eclissi – VitAntica https://www.vitantica.net Vita antica, preindustriale e primitiva Thu, 01 Feb 2024 15:10:35 +0000 it-IT hourly 1 Eclissi lunari più famose della storia https://www.vitantica.net/2018/07/05/eclissi-lunari-storia/ https://www.vitantica.net/2018/07/05/eclissi-lunari-storia/#respond Thu, 05 Jul 2018 02:00:03 +0000 https://www.vitantica.net/?p=1873 L’ eclissi lunare è un fenomeno astronomico che ha da sempre affascinato l’essere umano. Spesso considerato un evento a metà tra la bizzarria della natura e il mistero della magia, l’ eclissi lunare ha contribuito in modo sostanziale a fornire impulso allo studio del cielo tra i popoli maggiormente dediti all’astronomia, come le culture mesopotamiche o centro-americane.

Durante un’eclissi lunare totale, la Terra si trova nel bel mezzo del percorso che la luce solare effettua per raggiungere la Luna; in questo modo il nostro pianeta ostruisce gradualmente la luminosità solare fino a nascondere il disco lunare, dando l’impressione che un terzo corpo celeste si sia frapposto tra noi e la Luna. Grazie alla dinamica stessa delle eclissi di luna, questo fenomeno è visibile in qualunque regione non sia direttamente esposta ai raggi solari, i continenti che attraversano la fase notturna.

Un fenomeno che tende a verificarsi durante l’eclissi lunare totale è la “luna di sangue”: il quasi totale oscuramento del disco lunare e i gas atmosferici della Terra causano una maggiore dispersione di particolari frequenze della luce visibile, donando una colorazione rossastra alla Luna.

Nel corso dei millenni passati molte civiltà hanno osservato, registrato e venerato le eclissi lunari, connettendo spesso questi fenomeni a presagi o entità/eventi sovrannaturali totalmente fuori dal controllo umano. Molti popoli hanno descritto o interpretato le eclissi in modo simbolico: gli Egizi credevano che il fenomeno fosse connesso con un’enorme scrofa sacra che lentamente divorava la Luna per un periodo limitato di tempo, mentre i Maya ritenevano che un giaguaro mitologico ingoiasse il nostro satellite a intervalli più o meno regolari.

Eclissi lunare

29 gennaio 1137 a.C.

La prima citazione documentata di un’ eclissi lunare risale a circa 1.000 anni prima di Cristo e si può trovare nell’opera cinese Zhou-Shu, ritrovata nel 280 d.C. all’interno della tomba di un esponente della nobiltà. Secondo il professore S.M. Russell, l’evento ebbe luogo il 29 gennaio del 1137 a.C.

28 agosto 413 a.C.

L’ eclissi avvenuta durante gli scontri della seconda battaglia di Siracusa è rimasta nella storia per via delle conseguenze che ebbe sugli Ateniesi. Secondo Tucidide, Nicia era un uomo particolarmente superstizioso: all’arrivo dell’ eclissi chiese ai sacerdoti ateniesi come dovesse comportarsi, ricevendo in risposta di attendere 27 giorni prima di attaccare i siracusani. Il nemico approfittò quasi immediatamente della tregua voluta da Nicia e attaccò le 86 navi ateniesi ferme al porto, sconfiggendo la flotta greca.

20 settembre 331 a.C.

Nel momento in cui le armate macedoni di Alessandro Magno terminarono la traversata del fiume Tigri, si manifestò un’eclissi lunare. Plinio e Plutarco menzionano l’eclissi totale di Luna, sostenendo che si verificò circa 11 giorni prima della Battaglia di Gaugamela, il momento che determinò la vittoria di Alessandro sulle armate di Dario.

14 d.C.

Poco dopo la morte di Augusto, Tacito menziona un’eclissi lunare identificata con l’evento del 27 settembre del 14 d.C.

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734 d.C.

Le Cronache Anglo-Sassoni registrano un’eclissi lunare, definita come “L’eclissi di Tatwine e Beda” a seguito della morte dei due arcivescovi Tatwine e Beda e l’investitura come vescovo di re Ecgberht. Il documento sembra suggerire l’idea che l’evento astronomico fosse collegato in qualche modo con la morte dei due prelati.

