popolazione – VitAntica https://www.vitantica.net Vita antica, preindustriale e primitiva Thu, 01 Feb 2024 15:10:35 +0000 it-IT hourly 1 Documentario: Yakoana – La Voce dei Popoli Indigeni https://www.vitantica.net/2019/05/25/documentario-yakoana-la-voce-dei-popoli-indigeni/ https://www.vitantica.net/2019/05/25/documentario-yakoana-la-voce-dei-popoli-indigeni/#respond Sat, 25 May 2019 00:11:14 +0000 https://www.vitantica.net/?p=4263 Yakoana – The Voice of Indigenous Peoples è un documentario sulla Conferenza Mondiale dei Popoli Indigeni tenutasi nella giungla brasiliana nell’estate del 1992.

Riunendo quasi 1.000 rappresentanti di 92 nazioni indigene di tutto il pianeta, la conferenza si svolse una settimana prima dello United Nations Earth Summit a Rio de Janeiro.

L’ Earth Summit fu presenziato dai leader dei maggiori Paesi industrializzati per tentare di affrontare la crisi ambientale crescente, ma solo ad un rappresentante delle popolazioni indigene fu concesso di prendere la parola.

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Marcos Terena, rappresentante dei popoli indigeni della Terra (attualmente il World Council of Indigenous Peoples rappresenta oltre 60 milioni di persone appartenenti a popoli indigeni), fu scelto per parlare alle Nazioni Unite: è stato il fondatore del primo movimento politico indigeno in Brasile negli anni ’70 del 1900.

A Marcos fu concesso di parlare per cinque minuti, rompendo un silenzio durato 500 anni sui soprusi sociali e ambientali che i popoli indigeni hanno affrontato e subiscono ancora oggi.

Il documentario non solo mette in evidenza alcuni dei messaggi comunicati da Terena alle Nazioni Unite, ma mostra anche le storie, le culture e le difficoltà dei popoli indigeni del mondo.

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Amazzonia abitata durante l’Olocene https://www.vitantica.net/2019/05/03/amazzonia-abitata-durante-olocene/ https://www.vitantica.net/2019/05/03/amazzonia-abitata-durante-olocene/#respond Fri, 03 May 2019 00:10:56 +0000 https://www.vitantica.net/?p=4172 L’immagine dell’Amazzonia come luogo incontaminato sta pian piano lasciando il posto all’idea che l’essere umano abbia radicalmente modificato l’ecosistema pluviale sudamericano per millenni (leggi questo post per saperne di più).

In una recente ricerca della Penn State University, si ipotizza che i primi insediamenti a Llanos de Moxos, nel bel mezzo dell’ Amazzonia boliviana, non risalgano a 2.500 anni fa, ma siano databili ad un periodo compreso tra 10.000 e 4.000 anni fa.

Popoli amazzonici dell’ Olocene

“Da molto tempo sapevamo che le società complesse di Llanos de Moxos nell’Amazzonia sud-occidentale, in Bolivia, emersero circa 2.500 anni fa, ma nuove prove suggeriscono che l’essere umano si sia insediato nella regione 10.000 anni fa, durante il primo periodo dell’Olocene” sostiene Jose Capriles, assistente professore di antropologia.

“Questi gruppi” continua Capriles, “erano cacciatori-raccoglitori; tuttavia, i nostri dati mostrano che iniziarono ad esaurire le loro risorse locale e a stabilire comportamenti territoriali, che forse li condussero a domesticare alcune piante come le patate dolci, la cassava, le arachidi e i peperoncini, come metodo per ottenere cibo”.

Il team di Capriles ha condotto scavi archeologici e analisi dei reperti su tre “isole stagionali”: Isla del Tesoro, La Chacra e San Pablo. Queste isole si trovano nella savana di Llanos de Moxos, un territorio che periodicamente, seguendo il ritmo stagionale, viene invaso dalle acque.

Llanos de Moxos, conosciuta anche come “savana di Beni”, è un’area di 126.000 chilometri quadrati che si estende principalmente sul territorio boliviano, sconfinando in Brasile e Perù.

