ascia – VitAntica https://www.vitantica.net Vita antica, preindustriale e primitiva Thu, 01 Feb 2024 15:10:35 +0000 it-IT hourly 1 Survival Skills Primitive: produzione del bronzo (video) https://www.vitantica.net/2019/09/26/survival-skills-primitive-produzione-del-bronzo-video/ https://www.vitantica.net/2019/09/26/survival-skills-primitive-produzione-del-bronzo-video/#comments Thu, 26 Sep 2019 00:10:06 +0000 https://www.vitantica.net/?p=4548 Come già esposto in questo post, l’ascia di bronzo si è dimostrata un discreto strumento da taglio in diverse prove sul campo. Anche se le differenze tra l’acciaio e la lega di rame e stagno sono ben evidenti a tutti, il bronzo ha come vantaggio una maggiore facilità di produzione e di lavorazione rispetto al ferro e alle sue leghe.

Con una temperatura di fusione di circa 300 °C inferiore a quella del ferro, il bronzo può essere prodotto in un basso forno alimentato a legna. Un forno di questo tipo può essere realizzato con materiali poveri e facilmente reperibili in natura, come dimostrano i due autori del canale YouTube “Survival Skills Primitive”.

Il video mostra tutto il procedimento di lavorazione del bronzo, dalla costruzione del forno alla selezione dei minerali grezzi, fino alla fusione della lega per la costruzione di un’ascia e uno scalpello funzionanti e incredibilmente efficaci contro legname tenero.

Anche se, in questo caso, il forno viene alimentato con carbone di legna, risulta ugualmente efficace nella lavorazione del bronzo anche usando legname come combustibile.

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Ascia di pietra, bronzo e acciaio a confronto https://www.vitantica.net/2019/05/10/ascia-pietra-bronzo-acciaio-confronto/ https://www.vitantica.net/2019/05/10/ascia-pietra-bronzo-acciaio-confronto/#comments Fri, 10 May 2019 00:10:40 +0000 https://www.vitantica.net/?p=4116 E’ difficile riuscire a trovare informazioni corrette e accurate sull’efficacia degli utensili utilizzati in epoca preistorica. Non molti ricercatori si dedicano alla ricostruzione pratica delle antiche tecnologie, ancora meno rivolgono la loro attenzione alla realizzazione di utensili d’uso quotidiano.

L’ archeologia sperimentale e gli “esperimenti imitativi”, con tutti i loro limiti che qualcuno più competente di me potrebbe elencare, forniscono tuttavia alcuni preziosi indizi sull’ingegno dei nostri antenati e sulle risorse da loro utilizzate per semplificarsi la vita.

Con l’inizio della lavorazione della pietra, l’ascia iniziò a costituire un utensile e un’arma estremamente versatile: poteva essere ovviamente impiegata per recuperare legname, ma trovava impiego in moltissimi altri ambiti in un contesto di vita a stretto contatto con la natura.

Dipendentemente dalla sua tecnologia costruttiva e dai materiali impiegati, l’ascia rappresentò anche uno strumento multiuso per lavori di precisione, per la caccia, per la guerra, o un semplice “spaccaossa” per la lavorazione delle carcasse animali.

Quanto è realmente efficace un’ascia di pietra?

Quali sono le reali prestazioni di un’ascia di pietra in confronto a bronzo e acciaio? Ogni ascia è dotata di una testa, una lama spessa, resistente e talvolta molto affilata. E’ facilmente intuibile che la testa di un’ascia costituisca un elemento importante per l’efficacia dell’utensile; anche il manico è rilevante, ma una testa degna di tale nome può essere all’occorrenza facilmente adattata ad una nuova impugnatura, più performante, resistente o leggera.

Una comparazione sul campo tra asce di pietra, bronzo e acciaio è stata fatta nel 2010 da James R. Mathieu e Daniel A. Meyer della Boston University e pubblicata sulla rivista Journal of Field Archaeology. Il metodo adottato nella ricerca prevede l’abbattimento di alcune specie di alberi tipiche dell’emisfero settentrionale utilizzando asce realizzate con diversi materiali.

Asce di bronzo (a sinistra) e asce di pietra (a destra) impiegate nell'esperimento
Asce di bronzo (a sinistra) e asce di pietra (a destra) impiegate nell’esperimento

Ciò che hanno fatto i ricercatori aveva un obiettivo fondamentale: mettere a confronto pietra, bronzo e acciaio in termini di efficienza per comprendere nel miglior modo possibile la praticità di questi utensili.

Calcolare con esattezza i tempi di abbattimento di un albero pare non sia così semplice: fin dal 1960 sono state effettuate diverse comparazioni nelle tempistiche di abbattimento utilizzando diversi tipi di acciaio; talvolta si è anche tentato di paragonare le asce moderne a quelle di pietra, ma il confronto di efficienza non si basa soltanto sul tempo necessario ad abbattere un tronco.

