Irminsul, il Grande Pilastro del paganesimo nordeuropeo

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Secondo il paganesimo germanico o sassone, alcuni alberi erano creature sacre associate alle divinità che popolavano il pantheon centro e nordeuropeo. Ad essere venerate non erano soltanto singole entità vegetali come grosse querce, betulle o tassi, ma anche intere foreste: i boschi sacri erano diffusissimi e godevano di enorme rispetto nella spiritualità di Celti e popoli norreni.

L’ Irminsul, traducibile con “grande pilastro”, aveva un ruolo centrale nella tradizione pagana nordeuropea: nella regione tedesca di Hess, ad esempio, si venerava la Quercia di Donar (o Quercia di Thor), un albero sacro alle comunità pagane locali fatto abbattere per ordine di San Bonifacio nell’ VIII secolo, come racconta la Vita Bonifatii auctore Willibaldi (“Vita di San Bonifacio”).

Il Grande Pilastro

La parola sassone Irminsul deriva dall’unione di due termini: “irmin” (“grande”, in antico norreno “jörmunr“), uno dei nomi di Odino o di Yggdrasil, l’albero cosmico che connette i Nove Mondi della tradizione nordeuropea; e la parola “sûl“, traducibile con “pilastro” o “colonna” (in antico norreno “sula“).

Alcuni specifici Irminsul vengono citati da numerose fonti storiche: gli Annali del Regno dei Franchi (Annales Regni Francorum), opera che dettaglia il regno dei sovrani Franchi tra il 741 e l’ 828 d.C., afferma che Carlomagno avesse ripetutamente ordinato la distruzione di un importante Irminsul nei pressi di Heresburg, Germania, nel tentativo di debellare il paganesimo dalla regione.

Nel De miraculis sancti Alexandri, del monaco benedettino Rudolf di Fulda (865), viene descritto un Irminsul: si trattava di un enorme colonna di legno eretta nel mezzo di una radura, adorata dai pagani perché rappresentava il pilastro che sostiene l’intero universo.

Anche dopo la diffusione del Cristianesimo, nelle regioni nordeuropee il significato dell’ Irminsul non andò perduto. La cronaca del XII secolo Kaiserchronik menziona il grande pilastro in tre occasioni distinte, tra le quali un passo in cui si accenna l’origine dei nomi dei giorni della settimana.

Infine, la figura di Irmin, nipote del re Tuisto e fondatore della stirpe degli Irminoni, era probabilmente considerata una sorta di semi-divinità dei Sassoni anche per il suo nome che richiamava il pilastro sacro; ma “irmin” era anche un epiteto utilizzato per riferirsi a qualche divinità non meglio precisata ma rilevante nel pantheon germanico, e a Wodan (Odino).

Irminsul e religione

L’ Axis Mundi, il pilastro che sorregge il mondo intero, è un concetto comune non solo nelle culture germaniche, ma in tutta Europa. Rappresenta la connessione tra il cielo e la terra, il punto di giunzione tra i 4 punti cardinali principali e “l’ombelico del mondo”.

In base alla cultura d’appartenenza, il ruolo di axis mundi venne ricoperto da diversi oggetti naturali, come montagne, alberi, scale, torri, pilastri o colonne di fumo. Attorno alle diverse località sacre connesse all’axis mundi furono eretti santuari e strutture di culto di particolare importanza.

Secondo il paganesimo sassone e germanico, l’Irminsul rappresentava il sacro pilastro al centro del mondo; è quindi facile immaginare la sua rilevanza religiosa nei riti stagionali delle culture europee. L’albero cosmico presente in alcuni antichi culti pagani, come Yggdrasil nella cosmologia norrena, rappresentava i tre principali piano dell’esistenza: il cielo (le fronde), la terra (il tronco) e l’aldilà (le radici).

Nelle regioni centro e nordeuropee era tradizione erigere colonne in località particolarmente rilevanti per il paganesimo locale, come nei centri cittadini o sui crocevia. Alcune colonne venivano erette dopo un particolare evento, come racconta Widukind di Corvey: un Irminsul fu collocato nella città di Fulda dopo la vittoria dei Sassoni sui Turingi.

Disegno del rilievo di Externsteine. L'oggetto piegato verso destra a forma di "T" potrebbe essere un Irminsul
Disegno del rilievo di Externsteine. L’oggetto piegato verso destra a forma di “T” potrebbe essere un Irminsul. Wikipedia

Il pilastro che Carlomagno ordinò di distruggere sembra essere stato un Irminsul di particolare rilevanza, adorato da tutte le popolazioni sassoni. Ma diversi altri Irminsul erano presenti sul territorio: gli Irminoni realizzarono un santuario di primaria importanza (poi distrutto e saccheggiato dal sovrano franco) attorno all’ Irminsul delle Externsteine, una formazione rocciosa vicino all’odierna città di Paderborn.

Moltissime cronache contemporanee descrivono la distruzione dell’ Irminsul ordinata da Carlomagno, suggerendo che sia stato un evento di una certa rilevanza anche per i non sassoni; per i popoli germanici, la distruzione del grande pilastro costituì una vera tragedia, tale da scatenare una rappresaglia in territorio franco.

Il mistero dell’Irminsul

Ad oggi non conosciamo precisamente l’aspetto del tipico Irminsul. Non abbiamo alcun pilastro o colonna chiaramente identificabile con questo particolare oggetto di culto, ma abbiamo una possibile raffigurazione a Externsteine.

Si tratta di un’incisione nella roccia che, secondo la tradizione cristiana, riporta la “discesa dalla croce” di Gesù, ma contiene un dettaglio non presente in altre raffigurazioni simili: la figura di Nicodemo (o, secondo alcuni storici, Giuseppe d’Arimatea) non si trova su una scala, ma poggia su una struttura simile ad un albero caduto, un potenziale Irminsul.

In molte raffigurazioni dell’Irminsul il pilastro termina con una sorta di punta o cerchio in corrispondenza dell’estremità più alta. Secondo alcuni storici, questa parte terminale sarebbe identificabile con la stella polare, l’unico punto fisso nella volta celeste dell’emisfero settentrionale e il fulcro attorno a cui ruota il mondo terreno.

Nella tradizione lappone, questi pilastri avevano un volto umano intagliato in modo grezzo in corrispondenza dell’estremità superiore, ma molti storici concordano nell’affermare che gli Irminsul germanici non fossero dotati di questa caratteristica.

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Il simbolo del pilastro è comune in molte culture europee, non solo nei culti pagani. I pilastri e gli archi di alcune chiese del Medioevo hanno aspetti in comune con le possibili  raffigurazioni dell’ Irminsul oggi conosciute, talvolta con somiglianze che fugano quasi ogni dubbio sul simbolismo di quei particolari elementi architettonici.

Il casato svedese dei Vasa ha nel suo stemma un simbolo che ricorda molto l’Irminsul. Non c’è un consenso unanime sul reale significato di questo simbolo: per alcuni è uno strumento da pesca, per altri è una sorta di macchina d’assedio, ma l’unica certezza è che ricorda da vicino il pilastro sacro germanico.

THE IRMINSUL AND THE EXTERNSTEINE: FROM YGGDRASIL TO THE IRMINSUL
Re-Examining Irmin and the Irminsul
Irminsul – The Cosmic Pillar
OF IRMINSULS AND WORLD TREES


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