La regione occupa l’angolo sud-occidentale del bacino del Rio delle Amazzoni ed è attraversata da numerosi corsi fluviali che, ogni anno, inondano la pianura sommergendone circa la metà.

Isla del Tesoro, La Chacra e San Pablo
Isla del Tesoro, La Chacra e San Pablo

“Queste isole si ergono sopra la savana che le circonda, per cui non vengono sommerse durante la stagione delle piogge. Crediamo che i popoli locali utilizzassero questi siti di continuo come accampamenti stagionali, in particolare durante le lunghe stagioni umide, quando la maggior parte di Llanos de Moxos viene inondata”.

Transizione da nomadismo a sedentarietà?

E’ ormai assodato che Llanos de Moxos era abitata da popolazioni stanziali almeno 2 millenni prima dell’arrivo degli Europei: i canali, i tumuli e le vie di comunicazione che sono state scoperte fino ad oggi risalgono ad un periodo compreso tra il 1100 a.C. e il 1450 d.C..

Ma nonostante i sospetti sulla presenza di insediamenti ancora più antichi, fino ad ora non esisteva alcuna prova della presenza umana nella regione oltre i 2.000 anni prima di Cristo.

Durante i recenti scavi, gli archeologi hanno scoperto resti umani sepolti intenzionalmente secondo una procedura differente da quella dei cacciatori-raccoglitori ma più simile a quella delle società complesse e stanziali, caratterizzate da una gerarchia politica e dalla produzione di cibo.

“Se si tratta di cacciatori-raccoglitori che si spostavano di frequente, è insolito che seppellissero i loro morti in località specifiche; di solito lasciano le salme vicino al luogo del decesso”. Secondo Capriles, è raro trovare nella regione esseri umani o resti archeologici risalenti a periodi che precedono la lavorazione della terracotta.

“Il terreno tende ad essere molto acido, cosa che spesso rende difficile la conservazione di resti organici. Inoltre, la materia organica si deteriora velocemente in ambienti tropicali e questa regione manca totalmente di ogni tipo di roccia utile a realizzare strumenti di pietra, quindi non abbiamo utensili litici disponibili per le analisi”.

Le modifiche all'ambiente apportate dai primi abitanti di Llanos de Moxos
Le modifiche all’ambiente apportate dai primi abitanti di Llanos de Moxos

Caprile sottolinea il fatto che le ossa umane presenti su queste isole si sono conservate, nonostante le condizioni avverse, grazie alla presenza sul posto di latrine e rifiuti umani contenenti abbondanti frammenti di conchiglie, gusci di lumache, ossa animali e altra materia organica. “Nel corso del tempo, l’acqua ha dissolto il carbonato di calcio delle conchiglie, e i carbonati sono precipitati sulle ossa, fossilizzandole”.

I primi dominatori del fuoco

Non è stato possibile utilizzare la datazione al  carbonio-14 per stimare l’età dei resti umani perché le ossa erano fossilizzate, tecnicamente trasformate in pietra; la datazione al radiocarbonio è stata invece effettuata sui resti di carbone e sui gusci di lumaca, ottenendo una stima sull’arco temporale in cui questi siti furono occupati da esseri umani.

“I resti abbondanti di terra e legno bruciati suggeriscono che questi popoli usassero il fuoco, probabilmente per ripulire il terreno, cucinare e tenersi al caldo durante i giorni di pioggia” sostiene Capriles.

Umberto Lombardo, ricercatore dell’ Università di Berna e uno tra i primi archeologi ad analizzare i siti di Llanos de Moxos, spiega che quando i ricercatori scoprirono questi siti archeologici nel 2013 furono in grado di trarre conclusioni basandosi soltanto su prove indirette, specialmente le analisi geochimiche.

“Data l’assenza di prove dirette, molti archeologi erano scettici nell’accettare le nostre scoperte” spiega Lombardo. “Non erano del tutto convinti che queste isole fossero siti archeologici dell’ Olocene. Questo studio fornisce prove valide e definitive dell’origine antropogenica di questi siti, perché gli scavi hanno rivelato sepolture umane del primo Olocene”.