L’efficienza nell’abbattimento di un albero si calcola tenendo in considerazione anche il rapporto di kilocalorie consumate per ogni centimetro di taglio (pollice, in questo caso). Negli anni ’70 del 1900, ad esempio, Stephen Sarayadar e Izumi Shimada hanno calcolato che l’acciaio fosse quasi 4 volte più efficiente della pietra in quanto a tempistiche e circa 3 volte più efficiente in termini di calorie consumate.

Asce di pietra, bronzo e acciaio alla prova sul campo

Le asce di bronzo utilizzate nell’esperimento erano repliche di utensili risalenti al 1400-900 a.C., realizzate con una lega di bronzo al 90% da rame e al 10% di stagno e modellate sulla base di alcuni reperti custoditi allo University Museum of Archaeology and Anthropology.

Differenza di prestazioni tra asce di bronzo e asce di acciaio
Differenza di prestazioni tra asce di bronzo e asce di acciaio

Anche le asce di pietra sono state realizzate partendo da esemplari di teste d’ascia di pietra custoditi nello stesso museo e rinvenuti nei pressi del lago di Costanza, in Svizzera. Due teste d’ascia erano in selce, altre due invece di pietra afanitica, un tipo di roccia ignea criptocristallina composta da cristalli dal diametro inferiore agli 0,5 millimetri (come il basalto o l’andesite).

I test sono stati condotti con 4 teste d’ascia in acciaio (dal peso compreso tra i 600 grammi e i 2,3 kg), 4 teste di bronzo tra 1 kg e 1,9 kg e 8 teste di pietra (con peso compreso tra i 2 kg e i 2,7 kg). Sono state impiegate lame di larghezza differente e manici di lunghezza compresa tra i 30 e i 91 cm.

Gli alberi selezionati per l’abbattimento avevano un diametro da 8 centimetri a quasi 34 centimetri; sono stati utilizzati pioppi, pini, aceri, olmi, querce e betulle, esemplari rappresentativi della flora europea e nordamericana del Neolitico.

Come era facilmente prevedibile, l’ascia d’acciaio ha prestazioni differenti da quella di bronzo, ma la differenza di efficienza tra i due utensili non è così evidente: la lega di rame e stagno riesce comunque ad abbattere un tronco del diametro di 30 centimetri in meno di 15 minuti, una velocità poco differente a quella raggiunta con l’acciaio.

Il bronzo in realtà può ottenere un’affilatura efficace con l’indurimento, ma la sua morbidezza rispetto all’acciaio non gli consente di mantenere a lungo una filo tagliente. Questa scarsa durezza non sembra tuttavia aver pregiudicato l’abbattimento di alberi di diametro medio-piccolo in tempi competitivi a quelli di un’ascia di acciaio.

L’efficienza dell’ascia di pietra

Con la pietra il discorso è un po’ differente, ma il materiale litico può avere sorprendenti doti di durezza e resistenza. Nei confronti di tronchi di 30 centimetri, l’ascia di pietra può richiedere ben 30-50 minuti per completare un abbattimento; ma nel caso di alberelli di 10-20 centimetri, l’abbattimento risulta relativamente semplice in 5-15 minuti, tempistiche che variano in relazione alla specie di albero selezionata.

Differenza di prestazioni tra asce di pietra e asce di metallo
Differenza di prestazioni tra asce di pietra e asce di metallo

Una differenza sostanziale è stata osservata nel tipo di taglio. L’ascia di acciaio effettua tagli ben definiti e stacca brandelli di legno dai profili spigolosi e netti; quella di bronzo crea frammenti più piccoli e sottili, e con l’usura tende a ad avere meno efficacia.

L’ascia di pietra è in grado di effettuare tagli relativamente precisi, dipendentemente dal materiale della testa e dalla sua lavorazione. Ma i frammenti che stacca tendono ad essere sfibrati, senza spigoli ben delineati, risultando quasi “masticati”.

E’ sicuramente possibile realizzare pietre taglienti come rasoi utilizzando materiali come l’ossidiana o la selce, ma non si potrà ottenere un utensile utilizzabile per il lavoro pesante a causa della fragilità del materiale litico.

Le conclusioni che i ricercatori hanno tratto sono le seguenti: in primo luogo, asce di bronzo e acciaio possono essere considerate come appartenenti alla stessa categoria di “teste d’ascia di metallo” per via delle loro prestazioni simili.

Anche il manico ha giocato un ruolo rilevante nell’efficienza di un’ascia: un’impugnatura più lunga non consente di mantenere un ritmo veloce, ma compensa la sua lentezza con un’ efficienza energetica maggiore e tempi ridotti per l’abbattimento.

