributo matematico si può osservare in moltissime delle sue ricerche, dal calcolo delle tasse sui terreni a problemi legati al potere d’acquisto della valuta.

Utilizzando le permutazioni matematiche, Shen calcolò il numero di posizioni possibili in una scacchiera per il gioco del go: 847.288.609.443.

Ottica

Shen Kuo fu il primo cinese ad effettuare calcoli basati sulle osservazioni effettuate con una camera oscura. Anche se fu l’arabo Ibn al-Haytham (965–1039) il primo a sperimentare con la camera oscura, Shen Kuo detiene il primato per la prima descrizione delle proprietà geometriche e quantitative di questo strumento, elaborando concetti come i punti focali e osservando che l’immagine prodotta da uno specchio concavo risulta invertita.

Shen non si definì mai come il primo cinese ad aver effettuato esperimenti con la camera oscura, attribuendo i primi studi a Duan Chengshi vissuto nel IX secolo sotto la Dinastia Tang.

Bussola magnetica

Shen Kuo fu il primo a descrivere l’impiego in navigazione di una bussola ad ago magnetico e il concetto di vero nord (Polo Nord geografico). Shen descrive con dovizia di particolari la procedura utilizzata per magnetizzare un ago di ferro o d’acciaio e i differenti metodi di realizzazione di una bussola con ago sospeso, scoprendo nel frattempo che “gli aghi magnetici sono sempre leggermente spostati verso Est invece che puntare esattamente verso Sud”.

Shen Kuo fu il primo a suggerire l’impiego di una rosa dei venti a 24 punti invece che gli 8 tradizionalmente utilizzati, idea che poco dopo la sua morte entrò nella pratica comune della costruzione delle bussole cinesi.

Riproduzione del cucchiaio magnetico cinese
Riproduzione di un cucchiaio magnetico cinese
Archeologia

Shen Kuo fu uno dei primi ricercatori antichi ad introdurre concetti moderni nell’archeologia del tempo, cercando di descrivere la storia e l’utilizzo dei reperti antichi sulla base di prove empiriche e criticando le ricostruzioni storiche fantasiose prive di alcun fondamento.

Shen formulò l’idea che l’archeologia doveva necessariamente avere un approccio interdisciplinare per descrivere correttamente i reperti riportati alla luce e mise in pratica molte delle sue conoscenze in campo metallurgico e geometrico per fornire valide spiegazioni sulla natura di molti oggetti antichi.

Il suo interesse per l’archeologia e l’astronomia lo portò a ricostruire una sfera armillare basata sulle descrizioni presenti in testi antichi; fu inoltre il primo a fornire una spiegazione dettagliata della costruzione delle antiche spade cinesi realizzate in ferro battuto e in acciaio.

Geologia

Shen Kuo fu il primo a formulare un’ipotesi sulla formazione delle terre emerse (geomorfologia) basata su svariate osservazioni del territorio cinese e sull’analisi di conchiglie fossili scoperte a centinaia di chilometri di distanza dal mare. Secondo Shen, le terre emerse venivano costantemente rimodellate da processi di erosione, sollevamento e deposizione di sedimenti.

L’inventore cinese scrisse anche che i bambù pietrificati scoperti in regioni in cui questa pianta non cresce erano l’indicatore che il clima terrestre avesse subito modifiche nel corso della storia.

Meteorologia

Anche se i Cinesi fecero numerosissime osservazioni meteorologiche nei secoli precedenti alla nascita di Shen Kuo, l’inventore fu il primo in Oriente a descrivere accuratamente i tornado e a formulare l’ipotesi che gli arcobaleni fossero formati dall’effetto che la luce solare produceva quando incontrava le particelle di pioggia.

Il suo concetto di rifrazione atmosferica è del tutto coerente con i principi scientifici moderni e precede quello di Roger Bacon (1214-1294), il primo europeo a suggerire che i colori dell’arcobaleno fossero la conseguenza della rifrazione della luce solare.

Shen ipotizzò anche che la luce del sole, prima di raggiungere la superficie della Terra, subisse un processo di rifrazione che falsava la posizione dell’astro sulla volta celeste mostrandolo più in alto di quanto lo fosse nella realtà.