Rimane tuttavia un buco temporale tra i popoli scoperti dal team di Capriles, vissuti tra i 10.000 e i 4.000 anni fa, e l’emergere di società complesse nella regione boliviana circa 2.500 anni fa. “I popoli che abbiamo trovato sono diretti predecessori delle società complesse che si svilupparono successivamente? Ci sono ancora domande che hanno bisogno di risposte e speriamo di poterle fornire attraverso la ricerca futura”.

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Human settlements in Amazonia much older than previously thought
Human–environment interactions in pre-Columbian Amazonia: The case of the Llanos de Moxos, Bolivia
Los Llanos de Moxos y sus misteriosos conchales

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Database dei popoli tribali, indigeni o primitivi, antichi e moderni https://www.vitantica.net/2018/11/17/database-popoli-tribali-indigeni-primitivi-antichi-moderni/ https://www.vitantica.net/2018/11/17/database-popoli-tribali-indigeni-primitivi-antichi-moderni/#respond Sat, 17 Nov 2018 11:37:28 +0000 https://www.vitantica.net/?p=2768

I termini popoli indigeni, aborigeni, nativi o autoctoni si riferiscono a quelle popolazioni le cui origini in un particolare luogo risalgono alla preistoria, anche se il termine viene spesso impiegato con un significato più vasto indipendente dalle loro origini, anche a causa dell’evidente difficoltà nello stabilire la diretta discendenza preistorica di molte popolazioni che basano la loro storia sulla tradizione orale.

Alcuni di questi popoli fanno parte di quelle che vengono definite “tribù mai contattate” (leggi questo articolo sulle principali tribù mai contattate o isolate), popoli indigeni che non hanno avuto alcun contatto con la società moderna e che si concentrano oggi in Asia, Oceania e America meridionale.

Spesso le popolazioni indigene sono estremamente vulnerabili e non hanno difese immunitarie verso le malattie trasmesse dall’esterno, come il morbillo o la varicella, malattie verso le quali le società occidentali hanno sviluppato una resistenza grazie ad un’esposizione lunga diversi secoli. Alcune di queste tribù vivono costantemente in fuga, per salvarsi dall’invasione delle loro terre da parte di coloni, taglialegna, esploratori petroliferi e allevatori di bestiame.

Questo database nasce dalla mia personale curiosità nei confronti dei popoli indigeni di tutto il mondo, del loro stile di vita legato al contatto diretto con l’ecosistema in cui vivono e dall’interesse che nutro per i loro costumi, le loro conoscenze e le tecnologie “povere” che impiegano nella loro quotidianità.

Ben lontano dall’ essere un catalogo completo, questo database dei popoli tribali, indigeni e primitivi vuole essere un piccolo ma comodo punto di riferimento per chi fosse interessato ad approfondire lo stile di vita tradizionale di culture americane, europee e asiatiche, antiche o moderne.

Il database è ancora in fase di espansione e potrà subire modifiche nei prossimi giorni. Chiunque fosse interessato a contribuire ad allargare questo database sarà il benvenuto. Scrivete un messaggio sulla pagina Facebook di VitAntica e vi risponderò il prima possibile.

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Le più grandi e popolose città dell’antichità fino al X secolo https://www.vitantica.net/2018/03/12/piu-grandi-citta-antichita-fino-x-secolo/ https://www.vitantica.net/2018/03/12/piu-grandi-citta-antichita-fino-x-secolo/#respond Mon, 12 Mar 2018 02:00:35 +0000 https://www.vitantica.net/?p=1451

Quanto erano grandi le città antiche e quanta popolazione potevano accogliere? Queste due domande hanno diverse risposte dipendenti dalla località geografica e dal periodo storico: i primi insediamenti urbani più popolosi del Neolitico difficilmente superavano i 10.000 abitanti, ma col passare dei millenni e l’espansione delle società agricole le città assunsero dimensioni notevoli, del tutto paragonabili a quelle di molte città moderne.