I tronchi di 10-15 centimetri di diametro possono essere velocemente abbattuti da un’ascia di pietra, con tempistiche molto simili a quelle di un’ascia metallica. Con alberi dal diametro di 20 centimetri o superiore, i punti di forza delle asce metalliche emergono sull’efficacia di un utensile di pietra, specialmente sotto l’aspetto di calorie consumate per albero e nella definizione dei tagli effettuati.

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Comparing Axe Heads of Stone, Bronze, and Steel: Studies in Experimental Archaeology

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Archeologia sperimentale: l’ascia di rame di Ötzi https://www.vitantica.net/2018/10/12/archeologia-sperimentale-ascia-rame-otzi/ https://www.vitantica.net/2018/10/12/archeologia-sperimentale-ascia-rame-otzi/#comments Fri, 12 Oct 2018 02:00:11 +0000 https://www.vitantica.net/?p=2262 La scoperta di Ötzi, avvenuta nel 1991 sulle Alpi Venoste ai piedi del monte Similaun, suscitò grande interesse soprattutto l’incredibile stato di preservazione di un corpo di oltre 5000 anni. La scoperta più straordinaria, tuttavia, è il “corredo da viaggio” che Ötzi aveva con sé fino al momento del trapasso.

Tra questi oggetti, l’ ascia di rame ha monopolizzato l’attenzione degli esperti. L’ascia, dal manico in legno di tasso e perfettamente conservata, è un esemplare più unico che raro: lunga 60 centimetri e ottenuta sfruttando la naturale curvatura del legno, è un esempio perfetto della sofisticata tecnologia del tempo.

La lama trapezoidale, lunga 9,5 centimetri, è composta al 99,7% da rame puro ed è stata ottenuta colando il rame fuso in uno stampo e lavorandolo a freddo per modellarlo e affilarlo. Sebbene le Alpi disponessero di giacimenti di rame già sfruttati al tempo di Ötzi, il rame usato per l’ascia proviene dalla Toscana.

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Timeline delle armi dalla preistoria al XVII secolo https://www.vitantica.net/2018/09/21/timeline-armi-bianche/ https://www.vitantica.net/2018/09/21/timeline-armi-bianche/#respond Fri, 21 Sep 2018 02:00:46 +0000 https://www.vitantica.net/?p=2159 Stilare una timeline dettagliata dell’ evoluzione delle armi bianche è un’impresa difficile, forse addirittura quasi impossibile se l’obiettivo è quello di stabilire con precisione date, luoghi e modalità d’impiego per ogni arma conosciuta.

Nel mio piccolo, ho tentato di creare una lista cronologicamente ordinata della comparsa delle armi (ad esclusione di quelle portatili da fuoco, per le quali creerò in futuro un post dedicato) più conosciute. Sicuramente avrò dimenticato alcune delle armi preferite da qualche lettore, per questo vi invito a segnalarmi armi bianche e dettagli storici sulla loro apparizione per completare la cronologia pubblicata in questo post.

??? a.C.: clave e mazze primitive

E’ impossibile sapere quando i primi esponenti del genere Homo abbiano iniziato ad usare bastoni di legno per colpire prede e avversari, ma sappiamo per certo che la clava primitiva, un semplice bastone di legno o osso, fu la prima arma bianca contundente impugnata dai nostri predecessori.

400.000 a.C.: lancia di legno

Nel 1995 vicino a Schöningen , Germania, vengono trovati resti di lance di legno risalenti a circa 400.000 anni fa. L’ origine della lancia potrebbe essere ancora più antica: alcune popolazioni moderne di scimpanzé senegalesi sono stati filmati mentre davano la caccia a piccole scimmie armati di lance improvvisate; è possibile quindi che la lancia sia stata utilizzata dai nostri parenti Homo ben prima di 400.000 anni fa.

40.000 – 25.000 a.C.: propulsore

L’invenzione dell’ atlatl non ha una data precisa, ma risalirebbe a qualche decina di migliaia di anni fa. E’ possibile che i primi atlatl siano stati realizzati in Nord Africa per poi diffondersi successivamente in tutto il mondo.

23.000 a.C.: boomerang

Il boomerang più antico ha 23.000 anni e non è australiano: è stato scoperto in una caverna polacca, è stato realizzato utilizzando l’avorio della zanna di un mammut e non tornava indietro dopo il lancio (come quasi tutti i boomerang conosciuti).

20.000 a.C.: punte di freccia

La più antica punta di freccia in nostro possesso ha circa 20.000 anni, suggerendo che l’ arco sia stata un’invenzione precedente di almeno qualche millennio. Ci sono tuttavia indizi che indicherebbero che l’arco possa essere stata un’invenzione più antica: un frammento di roccia scoperto in Sud Africa e risalente a 64.000 anni fa potrebbe essere la più antica punta di freccia mai scoperta, ma sulla sua reale identità gli archeologi sono ancora dubbiosi (potrebbe essere la punta di un proiettile di atlatl).

