tracce – VitAntica https://www.vitantica.net Vita antica, preindustriale e primitiva Thu, 01 Feb 2024 15:10:35 +0000 it-IT hourly 1 Tracce e impronte degli animali: trucchi e accorgimenti https://www.vitantica.net/2018/02/05/tracce-impronte-animali-trucchi-accorgimenti/ https://www.vitantica.net/2018/02/05/tracce-impronte-animali-trucchi-accorgimenti/#respond Mon, 05 Feb 2018 02:00:31 +0000 https://www.vitantica.net/?p=1199 Anticipare il comportamento dell’animale

Per quanto ci si possa spostare silenziosamente nel sottobosco, ignorare le reazioni dell’animale che state seguendo cancellerà ogni vostro sforzo. Occorre tenere sempre a mente che la maggior parte degli animali sono dotati di almeno due sensi più sviluppati dei nostri: olfatto, udito, vista e “sensi speciali” permettono a moltissime creature di percepire la nostra presenza ben prima di essere avvistate.

Se un animale mostra segni di nervosismo, occorre fermarsi e rimanere quanto più possibile immobili in attesa di segnali di rilassamento; il momento migliore per spostarsi è quando l’animale è distratto, fa rumore o si dimostra calmo mentre compie le sue attività quotidiane.

Un animale in stato di allerta, specialmente se di indole timida e abituato ad essere cacciato, potrebbe farsi prendere dal panico ed emettere un richiamo d’allarme. Questi richiami sono generalmente rivolti ai membri della stessa specie ma spesso vengono colti da altri animali e risuonano nell’ecosistema come una sirena d’allarme, spaventando creature piccole e grandi che vivono o sono di passaggio nell’area in cui vi trovate.

Per rendere l’inseguimento un’attività più veloce è utile conoscere il comportamento dell’animale da seguire. Individuare con precisione la posizione di ogni singola impronta lasciata dal vostro obiettivo è un procedimento che richiede molto tempo e che spesso porta a vicoli ciechi; sapere in anticipo le abitudini dell’animale contribuirà a concentrarsi più sul suo comportamento tipico che sulle sole impronte lasciate dalle zampe.

Alcuni animali preferiscono spostarsi sfruttando le zone d’ombra, per cui sarà possibile saltare alla successiva zona d’ombra anche se le tracce non vi conducono direttamente; altri tendono ad utilizzare le stesse piste più e più volte anche nell’arco della giornata ed è forse preferibile appostarsi e attendere il prossimo passaggio invece di inseguire attivamente l’animale.

Spostarsi controvento

Spostarsi controvento

Moltissimi animali sono dotati di un olfatto eccezionale e possono percepire la nostra presenza a chilometri di distanza. Alcuni di questi animali tuttavia usano l’olfatto per colmare carenze visive o uditive, punti deboli che possono essere sfruttati per avvicinarsi.

Spostarsi nella direzione opposta a quella del vento permette di rimanere virtualmente invisibili all’olfatto di molte prede e predatori evitando che il vostro odore li raggiunga. Alcuni animali (solitamente prede) hanno la tendenza a spostarsi e a dormire con il muso rivolto controvento per rilevare in anticipo potenziali predatori, comportamento che consente di avvicinarsi alle spalle del nostro obiettivo.

Non solo è importante che l’animale non percepisca la nostra presenza una volta giunti nelle sue vicinanze, ma è altrettanto importante che non si senta costretto a tornare sui suoi passi: potrebbe incontrare il nostro odore che “sosta” in prossimità delle tracce che abbiamo seguito fino a quel momento e assumere uno stato di allerta, pronto a fuggire in caso di potenziale minaccia.

Camminata della volpe

Nelle storie più o meno antiche legate alla caccia tradizionale è facile imbattersi in trackers (inseguitori di tracce) capaci di distinguere le caratteristiche di un animale, tra cui il sesso, basandosi esclusivamente sulle impronte rare e imperfette rinvenute nel territorio di caccia. Si tratta di un’abilità indispensabile per una società cacciatrice e che in alcune culture, come quella dei Nativi Americani, è stata elevata al rango di vera e propria arte.

