coniglio – VitAntica https://www.vitantica.net Vita antica, preindustriale e primitiva Thu, 01 Feb 2024 15:10:35 +0000 it-IT hourly 1 Morbo del caribù, inedia da coniglio https://www.vitantica.net/2019/03/08/morbo-del-caribu-inedia-da-coniglio/ https://www.vitantica.net/2019/03/08/morbo-del-caribu-inedia-da-coniglio/#respond Fri, 08 Mar 2019 00:10:27 +0000 https://www.vitantica.net/?p=3744 Le proteine sono composti fondamentali per la dieta umana, specialmente in condizioni di sopravvivenza o durante lunghi periodi trascorsi in ambienti ostili che richiedono continui sforzi per compiere anche le attività quotidiane più semplici.

I grassi, demonizzati dalle mode alimentari moderne, rappresentano l’altra faccia della “medaglia nutrizionale”. L’importanza dei grassi in una dieta bilanciata è un fatto noto, addirittura scontato per chi è abituato a vivere in climi rigidi: senza grasso non si supera l’inverno.

Oltre al suo enorme apporto calorico (9 calorie per grammo, contro le 4 calorie di proteine e carboidrati), il grasso è fondamentale per evitare di incorrere in ciò che viene definito “morbo del caribù”, noto in Nord America come “inedia da coniglio” (rabbit starvation), una condizione che si manifesta quando si consuma eccessivamente carne magra senza integrare grassi nella dieta.

Avvelenamento da proteine

Il morbo del caribù altro non è che un avvelenamento da proteine. Secondo l’etologo canadese Vilhjalmur Stefansson, uno dei primi a descrivere l’inedia da coniglio, questo problema affliggeva particolarmente alcune comunità di nativi americani canadesi, abituati a cacciare conigli per ottenere le proteine necessarie alla loro vita quotidiana:

“Coloro che si cibano di conigli, se non sono in grado di assumere grasso da un’altra fonte animale (ad esempio il castoro, l’alce, i pesci) svilupperanno diarrea in circa una settimana, con mal di testa, stanchezza e malessere aspecifico. Se è possibile approvvigionarsi senza problemi di conigli, costoro mangeranno fino a distendere il loro stomaco. Ma non importa quanto mangino, si sentiranno comunque insoddisfatti.”

L’inedia da coniglio non sembra causata esclusivamente dall’eccesso di proteine, ma da un rapporto sbilanciato tra proteine e grassi animali. La carne di coniglio, ad esempio, offre mediamente un quantitativo di grasso pari all’ 8% dell’intera parte commestibile dell’animale, contro il 32% di manzo e maiale; il pemmican, un concentrato di proteine e grassi animali, non sembra portare al morbo del caribù anche dopo mesi o anni di consumo quotidiano.

L’eccesso di proteine e la mancanza di grassi nella dieta provoca in breve tempo diarrea, mal di testa e affaticamento. La pressione sanguigna si abbassa, il battito cardiaco rallenta e si inizia a sperimentare una costante sensazione di fame che può essere soddisfatta soltanto dall’assunzione di grassi e carboidrati.

Si entra così in un circolo vizioso che ha del paradossale: più si consuma carne di coniglio, più aumenta l’affaticamento, il consumo di calorie e la sensazione di fame. Non importa se state ingerendo la giusta quantità di calorie per sopravvivere: è la composizione delle calorie ingerite che fa la differenza.

Condizioni per l’inedia da coniglio

Il morbo del caribù non è una condizione facile da ottenere. Sono necessari tre requisiti di partenza: assenza di altre fonti alimentari, scarse riserve di grasso corporeo e conigli molto magri.

I casi di inedia da coniglio sono stati finora documentati in individui impossibilitati ad ottenere altri alimenti se non selvaggina a basso contenuto di grasso. In natura, tuttavia, è difficile che si possa verificare questa situazione: per un nativo o un conoscitore delle fonti alimentari selvatiche è relativamente semplice ottenere carboidrati e grassi da semi, noci, frutta e animali “grassi” come alcuni pesci di fiume.

Se l’organismo possiede riserve di grasso, inoltre, si alimenterà di tutte le scorte adipose a sua disposizione prima di entrare in “modalità inedia”. In un individuo sano, potrebbero essere necessarie settimane intere prima di raggiungere uno stato di quasi totale assenza di grasso corporeo.