6.000 a.C.: il primo arco

Il più antico arco esistente, scoperto in Danimarca, è un arco di Holmegaard vecchio di circa 8.000 anni. L’invenzione dell’arco di Holmegaard è probabilmente più antica di almeno 2-3.000 anni.

4-3.000 a.C.: armi di bronzo

L’inizio dell’ Età del Bronzo vede la comparsa delle prime armi metalliche, come spade corte e pugnali. Sebbene meno dure della pietra, rappresentarono una vera e propria rivoluzione in campo bellico per via della loro versatilità e facilità di lavorazione.

2.500 a.C.: arco composito

In questo periodo l’essere umano termina la domesticazione del cavallo e fanno la loro prima apparizione gli archi compositi, generalmente più corti di un arco tradizionale in solo legno e più adatti ad essere utilizzati a dorso di cavallo.

Khopesh dell' antico Egitto
Khopesh dell’ antico Egitto
II millennio a.C.: khopesh

Nasce il khopesh, una spada a falce di bronzo che verrà impiegata da popoli mediorientali ed Egizi.

1.800 a.C.: carro da guerra

In Mesopotamia viene impiegato per la prima volta il carro da guerra.

XI secolo a.C.: torri d’assedio

I Babilonesi sono i primi ad utilizzare torri d’assedio in Medio Oriente.

VIII secolo a.C.: xiphos

Primo riferimento dello xiphos, la spada corta greca, nell’Iliade. Lo xiphos diverrà parte della panoplia dell’ oplita greco durante l’ Età del Ferro.

500 a.C.: trabucco a trazione

In Cina viene inventato il primo trabucco a trazione, un sistema di leve molto simile al trabucco che non sfrutta la gravità ma la forza manuale di una dozzina di persone. Quest’arma può lanciare palle di pietra a oltre un centinaio di metri.

340 a.C.: catapulta

I Macedoni inventano la catapulta, uno strumento d’assedio derivato dalla balista e che verrà utilizzato da Alessandro il Grande.

IV secolo a.C.: balestra

In Cina viene inventata la prima balestra, molti secoli prima che quest’arma facesse la sua apparizione in Europa. Nello stesso periodo gli inventori cinesi realizzano anche la “zhuge nu“, la balestra a ripetizione utilizzata per la difesa delle mura durante gli assedi.

399 a.C.: katapeltikon

Diodoro Siculo descrive un’invenzione chiamata katapeltikon, una catapulta in grado di scagliare frecce a lunghe distanze.

Sarissa macedone
Sarissa macedone
IV-III secolo a.C.: sarissa

Filippo di Macedonia, e successivamente suo figlio Alessandro, introduce la sarissa nell’esercito macedone e addestra i soldati al suo utilizzo. La sarissa diventerà uno degli elementi chiave per le vittorie militari macedoni in Grecia, Egitto e Asia.

III secolo a.C.: gladio

Entra in uso il gladio (gladius hispaniensis) tra i soldati dell’antica Roma. Durante la prima guerra punica (264 – 241 a.C.) viene impiegato per la prima dai Romani volta il corvo, un sistema di abbordaggio navale basato su una passerella mobile e una serie di uncini che agganciavano la nave nemica.

I secolo d.C.: gastraphetes

La prima descrizione dei gastraphetes è di Erone. L’inventore descrisse queste balestre basandosi sugli schemi di Ctesibio (285 – 222 a.C.) e identifica queste armi come le progenitrici delle catapulte (secondo l’autore, inventate intorno al 420 a.C.).

353 d.C.: onagro

Ammianus Marcellinus, soldato e storico romano, descrive l’ onagro, una macchina d’assedio che basa il suo funzionamento sulla torsione di una matassa.

III – IV secolo d.C.: spatha

I legionari romani iniziano ad utilizzare la spatha, con la lama in acciaio lunga dagli 80 ai 100 centimetri.

IV secolo d.C.: francisca

Nasce la francisca, una scure da lancio utilizzata dai Franchi e Visigoti.

VI secolo d.C.: trabucco bizantino

I Bizantini sviluppano una loro versione di trabucco a trazione umana, simile come concetto a quello inventato dai Cinesi circa 1.000 anni prima.

672 d.C.: fuoco greco

Primo impiego del fuoco greco, una delle armi incendiarie più distruttive e temute della storia.

Riproduzione di un seax o scramasax vichingo
Riproduzione di un seax o scramasax vichingo
VII secolo d.C.: scramasax

Vengono creati i primi langseax e scramasax, armi tipiche dei popoli norreni e germanici.

IX-X secolo: spade Ulfberht

In Europa vengono prodotte centinaia di spade Ulfberht, armi di transizione tra la spada vichinga e la spada del cavaliere. Nel corso dell’ XI secolo il design di queste spade verrà copiato da altri fabbri, generando un mercato di “finte Ulfberht” che durerà fino al XII secolo.

