Pipistrello vampiro, fatti e leggende metropolitane

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Attorno al pipistrello vampiro sono nati miti ed esagerazioni ben fuori dalla natura di questo bizzarro mammifero volante: singoli pipistrelli vampiro che uccidono persone adulte, aperture alari di due metri e una smodata sete di sangue. Ma distinguendo la fantasia dalla realtà, cosa rimane di vero sul pipistrello vampiro?

Quali specie di pipistrello si nutrono di sangue?

Al mondo esistono tre specie di pipistrelli che si nutrono esclusivamente di sangue: il vampiro comune (Desmodus rotundus), il pipistrello vampiro dalle zampe pelose (Diphylla ecaudata) e il vampiro dalle ali bianche (Diaemus youngi).

Tutte e tre le specie vivono in America centro-meridionale, in regioni del Messico, del Brasile, del Cile, dell’Uruguay e dell’ Argentina. Possiamo quindi smentire Indiana Jones: in India non ci sono pipistrelli che si nutrono esclusivamente di sangue.

Pipistrello Desmodus rotundus
Pipistrello Desmodus rotundus

Considerate le differenze dei tre pipistrelli ematofagi, ogni specie è stata collocata in un genere e in una famiglia specifici. Nonostante i tratti distintivi di ognuna delle tre specie, i punti in comune sono però tali da far supporre che l’ ematofagia di questi pipistrelli si sia sviluppata in un solo “evento evolutivo” e che le tre specie condividano un antenato comune.

I pipistrelli vampiro hanno caratteristiche che li distinguono dai comuni pipistrelli: recettori termici, per certi versi simili a quelli infrarossi dei serpenti; denti frontali adatti a incidere la pelle; sistema di elaborazione dei rumori ambientali specializzato nel determinare la posizione delle principali fonti di cibo dal suono del respiro regolare che le loro vittime emettono durante il sonno.

Il metodo di caccia dei pipistrelli vampiro

Contrariamente alla maggior parte dei pipistrelli non ematofagi, i pipistrelli vampiro hanno un muso dotato di termorecettori specializzati che consentono loro di localizzare sulla preda l’area in cui il sangue scorre vicino alla pelle.

I denti dei pipistrelli vampiro si sono evoluti per effettuare piccole e precise incisioni, mentre l’apparato uditivo è in grado di rilevare il suono del respiro regolare di un mammifero addormentato, una preda ideale per un cacciatore così piccolo ma allo stesso tempo così fragile.

Pipistrello vampiro in volo. Jacinto Yoder, Shutterstock
Pipistrello vampiro in volo. Jacinto Yoder, Shutterstock

I vampiri cacciano solo a notte inoltrata, nel buio completo, nutrendosi del sangue di piccoli e grandi mammiferi, esseri umani inclusi, o di uccelli. Per nutrirsi di mammiferi, generalmente localizzano una preda immobile e atterrano entro qualche metro di distanza da essa, per potersi avvicinare camminando sul terreno. I pipistrelli vampiro infatti sono molto agili: riescono a correre ad una velocità massima di quasi 8 km/h e muoversi agilmente sul corpo di un grosso mammifero.

Una volta giungi in prossimità della preda, iniziano il loro banchetto. Per prima cosa, localizzano il miglior punto per praticare un’incisione grazie ai loro sensori termici. Se la preda è dotata di pelliccia, il pipistrello vampiro comune usa i suoi canini per radere la zona in cui praticherà una ferita tipicamente lunga circa 7 millimetri e profonda 8.

Come è facile intuire, se il pipistrello non fosse dotato di un meccanismo anticoagulante, la ferita si chiuderebbe in breve tempo. Il pipistrello vampiro risolve il problema della fluidità del sangue sfruttando una serie di agenti anticoagulanti, anestetici e vasodilatatori presenti nella sua saliva.

Uno di questi componenti è la draculina, una proteina che funziona da anticoagulante. E’ circa un centinaio di volte più potente di qualunque altro anticoagulante noto e viene utilizzata anche in ambito medico.

Il sistema digestivo dei vampiri è molto efficiente per quanto riguarda la digestione del sangue ed è direttamente collegato ai reni, il che porta l’animale a urinare circa 2 minuti dopo l’inizio del pasto.