Durante gli scontri e la guerriglia contro l’invasore europeo, i nativi del continente americano erano in grado di distinguere tra le impronte lasciate da un europeo e quelle lasciate da un abitante locale. Come? Gli europei camminavano diversamente dagli americani, dimostrando con ogni passo la perdita di adattamento ad una vita immersa nella natura.

Gli europei si erano ormai abituati al distaccamento parziale dall’ambiente naturale che li circondava: camminare silenziosamente non rappresentava più un’abilità indispensabile per procurarsi il cibo e fu gradualmente dimenticata a favore di altre capacità ben più utili negli insediamenti urbani. Anche i metodi di caccia erano diversi: organizzando grandi battute o utilizzando armi da fuoco fin dal 1500, gli europei erano ben lontani dalle tradizioni delle culture cacciatrici-raccoglitrici.

I nativi americani, invece, non disponevano di armi da fuoco. Erano muniti di armi da lancio come archi e atlatl, ma si tratta di strumenti che generalmente richiedono che il cacciatore si trovi a meno di 40 metri dalla preda per essere preciso e avere una buona possibilità di colpire il bersaglio infliggendo una ferita letale: non è affatto bello e corretto lasciare che un animale ferito vaghi per chilometri in preda al panico prima di cadere esanime, correndo il rischio di non recuperarlo e di aver quindi ucciso per nulla.

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Come portarsi a così breve distanza da un animale dotato di un udito più sviluppato del nostro? Utilizzando quella che viene definita “camminata della volpe”. Nella camminata della volpe, ogni passo è più breve di uno normale per poter mantenere il baricentro basso e controllato e appoggiare la pianta del piede con tre differenti movimenti:

  1. Il piede tocca il terreno con il lato esterno, vicino al mignolo, mantenendo il tallone sollevato e senza caricare il peso corporeo sul piede;
  2. La parte anteriore del piede si appoggia completamente sul terreno, mantenendo ancora il tallone sollevato;
  3. Il tallone tocca dolcemente il terreno, distribuendo finalmente il peso corporeo sul piede appena spostato.

Il “trucco” di questa camminata risiede nel controllo del centro di gravità del corpo: mantenendo le gambe leggermente piegate, il baricentro tende a spostarsi all’altezza dei glutei, rendendo possibile allungare una gamba e appoggiare a terra il piede in movimento senza applicare alcuna forza, come se stessimo accarezzando il terreno.

La camminata della volpe è molto comune tra chi non usa calzature per camminare nella natura, specialmente in situazioni di caccia o inseguimento. In queste circostanze è indispensabile avere una grande consapevolezza dell’ambiente che ci circonda: ad ogni passo può nascondersi una spina, un sasso, o qualche animale molesto.

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Tracce e impronte degli animali: impronte di uccelli https://www.vitantica.net/2017/10/04/tracce-e-impronte-degli-animali-impronte-di-uccelli/ https://www.vitantica.net/2017/10/04/tracce-e-impronte-degli-animali-impronte-di-uccelli/#respond Wed, 04 Oct 2017 02:00:48 +0000 https://www.vitantica.net/?p=480 Anche se moltissime specie di uccelli spendono buona parte della loro vita in volo o a qualche metro dal suolo, le impronte di uccelli sono abbastanza comuni, specialmente nelle zone in cui trovano cibo in abbondanza.

Analizzare le tracce degli uccelli può spesso risultare un compito arduo: centinaia di specie di volatili solcano i nostri cieli e le loro zampe lasciano impronte che possono sembrare molto simili tra loro. Il modo migliore per identificare le tracce degli uccelli è quello di iniziare a stabilire quale tipo di zampa ha lasciato l’orma sul terreno.

Gli uccelli tendono a muoversi sul terreno secondo varie modalità: camminando, correndo o procedendo a balzi, e il terreno su cui rimangono impresse le loro orme può aiutarci a circoscrivere le specie che le hanno prodotte.