1019

L’astronomo arabo Abū al-Rayḥān Muḥammad ibn Aḥmad al-Bīrūnī, autore di decine di trattati sull’astronomia, descrive nel dettaglio l’eclissi lunare del 17 settembre 1019 prezzo Ghazna, Afghanistan, appuntando anche l’altezza sulla volta celeste delle stelle più conosciute.

1349

Thomas Bradwardine, teologo e matematico britannico, riporta un episodio che riguarda una strega intenta a convincere alcune persone dei suoi poteri speculando sulla vaga conoscenza di un’eclissi lunare imminente nel mese di luglio. Bradwardine, che aveva studiato astronomia presso scuole arabe, formulò la sua previsione in modo più preciso, definendo come data esatta il 1 luglio 1349 e svelando l’inganno della strega.

1453

Nel 1453, le truppe del sultano Maometto II ritornarono all’ assedio di Costantinopoli con 250.000 uomini e un cannone di otto metri capace di sparare proiettili di 600 kg. Nonostante i soli 7.000 uomini a difesa della città, i Turchi furono respinti per ben tre volte e gli assediati ripararono le mura durante la notte per arginare ulteriori assalti.
Il 22 maggio dello stesso anno si verificò un’eclissi lunare che gli abitanti di Costantinopoli interpretarono come un cattivo presagio; sei giorni dopo, Maometto II e le sue truppe riuscirono a penetrare nella città conquistandola e saccheggiandola.

1 marzo 1504

Durante la sosta forzata di Colombo in Giamaica nel 1503, l’ammiraglio aveva con sé un almanacco astronomico che copriva gli anni dal 1475 al 1506. Dopo che i nativi, indignati dai furti di cibo dell’equipaggio di Colombo, fermarono i rifornimenti di viveri a 6 mesi dall’arrivo degli Europei, Colombo consultò l’almanacco scoprendo l’arrivo imminente di un’ eclissi di luna. Organizzò quindi un incontro con il cacicco locale, sostenendo che Dio fosse arrabbiato con gli indigeni per il trattamento ricevuto e che la divinità avrebbe dimostrato la sua ira facendo “infiammare la luna”. L’ eclissi lunare si verificò come previsto (accompagnata dalla classica “luna di sangue”) gettando nel panico gli indigeni; cronometrando con una clessidra la durata dell’evento, Colombo sostenne quindi che gli indigeni sarebbero stati perdonati alla ricomparsa della Luna.

Lunar Eclipses: What Are They & When Is the Next One?
LUNAR ECLIPSES OF HISTORICAL INTEREST
Historically significant lunar eclipses

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Wurdi Youang, la Stonehenge australiana https://www.vitantica.net/2018/04/16/wurdi-youang-stonehenge-australiana/ https://www.vitantica.net/2018/04/16/wurdi-youang-stonehenge-australiana/#respond Mon, 16 Apr 2018 02:00:24 +0000 https://www.vitantica.net/?p=1621 Il sito di Wurdi Youang, Australia, potrebbe essere il primo osservatorio astronomico della storia, precedente a Stonehenge e ad altri complessi di pietra legati all’osservazione della volta celeste.

La struttura, definita la “Stonehenge aborigena”, è stata scoperta oltre due secoli fa. Non si ha ancora una datazione certa del sito, ma la posizione delle pietre e la loro penetrazione nel terreno suggerirebbero che si possa trattare di una struttura costruita diverse migliaia di anni fa.

Sappiamo ormai per certo che l’area di Wurdi Youang fu occupata dagli aborigeni Wathaurong almeno 25.000 anni fa, fino a quando la loro cultura non fu definitivamente cancellata intorno al 1835 per opera dei coloni europei e della loro volontà di cancellare ogni traccia di cultura aborigena.