1040 circa: polvere da sparo cinese

Un manuale di guerra cinese riporta la prima descrizione conosciuta della polvere da sparo.

X secolo: freccia a razzo

In Cina vengono realizzate le prime frecce-razzo alimentate da polvere nera.

X secolo: asce da battaglia vichinghe

In questo secolo si diffondono in Europa su scala relativamente ampia le asce da battaglia norrene.

XII secolo: trabucco a contrappeso

Mardi ibn Ali al-Tarsusi, esperto militare arabo e consulente di Saladino, è il primo a descrivere un trabucco a contrappeso, azionato dalla gravità e non dalla forza umana.

XII secolo: misericordia

Prime testimonianze d’utilizzo della misericordia in Europa, un pugnale simile ad uno stiletto e impiegato per dare il colpo di grazia ad un avversario mortalmente ferito.

XII secolo: spada sayf

Si diffonde tra i Curdi la spada sayf, a doppio filo, dritta e con una nervatura centrale.

1132: cannoni Huochong

Il generale cinese Han Shizhong usa cannoni “Huochong” per espugnare una città nella regione del Fujian

XII secolo: granate

In Cina fanno la loro apparizione versioni rudimentali di granate, lanciate contro il nemico per scagliare frammenti di coccio o metallo ad alta velocità in grado di menomare gravemente i soldati avversari.

arco
Arco lungo inglese
1200 circa: arco lungo inglese

In Galles nasce il primo arco lungo inglese, in legno di tasso.

XIII secolo: baselardo

Si diffonde in Europa il baselardo, un’arma piatta e corta simile alla daga dalla tipica impugnatura a “T”.

1327: cannone in Europa

In quest’anno viene prodotta la più antica illustrazione europea di un cannone. Nello stesso anno, gli Inglesi utilizzarono alcuni cannoni per sconfiggere gli Scozzesi.

1346: arco lungo inglese determinante a Crécy

Gli Inglesi utilizzano intensivamente l’arco lungo sul campo di battaglia di Crécy: sfruttando il vantaggio di gittata offerto dall’arma rispetto alle balestre genovesi (e il numero superiore di arcieri rispetto ai balestrieri nemici), l’arco lungo contribuì alla vittoria militare segnando una pagina importante della storia militare britannica.

XIV secolo: alabarde

Tra il XIV e il XV secolo vengono introdotte le alabarde e altre armi inastate nella fanteria.

XIV secolo: Manuale del Drago di Fuoco

Viene redatto il trattato militare Huolongjing (Manuale del Drago di Fuoco), che descrive congegni bellici basati sulla polvere da sparo

XIV: goedendang

Nelle Fiandre si diffonde l’uso del goedendang, un’arma simile ad una lancia dotata di una pesante punta di metallo all’estremità di un manico robusto.

XIV – XV secolo: martelli d’armi

In Europa vengono sviluppate le forme definitive dei martelli d’armi per far fronte all’evoluzione delle armature, sempre più efficaci contro i fendenti o gli affondi di spada.

XIV – XV secolo: l’efficacia delle alabarde

Le alabarde, relativamente semplici da produrre e molto versatili in battaglia, si dimostrano armi efficaci contro lance, picche e combattenti a cavallo.

XV secolo: bombarde

In Europa vengono prodotte le bombarde, pezzi d’artiglieria utilizzati sia per scopi offensivi che difensivi.

1453: bombarda a Costantinopoli

I Turchi terrorizzano Costantinopoli utilizzando una bombarda in ferro del peso di 19 tonnellate, capace di scagliare pesanti pietre oltre la cinta muraria della città.

XV – XVI secolo: cinquedea

In Italia entra in uso la cinquedea, un’arma bianca corta e larga che termina con una punta acuminata.

XV secolo: spada claymore

In Scozia nasce la spada chiamata claymore, dalla tipica guardia a crociera, rimasta in uso fino al XVIII secolo.

Conrad Haas
XVI secolo: il primo trattato di missilistica

Conrad Haas, ufficiale d’artiglieria, scrive il Manoscritto di Sibiu, il primo trattato di missilistica della storia.

XVI secolo: spadona Zweihänder

Entra in uso la Zweihänder, un’enorme spada a due mani utilizzata dai Lanzichenecchi

XVII secolo: spada yatagan

Si sviluppa lo yatagan, un’arma da taglio tipica dei Balcani e utilizzata per oltre due secoli.