Mappa stellare di Su Song, contemporaneo di Shen Kuo
Mappa stellare di Su Song, contemporaneo di Shen Kuo
Astronomia

Trovandosi a capo del Dipartimento di Astronomia, Shen Kuo si rivelò particolarmente prolifico in questa disciplina: migliorò il design dello gnomone, della sfera armillare e della clessidra. Migliorò il tubo d’osservazione astronomico inventato nel V secolo allargandolo per osservare senza limitazioni il movimento della stella polare e riuscendo così a calcolare, in tre mesi di osservazioni, che questa stella si era mossa di circa 3 gradi.

Shen fu il primo cinese a cercare di spiegare perché i corpi celesti fossero sferici, in contrasto con il concetto di Terra piatta in voga all’epoca in Cina. Fu anche il primo a ipotizzare che la Luna non emettesse luce ma riflettesse quella solare.

Shen Kuo formulò ipotesi per spiegare le variazioni nel moto dei pianeti, incluso il moto retrogrado. Assieme al suo collega Wei Pu, ricalcolò le orbite dei corpi celesti conosciuti eseguendo osservazioni tre volte per notte nell’arco di cinque anni consecutivi e correggendo le coordinate lunari e solari calcolate 350 anni prima dall’astronomo Yi Xing.

Natura

Shen Kuo descrisse come gli insetti predatori fossero in grado di controllare quelli infestanti che causavano danni agricoli incalcolabili in Cina. Si dimostrò anche preoccupato per la deforestazione causata dall’industria del ferro e per la produzione di inchiostri, suggerendo l’utilizzo del petrolio come sostituto del carbone e creando un inchiostro a base di petrolio più resistente di quelli impiegati in precedenza.

Shen Kuo

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Lo scacciapensieri unno di 1.700 anni fa (ancora funzionante) https://www.vitantica.net/2018/01/24/lo-scacciapensieri-unno-di-1-700-anni-fa-ancora-funzionante/ https://www.vitantica.net/2018/01/24/lo-scacciapensieri-unno-di-1-700-anni-fa-ancora-funzionante/#respond Wed, 24 Jan 2018 02:00:25 +0000 https://www.vitantica.net/?p=1300 Una serie di 5 antichi scacciapensieri scoperti lo scorso 9 gennaio nella Repubblica dell’ Altaj hanno sorpreso gli archeologi che conducevano scavi presso due siti di origine unna (Cheremshanka e Chultukov Log 9): uno di questi strumenti, risalenti a circa 1.700 anni fa e realizzati in osso, è ancora in grado di produrre suoni.

“Ho suonato io stesso lo scacciapensieri di Cheremshanka” spiega Andrey Borodovsky, professore dell’Istituto di Archeologia ed Etnografia dell’Accademia Russa delle Scienze e dedito da oltre 20 anni allo studio di questi antichi strumenti musicali.

Lo scacciapensieri è uno dei primissimi strumenti musicali creati dall’uomo: la più antica raffigurazione di questo strumento risale ad un disegno cinese del IV secolo a.C. ma la sua invenzione nel continente asiatico è probabilmente vecchia di millenni.

Lo scacciapensieri si suona appoggiando l’ancia sugli incisivi e pizzicando la lamella con un dito, agendo sulle dimensioni della cavità orale e sulla posizione della lingua per modulare il suono. Occorre prestare attenzione alla lamella contro gli incisivi, perchè potrebbe causare danni permanenti anche se pizzicata con cura.

In Italia, la produzione di scacciapensieri della Valsesia iniziò intorno al XVI secolo, per poi sparire progressivamente fino al 1800. In Sardegna e in Sicilia, dove questo strumento musicale è noto rispettivamente come trunfa o marranzanu/mariolu, lo scacciapensieri era tradizionalmente utilizzato per accompagnare canzoni e tarantelle.

Lo scacciapensieri in osso, ancora funzionante, scoperto da Borodovsky
Lo scacciapensieri in osso, ancora funzionante, scoperto da Borodovsky

In Asia, lo scacciapensieri era prevalentemente costruito sfruttando il bambù. In Russia invece lo scacciapensieri, chiamato Vargan, era tradizionalmente utilizzato nelle regioni popolate dagli Evenchi, gli abitanti delle taighe siberiane noti anche come Tungusi.