Le tracce di uccelli possono essere classificate genericamente in questo modo:

  • Anisodattili: moltissimi uccelli (praticamente tutti quelli canori) hanno le zampe dotate di tre dita in avanti e una all’indietro, come aironi, colombe, piccioni, falchi e avvoltoi. Talvolta il 4 dito posteriore è poco visibile o assente, come nei tacchini e nelle quaglie;
  • Palmati: le zampe palmate generalmente mancano del dito posteriore e sono incurvate verso l’interno, mostrando sulle impronte la membrana che le connette. Sono tipiche di anatre, oche e gabbiani;
  • Totipalmati: hanno le 4 dita in avanti unite da membrana. Tipiche di pellicani e cormorani;
  • Zigodattili: hanno due dita in avanti e due che puntano indietro, come i picchi, i gufi e i pappagalli.

impronte uccelli

 

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orme uccelli

impronte uccelli

Parte 1: Piste, tane e segni di alimentazione
Parte 2: Fatte e borre
Parte 3: Impronte di mammiferi
Parte 4: Impronte di uccelli

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Tracce e impronte degli animali: impronte di mammiferi https://www.vitantica.net/2017/10/03/tracce-e-impronte-degli-animali-impronte-di-mammiferi/ https://www.vitantica.net/2017/10/03/tracce-e-impronte-degli-animali-impronte-di-mammiferi/#respond Tue, 03 Oct 2017 02:00:30 +0000 https://www.vitantica.net/?p=443 Quando si cercano impronte e orme di animali, la maggior parte delle volte ci si imbatte in quelle dei mammiferi più comuni e meno timidi. Le impronte di rettili, anfibi e uccelli sono spesso difficili da scoprire per via delle abitudini di questi animali o della loro modalità di spostamento.

Le impronte dei mammiferi si possono suddividere in tre categorie: mammiferi con cuscinetti, mammiferi con uno zoccolo o mammiferi con due zoccoli.

I mammiferi con cuscinetti, come gatti, cani e orsi, hanno zampe che si sono evolute dalla struttura pentadattila (a cinque dita) dei mammiferi preistorici, suddividendosi in plantigradi (appoggiano tutta la pianta del piede, come orsi, tassi, ricci ed esseri umani) e digitigradi (appoggiano solo le punte dei “piedi”, come i gatti).


Impronte animali

Gli unguligradi, invece, hanno seguito un altro percorso evolutivo trasformando le dita delle zampe in zoccoli (più dita-zoccolo che poggiano sul terreno, come i cervidi) o singoli (come il cavallo, che appoggia a terra soltanto il terzo dito).

I mammiferi si muovono generalmente seguendo tre modalità differenti, modalità che lasciano impronte differenti:

  • Passo: l’animale si muove lentamente, spesso mentre bruca o pascola, spostando una zampa alla volta con una falcata breve;
  • Trotto e corsa: la falcata si allunga e gli arti opposti si muovono contemporaneamente (zampa anteriore sinistra insieme a posteriore destra);
  • Galoppo: l’animale si muove ad alta velocità e lascia vuoti tra gruppi di impronte, perché il galoppo prevede una fase “aerea” in cui l’animale non poggia alcuna zampa sul terreno. A volte le zampe posteriori lasciano impronte davanti a quelle anteriori (come nel coniglio, che procede a balzi simili al galoppo).

I felini, piccoli e grandi, lasciano impronte arrotondate con 4 dita e senza alcun segno di artigli. Questi animali dispongono di unghie retrattili che vengono estratte solo in caso di necessità. I felini appartengono all’unica famiglia di animali che, di norma, pone la zampa posteriore in corrispondenza dell’impronta di quella anteriore.

I canidi come cani, volpi, lupi e coyote lasciano anch’essi un’ impronta con quattro dita, ma generalmente le unghie sono visibili. Solo la volte tende a porre le zampe posteriori in corrispondenza dell’impronta lasciata dalle anteriori, mentre gli altri canidi tendono a lasciare impronte posteriore leggermente più arretrate.

