Cause di morte più comuni tra cacciatori-raccoglitori

Durante la caccia tutti devono fare la loro parte, compresi questi ragazzini Awa di ritorno da una battuta di caccia terminata con successo. Foto di Domenico Pugliese
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Tra i popoli tribali che conducono un’esistenza primitiva o semi-primitiva, uccide di più il leone o la malattia? Causa statisticamente più morti il morso di un serpente o l’attacco di un coccodrillo, oppure a rivelarsi fatali sono più spesso le attività quotidiane necessarie a procurare cibo per la comunità, gli agenti atmosferici o la violenza tra uomini?

E’ difficile determinare con precisione le cause di morte più comuni tre le comunità tribali moderne, ancora più difficile è determinarle per gli antichi cacciatori-raccoglitori.

Sappiamo, ad esempio, che i primi contatti tra una cultura primitiva o semi-primitiva e il mondo industrializzato, o più genericamente con una popolazione “aliena”, provoca quasi sempre la diffusione di malattie che tendono a decimare chi ha vissuto in isolamento per secoli o millenni.

Ciò che si è verificato nelle Americhe e nel Pacifico, nel presente e nel passato, è una palese dimostrazione dei rischi a cui va incontro un popolo tribale quando viene avvicinato per la prima volta dalla civiltà moderna.

Escludendo dalle cause di morte le malattie contratte dai primi contatti con il mondo industrializzato, quali sono le “normali” fonti di mortalità di un popolo tribale che segue uno stile di vita tradizionale?

Non esiste una statistica capillare sui popoli tribali primitivi o semi-primitivi moderni, ma solo dati relativi ad un ristrettissimo numero di comunità, informazioni raccolte grazie alla fatica di alcuni antropologi che hanno dedicato anni del loro lavoro allo studio approfondito dello stile di vita di queste culture.

Le statistiche più corpose riguardano principalmente quattro popoli: gli Aché del Paraguay, i !Kung del Kalahari, i Fayu di Papua e i Kaulong della Nuova Britannia. Per fare un confronto con i dati relativi alle cause di morte del mondo industrializzato, porterò come pietra di paragone ciò che sappiamo sulla mortalità negli Stati Uniti secondo il Center for Disease Control.

Cause di morte più comuni negli Stati Uniti (dati del CDC Report 2017)
  • Problemi cardiovascolari (23%)
  • Cancro (21%)
  • Incidenti (5,9%), che comprendono cadute accidentali, incidenti stradali e avvelenamenti accidentali
  • Problemi respiratori cronici (5,6%)
  • Infarto (5,18%)
  • Alzheimer (4,23%)
  • Diabete (2,9%)
  • Influenza e polmonite (1,88%)
  • Malattie renali (1,8%)
  • Suicidio (1,64%)
  • Setticemia (1,42%)
Aché del Paraguay

Aché del Paraguay

Tra gli Aché del Paraguay un’importante causa di morte è il morso di serpenti velenosi: rettili dal morso avvelenato causano circa il 14% delle morti legate ad incidenti tra uomini adulti, contro l’8% delle morti provocate dall’attacco di un giaguaro.

Il Paraguay ospita decine di specie di serpenti velenosi, tra le quali c’è il serpente corallo e svariate specie di crotalidi come il “testa di lancia”.

Un’altra importante causa di morte da incidente sono proprio i giaguari, insieme ai fulmini e alla perdita dell’orientamento nella foresta, condizioni che portano nella maggior parte dei casi all’ipotermia. Per quanto siano abili nella sopravvivenza all’interno del loro territorio tradizionale, anche per gli Aché è difficile accendere un fuoco in un ambiente umido come la foresta tropicale.

Altri elementi da non sottovalutare sono il crollo di alberi morti (motivo per cui gli Aché esaminano sempre gli alberi circostanti prima di accamparsi), cadute da alberi da frutto e infezioni causate da graffi e punture di insetti.

Le ferite d’ascia costituiscono un’altra importante causa di morte: gli scontri tribali non sono rari e l’arma principale d’offesa è l’ascia. Secondo le statistiche di Hill e Hurtado del 1996, prima del XX secolo il 55% delle morti tra gli Aché erano causate da omicidi.

