Cosa mangiavano gli Egizi?

Cosa mangiavano gli Egizi
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Il cibo egizio era composto prevalentemente da alimenti come cereali, frutta e verdura. Tra i più consumati nella quotidianità c’erano pane, latte, oli vegetali, fagioli, olive, cipolle, aglio e datteri.

Questo non significa che gli Egizi non consumassero carne: pesce di fiume, carne di pollame o uccelli selvatici, bovini, capre e pecore erano relativamente comuni sulle tavole egizie, specialmente nelle diete di chi praticava lavori pesanti.

Operai edili e carne

L’analisi degli insediamenti destinati agli operai addetti alla costruzione delle piramidi ha mostrato una grande presenza di ossa animali appartenenti ad anatre, pecore, capre e maiali; ma le ossa più abbondanti sono quelle di bovini.

In un articolo di Alexander Stille pubblicato sullo Smithsonian Magazine nell’ottobre del 2015 si riporta che:

“[…] giudicando dai resti rinvenuti nel sito, [gli operai] mangiavano una gran quantità di manzo. Il bestiame veniva generalmente cresciuto in zone rurali e forse trasportato tramite barche verso gli insediamenti reali di Menfi e Giza, dove venivano macellati. I maiali, al contrario, venivano consumati prevalentemente da chi produceva cibo. Gli archeologi studiano il rapporto tra bovini e maiali come indicatore dell’ approvvigionamento di cibo degli operai da parte dell’autorità centrale”.

Gli operai che costruirono le piramidi consumavano carne in abbondanza, spesso anche quella riservata alle caste sociali più elevate della loro. La scoperta di ossa di ippopotamo, rami d’ulivo e denti di leopardo sembra confermare l’idea che questi lavoratori fossero trattati bene: si trattava di manodopera specializzata e particolarmente costosa.

Proteine animali nell’alimentazione egizia

Gli antichi Egizi mangiavano principalmente proteine provenienti da carne bovina, di pecora, di capra, di volatili e pesce. Il tipo di carne consumata era anche un indicatore dello status sociale d’appartenenza: le carni d’oca e di vitello erano considerate delizie riservate agli strati più alti della società egizia.

Il maiale veniva considerato meno utile di capre, pecore e bovini in uno stile di vita come quello egizio: non poteva essere allevato e trasportato su lunghe distanze e non è adatto alla pastorizia. Non forniva sottoprodotti alimentari come latte o cuoio e godeva di una pessima reputazione nella società egizia.

Anche se consumato in alcune regioni e periodi storici, il maiale veniva considerato un animale impuro associato al dio Seth. La carne di maiale era riservata principalmente a operai e macellai, e in alcuni contesti sociali il solo atto di toccare un maiale veniva visto come un gesto impuro.

Per quanto riguarda il pesce, alcune specie fluviali venivano pescate e consumate quotidianamente, mentre altre erano considerate intoccabili perché facenti parte del pantheon di creature care alle divinità egizie: il persico del Nilo (Lates niloticus), ad esempio, era venerato in alcune località perché legato al mito di Osiride e considerato sacro.

Pane e cereali
Pane e cereali nell'antico Egitto
Pane e cereali nell’antico Egitto

Gli operai addetti alla costruzione delle piramidi consumavano pane quotidianamente, come tutto il resto della popolazione egizia. Anche se circondati da una natura ostile e prevalentemente desertica, gli Egizi furono in grado di ricavare nicchie ecologiche adatte alla coltivazione dei cereali imparando a gestire l’irrigazione dei campi e le piene stagionali del Nilo.

Il pane veniva prodotto principalmente con farro o orzo. Sappiamo dalla documentazione dell’epoca che esistevano almeno 14 tipi di pane, da quelli non lievitati a pagnotte integrali non molto differenti da quelle moderne.

Le granaglie venivano tritate con macine di granito e gli impasti inseriti in stampi di pietra preriscaldati dalla forma circolare, conica o appuntita. Tra gli oggetti rinvenuti a Umm Mawagir (letteralmente “madre delle forme di pane”), un insediamento egizio fiorito nel deserto circa 3.500 anni fa, è stato trovato un doppio stampo per il pane del peso di circa mezza tonnellata.

Il pane egizio aveva un contenuto di glutine inferiore a quello moderno. Il glutine aiuta a produrre pane più soffice e a riempirlo d’aria; la scarsa presenza di glutine rendeva il pane egizio denso e pesante.

La lievitazione era un processo misterioso per gli Egizi. Non avendo familiarità con la chimica dei lieviti, ritenevano che il pane aumentasse di dimensioni grazie alla “magia”. L’impasto del pane, lasciato tradizionalmente riposare per una settimana, iniziava a fermentare grazie alla presenza in natura di lieviti selvatici.

Dato che il pane veniva preparato utilizzando utensili e macine di pietra, negli impasti venivano involontariamente introdotti micro-cristalli di quarzo, feldspato, mica e minerali ferrosi, frammenti litici che lasciano segni evidenti sulla dentatura dopo un consumo prolungato.

Frutta, verdura e legumi
Frutta, verdura e legumi nell'antico Egitto
Frutta, verdura e legumi nell’antico Egitto

La cipolla era una verdura dominante nell’alimentazione egizia: la sua struttura a strati rappresentava gli innumerevoli livelli dell’universo e la sua rilevanza simbolica era tale da essere utilizzata come simbolo sacro per pronunciare giuramenti solenni.