Tutto questo non significa che l’inedia da coniglio sia rara. Durante l’inverno è facile consumare buona parte delle riserve adipose anche soltanto per mantenere stabile la temperatura corporea (come dimostrano gli orsi); in condizioni particolarmente rigide, anche conigli e caribù possono consumare tutto il loro grasso per garantirsi la sopravvivenza invernale.

Non solo conigli

Il problema della carne di coniglio, come detto in precedenza, è la sua eccessiva magrezza: il grasso non si accumula in grandi quantità nella muscolatura (come ad esempio nei bovini), ma tende a concentrarsi attorno agli organi interni. I maggiori accumuli di grasso si trovano in corrispondenza di reni, fegato, organi riproduttivi e ovviamente nel cervello, un organo grasso per eccellenza.

Come suggerisce il suo nome alternativo “morbo del caribù”, l’inedia da coniglio non è limitata ai soli roditori, ma è una condizione che può insorgere con l’assunzione esclusiva e prolungata di carni molto magre o di carne secca dal contenuto limitato di grasso.

In generale, gli animali allo stato brado hanno carni dal contenuto di grasso inferiore a quello degli animali domestici. Accumulare grasso nella natura selvaggia è un compito per nulla semplice: richiede grandi quantità di cibo selvatico, diversi anni di vita per gli animali di taglia più grande e il giusto compromesso tra accumulo di risorse adipose e capacità di fuga dai predatori.

I nativi nordamericani che si nutrivano prevalentemente di caribù e cervidi tendevano a preferire la macellazione di animali adulti o anziani che, nel corso della loro vita, erano riusciti ad accumulare grandi quantità di grasso nella regione dorsale (fino a 25 kg di grasso); in questo modo si evitava il morbo del caribù e si completava una dieta a base di proteine.

Protein poisoning
My take on “Rabbit starvation”

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I conigli assassini dei manoscritti medievali https://www.vitantica.net/2017/12/09/i-conigli-assassini-dei-manoscritti-medievali/ https://www.vitantica.net/2017/12/09/i-conigli-assassini-dei-manoscritti-medievali/#comments Sat, 09 Dec 2017 14:00:40 +0000 https://www.vitantica.net/?p=1013 Tra le incredibili miniature e disegni che popolano i manoscritti medievali sopravvissuti fino ad oggi ci sono diverse occorrenze di immagini che raffigurano conigli, spesso sotto forma di marginalia (annotazioni dell’autore o del copista ai margini di un libro). Anche se il coniglio era considerato un animale simbolo di purezza, fragilità e codardia, queste immagini ritraggono roditori intenti a compiere atti violenti o sadici senza alcuna ragione apparente e talvolta senza alcuna attinenza con il contenuto del testo.

Conigli assassini
Ms 107, Bréviaire de Renaud de Bar (1302-1304), fol.-89r-108r, Bibliothèque de Verdun

Nei manoscritti medievali si possono ammirare una quantità incredibile di creature immaginarie, di ibridi tra esseri umani e animali o strane situazioni legate alla superstizione o alla religione: queste immagini vengono genericamente definite drôlerie, figure dall’aspetto curioso e mostruoso oppure scene divertenti o tragiche spesso per nulla collegate ad alcun avvenimento reale.

Conigli e cani si danno battaglia
Ms 107, Bréviaire de Renaud de Bar (1302-1304), fol.-89r-137v, Bibliothèque de Verdun

I conigli assassini rientrano sicuramente tra le drôlerie più bizzarre del Medioevo: diversi manoscritti contengono raffigurazioni di lepri e conigli che si vendicano sull’essere umano commettendo atti violenti e brutali, come picchiare a morte un contadino o rapire donne e bambini per trascinarli nella foresta. Il coniglio, animale tipicamente associato alla codardia, all’innocenza e alla passività, si trasforma da preda a cacciatore del suo predatore più feroce ed efficiente: l’essere umano.

Processione di conigli
Gorleston Psalter, England 14th century (British Library, Add 49622, fol. 133r)

Le immagini hanno i contenuti più vari:

  • Conigli che vanno in guerra armati di lance, spade e asce;
  • Conigli che torturano o picchiano a morte uno o più esseri umani;
  • Conigli in processione religiosa;
  • Roditori che giustiziano esseri umani;
  • Conigli e lepri che rapiscono donne e bambini
Conigli rapiscono bambini
Le livre de Lancelot du Lac & other Arthurian Romances, Northern France 13th century

I conigli e le lepri non sono gli unici animali che rientrano nel tema “Il mondo alla rovescia” molto in voga tra il XIII e il XVI secolo: tra i protagonisti di queste immagini ci sono volpi, cani da caccia, scimmie, pesci, lumache (spesso ritratte in scontri contro cavalieri in armatura) e un’enorme quantità di creature mitologiche o soprannaturali tra le quali il “Pene Verde Volante” raffigurato sul Decretum Gratiani (1340-1345).