Anche quando le armi non causavano direttamente il decesso, potevano provocare ferite in grado di infettarsi facilmente nel clima tropicale, o traumi interni difficilmente trattabili lontano da un ospedale.

!Kung del Kalahari

!Kung del Kalahari

Una delle maggiori cause di morte violenta tra !Kung sudafricani sono le frecce avvelenate scagliate da tribù rivali a seguito di sconfinamenti in territori di caccia limitrofi, una delle ragioni principali delle dispute territoriali.

Spesso tuttavia le frecce avvelenate sono le principali responsabili di morte per chi le fabbrica: il veleno utilizzato dai !Kung non ammette errori e una piccola ferita aperta a contatto con la tossina può causare il decesso in brevissimo tempo.

Una posizione rilevante tra le morti causate da incidenti è ricoperta da incendi, cadute dagli alberi e infezioni causate dal morso di grandi e piccoli animali. I !Kung non devono soltanto difendersi da grossi predatori come leoni, leopardi e iene (che, di fatto, causano “solo” 5 morti su mille), ma anche da grandi erbivori come elefanti, bufali e animali da preda più piccoli, per non contare gli insetti.

Come per altri popoli di cacciatori-raccoglitori, anche la perdita dell’orientamento, i fulmini e l’assideramento costituiscono rischi sempre in agguato. Per quanto sopravvivano in un territorio caldo (durante l’estate nel Kalahari si toccano facilmente i 40°C), il rischio di ipotermia è sempre dietro l’angolo anche nei luoghi che registrano le temperature diurne più elevate.

Fayu di Papua

Fayu di Papua

I Fayu vivono nelle pianure della provincia indonesiana di Papua e annoverano tra le principali cause di morte incendi e annegamento. L’isola di Nuova Guinea è percorsa da torrenti che, durante le abbondanti piogge stagionali, possono trasformarsi in pochissimo tempo in fiumi in piena dalla violenza straordinaria.

Vivendo nella foresta, anche i Fayu temono la caduta di alberi morti, un pericolo mai da sottovalutare in zone densamente boschive. Anche tra di loro, come in altre culture del mondo, insetti e parassiti causano numerosi decessi, senza contare serpenti, ragni e scorpioni.

I Fayu temono anche i coccodrilli, particolarmente aggressivi in Nuova Guinea, sia d’acqua dolce che marini, e l’attacco dei maiali selvatici, temibili se messi alle strette durante le battute di caccia (il maiale è una sorta di moneta per molto popoli guineani).

Le morti violente causate da scontri tribali ricoprono un ruolo importante: tra il 10% e il 20% dei decessi violenti è legato a faide e guerre tra clan.

Kaulong della Nuova Britannia

Kaulong della Nuova Britannia

Un’importante causa di morte per i Kaulong è la caduta di alberi morti, giusto a sottolineare quanto questo rischio venga spesso sottovalutato da noi occidentali ma costituisca un pericolo reale per chiunque viva nella foresta.

Cadute da alberi da frutto e annegamento sono letali quanto le ferite da ascia e coltello causate da scontri frequenti con tribù locali legati da dispute per il territorio o faide che possono durare intere generazioni.

Tra i Kaulong troviamo come rilevante causa di morte anche il cedimento di caverne sotterranee. Il sottosuolo della Nuova Britannia è percorso da innumerevoli gallerie e caverne laviche che possono cedere facilmente sotto il peso di un solo uomo, provocando cadute fatali o ferite debilitanti che hanno ripercussioni serie sulla vita futura del malcapitato.

Causes of Death: Hunter Gatherer versus Agrarian Societies
Dati relativi ai 4 popoli tribali citati: Il mondo fino a ieri, di Jared Diamond
CDC: Leading Causes of Death 2017


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2 Comments on “Cause di morte più comuni tra cacciatori-raccoglitori”

  1. Quelle morti da attacchi di animali vari e quelle da incidenti naturali di per sé non dimostrano con certezza un’ etiologia di causa-effetto con la condizione antropologica, bensì con il territorio.
    Per le cause mortis USA, distinguere fra cause vascolari in generale e infarto non è razionale, essendo quest’ ultimo un sotto-insieme di quelle. La demenza senile (Alzheimer) non è “tecnicamente” una causa finale di morte, bensì predisponente a varie cause mortis e statisticamente riducente la speranza di vita.

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