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Piccoli mammiferi come donnole, furetti, tassi e puzzole lasciano impronte anteriori e posteriori con cinque dita. Spesso sul terreno rimangono impressi anche gli artigli. Alcuni di questi animali sono dotati di ghiandole odorose e possono lasciare messaggi olfattivi inconfondibili anche in corrispondenza delle loro impronte.

Anche gli orsi, gli opossum e i procioni lasciano impronte con cinque dita complete di artigli, impronte che tendono a somigliare curiosamente a quelle di un piede umano.

I roditori come topi, ratti, scoiattoli, marmotte, porcospini e castori lasciano impronte a quattro dita per le zampe anteriori e cinque per quelle posteriori, con alcune eccezioni: qualche volta, i castori lasciano cinque dita anteriori e cinque posteriori.

I conigli lasciano impronte anteriori e posteriori a quattro dita, ma generalmente la zampa posteriore imprime una traccia molto più ampia di quella anteriore.

Impronte animali: Plantigradi
Impronte animali: Plantigradi
Impronte animali: Canidi
Impronte animali: Canidi
Impronte animali: mustelidi
Impronte animali: Mustelidi
Impronte animali: Roditori
Impronte animali: Roditori
Orme animali: Zoccoli
Impronte animali: Zoccoli

Fonte: How to Track Animals: A Primer on Identifying Footprints

Parte 1: Piste, tane e segni di alimentazione
Parte 2: Fatte e borre
Parte 3: Impronte di mammiferi
Parte 4: Impronte di uccelli

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Tracce e impronte degli animali: fatte e borre https://www.vitantica.net/2017/10/02/tracce-e-impronte-degli-animali-fatte-e-borre/ https://www.vitantica.net/2017/10/02/tracce-e-impronte-degli-animali-fatte-e-borre/#respond Mon, 02 Oct 2017 02:00:41 +0000 https://www.vitantica.net/?p=423 Nei luoghi di permanenza o di passaggio, siano essi utilizzati per cibarsi, dormire o riprodursi, è facile trovare molte tracce lasciate dagli animali. Impronte, piume o peli sono ottimi indicatori per capire chi frequenta una determinata area, ma le fatte (feci) e le borre (nel caso degli uccelli) riescono a dirci non solo che tipo di animale le ha espulse, ma anche le sue abitudini alimentari e il suo stato di salute.

Tipi di escrementi

La composizione e la forma delle fatte possono aiutarci a determinare di che animale si tratta. Ci sono ovviamente eccezioni, ma in linea di principio ogni famiglia di animali produce escrementi di tipo differente:

  • Fatte tubolari: canide, procioni, puzzole, opossum, orsi. Ad eccezione delle volpi (e talvolta dei lupi, in base alla loro dieta), che producono fatte a metà tra quelle dei canidi e dei felini e dall’odore distintivo;
  • Escrementi tubolari con terminazione appuntita: felini;
  • Palline sferiche: conigli o lepri. Tendono a depositare gli escrementi solidi in “latrine” ai margini dei campi. Non ruminando il cibo, queste sfere sono composte da frammenti vegetali tritati finemente;
  • Palline oblunghe: cervidi. I cervidi sono ruminanti, per cui le feci sono costituite da poltiglia vegetale pressata, nera e lucente;
  • Escrementi a “punta di matita” (piccole e tubolari): roditori. Quelle di topi e arvicole sono generalmente lunghe da 5 a 15 mm, arrotondate alle estremità e spesso depositate in gruppo vicino all’acqua. Gli scoiattoli invece le accumulano nel posto preferito per mangiare;
  • Forma a “pizza”, ricca di fibre: grossi erbivori come bovini;
  • Feci bianche: uccelli o rettili.
Raffigurazione di fatte animali
Raffigurazione di fatte animali

Colore e consistenza non sono generalmente buoni indicatori della specie che ha prodotto la fatta: spesso la dieta di un animale cambia in base alla stagione, e con essa cambia il colore e la consistenza degli escrementi.