Cavaliere contro lumaca
Knight v Snail II: Battle in the Margins (from the Gorleston Psalter, England (Suffolk), 1310-1324

E’ difficile stabilire con certezza perché gli amanuensi medievali abbiano inserito queste immagini all’interno di testi spesso di grande rilevanza culturale. Gli scontri tra lumache e cavalieri possono a volte essere interpretati come il costante scontro tra l’aristocrazia oppressiva e la povera gente, ma questo tipo di marginalia sembra spesso realizzato senza alcuno scopo preciso, intento didattico o messaggio nascosto. Specialmente quando ci si trova di fronte all’immagine di un coniglio che cavalca una lumaca intento a combattere con un cane che cavalca un coniglio.

Conigli e lumache nei manoscritti medievali

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Knight v Snail

Why Are There Violent Rabbits In The Margins Of Medieval Manuscripts?

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Il coniglio selvatico https://www.vitantica.net/2017/09/14/il-coniglio-selvatico/ https://www.vitantica.net/2017/09/14/il-coniglio-selvatico/#comments Thu, 14 Sep 2017 07:00:39 +0000 https://www.vitantica.net/?p=217 Il coniglio selvatico europeo (Oryctolagus cuniculus), o coniglio comune, è una delle prime specie della storia umana ad essere state cacciate per ottenere carne, ma la sua domesticazione è la più tardiva di tutte, risalente a circa 1400 anni fa:  fu solo nel Medioevo che ebbe inizio l’allevamento del coniglio su larga scala e la selezione degli esemplari migliori per ottenere carne o pelliccia.

I nostri antenati si resero conto molto velocemente che i conigli rappresentavano un’ottima risorsa alimentare: la loro carne ha un elevato contenuto proteico ed è relativamente abbondante grazie al veloce tasso di riproduzione del coniglio: una coppia di conigli può produrre fino a 90 Kg di carne in un solo anno. Ma prima della vera e propria domesticazione, i nostri avi furono costretti a cacciare questi animali timidi e sfuggenti utilizzando trappole o armi da lancio.

Il coniglio come  preda

coniglio selvatico

Il coniglio selvatico ha tutti gli istinti e le caratteristiche di un animale-preda: vive nell’attesa di un predatore in grado di costituire una minaccia e si trova costantemente in stato di allerta.

E’ dotato di orecchie che può muovere in modo indipendente, rendendosi capace di localizzare con precisione un potenziale pericolo; i suoi occhi gli forniscono un campo visivo quasi circolare, ad eccezione di un piccolo angolo cieco di fronte al muso; il naso del coniglio, inoltre, è più sensibile di quello umano ed è capace di rilevare l’odore di un potenziale predatore a notevole distanza.

Il coniglio selvatico è un animale crepuscolare, attivo per lo più durante l’alba o il tramonto, anche se spesso non disdegna uscite notturne e diurne in cerca di cibo. Scava tane dotate di più camere e connesse da gallerie utilizzando le sue unghie, affidandosi a numerosi punti d’entrata o d’uscita per sfuggire ai predatori e trascorrendo nascosto e al sicuro la maggior parte del tempo non speso a mangiare.

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Le abitudini alimentari e sociali del coniglio selvatico

I conigli sono erbivori che si nutrono principalmente di corteccia, erba e foglie. Generalmente si ingozzano per la prima mezz’ora di attività con qualunque cosa riescano a ingurgitare, per poi trascorrere i successivi 30 minuti selezionando con una certa attenzione ciò che mettono sotto i denti.

La loro dieta contiene una grande quantità di cellulosa, difficilmente digeribile dai non ruminanti; per risolvere questo problema, il coniglio produce due tipi di feci: feci solide, simili a piccole sfere scure, e feci morbide che vengono quasi immediatamente ingerite allo scopo di estrarre il massimo dalla materia vegetale pre-digerita.

tana di coniglio
Struttura tipica di una tana di coniglio selvatico

I conigli vivono in tane abitate da gruppi che comprendono da 2 a 10 individui e sono spesso coinvolti in lotte territoriali che di frequente sfociano in scontri feroci tra esemplari maschi, che utilizzano denti e unghie per ferire l’avversario. Non è raro che da queste schermaglie entrambi i contendenti escano con ferite gravi o mortali: dopo che uno dei maschi spruzza urina in segno di sfida e di dominanza, la reazione dell’opponente è spesso immediata e violenta.

