Perché la noce moscata era così costosa in passato?

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La noce moscata fu a lungo considerata una delle spezie più pregiate del pianeta. La sua fragranza era estremamente ricercata e i prezzi d’acquisto furono per molto tempo fuori dalla portata dell’uomo comune; cosa portò questo seme ad essere così prezioso per le culture occidentali?

Noce moscata e macis

La noce moscata è il seme prodotto da un albero (Myristica fragrans) originario dell’Indonesia, in particolare delle isole Molucche. Non si tratta di un albero semplice da coltivare: il primo raccolto si ottiene solo dopo 7-9 anni dall’impianto, mentre la piena produzione si raggiunge dopo i 20 anni d’età.

Il frutto di quest’albero contiene un seme racchiuso in un endocarpo, una sorta di membrana che separa il seme dalla polpa esterna del frutto. Dal frutto del Myristica fragrans si ottiene la vera e propria noce moscata (il seme) e una spezia chiamata macis, costituita dall’endocarpo seccato.

La noce moscata acquisisce una fragranza particolare quando il seme essiccato viene tritato fino a ridurlo in polvere. Per essiccarlo, tradizionalmente si lasciava esposto alla luce solare per 6-8 settimane, periodo durante il quale la noce riduce la sua massa fino a “ballare” all’interno del guscio.

A questo punto il guscio viene frantumato per estrarre la noce, che avrà assunto una colorazione grigio-marrone, le dimensioni di 2-3 centimetri di lunghezza e un peso compreso tra i 5 e i 10 grammi.

Frutto di noce moscata.
Frutto di noce moscata.

Il macis, invece, si ottiene dall’endocarpo rosso che ricopre il guscio del seme di Myristica fragrans. Il suo sapore è più delicato, anche se molto simile a quello della noce moscata.

Per essiccare il macis, lo si esponeva al sole per 10-14 giorni: il suo colore cambiava gradualmente fino ad assumere tinte giallo-arancio pallide.

Uso della noce moscata e del macis

Per comprendere le ragioni che portarono la noce moscata e il macis ad essere spezie molto ricercate in Europa occorre considerare i molteplici utilizzi a cui erano destinate.

Anche se la noce moscata aveva prezzi proibitivi per la maggior parte delle persone comuni, entrò a far parte della tradizione culinaria dei più ricchi non appena fu introdotta nel Vecchio Continente.

La noce moscata non era solo un condimento pregiato, ma anche un ingrediente della farmacopea europea. La polvere di noce moscata o il suo olio essenziale venivano impiegati come anti-infiammatori e per il trattamento dei reumatismi; durante le epidemie di peste, inoltre, si riteneva che la noce moscata contribuisse a prevenire l’infezione.

La noce moscata fu utilizzata anche come sostanza psicoattiva per via del suo contenuto di miristicina. A piccole dosi, la spezia non produce alcun effetto psicotropo, ma in dosi più elevate può indurre delirio, allucinazioni, confusione, nausea, amnesia, convulsioni e palpitazioni. Gli effetti di questa intossicazione possono durante anche giorni interi e raggiungono il culmine diverse ore dopo l’assunzione.

Perchè la noce moscata era così costosa in passato?

Fino alla metà del XIX secolo, l’unica fonte di noce moscata al mondo furono le isole Banda, note anche come “Isole delle Spezie”. Queste isole, un gruppo di 11 affioramenti vulcanici nella regione orientale dell’Indonesia, furono per secoli le uniche località del pianeta in cui cresceva il Myristica fragrans.

Isole Banda
Isole Banda. Wikipedia

La difficoltà nel raggiungere le isole di Banda e il lunghissimo viaggio di ritorno fino all’Europa resero la noce moscata una delle spezie più costose in circolazione durante l’epoca medievale. La credenza che questa spezia contribuisse a proteggere dalla peste non fece altro che farne aumentare ulteriormente il prezzo durante i periodi di pestilenza.

Fino al 1200 il costo di mezzo chilogrammo di macis raggiungeva facilmente quello di un bue o una vacca. Un prezzario tedesco del 1393 indica che la stessa quantità di noce moscata costasse quanto 7 buoi grassi.

Una volta giunta a Venezia attraverso i bastimenti arabi, la noce moscata importata nel XV era rivenduta al resto d’Europa aumentando il prezzo d’acquisto di 4 volte.

La lotta per il monopolio della noce moscata

Per via del suo costo elevatissimo, il commercio della noce moscata veniva protetto ad ogni costo. I mercanti arabi che rifornivano Venezia della preziosa spezia  tennero segreta per secoli l’esatta posizione delle isole Banda per mantenere il monopolio della noce moscata.

Fu solo nel 1511, quando Afonso de Albuquerque conquistò Malacca, il centro asiatico del commercio di noce moscata, che gli Europei appresero dell’esistenza delle isole Banda. Il Portogallo inviò immediatamente una spedizione di tre navi verso le isole allo scopo di impadronirsi dell’unica fonte conosciuta di noce moscata e macis.

Afonso de Albuquerque
Afonso de Albuquerque. ResearchGate

Per molto tempo tuttavia nessun europeo riuscì a stabilire il monopolio del commercio di noce moscata. A partire 1621 la Compagnia Olandese delle Indie Orientali sterminò quasi totalmente la popolazione bandanese (non particolarmente collaborativa nell’assecondare gli affari olandesi), riducendo la popolazione delle isole a meno di 1.000 individui e costruendo fortini per proteggere i futuri bastimenti di spezia da e verso l’Europa.

Gli Inglesi, dal canto loro, cercarono di occupare pacificamente l’isola di Run promettendo protezione dalla violenza olandese in cambio di concessioni di sfruttamento della noce moscata. Le isole di Banda rimasero territorio conteso fino al 1667, quando con il Trattato di Breda gli Inglesi rinunciarono all’isola di Run in cambio di Manhattan, dall’altro capo del pianeta.

La produzione di noce moscata finì interamente nelle mani degli Olandesi, che iniziarono a spedire la spezia in grandi quantità verso l’Europa. Questo causò un calo di prezzi sconveniente per la Compagnia: non furono rari i casi di carichi di spezie gettati in mare per tentare di mantenere elevato il costo della noce moscata.

Nei primi anni del XIX secolo, gli Inglesi riuscirono ad ottenere temporaneamente il controllo delle isole Banda, contrabbandando semi del Myristica fragrans e terreno locale per trapiantarli in Sri Lanka, Penang e Singapore. Dopo i primi esperimenti di successo nella coltivazione dell’albero, la pianta sbarcò a Zanzibar e Grenada.

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