Anche se a Roma l’aglio veniva considerato un alimento adatto alle classi più povere, in Egitto era comune nella dieta di tutte le classi sociali. Uno schiavo poteva essere acquistato al costo di circa 7 kg di bulbi, e la riduzione della fornitura di aglio era una delle misure più comuni per controllare la popolazione.

Piselli, lenticchie e cetrioli erano altre verdure comuni nella dieta dell’antico Egitto. Il ravanello fece il suo ingresso nei pasti egizi circa 4.000 anni fa, spesso in compagnia di cipolla e aglio; secondo Erodoto, gli Egizi ritenevano che il ravanello fosse un potente afrodisiaco.

I meloni furono tra le prime colture egizie, insieme ad orzo, farro, legumi, uva, mandorle e datteri. Anche se sono nativi dell’Iran e della Turchia, i meloni furono raffigurati nelle tombe egizie fin dal 2.400 a.C. e vennero citati nella documentazione storica greca intorno al III secolo a.C.

Gli Egizi insaporivano le loro pietanze con sale marino, timo, maggiorana ed essenze estratte da frutta e noci, come le mandorle. Anche la liquirizia, considerata un afrodisiaco, era molto apprezzata nella cucina dell’antico Egitto: pare che il faraone Tutankhamon la consumasse prima di un incontro romantico con la consorte.

Nelle regioni meridionali dell’antico Egitto (la Nubia) ci sono prove che testimoniano la presenza di vaste coltivazioni di sorgo e datteri. I datteri furono probabilmente il tipo di frutta più consumato e diffuso, apprezzato per il suo elevato contenuto di zuccheri e proteine; venivano spesso utilizzati in sostituzione del miele per dolcificare le pietanze, o per produrre bevande fermentate.

Dolci e bevande

Dolci e bevande nell'antico Egitto

Le prime testimonianze documentali e artistiche di dolci nell’antico Egitto risalgono al 2.000 a.C.. Alcune raffigurazioni scoperte all’interno di tombe dell’ XI dinastia mostrano la realizzazione di dolciumi all’interno di templi allo scopo di creare offerte agli dei.

Circa 3.000 anni fa gli Egizi producevano caramelle composte da miele, erbe aromatiche, spezie e frutti acidi. Una torta molto comune veniva realizzata con miele e sesamo: all’interno della tomba di Pepionkh, risalente al 4.200 a.C., è stato trovato un esemplare di questo alimento, probabilmente il più antico pezzo di torta mai scoperto.

Uno dei dolci più comuni veniva realizzato utilizzando il cipero (Cyperus esculentus), un tubero commestibile che cresce in paludi e acquitrini. La ricetta dei dolci a base di cipero è stata trovata all’interno di un vaso d’argilla egizio risalente a circa 1.600 anni fa: dopo aver tritato il tubero in piccoli frammenti, si aggiungeva miele, spezie e pezzi di datteri prima di modellare il composto in piccole sfere.

Le bevande costituivano una parte importante nell’alimentazione. I più ricchi potevano permettersi di consumare vino in abbondanza, ma era la birra la stella di ogni pasto. Consumata di fatto da chiunque, la birra veniva prodotta utilizzando pagnotte parzialmente cotte di orzo sbriciolate in una mistura di acqua e orzo.

Le pagnotte servivano ad innescare l’attività dei lieviti necessari a produrre la birra. Trascorso il certo periodo di fermentazione, il composto veniva filtrato e, se necessario, speziato con fichi e datteri.

La birra egizia aveva un contenuto di alcol variabile, anche se la più comune conteneva l’ 8-9% di alcol. Si utilizzavano vasi differenti in base alla gradazione: i vasi rossi indicavano una gradazione alcolica standard, quelli neri erano destinati alla birra più potente, mentre i vasi di altro colore venivano impiegati per la birra aromatizzata.

Fonti per “Cosa mangiavano gli Egizi?”

Food and Drinks in Ancient Egypt
ANCIENT EGYPTIAN FOOD
What Did Ancient Egyptians Really Eat?
The Diet of the Ancient Egyptians


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One Comment on “Cosa mangiavano gli Egizi?”

  1. Bell’ articolo. A proposito dei bovini, viene facile paragonare ai coevi egizi i palafitticoli di Fiave’, per dedurne la superiorità’ dei primi.A Fiave’ sono stati trovate molte ossa di bovini giovani ma mai di adulti. Essi non erano,come fossero ancora al livello pastorale del neolitico più’ antico,in grado di reggere il complesso allevamento integrato stagionale dei bovini e pertanto non arrivavano a produrre massivamente il latte bovino,come i neolitici antichi, consumatori infatti prevalentemente del latte caprino e ovino.I geroglifici ci mostrano invece spesso scene di mungitura e perfino nelle pitture antiche di Tamanrasset,in Algeria,la vacca e’ rappresentata.
    Nonostante l’ assenza di ossa di polli, la gallina era gia’ arrivata in Egitto, proveniente pare dall’ India dravidica ( dal Paese di Punt?), perche’ geroglifici decantano poeticamente la meraviglia per questo uccello, che ogni giorno dona la vita, cioe’ le uova: dal che si dedurrebbe che solo a cio’ forse esse erano destinate.

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