Wurdi Youang Stonehenge australiana

L’osservatorio astronomico degli aborigeni Wathaurong

La probabilità che la disposizione delle pietre di Wurdi Youang sia del tutto casuale è ridottissima, come spiega Ray Norris, astrofisico dell’agenzia scientifica australiana e leader del gruppo di ricerca di Wurdi Youang. Per escludere l’ipotesi di una formazione nata spontaneamente senza alcun intervento umano, Norris e i suoi colleghi hanno misurato la posizione di ogni singola roccia in relazione al Sole, dimostrando la connessione con solstizi ed equinozi.

Il sito, noto anche come Wada Wurrung e Rothwell Archaeological Site, è composto da un ovale delimitato da pietre e dal diametro di circa 50 metri. L’ovale è stato disegnato sul terreno da oltre 100 rocce di basalto dal diametro compreso tra i 20 centimetri e 1 metro, con una massa totale di circa 23 tonnellate.

Tre rocce particolarmente grandi si trovano all’estremità occidentale dell’anello di pietre, in una posizione che le mette in allineamento con il Sole durante i solstizi e gli equinozi con un’accuratezza di qualche grado. I segmenti quasi rettilinei della sezione orientale, invece, sembrano puntare verso la posizione del Sole calante durante i solstizi.

Wurdi Youang Stonehenge australiana
Struttura e orientamento di Wurdi Youang

La civiltà aborigena australiana, quindi, potrebbe essere stata molto più sofisticata di quanto si ritenesse in precedenza, se non altro in campo astronomico. “E’ la prima volta che siamo in grado di dimostrare che, oltre ad essere interessati alla posizione del Sole, gli Aborigeni facessero anche misurazioni astronomiche” spiega Norris.

Un tradizione astronomica cantata

Gli Aborigeni hanno da sempre tramandato la loro conoscenza attraverso la tradizione orale, in particolare tramite l’utilizzo di canzoni. Molte di queste canzoni hanno come tema oggetti astronomici quali Sole, Luna e stelle, e il loro movimento nel cielo.

Una delle storie tradizionali, condivisa tra tutte le comunità aborigene australiane, parla del “Grande Emu” (Coalsack) che siede in cielo. Il Grande Emu non è altro che una forma disegnata nel cielo notturno da “macchie scure” della Via Lattea durante la stagione della riproduzione di questo uccello.

Si tratta quindi di una sorta di “costellazione oscura” che durante l’autunno dell’emisfero meridionale si posiziona quasi perfettamente in corrispondenza di una roccia del Kuring-Gai Chase National Park, sulla quale è stato inciso un emu.

Il Grande Emu della tradizione aborigena australiana
Il Grande Emu della tradizione aborigena australiana

Il popolo Walpiri e quello Yolngu cantano anche della donna-sole (Walu) che insegue l’uomo-luna (Ngalindi), una canzone che spiega la dinamica delle eclissi solari e lunari in un tempo di qualche migliaio di anni precedente al XVI° secolo, quando il meccanismo celeste che regola le eclissi venne finalmente spiegato dall’ astronomia occidentale.

Questi sono solo esempi di come la conoscenza astronomica degli Aborigeni fosse più avanzata di quanto siamo portati ad immaginare. Gli Aborigeni avevano calendari complessi spesso basati sulle stelle visibili durante le differenti stagioni, sfruttavano gli astri per capire il momento giusto per cacciare, pescare, raccogliere erbe o spostarsi in un luogo più adatto.

Molte di queste nozioni astronomiche tradizionali sono purtroppo andate perdute durante i tentativi degli Europei di sopprimere la cultura aborigena. Durante l’epoca della “generazione rubata” (Stolen generation, dal 1869 al 1969), moltissimi bambini aborigeni furono allontanati dalle loro famiglie per essere inseriti in istituti e missioni religiose allo scopo di convertirli alla “vita civile”: ai bambini veniva impedito di parlare la lingua dei loro antenati o di mantenere tradizioni aborigene antiche di millenni utilizzando repressione psicologica e fisica.

Fortunatamente, l’epoca della generazione rubata e della repressione sistematica degli aborigeni è finita (anche se le sue conseguenze sono palpabili ancora oggi) e l’astronomia moderna ha iniziato a collaborare con la tradizione per svelare le conoscenze astronomiche degli antichi australiani, nozioni in larga parte perdute nel corso degli ultimi due secoli.