La composizione delle feci e le loro dimensioni, invece, forniscono buone informazioni per determinare la specie di appartenenza, soprattutto nei casi in cui le fatte sono molto simili tra diverse specie (come nei cervidi).

Linee guida per l’identificazione di fatte e borre

Per l’identificazione di escrementi o borre, potrebbe ressere utile seguire queste linee guida:

  1. Determinare larghezza e lunghezza della fatta / borra
  2. Identificarne la forma
  3. C’è una sola fatta o ce ne sono molte?
  4. Se sono presenti molti escrementi, sono concentrati in un unico punto o sparsi?
  5. Sono presenti peli o particelle di cibo non digerite?
  6. A che ora del giorno è avvenuto il ritrovamento?
  7. Gli escrementi / borre potrebbero essere rimasti esposti alle intemperie nell’arco di giorni?

ATTENZIONE: prima di toccare e analizzare il contenuto di escrementi animali, è buona norma prendere le dovute precauzioni. Gli escrementi degli animali possono contenere microrganismi nocivi che possono causare gravi disturbi all’essere umano. Occorre sempre indossare protezioni, come guanti e mascherina, per evitare di entrare in contatto diretto con le feci o inalare il loro contenuto. Alcune malattie possono essere trasmesse dalla polvere che si solleva durante la manipolazione di escrementi secchi; prestare sempre la massima attenzione e tenersi sempre il vento alle spalle.

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Le fatte degli uccelli meritano un paragrafo a parte. Contrariamente ai mammiferi, forniti di due orifizi per espellere rifiuti solidi o liquidi, gli uccelli dispongono soltanto di una cloaca, un unico canale di espulsione: le feci saranno generalmente liquide (le parti indigeribili vengono espulse con le borre) e bianche (per la presenza di urati).

La fatta tipica di un uccello sembra un “uovo al tegamino”: la parte bianca è composta da urati, mentre il deposito scuro, più o meno solido, è composto da scarti intestinali. la forma e la consistenza, tuttavia, varia in base alla dieta, come per molti animali terrestri: gli uccelli che si nutrono di alimenti fibrosi producono di solito feci secche solitamente distinguibili da quelle di un mammifero per la presenza di un “cappello” bianco di urati.

Borra di gufo
Borra di gufo

Le borre, invece, sono un escremento solido espulso dalla bocca e che contiene resti di cibo non digeriti; si tratta sostanzialmente di pelo, piume, ossa o materiale vegetale indigeribile pressati in una sorta di capsula simile ad una fatta.

Proprio per il loro contenuto, le borre sono una fonte di preziosissime informazioni non solo sull’uccello che le ha prodotte, ma anche sulle sue prede e sulla fauna che popola l’area del ritrovamento.

Le borre sono tipiche degli uccelli rapaci, ma anche altri uccelli carnivori le espellono, anche se meno frequentemente. La trasformazione degli scarti in borra avviene nello stomaco bipartito degli uccelli carnivori, in cui ogni resto impossibile da digerire accumulato nella seconda camera dell’organo viene spostato nella prima, trattenendosi da diverse ore a giorni interi mentre viene pressato. Durante questo periodo, l’uccello non può alimentarsi finchè non ha espulso la borra che blocca lo stomaco.

Parte 1: Piste, tane e segni di alimentazione
Parte 2: Fatte e borre
Parte 3: Impronte di mammiferi
Parte 4: Impronte di uccelli

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Tracce e impronte degli animali: piste, tane e segni di alimentazione https://www.vitantica.net/2017/10/01/tracce-e-impronte-degli-animali-piste-tane-e-segni-di-alimentazione/ https://www.vitantica.net/2017/10/01/tracce-e-impronte-degli-animali-piste-tane-e-segni-di-alimentazione/#respond Sun, 01 Oct 2017 02:00:41 +0000 https://www.vitantica.net/?p=417 L’abilità di trovare, interpretare e seguire le tracce e le impronte degli animali fu di estrema importanza per i nostri antenati cacciatori-raccoglitori. La caccia primitiva era basata su estenuanti inseguimenti della preda allo scopo di sorprenderla nel suo ambiente naturale (vedi questo post sulla caccia di persistenza), cosa per nulla semplice se si tratta di animali dai sensi molto più sviluppati dei nostri e che spesso lasciano tracce quasi invisibili sul territorio.