History of weapons
Medieval weaponry

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L’ascia da battaglia norrena https://www.vitantica.net/2018/03/22/ascia-da-battaglia-norrena-vichinghi/ https://www.vitantica.net/2018/03/22/ascia-da-battaglia-norrena-vichinghi/#comments Thu, 22 Mar 2018 02:00:26 +0000 https://www.vitantica.net/?p=1491 Costruire spade d’acciaio in grado di essere efficaci in battaglia non era affatto semplice durante l’epoca delle grandi incursioni vichinghe: per quanto il ferro sia uno dei metalli più abbondanti in natura, l’estrazione e la lavorazione di questo metallo non sono procedure semplici o veloci, specialmente se lo scopo è quello di ottenere una lama lunga, flessibile e tagliente.

Fabbricare una spada richiede una discreta quantità di ferro e una grande dose di precisione; al contrario, la fabbricazione di un’ascia di ferro risulta tecnicamente più semplice e richiede l’impiego di una quantità inferiore di metallo.

La praticità dell’ ascia

Fu principalmente per ragioni di praticità che tra i Vichinghi l’ascia divenne lo strumento d’uso quotidiano o da battaglia più diffuso. Produrre un’ascia di ferro battuto è molto più economico e pratico rispetto alla costruzione di una spada:

  • non è necessario trasformare tutto il ferro in acciaio arricchendolo di carbonio con una procedura che richiede attenzione e precisione;
  • la quantità di metallo necessaria per la realizzazione di una testa d’ascia è inferiore a quella necessaria per una spada;
  • la forma stessa della testa d’ascia, compatta e corta, limita le deformazioni del ferro dovute agli impatti con superfici dure. Una spada di ferro battuto, invece, tende a piegarsi per via della sua scarsa flessibilità e della “dolcezza” del metallo.

Nella Scandinavia norrena l’ ascia di ferro battuto era un utensile in dotazione ad ogni uomo libero ed era ideale per una molteplicità di utilizzi, dal tagliare e spaccare la legna alla costruzione di case e barche, senza trascurare l’impiego in battaglia come arma rapida, agile e letale.

Asce da battaglia vichinghe e punte di lancia rinvenute nel 1920 nei pressi del London Bridge e attualmente conservate al Museum of London
Asce da battaglia vichinghe e punte di lancia rinvenute nel 1920 nei pressi del London Bridge e attualmente conservate al Museum of London

L’ascia è uno strumento apparentemente semplice, ma nella sua stessa semplicità si celano le caratteristiche che la rendono un’ arma estremamente versatile: se impugnata lontano dalla testa di metallo può impartire colpi potenti, capaci di spaccare facilmente un ceppo di legno o di sfondare scudi o corazze leggere; se manovrata con un’impugnatura più “alta”, invece, diventa un utile strumento per lavorare il legno con precisione o infliggere ferite veloci e profonde alla stregua di un coltello.

Le varietà di ascia vichinga

Le asce vichinghe venivano prodotte in diverse forme e dimensioni in base al loro utilizzo. Le scuri destinate al taglio del legno avevano generalmente una testa metallica più corta e tozza, adatta a resistere all’impatto con ceppi di legno duro e compatto.

Le asce progettate per il combattimento disponevano invece di una lama più larga e sottile (spesso barbuta o appuntita) per alleggerire l’arma e renderla agile e veloce nello scontro ravvicinato.

Le asce più efficaci (e costose) erano dotate di un filo d’acciaio saldato sul corpo di ferro battuto della testa dell’arma e richiedevano un lavoro più preciso e complesso rispetto a quelle d’uso comune.

Ascia da battaglia a due mani e testa di lancia risalenti probabilmente al X secolo.
Ascia da battaglia a due mani e testa di lancia risalenti probabilmente al X secolo.

Per quanto le asce fossero prodotte in varie forme o dimensioni, le più comuni e diffuse potevano essere manovrate con una sola mano. Le asce da guerra più pesanti, che richiedevano l’uso di due mani per essere manovrate, erano invece dotate di una testa metallica pesante e di un’impugnatura lunga capace di raggiungere il nemico mantenendo l’utilizzatore a distanza di sicurezza da armi come lance, spade, mazze e coltelli.

Le asce da guerra ad una mano avevano un’impugnatura (generalmente in frassino o rovere) che poteva raggiungere i 100 centimetri di lunghezza e una testa dotata di lama il cui filo era lungo dai 7 ai 15 centimetri.

Queste asce erano compatte, leggere e ben bilanciate, progettate per non affaticare eccessivamente l’utilizzatore e per essere comodamente portate alla cintura ed estratte rapidamente con una sola mano.

Le asce lunghe da battaglia (come l’ascia danese, o Långyxa) avevano invece dimensioni superiori: il filo della lama poteva raggiungere i 45 centimetri di lunghezza, mentre l’asta su cui era innestata la testa dell’arma era lunga generalmente 1,5-2 metri e spesso rinforzata con strisce di metallo per proteggerla dall’impatto con le armi del nemico.

