Matthew Hopkins e il “The Discovery of Witches”

Matthew Hopkins e il "The Discovery of Witches"
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Quando si parla di stregoneria, sono due i principali eventi storici che vengono facilmente ricordati: la pubblicazione del Malleus Maleficarus, un testo intriso di superstizione e misoginia, e i processi per stregoneria di Salem.

I processi di Salem sono, in realtà, parte di una catena di eventi più ampia che coinvolse le colonie del New England e del Massachusetts. Ciò che accomuna questa serie di procedimenti giudiziari volti a determinare l’uso di magia nera da parte degli imputati è un testo pubblicato nel 1647 dal titolo “The Discovery of Witches“, il cui autore è ritenuto responsabile del 20% delle esecuzioni per stregoneria avvenute tra il XV e il XVII secolo in Inghilterra.

Matthew Hopkins, uno dei più celebri cacciatori di streghe della storia, svolse la sua attività contro la magia nera per soli 3 anni, ma fu un personaggio di enorme peso nei procedimenti giudiziari per stregoneria avvenuti nell’arco di oltre 50 anni.

Demoni e streghe

Nel 1599 Re Giacomo VI di Scozia scrisse una dissertazione filosofica sulla negromanzia contemporanea intitolandola “Daemonologie, In Forme of a Dialogue, Divided into three Books: By the High and Mighty Prince, James &c.“. L’opera includeva anche diversi studi di demonologia e magia nera, elencando informazioni sull’interazione tra demoni ed esseri umani e toccando anche figure mitologiche come vampiri e lupi mannari.

Re Giacomo non fu indotto a scrivere il “Daemonologie” spinto dalla sua passione per l’occulto, ma fu influenzato anche dallo svolgimento dei processi per stregoneria di North Berwick, iniziati nel 1590 e che culminarono con l’esecuzione di un celebre stregone nel 1591. Re Giacomo iniziò il suo libro affermando:

“La spaventosa abbondanza, in questo tempo e in questo paese, di questi detestabili schiavi del Demonio, streghe o incantatori, mi ha spinto (amato lettore) a pubblicare questo mio trattato per risolvere i dubbi sul fatto che questi assalti di Satana siano realmente praticati, e che sia necessario punirli severamente”.

Circa vent’anni dopo dalla pubblicazione del “Daemonologie” nacque Matthew Hopkins, figlio di un vicario puritano di Suffolk. Poco si conosce sulla sua infanzia e sulla sua educazione, ma sappiamo che rimase particolarmente colpito dai resoconti dei processi per stregoneria inglesi che si svolsero prima e dopo la sua nascita.

In giovane età Hopkins finì sotto l’ala protettrice di John Stearne, un cacciatore di streghe di Suffolk noto come “il pungolatore di streghe”. I due si incontrarono, secondo Hopkins, nel 1644 in occasione di un processo per stregoneria: Stearne aveva accusato di stregoneria 23 donne, e Hopkins fu scelto come assistente del cacciatore. Nel corso del processo 4 imputate morirono in prigione, mentre le rimanenti 19 furono trovate colpevoli e impiccate.

L’incontro tra Hopkins e Stearne culminò con la pubblicazione del “The Discovery of Witches“, un libro che influenzò enormemente la caccia alla streghe dei successivi 50-60 anni.

Cacciatori itineranti

Hopkins e Stearne iniziarono a viaggiare per l’ East Anglia con l’intento di eliminare streghe dal Suffolk, dall’Essex, dal Norfolk, dal Cambridgeshure e dall’Huntingdonshire, probabilmente muniti di salvacondotti che consentivano loro facili spostamenti tra le diverse contee coinvolte nella Guerra Civile Inglese.

Matthew Hopkins e il "The Discovery of Witches"

I due erano accompagnati da un seguito di donne e dichiaravano (senza ragione) di essere ufficiali del parlamento inviati con il preciso scopo di catturare e processare streghe. A spingerli non era la carità cristiana: i costi dei loro servizi servivano a coprire la compagnia e tre cavalli, e ammontavano a circa 20 scellini per città. In casi eccezionali i prezzi lievitavano enormemente: per la cittadina di Stowmarket furono richieste 23 sterline (l’equivalente di quasi 4.000 euro del 2020) più la copertura delle spese di viaggio.

Il Parlamento non era ignaro delle “gesta” di Hopkins e Stearne, soprattutto alla luce del fatto che la coppia impiegava metodi non convenzionali o non ufficialmente tollerati, come la tortura.

Il sistema di tortura preferito da Hopkins era la privazione del sonno: impedendo agli accusati di dormire per giorni interi, si tentava di sbriciolare ogni resistenza psicologica nei confronti degli accusatori, portando alla confessione di peccati o reati spesso mai commessi.

Stearne invece prediligeva il “pricking“: pungere con aghi o spilloni il corpo dell’accusato nel tentativo di provocare dolore o sanguinamento. Secondo le credenze popolari, chiunque non avesse provato dolore o non avesse sanguinato era di fatto invischiato nella magia nera.

In base alla stessa, assurda “logica”, una persona che non annega o galleggia dopo essere stata legata ad una sedia e immersa in acqua, deve essere considerata una strega: ha rinnegato il suo battesimo e di conseguenza dovrebbe essere respinta dall’acqua. Questo metodo fu abbandonato da Hopkins e Stearne nel 1645 a causa del fatto che era considerato illegale usare questo test senza il consenso dell’imputato.

I risultati di Hopkins

La coppia di cacciatori di streghe non fu esente da forti critiche fin dall’inizio del loro operato. Hopkins e Stearne furono interrogati per rispondere delle accuse di tortura e per chiarimenti sui prezzi che chiedevano per le loro prestazioni.

Al momento del loro ritiro, i due cacciatori di streghe avevano di certo accumulato una discreta fortuna: considerando che la retribuzione giornaliera di un agricoltore ammontava all’epoca a circa 6 pence, la base di 20 scellini richiesti ad ogni città equivaleva a circa un mese e mezzo di paga di un mezzadro.

Nel 1647 i due si ritirarono dall’attività, pubblicando nello stesso anno “The Discovery of Witches”, un libro che avrebbe costituito le basi per i processi di stregoneria nelle colonie nordamericane.

Il diretto operato di Hopkins e Stearne portò alla condanna per stregoneria di più persone rispetto ai precedenti 160 anni di caccia alle streghe. Si pensa che tra il 1644 e il 1647 Hopking sia stato coinvolto nell’esecuzione di oltre 100 donne accusate di stregoneria.

Matthew Hopkins – The Real Witch-Hunter
Matthew Hopkins
The Witch-finder General


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One Comment on “Matthew Hopkins e il “The Discovery of Witches””

  1. Quelle storie di certo non sfuggono all’ attenzione della nostra moderna malizia, intorno al gioco di molteplici interessi creati ad arte dai loro ingegnosi artefici.E poiche’ “ chi vive della lotta contro il nemico, ha interesse che questi rimanga in vita”
    ( Nietzsche), essa non si meraviglia, che queste “sacre”battaglie durassero per anni : perlomeno fino al punto di compromettere l’ ordine sociale e infastidire la suscettibilità’ delle gerarchie politiche.

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