“Questa scoperta ha un’enorme importanza per la comprensione delle straordinarie abilità di questa cultura” dice Janet Mooney, a capo dell’ Indigenous Australian Studies. “Rende fieri non solo me in quanto aborigena, ma anche molti altri aborigeni australiani”.

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The Emu in the Sky
Aboriginal Stonehenge: Stargazing in ancient Australia

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Scorpion Tree e archeoastronomia dei nativi Chumash https://www.vitantica.net/2018/01/05/scorpion-tree-e-archeoastronomia-dei-nativi-chumash/ https://www.vitantica.net/2018/01/05/scorpion-tree-e-archeoastronomia-dei-nativi-chumash/#respond Fri, 05 Jan 2018 02:00:40 +0000 https://www.vitantica.net/?p=661 Lo Scorpion Tree è una vecchia quercia che si trova nelle Santa Lucia Mountains, nei pressi della contea di San Luis Obispo, California. Sarebbe soltanto un vecchio albero come molti altri se solo non fosse per un’incisione sul suo tronco che, fino a pochi anni fa, si riteneva fosse stata fatta da cowboy di passaggio.

Ma non si tratta di un semplice lavoro d’intaglio di un mandriano: la lucertola a sei zampe scavata nella corteccia dello Scorpion Tree, lunga ben un metro, è incorniciata da un rettangolo e si trova vicino a due sfere intagliate allo stesso modo nel tronco; un’ opera d’arte dal profondo significato simbolico realizzata, a quanto pare, dai nativi Chumash.

I Chumash sono una tribù di nativi americani che è vissuta nelle zone costiere della California per millenni: i primi insediamenti infatti risalirebbero a circa 10.000 anni fa.

Prima del contatto con l’ invasore occidentale si stima che la popolazione si aggirasse attorno a 10-20.000 individui; ma all’ inizio del 1900, tra vaiolo ed influenza, la popolazione si ridusse a circa 200 persone, che fortunatamente sono riuscite a risollevare le sorti della tribù portandola a circa 5000 unità attuali.

Astronomia dei nativi americani

“Sono stato il primo a capire che si trattava di un motivo dei Chumash” dice Rex Saint Onge, paleontologo, riferendosi ai nativi americani della regione che hanno lasciato disegni e incisioni simili a quelli dello Scorpion Tree su alcune rocce e caverne nella zona tra Santa Barbara e Malibu.

Nel caso della vecchia quercia, tuttavia, non si tratta di un petroglifo o di una pittura rupestre ma di un motivo inciso su corteccia d’albero, l’unico del suo genere per quanto riguarda la cultura dei nativi americani dell’intera costa occidentale degli Stati Uniti.

Dopo aver speso diverso tempo a studiare la simbologia di queste incisioni, Saint Onge ha compreso che i disegni riportati sulla vecchia quercia non sono altro che una rappresentazione del cielo: si tratterebbe infatti della relazione tra il Grande Carro e la Stella Polare.

archeoastronomia nativi americani
Due raffigurazioni di cielo e terra secondo gli Ipai, popolazione nativa che probabilmente condivideva molti aspetti culturali con i Chumash.

La cosa sorprendente è che i Chumash sono sempre stati considerati un popolo di cacciatori-raccoglitori-pescatori privo di nozioni astronomiche se non per un’osservazione superficiale del cielo e delle stelle, probabilmente utilizzate per orientarsi.

Ma essendo una delle poche popolazioni americane in grado di navigare l’oceano, una qualche conoscenza delle stelle dovevano pure averla, ma nessuna delle loro nozioni astronomiche pare essere giunta a noi; nulla, a parte le incisioni sullo Scorpion Tree.

Essendo un paleontologo, Saint Onge non aveva molte nozioni astronomiche. Ma come un bravo scienziato deve saper fare, si è rimboccato le maniche e ha iniziato a studiare.
Ha imparato che la Stella Polare è il fulcro della rotazione del Grande Carro, che ruota attorno ad essa in 24 ore e che la posizione della costellazione durante il tramonto può comunicare la stagione in cui ci si trova.

