Il cielo notturno dei nostri antenati

Antico cielo notturno: Via Lattea
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Cosa contribuì alla nascita di miti e leggende sul cielo e sugli astri che lo popolano? Forse spettacoli come l’immagine di copertina di questo post ebbero il loro contributo nell’alimentare la fantasia dei nostri antenati.

La foto qui sopra (che consiglio di vedere nel formato originale) è ovviamente l’opera di un apparecchio fotografico e dei “trucchi” che mette a disposizione al suo utilizzatore. I nostri antenati, tuttavia, non ebbero a disposizione strumenti come telescopi o binocoli per migliaia di anni, limitandosi ad osservare il cielo notturno ad occhio nudo o con tubi d’osservazione privi di lenti. Cosa potevano osservare sulla volta celeste i nostri predecessori?

Simulazione della Via Lattea (con il software Stellarium) vista da un cielo privo di inquinamento luminoso
Simulazione della Via Lattea (con il software Stellarium) vista da un cielo privo di inquinamento luminoso. 
Simulazione della Via Lattea con il dettaglio di costellazioni, pianeti e vari corpi celesti
Simulazione della Via Lattea con il dettaglio di costellazioni, pianeti e vari corpi celesti

Nei tempi antichi, quando l’inquinamento luminoso era ridotto al minimo anche nei grandi insediamenti urbani, i nostri antenati potevano godere di uno spettacolo mozzafiato: il firmamento era costellato da almeno 9.000 astri visibili ad occhio nudo (tra emisfero boreale e australe), stelle che ben presto iniziarono ad essere raggruppate per poi diventare successivamente le 88 costellazioni che conosciamo oggi.

Le fotografie astronomiche facilmente reperibili in Rete mostrano anche frequenze luminose invisibili all’occhio umano e stelle impossibili da distinguere sfruttando alcuni espedienti: la capacità del sensore fotografico di percepire frequenze che superano la sensibilità dell’occhio umano, e la possibilità di mantenere l’otturatore aperto per lungo tempo allo scopo di catturare più luce stellare possibile.

Tra questi espedienti è ormai una costante la manipolazione grafica digitale, capace di esaltare colori, luminosità e contrasti non ottenibili con il solo apparecchio fotografico.

Foto della Via Lattea prima e dopo l'elaborazione digitale
Foto della Via Lattea prima e dopo l’elaborazione digitale

Grazie ai sensori digitali di ultima generazione, una qualunque fotocamera può catturare anche stelle non visibili a occhio nudo, superando il limite di magnitudine stellare osservabile dall’occhio umano (circa 6,5-7 nelle migliori condizioni di oscurità).

Questo tuttavia non significa che i nostri antenati ammirassero una volte celeste deludente rispetto agli standard fotografici moderni; rimarreste sorpresi nell’osservare il cielo notturno in una località lontana dall’inquinamento luminoso urbano.

Oggi, l’illuminazione elettrica diffusa in ogni continente provoca seri problemi per le osservazioni astronomiche ad occhio nudo. E’ molto difficile poter osservare stelle di magnitudine 2-3 in corrispondenza di medi o grandi agglomerati urbani, e in determinate condizioni atmosferiche può risultare addirittura impossibile.

Ci sono situazioni, invece, in cui il limite dell’occhio umano può viene temporaneamente aggirato permettendo l’osservazione di stelle di magnitudine superiore a 7: durante le sue osservazioni ad Atene nel XIX secolo, l’astronomo tedesco Johann Friedrich Julius Schmidt riuscì a vedere stelle di magnitudine 7,4, contando e distinguendo chiaramente ad occhio nudo ben 102 astri.

Scala del cielo buio di Bortle
Scala del cielo buio di Bortle, che determina il grado di inquinamento luminoso del cielo notturno

Le foto di questo post non sono ovviamente la replica esatta di ciò che i nostri progenitori potevano ammirare quando sollevavano la testa verso il cielo, ma si tratta di una buona approssimazione in grado di rendere l’idea del cielo notturno dell’antichità.

Ancora oggi è possibile vedere o intravedere a occhio nudo le Pleiadi e il loro alone bluastro, la galassia di Andromeda, la nebulosa della Carena, la nebulosa di Orione e il cluster M13 nella costellazione di Ercole, senza contare i cinque pianeti più vicini a noi: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno.

Simulazione della Via Lattea vista ad occhio nudo
Simulazione della Via Lattea vista ad occhio nudo e in presenza di scarso inquinamento luminoso
Simulazione della Via Lattea (con il software Stellarium) e costellazione di Orione
Simulazione della Via Lattea (con il software Stellarium) e costellazione di Orione
Simulazione della Via Lattea e Orione con il dettaglio di costellazioni, pianeti e vari corpi celesti
Simulazione della Via Lattea e Orione con il dettaglio di costellazioni, pianeti e vari corpi celesti

Questi spettacoli dello spazio sono godibili a occhio nudo nelle località meno soggette ad inquinamento luminoso, un problema che colpisce ormai la maggior parte della superficie terrestre abitata.

La Via Lattea, la galassia in cui risiede il nostro sistema solare, è uno degli scenari più affascinanti del cielo notturno e un soggetto perfetto per l’osservazione a occhio nudo: ciò che occorre è soltanto un cielo scuro, condizioni atmosferiche ideali (niente Luna) e una notte estiva, uno dei periodi dell’anno ideali per osservarla.

How To See the Milky Way
What’s my naked-eye magnitude limit?
9,096 Stars in the Sky—Is That All?


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