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Pigmei africani

Pigmei

I pigmei sono un gruppo etnico diffuso in gran parte dell'Africa equatoriale. Sono di bassa statura (inferiore ai 150 cm) e caratterizzati da pelle scura, capelli crespi, naso schiacciato e cranio brachimorfo.

Il nome "pigmeo" deriva dal greco πυγμαῖος (pygmâios), che significa "alto un cubito": i Greci usavano questo termine per riferirsi a un leggendario popolo di nani che viveva in Egitto o in India, perennemente in guerra contro le cicogne (o le gru) che devastavano i loro campi.

"Pigmei" è un termine collettivo usato per indicare diversi popoli cacciatori-raccoglitori del bacino del Congo e di altre regioni dell'Africa centrale.
Il termine è considerato dispregiativo e quindi evitato da alcuni indigeni, ma allo stesso tempo viene utilizzato da altri come il nome più facile e conveniente per riferirsi a se stessi. I "Pigmei" si dividono in molti sottogruppi, ognuno dei quali costituisce un popolo a sé, tra questi ad esempio i Twa, gli Aka, i Baka, i Bambuti e gli Mbuti.

Dove vivono i Pigmei

I pigmei sono diffusi lungo gran parte della fascia tropico-equatoriale dell'Africa: Camerun, Repubblica Centrafricana, Gabon, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Uganda e Ruanda.

Si tratta di comunità composte da pochi individui; il numero totale dei pigmei africani si stima infatti inferiore a 250.000.

Pigmei

Spiegazioni proposte per la bassa statura dei pigmei

La spiegazione proposta dagli antropologi per la bassa statura dei pigmei è che si possa trattare di un adattamento ai livelli di luce ultravioletta della foresta pluviale in cui vivono. La bassa radiazione violetta limiterebbe la vitamina D prodotta dalla pelle, riducendo di conseguenza l'apporto di calcio dalla dieta; le ossa quindi si svilupperebbero di meno, riducendo le dimensioni dell'apparato scheletrico.

Altre spiegazioni sulla bassa statura dei pigmei coinvolgono lo scarso apporto di cibo, bassi livelli di calcio nel terreno, la necessità di muoversi velocemente nella giungla densa o l'adattamento al calore e all'umidità ambientale. Le analisi genetiche puntano alla scarsa espressione di un gene che codifica i recettori dell'ormone della crescita.

Storia dei Pigmei

Nell'antico Egitto i pigmei venivano descritti come "Danzatori degli Dei": è possibile che circa quattro millenni fa i pigmei vivessero in regioni molto più a nord di quelle che abitano oggi, forse fino al basso Nilo. In una lettera risalente all'Antico Regno, un faraone ringraziava un suo governatore, di nome Harkhuf, per avergli fatto dono di un "nano" proveniente dalla "terra degli spiriti", espressione che gli Egizi usavano per riferirsi ai territori a sud del Nilo.

Nell'arte romana, i pigmei della valle del Nilo sono spesso raffigurati in scene che coinvolgono una sessualità estrema. Alcuni affreschi con questo tipo di soggetti, rinvenuti a Pompei, sono oggi esposti al Museo archeologico nazionale di Napoli, mentre altre scene erotiche che coinvolgono i pigmei sono ancora visibili a Pompei, per esempio sul fianco di un triclinio nella casa dell'Efebo.

Pigmei

Cultura

I pigmei sono cacciatori-raccoglitori "nomadi stanziali", anche se alcuni gruppi stanno attraversando un periodo di transizione verso la sedentarietà; ogni popolazione (composta in genere di poche famiglie) si sposta ciclicamente da un accampamento all'altro, rimanendo comunque all'interno di un territorio circoscritto.

Gli uomini cacciano con arco e frecce avvelenate, e le donne si dedicano alla raccolta e alla pesca. Le prede tipiche dei pigmei sono scimmie, antilopi, gazzelle e piccoli elefanti.
Il loro stile di vita è in larga parte basato su una profonda conoscenza dell'ecosistema in cui vivono e sono celebri per la loro abilità nell'arrampicarsi sugli alberi. In caso di necessità praticano modesti scambi commerciali con i popoli vicini (per esempio con i bantu).

Il legame con le foreste, che costituiscono la base della loro sopravvivenza e un vero e proprio luogo di culto, è un elemento centrale della loro identità di popolo. Ogni gruppo ha una sua lingua distinta, ma tutti i gruppi linguistici hanno una parola che li accomuna e che dimostra la loro venerazione per la foresta pluviale: jengi, ovvero spirito della foresta.

Pigmei La casa tradizionale dei pigmei africani è una capanna di bambù e foglie, un rifugio temporaneo che serve a proteggerli dalla pioggia e dal vento in attesa di spostare nuovamente il campo del clan.

Le pratiche religiose dei pigmei sono incentrate sugli spiriti della foresta e su una particolare forma di metempsicosi, che prevede la trasmigrazione dell'anima di un defunto all'interno del corpo di un elefante.

I matrimoni tra pigmei sono di natura esogamica; per tenere un certo equilibri nel rapporto tra donne e uomini all'interno di ogni gruppo sociale, il gruppo che riceve una sposa è tenuto a concederne una a quello che la offre.

I pigmei ritengono che esista un dio supremo, Kvum (o Komba, in base al gruppo linguistico), il creatore e padrone di ogni cosa esistente sulla Terra. Kvum controlla ogni azione umana e ogni fenomeno del regno naturale. Secondo la mitologia di alcuni gruppi pigmei, il primo uomo e la prima donna, Ntaum e Rae, ebbero origine da due uova di tartaruga; secondo un'altra tradizione, il dio Kvum creò Ntaum e Rae soffiando in una noce di cola.

Problemi attuali

Uno dei principali problemi che i “Pigmei” devono affrontare è la mancanza di riconoscimento dei loro diritti territoriali. Secondo Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, finché questi diritti non verranno riconosciuti, gli estranei e lo Stato potranno continuare ad appropriarsi della loro terra, da cui dipendono per sopravvivere.

Molte comunità vengono sfrattate illegalmente nel nome della conservazione dell'ambiente. Nel Camerun sud-orientale, ad esempio, gran parte della terra ancestrale dei “Pigmei” Baka è stata trasformata in parchi nazionali oppure assegnata a società che organizzano safari di caccia.

“Un tempo, la foresta era per i Baka, ora non lo è più. Ci muovevamo nella foresta secondo i cicli stagionali, ma adesso abbiamo paura” ha raccontato a Survival un uomo Baka. “Come possono proibirci di andare nella foresta? Non sappiamo come vivere diversamente. Ci picchiano, ci uccidono e ci costringono a fuggire in Congo. ”

Nel Congo invece, l'etnia Bambuti è confinata con pochissimi mezzi sull'isola Idjwi all'interno del lago Kivu.

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Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Pigmei