Se Saint Onge ha imparato tutto questo attraverso i libri, i Chumash pare lo avessero appreso osservando il cielo con pazienza e occhio attento nell’arco di anni, se non di generazioni.

Antichi “libri” di astronomia

Il lavoro di incisione del tronco dell’albero quindi non è un semplice motivo impresso sulla pianta durante una visione sciamanica indotte da sostanze psicoattive, come spesso avveniva durante le cerimonie Chumash e come era stato ipotizzato per decenni dai paleontologi.

Si tratta invece di una sorta di pagina del loro “libro” di astronomia, utilizzata come parte del calendario Chumash per stabilire in quale stagione ci si trovasse e regolare i ritmi della vita tribale.

Una delle pitture rupestre Chumash
Una delle pitture rupestre Chumash

I Chumash hanno lasciato una vasta gamma di pitture rupestri all’interno di caverne, sulle pendici di montagne e su svariate superfici rocciose spesso vicine a corsi d’acqua, sorgenti o specchi d’acqua permanenti.

I nativi Chumash credevano che questi luoghi avessero una connessione diretta con il soprannaturale ed erano spesso frequentati dagli alchuklash, gli sciamani, per avere le loro visioni entrando in uno stato alterato di coscienza attraverso l’uso di sostanze allucinogene.

I soggetti di queste pitture rupestri sono esseri umani, animali, corpi celesti e forme geometriche dal significato non ancora compreso, raffigurati da disegni fatti con dita intinte nei pigmenti. Una delle pitture sembrerebbe rappresentare l’ eclissi solare del novembre 1677, mentre altre mostrano probabilmente la posizione di alcuni astri o pianeti.

Datare le incisioni sull’albero è estremamente difficile, tant’è che oggi come oggi non si sa quando siano state effettuate. Si ipotizza anche che le incisioni non siano state fatte da antichi Chumash ma da una famiglia vissuta nella zona ed estinta dall’ epidemia di influenza del 1918.

Ma Saint Onge è convinto che si tratti di un’antica mappa celeste, un’incisione che dovrebbe far rivalutare completamente la complessità culturale dei Chumash e le loro nozioni in fatto di astronomia.

A supportare l’ipotesi di Saint Onge c’è Joe Talaugon, anziano Chumash e fondatore del Guadalupe Cultural Arts Center, che sostiene che la cultura Chumash sia sopravvissuta quando, oltre 200 anni fa, le missioni spagnole hanno cercato di sradicarla per far posto alla fede cristiana.

“Il popolo Chumash sta realizzando che ha una connessione profonda con suoi antenati e vuole rinnovarla. E’ importante per me come anziano che si faccia luce sulla nostra storia. L’incisione su quell’albero ha aperto molte strade per la ricostruzione della nostra storia”.

A Tree Carving in California: Ancient Astronomers?

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Timeline dell’astronomia antica, dalla preistoria al 1700 https://www.vitantica.net/2017/10/07/timeline-dellastronomia-antica-dalla-preistoria-al-1700/ https://www.vitantica.net/2017/10/07/timeline-dellastronomia-antica-dalla-preistoria-al-1700/#comments Sat, 07 Oct 2017 02:00:08 +0000 https://www.vitantica.net/?p=560 L’ astronomia è la più antica delle scienze naturali: i nostri antenati del Neolitico avevano già sviluppato una conoscenza astronomica sofisticata, anche se spesso era interpretata attraverso le credenze religiose del tempo.

Alcuni bastoni d’osso africani risalenti ad oltre 30.000 anni fa mostrano simboli legati alle fasi lunari; i calendari lunari e solari erano molto comuni nella preistoria umana, ma molti di essi furono realizzati utilizzando materiali facilmente deperibili (come il legno) e si sono deteriorati o totalmente disgregati nel corso dei millenni.

