Wurdi Youang, la Stonehenge australiana

Wurdi Youang Stonehenge australiana
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Il sito di Wurdi Youang, Australia, potrebbe essere il primo osservatorio astronomico della storia, precedente a Stonehenge e ad altri complessi di pietra legati all’osservazione della volta celeste.

La struttura, definita la “Stonehenge aborigena”, è stata scoperta oltre due secoli fa. Non si ha ancora una datazione certa del sito, ma la posizione delle pietre e la loro penetrazione nel terreno suggerirebbero che si possa trattare di una struttura costruita diverse migliaia di anni fa.

Sappiamo ormai per certo che l’area di Wurdi Youang fu occupata dagli aborigeni Wathaurong almeno 25.000 anni fa, fino a quando la loro cultura non fu definitivamente cancellata intorno al 1835 per opera dei coloni europei e della loro volontà di cancellare ogni traccia di cultura aborigena.

Wurdi Youang Stonehenge australiana

L’osservatorio astronomico degli aborigeni Wathaurong

La probabilità che la disposizione delle pietre di Wurdi Youang sia del tutto casuale è ridottissima, come spiega Ray Norris, astrofisico dell’agenzia scientifica australiana e leader del gruppo di ricerca di Wurdi Youang. Per escludere l’ipotesi di una formazione nata spontaneamente senza alcun intervento umano, Norris e i suoi colleghi hanno misurato la posizione di ogni singola roccia in relazione al Sole, dimostrando la connessione con solstizi ed equinozi.

Il sito, noto anche come Wada Wurrung e Rothwell Archaeological Site, è composto da un ovale delimitato da pietre e dal diametro di circa 50 metri. L’ovale è stato disegnato sul terreno da oltre 100 rocce di basalto dal diametro compreso tra i 20 centimetri e 1 metro, con una massa totale di circa 23 tonnellate.

Tre rocce particolarmente grandi si trovano all’estremità occidentale dell’anello di pietre, in una posizione che le mette in allineamento con il Sole durante i solstizi e gli equinozi con un’accuratezza di qualche grado. I segmenti quasi rettilinei della sezione orientale, invece, sembrano puntare verso la posizione del Sole calante durante i solstizi.

Wurdi Youang Stonehenge australiana
Struttura e orientamento di Wurdi Youang

La civiltà aborigena australiana, quindi, potrebbe essere stata molto più sofisticata di quanto si ritenesse in precedenza, se non altro in campo astronomico. “E’ la prima volta che siamo in grado di dimostrare che, oltre ad essere interessati alla posizione del Sole, gli Aborigeni facessero anche misurazioni astronomiche” spiega Norris.

Un tradizione astronomica cantata

Gli Aborigeni hanno da sempre tramandato la loro conoscenza attraverso la tradizione orale, in particolare tramite l’utilizzo di canzoni. Molte di queste canzoni hanno come tema oggetti astronomici quali Sole, Luna e stelle, e il loro movimento nel cielo.

Una delle storie tradizionali, condivisa tra tutte le comunità aborigene australiane, parla del “Grande Emu” (Coalsack) che siede in cielo. Il Grande Emu non è altro che una forma disegnata nel cielo notturno da “macchie scure” della Via Lattea durante la stagione della riproduzione di questo uccello.

Si tratta quindi di una sorta di “costellazione oscura” che durante l’autunno dell’emisfero meridionale si posiziona quasi perfettamente in corrispondenza di una roccia del Kuring-Gai Chase National Park, sulla quale è stato inciso un emu.

Il Grande Emu della tradizione aborigena australiana
Il Grande Emu della tradizione aborigena australiana

Il popolo Walpiri e quello Yolngu cantano anche della donna-sole (Walu) che insegue l’uomo-luna (Ngalindi), una canzone che spiega la dinamica delle eclissi solari e lunari in un tempo di qualche migliaio di anni precedente al XVI° secolo, quando il meccanismo celeste che regola le eclissi venne finalmente spiegato dall’ astronomia occidentale.

Questi sono solo esempi di come la conoscenza astronomica degli Aborigeni fosse più avanzata di quanto siamo portati ad immaginare. Gli Aborigeni avevano calendari complessi spesso basati sulle stelle visibili durante le differenti stagioni, sfruttavano gli astri per capire il momento giusto per cacciare, pescare, raccogliere erbe o spostarsi in un luogo più adatto.

Molte di queste nozioni astronomiche tradizionali sono purtroppo andate perdute durante i tentativi degli Europei di sopprimere la cultura aborigena. Durante l’epoca della “generazione rubata” (Stolen generation, dal 1869 al 1969), moltissimi bambini aborigeni furono allontanati dalle loro famiglie per essere inseriti in istituti e missioni religiose allo scopo di convertirli alla “vita civile”: ai bambini veniva impedito di parlare la lingua dei loro antenati o di mantenere tradizioni aborigene antiche di millenni utilizzando repressione psicologica e fisica.

Fortunatamente, l’epoca della generazione rubata e della repressione sistematica degli aborigeni è finita (anche se le sue conseguenze sono palpabili ancora oggi) e l’astronomia moderna ha iniziato a collaborare con la tradizione per svelare le conoscenze astronomiche degli antichi australiani, nozioni in larga parte perdute nel corso degli ultimi due secoli.

“Questa scoperta ha un’enorme importanza per la comprensione delle straordinarie abilità di questa cultura” dice Janet Mooney, a capo dell’ Indigenous Australian Studies. “Rende fieri non solo me in quanto aborigena, ma anche molti altri aborigeni australiani”.

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The Emu in the Sky
Aboriginal Stonehenge: Stargazing in ancient Australia


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