Questo sistema di ingestione e espulsione quasi diretta degli scarti permette ai pipistrelli vampiro di ingerire un quantitativo aggiuntivo di sangue pari al 20-30% del proprio peso corporeo.

Le ferite di un pipistrello vampiro possono uccidere un essere umano?
Pipistrello vampiro mentre si alimenta sul dorso di un bovino selvatico
Pipistrello vampiro mentre si alimenta sul dorso di un bovino selvatico

Le dimensioni del pipistrello vampiro variano da specie a specie. Le dimensioni tipiche di un esemplare femmina di vampiro comune pesa circa 50 grammi, è lungo circa 9 centimetri con un’apertura alare di 18, e può consumare circa la metà del suo peso corporeo in sangue in soli 20 minuti. Le dimensioni delle altre due specie non sono molto differenti da quelle del pipistrello vampiro comune.

Anche in questo caso, si devono smentire le pellicole cinematografiche: i pipistrelli vampiro non possono uccidere provocando gravi emorragie. La perdita di sangue della vittima è praticamente insignificante per un grande mammifero (circa 25-30 millilitri) e le ferite non sono tali da provocare danni permanenti.

La specie più comune di pipistrello vampiro, il Desmodus, risulta quasi impercettibile per la preda durante l’attacco e predilige grandi mammiferi. Il Diademus, invece, sembra preferire uccelli e capre, e in laboratorio è stato impossibile forzarlo ad attaccare grandi mammiferi come maiali o vacche.

Perché, quindi, la cinematografia ci offre casi di pipistrello vampiro dalle dimensioni enormi che uccidono esseri umani con la facilità di uno pterodattilo? Si tratta di un elaborato lavoro di fantasia su quelli che vengono chiamati “falsi vampiri“, definiti tali perché fu proprio il cinema ad attribuire ad alcune specie, molto più grosse dei pipistrelli vampiri veri e propri, l’attributo di succhiasangue.

E’ il caso, ad esempio, della Grande Volpe Volante (Pteropus vampyrus) che, contrariamente a quanto dice il nome scientifico, è tutt’altro che ematofago: si nutre esclusivamente di frutta. Arriva ad un’apertura alare di 1,8 metri e manca di ecolocalizzazione.

E’ più probabile che un pipistrello vampiro riesca ad uccidere un essere umano trasmettendo alcune malattie del sangue verso le quali questo mammifero predatore è totalmente immune. I casi di trasmissione della rabbia, benché rari, sono ben documentati: nel 2010 quattro bambini morirono di rabbia dopo il morso di un pipistrello vampiro.

Il rischio di infezione da rabbia per la popolazione umana è inferiore a quello del bestiame: solo lo 0,5% dei pipistrelli vampiri è vettore della malattia e gli individui infetti sono generalmente goffi, disorientati e incapaci di volare.

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Vittima innocente del fenomeno “vampiri”

I pipistrelli vampiro tendono a vivere in colonie che contano da pochi individui a centinaia di esemplari, localizzate in aree quasi totalmente buie come caverne, cavità degli alberi o edifici.

I pipistrelli vampiro hanno legami sociali talmente forti da essere tra le poche specie ad “adottare” i piccoli di un esemplare morto o scomparso.

Sono inoltre molto legati alla colonia grazie ad un sistema di condivisione del cibo: dato che un pipistrello può sopravvivere circa due giorni senza effettuare un pasto, in periodi di scarsità di prede i pipistrelli che sono stati in grado di nutrirsi rigurgitano parte del sangue ingerito per condividerlo con i membri più deboli della colonia.

I pipistrelli vampiro sono anche particolarmente bravi a monitorare la posizione di altri individui della stessa specie utilizzando richiami distintivi per capire se qualche pipistrello ha bisogno di aiuto.

I pipistrelli vampiro sono molto meno terrificanti e mortali di quanto si favoleggi nei film. L’unico reale rischio per la vittima sono le infezioni derivanti dal fatto che il pipistrello, nel corso della sua caccia notturna, entra in contatto con diverse specie di mammiferi o uccelli, contribuendo a diffondere infezioni e parassiti.

Vampire bat
The Art and Science of Bats


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