Gli scacciapensieri scoperti da Borodovsky sono stati ricavati da costole di cavalli o bovini e risalgono a circa 1.700 anni fa, periodo in cui la regione dei Monti Altai era popolata dagli Unni e costituiva il centro nevralgico del loro dominio sull’Asia centrale.

Al tempo le tribù unne erano nomadi e si spostavano frequentemente tra Mongolia, Cina e Russia meridionale, ma tra la fine del IV secolo e l’inizio del V iniziarono ad avanzare verso Occidente con l’intenzione di invadere l’Europa.

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Gli scacciapensieri prodotti dagli artigiani dell’Altai erano differenti da quelli rinvenuti in altre zone dell’Asia: in Mongolia o nella regione russa di Tuva si usavano generalmente altri materiali come corna di cervo.

Dei cinque strumenti rinvenuti nei due siti archeologici, solo uno può ancora essere suonato, un altro è in buone condizioni ma inutilizzabile mentre i rimanenti tre sono strumenti non finiti, a circa metà della lavorazione che li avrebbe trasformati in scacciapensieri funzionanti.

I cinque scacciapensieri scoperti da Borodovsky
I cinque scacciapensieri scoperti da Borodovsky

L’unico scacciapensieri in grado di produrre musica è lungo 11 centimetri e largo 8,6. Secondo Borodovsky, gli artigiani del tempo separarono longitudinalmente la sezione centrale di un osso animale (forse una costola) allo scopo di ottenere una superficie tripartita resistente, sottile e sufficientemente elastica da produrre un suono quando pizzicata.

Ancient Jew’s harps found in Altai Mountains as musical instruments reappear after 1,700 years

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Ascolta l’ aulòs, strumento musicale a fiato dell’ Antica Grecia https://www.vitantica.net/2017/11/26/aulos-diaulos-grecia/ https://www.vitantica.net/2017/11/26/aulos-diaulos-grecia/#respond Sun, 26 Nov 2017 02:00:07 +0000 https://www.vitantica.net/?p=953 Simile ad un flauto

L’ aulòs era uno strumento musicale a fiato usato nella Grecia antica, simile ad un flauto e composto da uno o due tubi di legno o osso (la forma a due canne era chiamata diaulòs).

Per quanto forma e utilizzo fossero molto simili a quelli di un flauto, l’ aulòs era uno strumento ad ancia mentre il flauto usa un labium all’imboccatura (una sorta di “fischietto” o un semplice foro).

Origine ed evoluzione dell’ aulos

L’origine mitologica dell’ aulòs si attribuisce ad Atena: dopo l’invenzione dello strumento, lo gettò via perché si rese conto che le sue guance si gonfiavano in modo poco aggraziato mentre lo suonava.

Secondo la leggenda, il satiro Marsia raccolse lo strumento e sfidò Apollo in una gara musicale, perdendo miseramente contro la divinità e finendo per essere scorticato vivo come punizione per la sconfitta.

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Gli esemplari di aulòi più antichi in nostro possesso sono stati scoperti a Koilada, Tessaglia, e risalgono ad oltre 6.000 anni fa. Si trattava di forme ancora rudimentali dello strumento: le canne, ottenute da ossa animali, disponevano di cinque fori posizionati irregolarmente lungo il tubo.

Per il primo aulòs “moderno” occorre aspettare qualche millennio: intorno al 2.700 a.C. fecero la loro comparsa nelle Cicladi le prime statue di auleti (suonatori di aulòs) e nei secoli successivi l’aulòs divenne un soggetto molto comune nelle decorazioni di vasi e anfore e fu largamente utilizzato nelle rappresentazioni delle tragedie e durante le cerimonie funebri.

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Struttura dell’ aulos

Un aulòs era generalmente realizzato in canna, osso o legno, ma non erano rari strumenti ricavati da materiali pregiati come l’avorio o il bronzo. Lo strumento disponeva di un’ancia semplice o doppia inserita in un bulbo (holmos) attaccato direttamente nella canna dello strumento, e un tubo lungo circa 40 centimetri (hypholmion) dotato di 5, 6 o 8 fori per modulare il suono prodotto.