Le asce da combattimento a una mano realizzate dai popoli norreni subirono lentamente un’evoluzione che portò all’allungamento della lama dell’arma fino a formare una “barba” (ascia Skeggöx), una sorta di uncino che veniva impiegato per agganciare uno scudo e creare aperture nella difesa del nemico sfruttando la leva vantaggiosa che l’asta dell’arma offriva al suo operatore.

La lama di un’ ascia barbuta aveva un bordo superiore quasi dritto mentre quello inferiore risultava allungato e leggermente ricurvo: questo design non solo consentiva all’arma di incastrarsi in scudi, caviglie e abiti, ma garantiva una maggior efficacia nei colpi da taglio.

Un altra evoluzione nel design delle asce da combattimento fu l’introduzione, nelle asce da battaglia di grandi dimensioni come quelle danesi, di un bordo superiore appuntito che consentiva di effettuare anche affondi simili a quelli di una lancia.

Tecnica per la realizzazione del punto d'innesto tra la testa d' ascia e il manico
Tecnica per la realizzazione del punto d’innesto tra la testa d’ ascia e il manico
Problemi e vantaggi dell’ascia

Il punto d’innesto della testa dell’ascia (il punto di giunzione tra la testa e il manico) era un aspetto critico per la stabilità, la precisione e la resistenza dell’intera arma.

L’ascia era un’arma molto versatile durante il combattimento ma la sua stessa versatilità richiedeva che la testa e il manico fossero innestati saldamente per resistere a impatti, trazioni e spinte.

Non era raro la testa di un’ascia si staccasse dal manico durante la battaglia se il punto d’innesto non era sufficientemente saldo, lasciando il guerriero armato di un semplice bastone.

La saga di Harðar è una delle testimonianze più celebri di questo incidente: dopo aver ucciso sei uomini con la sua ascia da guerra, la testa dell’arma di Harðar si staccò dal manico, lasciando il guerriero incapace di difendersi dai colpi delle asce nemiche che lo portarono alla morte.

L’ascia è un’arma sbilanciata per natura, ponendo la maggior parte del peso dello strumento verso una sola estremità. Questo potrebbe dare l’impressione che l’ascia sia un’arma difficilmente manovrabile con agilità, specialmente se paragonata ad una spada; ma un’ascia ben costruita risulta un’arma estremamente versatile e maneggevole nelle mani di un guerriero esperto.

Le asce corte di buona fattura realizzate intorno al X-XII secolo avevano un peso complessivo inferiore ad 1 kg, meno di alcune spade fabbricate nello stesso periodo.

Quando si manovra un’arma così leggera, il bilanciamento della massa non è così rilevante e un adulto allenato al combattimento può adoperarla con efficacia e precisione sorprendenti.

Rispetto ad una spada, l’impatto di un’ascia dalla lama ricurva risulta più efficace. Il naturale sbilanciamento della massa dell’arma verso l’estremità affilata e curva consente di massimizzare la potenza del colpo e concentrarla in una piccola sezione della lama.

Le saghe norrene, benché spesso al limite tra realtà e fantasia, parlano frequentemente di fendenti d’ascia verticali così potenti da spaccare un cranio e penetrarlo fino all’altezza delle spalle.

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Uno degli aspetti poco considerati dell’ascia è la sua capacità di ancorarsi ad oggetti e corpi. Le asce barbute o da battaglia potevano facilmente ancorarsi a scudi e abiti del nemico e sbilanciarlo fino a mostrare il fianco o a perdere l’equilibrio, ma potevano essere utilizzate anche per afferrare qualunque parte del corpo, dalle caviglie alla testa. Le asce da battaglia furono addirittura utilizzate per facilitare le arrampicate durante la scalata delle fortificazioni nemiche.

Contrariamente all’immagine dei Vichinghi ormai salda nell’immaginario collettivo, non c’è traccia nelle saghe e nei reperti archeologici di asce bipenni, dotate di una testa munita di due lame diametralmente opposte.

Non abbiamo inoltre alcuna prova che le asce fossero regolarmente protette da foderi, come accadeva per le spade, i coltelli, gli scramasax o le lance: è molto probabile che i popoli norreni fossero soliti trasportare le asce d’uso comune e dal manico corto assicurate ad un anello della cintura.

Viking Age Arms and Armor: Viking Axe
THE VIKING AXE by Tyr Neilsen

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L’ascia di rame di Ötzi https://www.vitantica.net/2017/09/06/ascia-di-rame-di-otzi/ https://www.vitantica.net/2017/09/06/ascia-di-rame-di-otzi/#comments Wed, 06 Sep 2017 21:03:13 +0000 https://www.vitantica.net/?p=155 La scoperta di Ötzi, avvenuta nel 1991 sulle Alpi Venoste ai piedi del monte Similaun, suscitò grande interesse soprattutto per l’incredibile stato di preservazione di un corpo di oltre 5000 anni. La scoperta più straordinaria, tuttavia, è il “corredo da viaggio” che Ötzi aveva con sé fino al momento del trapasso.