Nel corso dei millenni si sono evolute numerosissime tecniche d’inseguimento, alcune generiche e applicabili in molteplici situazioni, altre più specifiche o utilizzabili solo con una specie o sottospecie.

La capacità di interpretare le tracce animali, tuttavia, non si limita soltanto alla conoscenza della forma delle impronte o all’ identificazione di peli, piume ed escrementi: molti esperti la definiscono “arte” perché richiede anche la facoltà di sapersi calare nei panni dell’animale anticipando e prevenendo le sue azioni future. Questo livello di abilità si raggiunge soltanto con una pratica costante e un’intima conoscenza della fauna locale.

Non spaventatevi: per iniziare a riconoscere e seguire le tracce degli animali non è necessario essere un Boscimano o trovarsi nell’ outback australiano. La nostra penisola offre moltissime occasioni per imbattersi in un’impronta o in un elemento insolito del territorio riconducibile all’attività di animali, basta solo prestare la sufficiente attenzione all’ambiente che ci circonda e avere qualche nozione di base.

Osservare il territorio e il terreno

Ogni animale ha un territorio preferito in cui può trovare cibo, acqua e riparo dai predatori. Nella maggior parte degli ambienti è possibile individuare delle “isole” in cui alcuni animali potrebbero trovarsi a loro agio, specialmente gli erbivori; e una volta localizzato un erbivoro, generalmente il carnivoro che lo preda prima o poi si farà vivo.

Il tipo di terreno è il primo elemento da osservare. I migliori terreni per individuare e seguire le tracce degli animali sono quelli fangosi o di sabbia umida: su questo tipo di terreno le tracce possono persistere per giorni interi con le giuste condizioni atmosferiche.

Anche la neve è un ottimo strato capace di catturare le impronte di un animale, ma con l’aumentare della profondità potrebbe alterarle e renderle difficili da riconoscere. La neve migliore è quella fresca e sottile caduta su una superficie rigida: si imprimeranno impronte molto chiare, specialmente se la neve si sta sciogliendo.

Impronte lasciate sulla sabbia in una zona di transizione
Impronte lasciate sulla sabbia in una zona di transizione che ho scoperto lungo il Ticino

Gli ambienti in cui è più semplice trovare tracce o impronte di animali sono generalmente le “zone di transizione” tra campi, boschi e corsi o specchi d’acqua. Queste aree, specialmente se attraversate da “animali indicatori” come roditori, conigli selvatici e cervi, sono eccellenti per individuare le tracce di erbivori più o meno grossi o rimanere in attesa di carnivori e onnivori di passaggio.

Gli animali, come l’essere umano, tendono ad essere abitudinari e a scegliere lo stesso percorso usato in passato per raggiungere l’acqua o il luogo usato per dormire. Proprio come noi, seguendo il percorso di minima resistenza per lungo tempo gli animali formano delle piste semi-permanenti, considerate le “autostrade dei boschi”.

Spesso sono sfruttate anche da altri animali più piccoli perché trovano un vero e proprio sentiero battuto da seguire per soddisfare i loro bisogni primari.

pista animale
Qualche animale di discrete dimensioni ha lasciato tra la vegetazione del Ticino questa pista

Talvolta è possibile imbattersi in piste meno evidenti e battute che deviano dalla pista principale per dirigersi nel fitto della boscaglia o verso specchi d’acqua. Questi percorsi sono generalmente utilizzati da una sola specie ed è possibile determinare il tipo di animale e le sue abitudini analizzando la dimensioni e le caratteristiche della pista.