Spesso due aulòs (diaulòs) venivano uniti per produrre un suono più ricco o una doppia melodia; all’inizio del IV secolo a.C. inoltre, il celebre musicista tebano Pronomos sviluppò un sistema di “collari” e chiavi che consentivano di estendere il numero di note di un aulòs tradizionale.

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Aulos

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Carnyx, il corno da battaglia celtico https://www.vitantica.net/2017/11/10/carnyx-corno-da-battaglia-celtico/ https://www.vitantica.net/2017/11/10/carnyx-corno-da-battaglia-celtico/#respond Fri, 10 Nov 2017 02:00:42 +0000 https://www.vitantica.net/?p=834 Il carnyx era uno strumento a fiato di bronzo utilizzato dai Celti e dai Daci tra il 300 a.C. e il 200 d.C.. La sua forma caratteristica a “S” allungata terminava con un’apertura superiore (campana) generalmente zoomorfa.

Il carnyx era utilizzato in guerra e viene citato direttamente da Giulio Cesare e Diodoro Siculo: serviva non solo a incitare le truppe in battaglia o a intimidire l’avversario, ma probabilmente anche ad impartire ordini di assalto o ritirata. Le sue dimensioni lo portavano a stagliarsi ben oltre le teste dei combattenti e a risuonare su tutto il campo di battaglia.

Uno dei carnyx di Tintignac
Uno dei carnyx di Tintignac

Fino al 2004 esistevano solo frammenti di 5 carnyx provenienti da Scozia (l’esemplare più completo, solo la campana a forma di testa di cinghiale è sopravvissuta), Francia, Germania, Romania e Svizzera, ma nel settembre 2004 un gruppo di archeologi ha scoperto un deposito di oggetti metallici a Tintignac, Francia, risalente al I secolo a.C.. All’interno di questo deposito, che conteneva centinaia di pezzi di spade, lance dalla punta di ferro, scudi ed elmi, sono stati rinvenuti ben 7 carnyx, uno dei quali quasi completo.

Replica del carnyx di Deskford
Replica del carnyx di Deskford

Quattro dei carnyx avevano una campana a forma di cinghiale, il quinto sembra raffigurare una sorta di rettile mostruoso e i due rimanenti avevano una campana a forma d’uccello. A partire dagli anni ’90 del secolo scorso sono state creare diverse repliche basate su principalmente sul carnyx scozzese (il carnyx di Deskford) e su quelli di Tintignac.

I video qui sotto mostrano (in ordine):


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Deskford carnyx

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Ascolta l’ antica ocarina precolombiana https://www.vitantica.net/2017/10/25/ascolta-l-antica-ocarina-precolombiana/ https://www.vitantica.net/2017/10/25/ascolta-l-antica-ocarina-precolombiana/#respond Wed, 25 Oct 2017 02:00:56 +0000 https://www.vitantica.net/?p=769 L’ ocarina è uno degli strumenti musicali a fiato più antichi della storia: alcuni esemplari cinesi risalirebbero a circa 12.000 anni fa. L’ocarina è stato strumento particolarmente importante per le culture mesoamericane almeno dal 2500 a.C. e sia Maya che Aztechi producevano svariate versioni di ocarine d’argilla, spesso raffiguranti animali sacri e utilizzate in rituali o celebrazioni religiose.

L’ocarina è un “flauto globulare”, essendo dotata di una camera di risonanza tonda e chiusa; per questa ragione è necessario regolare l’intonazione intervenendo sul numero e sulle dimensioni dei buchi e sul volume della camera di risonanza, operazioni spesso delicate che richiedono mani esperte e un orecchio attento.

Il suono dell’ocarina è caratteristico e lo strumento non è esente da difetti: è difficile trovare l’intonazione corretta intervenendo sul diametro dei fori e sull’ampiezza della cavità di risonanza, ed garantisce una scarsa flessibilità nella modulazione dell’intensità dei suoni prodotti.

Jose Cuellar, professore della San Francisco State University, è uno dei massimi esperti americani di ocarine d’argilla precolombiane, strumenti musicali molto comuni nelle società mesoamericane. Il video qui sotto mostra Cuellar mentre suona alcune delle ocarine reperite in diversi siti archeologici del Centro America.

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