denti – VitAntica https://www.vitantica.net Vita antica, preindustriale e primitiva Thu, 01 Feb 2024 15:10:35 +0000 it-IT hourly 1 Stuzzicadenti, l’origine della pulizia dentale https://www.vitantica.net/2019/02/18/stuzzicadenti-lorigine-della-pulizia-dentale/ https://www.vitantica.net/2019/02/18/stuzzicadenti-lorigine-della-pulizia-dentale/#respond Mon, 18 Feb 2019 00:10:48 +0000 https://www.vitantica.net/?p=3649 Lo stuzzicadenti è un bastoncino sottile di legno, plastica, bambù, metallo, osso o altro materiale, dotato di almeno un’ estremità appuntita da inserire tra i denti per rimuovere i detriti alimentari accumulati dopo un pasto.

Primo strumento per la pulizia dei denti

Utilizzato in tutte le culture del pianeta, lo stuzzicadenti non solo è uno dei più antichi strumenti per la pulizia dentale, ma precede l’arrivo dei primi umani moderni: secondo l’antropologa Christy G. Turner della Arizona State University, alcuni teschi di Neanderthal mostrano chiari segni di denti usurati dall’uso intensivo di stuzzicadenti.

Nel 1986, in Florida furono scoperti resti umani vecchi di 7.500 anni appartenuti ad antichi nativi americani; i teschi mostravano piccoli solchi tra i molari, indizio di un utilizzo costante di stuzzicadenti.

Stuzzicadenti giapponese. E' fatto in modo tale da essere spezzato facilmente dopo l'uso.
Stuzzicadenti giapponese. E’ fatto in modo tale da essere spezzato facilmente dopo l’uso.

Uno dei ricercatori coinvolti nella scoperta, Justin Martin della Concordia University Wisconsin, ha dichiarato: “Lo smalto sui denti è piuttosto duro, quindi devono aver usato stuzzicadenti in modo abbastanza intensivo e vigoroso per creare questi solchi”.

Sulle Alpi sono stati trovati piccoli stuzzicadenti metallici risalenti all’ Età del Bronzo, oggetti che segnano l’inizio di una tradizione di stuzzicadenti di metallo che proseguirà per molti secoli fino agli strumenti d’argento o d’oro utilizzati al XVII-XVIII secolo.

Materiali e usanze legate allo stuzzicadenti

Sin dai tempi antichi, uomini celebri e gente comune hanno usato gli stuzzicadenti per la pulizia quotidiana dei loro denti. Secondo la tradizione Agatocle, tiranno di Siracusa, morì nel 289 a.C. utilizzando uno stuzzicadenti imbevuto di veleno da un suo oppositore politico.

Nel 536 a.C. viene istituita in Cina una legge che prevede che tutti i soldati utilizzassero uno stuzzicadenti per la pulizia della bocca per evitare il sempre più diffuso problema dell’alito pesante. Gli stuzzicadenti cinesi erano generalmente realizzati con rametti di salice, cedro, pesco o bambù.

Stuzzicadenti in oro con perla risalente al XVI secolo
Stuzzicadenti in oro con perla risalente al XVI secolo

Greci e Romani tenevano particolarmente all’igiene orale e crearono stuzzicadenti sfruttando materiali differenti, in particolare le penne d’uccello. Secondo Plinio il Giovane, utilizzare una penna d’avvoltoio avrebbe provocato alitosi, ma usare l’aculeo di un porcospino non avrebbe provocato lo stesso problema.

Lo stuzzicadenti divenne così popolare da meritarsi libri come il The Tanhausers Court Manners del 1393, che avvertiva che utilizzare uno stuzzicadenti durante un pasto poteva essere interpretato come una grave offesa al galateo del tempo.

Erasmo da Rotterdam, nel suo De civilitate morum puerilium (“‘educazione civile dei bambini”) del 1530, spiega che:

“Occorre prendersi cura dei denti…Se qualcosa si attacca ai tuoi denti, devi rimuoverlo, non con un coltello, o con le unghie come fanno cani e gatti, e nemmeno con un fazzoletto, ma con uno stuzzicadenti, o un aculeo d’osso ottenuto dalle tibie di galli o galline”

Per lo stuzzicadenti moderno, piccolo e in legno, occorre attendere il XVI secolo. Le monache del monastero Mos-teiro de Lorvão di Coimbra iniziarono a produrre stuzzicadenti in legno dalla forma moderna per raschiare via la confettura appiccicosa che tendeva ad attaccarsi su mani e denti.

Lo stuzzicadenti d'oro di Carlo I
Lo stuzzicadenti d’oro di Carlo I

Carlo I d’Inghilterra possedeva uno stuzzicadenti d’oro dotato di custodia, un oggetto così prezioso per lui da tenerlo anche durante la sua prigionia nel corso delle Guerra Civile Inglese. Prima della sua esecuzione, donò lo stuzzicadenti d’oro alla sua guardia per ringraziarlo del trattamento ricevuto.

Bastoncini da denti: datun e miswak

La nascita dello stuzzicadenti è quasi certamente legata ai “bastoncini da masticare” (miswak o datun) utilizzati ancora oggi da molti popoli del mondo arabo per praticare un’elementare ma efficace pulizia dentale.

I bastoncini da masticare non sono altro che ramoscelli o radici di alcune piante che vengono masticati per ammorbidire un’estremità che, una volta ridotta a fibre sottili, sarà utilizzata come rudimentale ma efficace spazzolino da denti.