Il coniglio selvatico come animale infestante

Coniglio selvatico cuccioli

I conigli sono famosi per le loro capacità riproduttive, capacità che li rendono una fonte stabile e virtualmente illimitata di proteine animali. Il periodo di gestazione è lungo in media 31 giorni e il parto produce da 2 a 12 conigli che, dopo aver raggiunto i tre mesi di età, saranno già in grado di riprodursi. Una singola coppia di conigli adulti può facilmente dare alla luce 30-40 cuccioli nell’arco di un anno, fornendo carne e pelliccia in abbondanza.

La capacità di riprodursi velocemente e senza sosta ha reso il coniglio una specie infestante fin dall’antichità: il primo resoconto che li descrive come specie invasiva risale al I° secolo a.C. e riguarda l’introduzione del coniglio nelle isole Baleari.

Secondo Plinio il Vecchio, i conigli si erano moltiplicati a tal punto da aver causato la distruzione quasi totale delle coltivazioni delle isole, facendo addirittura collassare alberi e case per via del cedimento del suolo causato dai loro scavi.

coniglio selvatico infestazione Australia

L’esempio più noto di introduzione distruttiva del coniglio in un habitat alieno è quello dell’Australia: nel 1859 vennero introdotti a Victoria 24 conigli europei che in breve tempo fuggirono dalle loro gabbie e iniziarono a moltiplicarsi senza sosta, favoriti dall’assenza di predatori naturali e sostituendo i loro “cugini” locali, i bilby.

Agli inizi del ‘900, il problema australiano dei conigli aveva raggiunto tali proporzioni da costringere il governo a costruire un’enorme recinzione, suddivisa in 3 sezioni e lunga in totale oltre 3000 km, che ha richiesto sei anni per essere completata. Questo espediente tuttavia non scoraggiò i conigli, che nell’arco di un secolo hanno raggiunto le 600 milioni di unità sul territorio australiano.

La carne di coniglio selvatico e i rischi per la salute

Paragonata ad altri tipi di carne, quella di coniglio è più ricca di proteine ha contiene meno grassi. Lo scarso contenuto di grassi potrebbe causare quella che viene definita “inedia da coniglio” (o “male da caribù”), una forma di malnutrizione provocata da uno scarso apporto di grassi nella dieta e che causa diarrea, mal di testa, affaticamento e fame continua.

Il contatto con i conigli portò i nostri antenati a distanza ravvicinata con alcune malattie che possono effettuare il salto di specie dall’animale all’essere umano: la Bordetella bronchiseptica, ad esempio, è un batterio che colonizza le vie respiratorie dei mammiferi, specialmente conigli, cani e gatti, e può essere trasmesso all’uomo; l’ Escherichia coli, infine, è un rischio continuo se si viene a contatto con la bocca dei conigli, considerata la loro attitudine alla coprofagia.

trappola a laccio per conigli

Caccia al coniglio selvatico con metodi primitivi

I metodi tradizionali di caccia o cattura dei conigli sono principalmente due: la tipica trappola a laccio o un’arma da lancio, come un “bastone da coniglio”, una fionda o un arco. La trappola a laccio viene posizionata lungo una delle piste battute dai conigli, generalmente i percorsi di minor resistenza che consentono all’animale di nascondersi dai predatori. Il laccio deve essere posizionato alla giusta altezza altrimenti si rischia che il coniglio riesca ad evitarlo con un balzo, o semplicemente passandoci affianco.

Il “bastone da coniglio” invece non è altro che un bastone da lancio capace di accumulare sufficiente energia da abbattere o stordire piccole prede. E’ una delle armi da lancio più antiche e molto semplice da realizzare: è sufficiente usare un bastone di legno denso e pesante, lungo 50-100 cm, possibilmente dotato di un’estremità ricurva per impartire ulteriore potenza al lancio. Il bastone veniva tradizionalmente lanciato in modo da farlo ruotare durante il volo per mantenere stabilità e aumentare i danni inferti dal colpo; il boomerang australiano è una variante del bastone da lancio.

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