L’origine dell’astronomia

La terra d’origine dell’astronomia occidentale sembra sia stata la Mesopotamia: i primi furono i Sumeri, seguiti poi dai Babilonesi e dai loro cataloghi stellari vecchi di oltre 3.000 anni e derivati da quelli di compilazione sumera. I Sumeri contavano in base sessagesimale (60) e sembra che la moderna suddivisione della volta celeste in 360 gradi iniziò proprio con loro.

In Mesopotamia, l’astronomia era una pratica riservata a sacerdoti-matematici e fu quindi inevitabile l’interpretazione delle meccaniche celesti con occhio rivolto verso il paranormale: stelle, pianeti, Sole e Luna erano considerate divinità nella teologia astrale di Sumeri e Babilonesi.

Anche se motivato da ragioni più filosofiche e rituali che prettamente scientifiche, lo studio dei moti di stelle e pianeti contribuì alla nascita delle prime forme di calcolo: alcune tavolette astronomiche babilonesi mostrano i calcoli matematici necessari a prevedere le ore di luce solare nell’arco dell’anno.

I Babilonesi furono i primi definire come “periodico” il moto di Venere registrando per 21 anni consecutivi la sua apparizione sulla volta celeste; furono anche i primi a rendersi conto dell’esistenza di un ciclo di 18 anni per le eclissi lunari; furono infine i primi a predire il movimento dei pianeti e ad associarlo ad eventi significativi registrati nei loro annali, dando origine all’astrologia planetaria.

Diagramma Celeste nella tomba dell'architetto egizio Senenmut
Diagramma Celeste nella tomba dell’architetto egizio Senenmut

Come i Babilonesi, anche gli Egizi erano letteralmente ossessionati dalle stelle ed è naturale che la  osservazione del cielo incidesse su questioni religiose o quotidiane, come l’allineamento dei templi e le date dei festival religiosi. Le tre Grandi Piramidi sono allineate con la stella polare di qualche millennio fa, Thuban, e il moto di Sirio era determinante per capire quando sarebbe arrivata la prossima inondazione del Nilo.

L’astronomia greca

Le conoscenze astronomiche babilonesi furono ereditate ed elaborate dai Greci, che trattavano l’astronomia come una branca della matematica.

Nell’Iliade e nell’Odissea, Omero fa riferimento ad alcuni degli oggetti celesti più caratteristici dell’emisfero settentrionale: Boote, Orione, le Pleiadi, Sirio e l’Orsa Maggiore. Qualche secolo dopo Omero iniziarono a nascere le prime idee di terra sferica: Anassimandro descrisse una Terra sospesa al centro del cosmo e circa un secolo dopo i Pitagorici formularono un modello basato su 10 pianeti (Sole compreso) che ruotavano attorno ad un fuoco centrale.

Intorno al 330 a.C. Aristotele era così certo che il pianeta fosse un globo sferico da effettuare la prima stima della circonferenza terrestre, seguito nel 240 a.C. da Eratostene, che si avvicinò molto al valore reale della raggio della Terra basandosi sulla dimensione delle ombre proiettate dal Sole nelle città di Alessandria e Assuan.

Fu nel IV secolo a.C. che nacque in Grecia il primo modello astronomico tridimensionale che spiegava il moto apparente dei pianeti: era basato su sfere omocentriche, con al centro la Terra, su cui erano “appiccicati” pianeti e stelle.

Aristarco di Samo propose il primo sistema eliocentrico, anche se esistono solo testimonianze archeologiche incomplete o indirette sul suo lavoro. Gli Antichi Greci (in particolare Ipparco) furono i primi a catalogare le stelle utilizzando un sistema simile a quello moderno basato sulle magnitudini apparenti degli astri.

Dall’astronomia indiana all’astronomia moderna

Anche la storia dell’astronomia indiana è antichissima: nel V-VI secolo d.C. che venne elaborato un modello planetario che prevedeva che la Terra ruotasse attorno ad un asse e che i pianeti eseguissero delle orbite attorno al Sole.

L’astrologia indiana del tempo aveva raggiunto livelli di sofisticatezza tali da riuscire a prevedere le congiunzioni astrali e a predire eventi astronomici solo utilizzando la matematica e la conoscenza dei moti celesti dei corpi conosciuti.