Ötzi non viaggiava leggero: coperto da abiti di pelle, pelliccia e strati di erba tra i vestiti per isolarsi dal gelo, si portava dietro anche un arco di oltre 1 metro e 80 centimetri di lunghezza, una faretra con 14 frecce, un’ ascia di rame, un coltello di selce, due cesti di corteccia di betulla pieni di bacche e due specie di fungo, uno medicinale e l’altro utilizzato come esca per il fuoco (con tanto di selce e pirite per la creazione di scintille).

L’ascia di rame

Tra questi oggetti, l’ ascia di rame ha monopolizzato l’attenzione degli esperti. L’ascia, dal manico in legno di tasso e perfettamente conservata, è un esemplare più unico che raro: lunga 60 centimetri e ottenuta sfruttando la naturale curvatura del legno, è un esempio perfetto della tecnologia del tempo.

La testa dell’ascia è munita di una forcella per ospitare e assicurare saldamente la lama di rame al manico. La “saldatura” al manico fu realizzata utilizzando inizialmente un collante ottenuto dal catrame di betulla, e successivamente rafforzata con strisce di pelle.

La lama trapezoidale, lunga 9,5 centimetri, è composta al 99,7% da rame puro ed è stata ottenuta colando il rame fuso in uno stampo e lavorandolo a freddo per modellarlo e affilarlo. Sebbene le Alpi disponessero di giacimenti di rame già sfruttati al tempo di Ötzi, il rame usato per l’ascia proviene dalla Toscana e mostra analogie con altre asce rinvenute nel Bresciano e realizzate dalla Cultura di Remedello.

Parte degli oggetti ritrovati vicino al corpo di Ötzi
Parte degli oggetti ritrovati vicino al corpo di Ötzi

L’utilizzo del rame per la fabbricazione di strumenti di uso comune ebbe inizio qualche secolo prima della nascita di Ötzi (durante quella che viene definita comunemente Età del Rame) e fu il primo passo verso l’ottenimento, qualche secolo dopo, di un metallo di qualità superiore, il bronzo (lega di rame e stagno).

La facilità di estrazione (si trovano interi lingotti allo stato naturale) e di modellazione (può essere martellato a freddo fino ad ottenere la forma voluta) resero il rame il primo metallo ad essere lavorato su una scala relativamente vasta e una valida alternativa alla pietra.

Rame: metallo versatile ma troppo “morbido”
Segni di usura sull' ascia di Ötzi
Segni di usura sull’ ascia di Ötzi

Nell’antico Egitto, il rame fu utilizzato per creare complessi sistemi di tubature per l’acqua lunghi anche un centinaio di metri e per la realizzazione di oggetti di uso comune come specchi, rasoi, pesi e ornamenti.

Il problema del rame, tuttavia, sono le sue scarse proprietà:

  • E’ un metallo morbido, tanto da poter essere lavorato anche senza essere scaldato;
  • Si piega facilmente ma si spezza con più difficoltà: questo non lo rende un materiale ideale per ottenere una lama che mantiene l’affilatura anche dopo diversi utilizzi;

Una lama di rame, quindi, tenderà a piegarsi man mano che la si usa e perderà facilmente il filo. Nel caso dell’ascia di Ötzi, la malleabilità della lama è mitigata dalla sua lunghezza ristretta e dalla forma compatta, ma diversi segni di usura hanno resistito per millenni.

L' ascia di Ötzi
L’ ascia di Ötzi

L’ascia di Ötzi aveva bisogno di una manutenzione costante per mantenere la sua efficacia: doveva essere affilata di continuo, aveva bisogno di aggiustamenti nella forma dopo l’utilizzo contro superfici particolarmente dure e non costituiva ancora una valida alternativa ad alcuni strumenti di pietra, come dimostra il corredo litico dell’ uomo di Similaun.

Nonostante le scarse proprietà del rame, le asce di rame erano molto richieste nell’Età del bronzo: erano armi potenti, più leggere e meno fragili della pietra e rappresentavano uno status symbol, un’espressione dell’importanza rivestita all’interno della comunità d’appartenenza.

L’analisi dei capelli di Ötzi ha rilevato tracce di rame e arsenico, cosa che ha condotto gli esperti a speculare che fosse coinvolto attivamente nella fusione del rame, un’attività conosciuta e riservata a pochi “eletti”. E’ quindi bizzarro che l’assassino di Ötzi abbia lasciato un oggetto così prezioso e richiesto di fianco al cadavere: una delle ipotesi è che l’ascia della vittima avrebbe potuto incriminarlo agli occhi della comunità, costringendo l’assassino ad abbandonarla sul luogo del delitto.

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