Generalmente i bastoncini da denti vengono realizzati utilizzando ramoscelli o radici di piante dall’elevato contenuto di tannini o ricche di composti antibatterici che possono giovare alla salute di gengive e denti.

Miswak
Miswak

I più antichi bastoncini da masticare sono stati scoperti in Medio oriente (3.500 a.C.) e in alcune tombe egizie risalenti a III millenni prima di Cristo. In Cina, la prima citazione documentata di questo strumento per l’igiene dentale risale al 1.600 a.C.

In Africa, i bastoncini da masticare vengono generalmente realizzati con rametti del Salvadora persica, un albero conosciuto anche come “albero-spazzolino”. Nel mondo islamico, lo stesso albero viene utilizzato per produrre i miswak, bastoncini dalle blande proprietà antimicrobiche utilizzati sia come spazzolino che come stuzzicadenti.

In Europa, questo tipo di strumento veniva generalmente realizzato con rametti prelevati da alberi come melo, pero, fico, nocciolo, salice, betulla, noce o liquirizia. La liquirizia (Glycyrrhiza glabra) è nota da millenni per le sue proprietà antinfiammatorie e protettrici delle mucose orali ed era spesso considerato un materiale di prima qualità per bastoncini da masticare.

The Strange History of the Toothpick: Neanderthal Tool, Deadly Weapon, and Luxury Possession
Who Invented the Toothpick?

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Otturazione del Neolitico https://www.vitantica.net/2017/09/04/otturazione-del-neolitico/ https://www.vitantica.net/2017/09/04/otturazione-del-neolitico/#respond Mon, 04 Sep 2017 08:20:45 +0000 https://www.vitantica.net/?p=124 I ricercatori del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste hanno scoperto nel 2012 ciò che potrebbe essere la prima otturazione odontoiatrica della storia nei resti di una mascella appartenuta ad un uomo del Neolitico.

La cura dei denti sembra essere una questione dalle radici millenarie: nel 2001, infatti, un team di archeologi scoprì in Pakistan le prove della trapanazione di denti su 11 individui vissuti tra i 9.000 e gli 8.000 anni fa. Queste trapanazioni, effettuate probabilmente con uno strumento dalla punta di selce, sembrano essere state eseguite per rimuovere la carie dai denti dei nostri antenati.

La scoperta di un’otturazione è invece la prima testimonianza del trattamento relativamente avanzato di un problema dentale. La mascella sarebbe appartenuta ad un uomo di 24-30 anni ed è stata scoperta oltre un secolo fa nei pressi di Lonche, Slovenia.

Otturazione neolitica
Residui della cera d'api usata come otturazione
Residui della cera d’api usata come otturazione

“La mascella è rimasta in un museo [di Trieste] per 101 anni senza che nessuno si accorgesse di qualcosa di strano” spiega Claudio Tuniz, ricercatore dell’ Istituto Veneto di Scienze. L’otturazione è stata notata al momento del test di una nuova apparecchiatura a raggi-X, durante il quale la mascella è stata utilizzata come soggetto per le riprese.

Le immagini hanno mostrato la presenza di materiale insolito in corrispondenza di un canino, materiale che riempiva perfettamente la cavità del dente proteggendo lo strato di dentina sottostante. La spettroscopia ad infrarossi ha identificato il materiale come cera d’api e la datazione al radiocarbonio sembra collocarlo intorno ai 6.500 anni fa.

E’ difficile confermare con certezza che la cera d’api trovata sul dente sia stata effettivamente collocata nella cavità per risolvere un problema dentale. I ricercatori credono tuttavia di poter escludere ogni altra ipotesi per via dell’accurato posizionamento della cera all’interno del dente.

“E’ sempre difficile avere un’idea chiara delle manipolazioni di ossa e denti” spiega David Frayer della University of Kansas. “Ma credo che i ricercatori abbiano portato i migliori argomenti possibili a sostegno dell’ipotesi della cera utilizzata come riempimento per i denti”.

Cera d' api
Celle di cera piena di miele
Cera d’api sigillante e propoli disinfettante

In effetti, la cera d’api sembra essere uno dei migliori materiali disponibili in natura per il riempimento di cavità dentali. “Il punto di fusione è basso, per cui si può sciogliere facilmente, ma si solidifica non appena si raffredda a temperatura ambiente”.

La cera d’api è un materiale ampiamente sfruttato nell’antichità per via delle sue proprietà sigillanti. Viene secreta da otto ghiandole presenti nella zona ventrale delle api solo quando la temperatura dell’ alveare è compresa tra i 33 e i 36°C e richiede agli insetti un enorme sacrificio in termini di energie: si calcola che per ottenere un solo chilogrammo di cera le api di una colonia debbano percorrere collettivamente circa 530.0000 km per la raccolta del polline.

In aggiunta, la cera d’api contiene miele e propoli, sostanze dalla proprietà antibatteriche e antinfiammatorie capaci di inibire la proliferazione della carie. Il propoli viene sfruttato dalle api come materiale sigillante per riempire piccole fessure all’interno dell’alveare, ma viene impiegato anche per evitare che parassiti e batteri possano prosperare all’interno della colonia.

“Ho utilizzato la cera d’api in un progetto sulla mummificazione, ed è risultata molto utile; è per questo che veniva utilizzata dagli imbalsamatori egizi” spiega Stephen Buckley, ricercatore della University of York.

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