Dopo Tolomeo, l’evoluzione dell’astronomia antica subì un’apparente battuta d’arresto; il primo vero impulso verso l’astronomia moderna furono le ricerche di Copernico e l’elaborazione modello eliocentrico, già proposto in passato da numerosi astronomi di tutto il mondo.

L’invenzione della lente e del telescopio (leggi questo articolo sulla nascita del telescopio), infine, aprirono l’universo all’osservazione di fenomeni stellari e planetari mai registrati in precedenza perché del tutto invisibili all’occhio umano.

Qui sotto una sintetica timeline dell’ astronomia, dalla preistoria al 1700 (la versione completa la trovate qui).

  • 30.000 a.C.: Incisioni su osso che tengono traccia delle fasi lunari
  • 4.000 a.C.: Le ziggurat mesopotamiche fungevano da osservatori astronomici
  • 2.500 a.C.: Creazione di Stonehenge, che ha richiesto diversi secoli per essere conclusa nella sua forma moderna.
  • 2.000 a.C.: Costruzione del tempio di Amon-Ra a Karkan, orientato verso la posizione del Sole durante il tramonto del solstizio d’estate
  • 2.000 a.C.: A Ur viene osservata e descritta un’ eclisse lunare, descrizione sopravvissuta fino ad oggi
  • 1.300 a.C.: In Cina inizia una lunga serie di osservazioni delle eclissi, registrando oltre 900 eclissi solari e 600 lunari nell’arco dei 2600 anni successivi
  • 750 a.C.: Gli astronomi Maya scoprono un ciclo lunare che dura 18,6 anni; da questo ciclo creeranno il primo almanacco del movimento solare, lunare e planetario
  • 700 a.C.: I Babilonesi sono in gradi di prevedere le eclissi lunari utilizzando i loro registri astronomici
  • 700 a.C.: Il poeta greco Esiodo fornisce consigli astronomici di utilità pratica per la navigazione o l’agricoltura
  • 585 a.C.: Talete prevede un’ eclisse solare durante una battaglia tra i Lidi e i Medi, interrompendola
  • 580 a.C.: Anassimandro crea il primo modello di Terra, Sole, Luna e stelle, sostenendo che la Terra galleggia nel vuoto
  • 550 a.C.: Pitagora e i suoi studenti elaborano un modello del sistema solare basato su percorsi circolari dei corpi celesti
  • 467 a.C.: Anassagora formula la prima spiegazione scientificamente corretta di un’eclisse e descrive il Sole come una massa infuocata più grande del Peloponneso
  • 350 a.C.: Aristotele sostiene che i corpi celesti siano sfere, Terra compresa
  • 280 a.C.: Aristarco di Samo calcola le dimensioni del sistema solare, concludendo che la Terra è molto più piccola delle distanze tra i corpi celesti e sostenendo un modello eliocentrico
  • 250 a.C.: Eratostene calcola la circonferenza della terra osservando l’altezza del sole e avvicinandosi moltissimo al valore esatto del meridiano terrestre (con un margine di errore pari a circa il 3%)
  • 134 a.C.: Ipparco scopre la precessione dell’asse terrestre e inizia il primo catalogo stellare per magnitudine apparente
  • 4 a.C.: L’astronomo cinese Shi Shen cataloga 809 stelle in 122 costellazioni e osserva per la prima volta le macchie solari
  • 140 d.C.: Tolomeo perfeziona il modello geocentrico del sistema solare, riuscendo a calcolare accuratamente la posizione dei pianeti anche se basato su presupposti sbagliati.
  • 400 d.C.: Il Surya Siddharta indiano spiega che l’anno siderale è lungo 365,2563627 giorni, circa 1,4 secondi in più rispetto al valore moderno
  • 499 d.C.: L’astronomo indiano Aryabhata è il primo a formulare l’idea di gravità e a spiegare perchè gli oggetti non cadano durante la rotazione della Terra. E’ anche il primo a proporre orbite ellittiche e che la Luna e i pianeti riflettano la luce solare
  • 628 d.C.: L’astronomo indiano Brahmagupta accenna brevemente al concetto di gravità