Queste piste sono probabilmente il posto ideale in cui cercare di individuare le tracce degli animali che le hanno percorse. Spesso è possibile trovare segni del passaggio di un animale come impronte, piante masticate o graffiate, peli o rami rotti; analizzandoli con cura e calandosi nei panni degli animali locali, è possibile capire cosa ha lasciato il segno del suo passaggio.

Tana con ingressi multipli
Tana con ingressi multipli, anch’essa in zona Ticino
Tane e bivacchi degli animali

Un altro elemento a cui prestare attenzione è l’area in cui un determinato animale tende a ripararsi o a trascorrere il suo tempo di inattività. Buchi e gallerie scavate nel terreno indicano che un piccolo animale, spesso un roditore come un’ arvicola o un coniglio, ha trovato una casa in quel punto.

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Animali più grandi, invece, tendono a dormire all’aperto, lasciando un’impronta di erba schiacciata o terreno smosso. In genere queste zone si trovano nel fitto della boscaglia per nascondere l’animale dai predatori e consentirgli di percepire in anticipo una potenziale minaccia.

tracce animali rosicchiatura
Ramo rosicchiato

La vegetazione può fornire importanti indizi per identificare un animale dal modo in cui è stata intaccata. Segni di strofinamento e scortecciamento sui tronchi degli alberi, ad esempio, possono indicare il passaggio di animali come alci e cervidi, orsi oppure grandi felini, noti per l’abitudine di “farsi le unghie” su superfici ruvide. Animali più piccoli invece, come scoiattoli e conigli, lasciano segni più netti sulla corteccia, anche in assenza di palesi segni di denti.

Tracce di alimentazione lasciate dagli animali

Osservando la vegetazione nella sua interezza è spesso possibile individuare le linee di brucatura: gli animali che brucano tendono a mangiare ciò che trovano a portata di muso, senza dover compiere sforzi eccessivi per raggiungere foglie o frutti troppo in alto o in basso; questo comportamento genera una linea di brucatura, una fascia di vegetazione spoglia che si estende orizzontalmente ad un’altezza determinata dall’animale che l’ha prodotta.

Le abitudini alimentari di molti animali, predatori o prede che siano, lasceranno tracce che non sfuggono ad un occhio attento e che possono fornire numerosissimi indizi: ghiande, noci e nocciole rosicchiate, ad esempio, possono rivelarci chi si è alimentato di loro analizzando il modo in cui il guscio è stato violato.

I funghi, invece, vista la loro consistenza, riescono a mantenere per un certo tempo l’impronta del morso di un animale, permettendoci di capire se si trattava di un roditore o di un altro animale.

animali peli
Ciuffi di pelo, probabilmente di coniglio

Dopo un’uccisione, un predatore lascia spesso i resti della preda sul posto o nel luogo in cui l’ha consumata, permettendoci di identificare chi è il colpevole e chi la vittima. Penne e piume, peli e ossa possono aiutarci a determinare le specie coinvolte e a capire a quando risale lo scontro.

E’ possibile determinare il passaggio di un animale anche da segnali a volte molto più sottili e difficili da interpretare:

  • Rugiada: un animale di passaggio tende a far cadere a terra le gocce d’acqua o a intrappolarle nella sua pelliccia, lasciando una pista opaca in un campo coperto di rugiada;
  • Depressioni nelle foglie: un animale di passaggio esercita pressione con la zampa su un letto di foglie, lasciando un piccolo incavo spesso visibile solo quando la pista si trova tra voi e il sole: con questa angolazione della luce, sarà possibile vedere impronte e depressioni spesso invisibili sfruttando le zone di luce e ombra.

Continua con la serie “Tracce e impronte degli animali”:

Parte 1: Piste, tane e segni di alimentazione
Parte 2: Fatte e borre
Parte 3: Impronte di mammiferi
Parte 4: Impronte di uccelli

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