Le più grandi città dell' antichità: Çatalhöyük

Çatalhöyük, Anatolia

Çatalhöyük fu uno dei più grandi insediamenti del Neolitico e sopravvisse per circa 2.000 anni, tra il 7.500 a.C. e il 5.600 a.C.. Lo sviluppo della città nell’arco dei suoi due millenni di esistenza è stratificato in 18 livelli che mostrano le varie fasi di espansione dell’insediamento: al momento della sua fondazione, Çatalhöyük contava circa un migliaio di abitanti, ma col passare dei secoli la popolazione variò molto raggiungendo anche le 10.000 unità (con una media, nell’arco di 2.000 anni, di 5-7.000 abitanti), diventando una delle città più popolose del suo periodo storico.

Le più grandi città dell' antichità: Uruk
Uruk, Iraq

Una delle città più note della Mezzaluna Fertile, Uruk ebbe origine intorno al IV millennio a.C. con qualche migliaio di abitanti, ma nell’arco di circa un millennio raggiunse proporzioni enormi per il tempo. La città, probabilmente la più grande della sua epoca, nel 2.900 a.C. raggiunse un’estensione di oltre 6 km quadrati e accoglieva una popolazione compresa tra i 50.000 e gli 80.000 abitanti.

Le più grandi città dell' antichità: Mari
Mari, Siria

Posizionata sulla riva ovest dell’Eufrate a circa 5 km di distanza dal fiume, Mari fiorì come centro commerciale tra il 2.900 a.C. e il 1.759 a.C. sfruttando la sua posizione strategica che la collocava nel bel mezzo delle più importanti rotte commerciali della Mesopotamia. Al momento di massimo splendore economico, Mari contava circa 40.000 abitanti di diverse etnie e che parlavano differenti dialetti, riuniti sotto un monarca assoluto che vegliava su ogni aspetto della vita amministrativa della città. Come sappiamo tutto questo? Grazie alle oltre 25.000 tavolette d’argilla che ci hanno lasciato gli antichi burocrati della città.

Le più grandi città dell' antichità: Babilonia

Babilonia, Iraq

La città di Babilonia fu la più grande città del suo tempo (tra il 1.770 e il 1.670 a.C.) e fu probabilmente la prima città del pianeta a superare i 200.000 abitanti durante il suo periodo di massimo splendore economico. L’insediamento si estendeva per oltre 800 ettari in corrispondenza dell’odierna a Al Hillah, a circa 80 km da Baghdad, e può essere considerato la prima vera megalopoli dell’antichità e la città più popolosa del II millennio a.C.. A Babilonia si trovava anche Etemenanki, la ziggurat chiamata “Torre di Babele” nelle scritture bibliche.

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Tebe, Egitto

Nota agli Egizi come Waset, Tebe fu una delle più importanti città del suo tempo e si trovava lungo il Nilo a circa 800 km di distanza dal Mediterraneo. Nel 2.000 a.C. la città si estendeva per ben 93 km quadrati e ospitava circa 40.000 abitanti (nello stesso periodo, Menfi ne aveva 60.000), ma in circa 600 anni la situazione si invertì e la città di Tebe divenne la più popolata del mondo nel Periodo di Amarna (1.353 – 1.336 a.C.) con una popolazione di circa 75-80.000 abitanti.

Yinxu, Cina

Una delle più antiche capitali cinesi (fu la capitale della cina settentrionale sotto la dinastia Shang), Yinxu (conosciuta in antichità come Yin) si trova vicino alla moderna Anyang, nella provincia di Henan. Fu l’ultima capitale della dinastia Shang, che la governò per otto generazioni nell’arco di 255 anni. Intorno al 1.300 a.C. Yinxu arrivò a contare oltre 100.000 abitanti.

Pi-Ramses, Egitto

Città perduta dell’antico Egitto e capitale sotto i Ramessidi, si estendeva su un’area di oltre 18 km quadrati e intorno al 1.150 a.C., a circa un secolo dalla morte di Ramses, superò i 300.000 abitanti. Le dimensioni della città e del palazzo reale possono essere facilmente intuire se si considera che gli archeologi hanno ritrovato i resti di un’ antica scuderia grande 2 ettari e capace di ospitare 500 cavalli.