  • 830 d.C.: L’opera astronomica Zij al-Sindh di al-Khwarizimi contiene tabelle sul movimento del Sole, della Luna e dei 5 pianeti conosciuti
  • 928 a.C.:Risale a questo periodo il più antico astrolabio sopravvissuto fino ad oggi, costruito dall’astronomo Mohammad al-Fazari
  • 1031: Abu Said Sinjari suggerisce che la Terra orbiti attorno al Sole
  • 1054: Gli astronomi cinesi e arabi osservano l’esplosione di una supernova visibile anche durante il giorno. Il risultato dell’esplosione diventò nel corso di un millennio ciò che oggi è chiamata Nebulosa Granchio
  • 1066: Viene registrato il passaggio della cometa di Halley
  • 1150: L’astronomo Bhāskara II calcola latitudine e longitudine dei pianeti, le eclissi solari e lunari e le congiunzioni dei pianeti
  • 1300: Giovanni Buridano sviluppa una versione grezza del principio d’inerzia
  • 1350: Nicola d’Oresme crea una sua versione della relatività galileiana
  • 1420: Osservatorio astronomico di Ulugh Beg: contribuì a stilare un catalogo di oltre 1.000 stelle
  • 1543: Copernico pubblica “De Rivolutionibus orbium coelestium“, una descrizione del suo modello eliocentrico del sistema solare pubblicata due mesi dopo la sua morte
  • 1572: Tycho Brahe osserva una supernova nella costellazione di Cassiopea
  • 1580: Brahe diventa celebre per le sue osservazioni ad occhio nudo, probabilmente le più accurate della storia. Si servì anche di strumenti costruiti su misura
  • 1600: Galileo inizia i suoi esperimenti con la caduta dei corpi, giungendo alla conclusione che se non c’è alcuna forza a contrastare il loro movimento cadrebbero all’infinito
  • 1600: William Gilbert propone l’idea che la Terra sia un gigantesco magnete
  • 1604: Keplero osserva una supernova ad occhio nudo, dettagliandone accuratamente lo sviluppo
  • 1608: Hans Lippershey tenta di brevettare il primo telescopio rifrattore
  • 1609: Galileo usa il telescopio per le sue osservazioni astronomiche, uno dei primi in Europa ad guardare con occhio privilegiato il Sole, la Luna e i vari pianeti del Sistema Solare. Nello stesso anno, Galileo scopre che la luna ha crateri, valli, montagne e pianure come la Terra
  • 1610: Keplero scopre le leggi che regolano il moto dei pianeti. Nello stesso anno Galileo pubblica Sidereus Nuncius, descrivendo le sue osservazioni effettuate con il telescopio
  • 1610: Galileo osserva le fasi di Venere e scopre i 4 satelliti più grandi di Giove, chiamati oggi “galileiani”
  • 1630: Cartesio definisce il movimento inerziale
  • 1654: L’arcivescovo James Ussher calcola l’età della Terra basandosi sulla Bibbia e giungendo alla conclusione che sia nata il 23 ottobre 4004 a.C., a mezzogiorno.
  • 1656: Christiaan Huygens scopre gli anelli di Saturno
  • 1663: L’astronomo scozzese James Gregory descrive un telescopio riflettore “gregoriano” che usa specchi parabolici, ma non è in grado di costruirne uno
  • 1665: Giovanni Cassini scopre la Grande Macchia su Giove
  • 1666: Cassini osserva le calotte polari marziane
  • 1667: Isaac Newton formula la legge di gravitazione
  • 1668: Newton costruisce il primo telescopio riflettore
  • 1675: L’astronomo danese Ole Romer calcola la velocità della luce
  • 1678: Huygens sostiene che la luce è composta da onde, in contrasto con la teoria particellare di Newton
  • 1682: Edmund Halley osserva la cometa che porterà il suo nome in futuro, e nel 1705 calcolerà il suo ritorno nel 1758
  • 1687: Newton pubblica “Philosophiae Naturalis Principia Mathematica“, la raccolta di tutte le sue scoperte sulla gravità e il moto dei pianeti
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