Le più grandi città dell' antichità: Ninive

Ninive, Iraq

Antica città assira che per oltre 50 anni (fino al 612 a.C., anno del sacco della città) fu il più vasto insediamento urbano del mondo conosciuto. Le fonti bibliche sostengono che la città ospitasse oltre 120.000 abitanti, in linea con le stime moderne che parlano di una popolazione di 100-150.000 individui; sappiamo ormai per certo, anche grazie alle circa 30.000 tavolette d’argilla ritrovate nella Libreria di Assurbanipal, che le mura di Ninive si estendevano per 12 chilometri e la città occupava un’area di 750 ettari.

Le più grandi città dell' antichità: Atene

Atene, Grecia

Secondo Tucidide, nel V secolo a.C. la popolazione di Atene ammontava a circa 140-170.000 cittadini totali (inclusi donne, bambini e i meno abbienti, o teti, impossibilitati ad accedere alle magistrature ma aventi diritto al voto nell’assemblea popolare), ai quali occorre aggiungere circa 40-70.000 stranieri e tra i 100.000 e i 150.000 schiavi. Circa un decimo della popolazione era costituito da cittadini maschi adulti con la facoltà di votare e di essere eletti per cariche pubbliche.
Al momento del censimento di Demetrio Falereo (316-321 a.C.), politico e filosofo ateniese vissuto durante il IV-III secolo a.C., la popolazione di Atene era scesa a circa 60-80.000 ateniesi (tra uomini, donne e bambini) e circa 10.000 stranieri, mentre la popolazione di schiavi ammontava a 400.000 individui (anche se questo numero sembra esagerato e potrebbe rappresentare l’intera popolazione si chiavi dell’Attica).

Le più grandi città dell' antichità: Alessandria
Alessandria, Egitto

Alessandria fu una delle più popolose città del mondo antico: un censimento condotto nel 32 d.C. contò oltre 180.000 uomini adulti nella città e un numero certamente superiore di donne, bambini e schiavi. Secondo le stime moderne, Alessandria ospitava tra i 200.000 e i 500.000 abitanti durante il I secolo d.C., numeri che la rendono una delle più grandi città mai esistite prima della Rivoluzione Industriale.

Le più grandi città dell' antichità: Roma
Roma, Italia

Tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C. Roma subì un’espansione senza precedenti nel mondo antico: dai già numerosissimi 400.000 abitanti si passò a circa 1 milione, numero destinato ad oscillare di 100-200.000 unità nel corso dei successivi 3 secoli. Tra il 20% e il 40% della popolazione della città era costituita da schiavi.

Chang’an, Cina

Chang’an (“Città della Pace Perpetua”) fu la capitale di oltre 10 dinastie cinesi e per molto tempo una delle città più popolose del pianeta. Intorno al 750 d.C., Chang’an veniva chiamata “la città da un milione di persone” e secondo le stime moderne contava tra gli 800.000 e il milione di abitanti. Secondo il censimento del 742 d.C., Chang’an e la sua area metropolitana ospitavano 362.921 famiglie per un totale di 1.960.188 abitanti.

Le più grandi città dell' antichità: Bagdhad

Baghdad, Iraq

All’inizio dell’anno 900, Baghdad era uno dei centri commerciali e culturali più importanti del mondo antico. Verso la metà del X secolo Baghdad raggiunse una popolazione, includendo città e area metropolitana, compresa tra 500.000 e 1.000.000 di abitanti tra i quali decine di migliaia di stranieri e studiosi provenienti da ogni parte del mondo conosciuto.

Le più grandi città dell' antichità: Palermo

Palermo, Italia

Sforo volutamente nell’ XI secolo per citare questa stupenda città ricca di storia: dopo la conquista araba dell’anno 831, la città di Palermo divenne la capitale dell’Emirato di Sicilia fino al 1072. Nel 1050 la città contava circa 350.000 abitanti ed era una delle più grandi d’Europa, seconda solo a Cordoba (450.000 abitanti).

List of largest cities throughout history
Can the population of Sparta and Athens be calculated?

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