9 cose poco note su Thor, il dio del tuono

9 cose poco note su Thor, il dio del tuono
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Scrivo questo post in attesa di Avengers:Endgame, un film che ho atteso a lungo e che spero caldamente non riesca a deludermi. Vi prego di evitare ogni forma di spoiler almeno fino al 26 aprile.

Spero che la pellicola abbia un enorme successo: davvero, me lo auguro, sia per la quantità di ore che ho “investito” nel guardare ben 21 film prima di questo, epico finale, sia per il fatto che si tratta dell’unica saga cinematografica che veda come protagonista uno tra i miei supereroi preferiti di sempre: Thor, una delle divinità più celebri della mitologia norrena.

Sappiamo tutti che Thor è il dio del tuono, del fulmine, delle tempeste, della forza e di un’altra manciata di elementi naturali. Il figlio di Odino è anche il protettore dell’umanità intera e impugna un martello magico, Mjölnir, un’arma capace di radere al suolo intere montagne.

Thor era, come tutte le divinità di ogni religione del pianeta, il tentativo di dare un senso all’esistenza umana e a quella di tutta la materia che ci circonda, vivente e non.

E come ogni divinità norrena che si rispetti, la storia di Thor, come la sua origine e il suo destino, sono ricchi di retroscena e informazioni curiose.

I molti nomi di Thor

Thor è una divinità documentata fin dall’antica Roma: Tacito, nella sua opera Germania, associa Thor a Mercurio nel descrivere la religione degli Suebi (o Svevi), un popolo germanico proveniente dal Baltico.

Essendo una divinità comune in molte culture nordiche, Thor era conosciuto con almeno 15 nomi differenti. Giusto per citarne alcuni: in antico norreno era Þórr (ᚦᚢᚱ), ðunor in antico inglese, Donar in Germania, thunar tra i Sassoni.

L’origine di “Thursday” si deve proprio alla divinità nordica: “Thor’s day” (in proto-germanico Þonares dagaz) fu accostato al giovedì quando i popoli del Centro-Nord Europa iniziarono ad adottare il calendario settimanale romano.

Il nome di Thor divenne così comune in epoca vichinga da essere un prefisso (Thórr) abbastanza diffuso nei nomi di persona e di villaggi.

Mjölnir, un martello multiuso
A sinistra, Thor e Mjölnir sulla pietra di Altuna, in Svezia. A destra, una pietra runica con la raffigurazione del martello di Thor.
A sinistra, Thor e Mjölnir sulla pietra di Altuna, in Svezia. A destra, una pietra runica con la raffigurazione del martello di Thor.

Oltre ad alcuni aspetti tipici di una divinità, come un’immortalità di base, una forza sovrumana e la capacità di evocare fulmini e scatenare tempeste, una delle caratteristiche più note di Thor è la sua capacità di impugnare Mjölnir, un martello da guerra unico e straordinariamente potente.

Intorno al culto di Thor sorsero numerosi rituali magici incentrati su Mjölnir. Repliche più o meno stilizzate del martello divino venivano utilizzate in cerimonie religiose, matrimoni, nascite e funerali.

Piccoli Mjölnir erano comuni per benedire l’unione tra due persone, per propiziare una nascita senza complicazioni, per dare addio ai cari estinti o per favorire un raccolto abbondante.

Il martello simboleggiava la sconfitta dei giganti (incarnazione del male) da parte di Thor (il campione delle forze del bene) e rappresentava un amuleto multiuso largamente diffuso.

Non solo martelli magici

Thor non impugnava soltanto un martello. In una delle differenti versioni della divinità nordica, il figlio di Odino, chiamato Thunor, era in grado di scagliare saette contro le forze del male usando un’ ascia da battaglia.

Thor inoltre indossava altri oggetti dotati di proprietà magiche, tra i quali una cintura che raddoppiava la forza (Megingjarðar) e un paio di guanti magici che gli permettevano di recuperare Mjölnir dopo un lancio.

Come mezzo di locomozione, Thor non volava in modo spettacolare come il personaggio del Marvel Cinematic Universe: sfruttava un carro trainato da due capre, Tanngnjóstr e Tanngrisnir, di cui Thor si cibava durante i suoi viaggi perché avevano la straordinaria capacità di poter rinascere il giorno dopo, a patto di mantenere ossa e pelle intatte.

Un destino legato al Ragnarök

Nel poema Völuspá, una veggente (völva) narra la storia dell’universo a Odino. In questa storia, viene citata la morte di Thor: il figlio di Odino dovrà combattere contro il serpente Jörmungandr, una creatura marina di proporzioni colossali che verrà rilasciata durante il Ragnarök, una serie di eventi che segna la distruzione e la rinascita della Terra (Midgard).

Il serpente di Midgard ha fatto di recente la sua apparizione videoludica nel gioco God of War
Il serpente di Midgard ha fatto di recente la sua apparizione nel gioco God of War.

Thor riuscirà a sconfiggere il serpente di Midgard, ma avrà solo il tempo di nove passi prima di soccombere al veleno della bestia.

A quel punto, secondo la veggente il cielo diventerà nero, il fuoco avvolgerà la Terra, spariranno le stelle, si solleverà un gran vapore e il mondo verrà ricoperto d’acqua, per poi rinascere dalle sue ceneri, verde e fertile.

Divinità d’importazione?

La figura di Thor sembra somigliare ad alcune divinità centro-nordeuropee, come il celtico Taranis, ma anche ad alcuni personaggi mitologici orientali, come Indra, divinità induista dai capelli rossi che lanciava fulmini con la sua arma.

Indra era anche il creatore di tempeste, il portatore di pioggia, il regolatore del livello dei fiumi e il dio della guerra, celebrato per i suoi poteri e la sua capacità di abbattere il male.

I punti in comune con Indra del pantheon indiano non finiscono qui: anche questa divinità, come Thor, è destinata a combattere e sconfiggere un serpente/drago gigante, Vritra. Anche l’arma di Indra, come Mjölnir, è in grado di tornare tra le mani del suo proprietario.

L’arte del travestimento
A sinistra, disegno di Thor islandese risalente al XVIII secolo; a destra, statua di Thor a Stoccolma
A sinistra, disegno di Thor islandese risalente al XVIII secolo; a destra, statua di Thor a Stoccolma.

Thor è stato protagonista di innumerevoli leggende, alcune davvero bizzarre. Una delle più particolari vede il dio del tuono impegnato in un curioso tentativo di recuperare Mjölnir.

Il martello magico, sottratto dai giganti, era stato seppellito a oltre 10 km di profondità; sarebbe stato restituito solo nel caso Freya avesse accettato il matrimonio con Thrym, il re dei giganti.

Heimdall, il dio che vigila il ponte arcobaleno Bifrost che porta ad Asgard, suggerisce quindi questo piano d’azione: Thor, travestito da Freya, sarebbe entrato nella fortezza dei giganti in compagnia di Loki, travestito da servitrice.

Thrym accolse Thor e Loki con gentilezza, offrendo un ricco banchetto per celebrare le nozze che avrebbero celebrato il giorno seguente, ma Thor si tradì velocemente divorando un intero bue, otto salmoni e ogni altro cibo presente sulla tavola, bevendo interi barili di idromele.

I sospetti di Thrym vengono fugati dalla parlantina di Loki. Si giunge quindi al momento del matrimonio: quando Mjölnir viene offerto a Thor per benedire l’unione, il dio del tuono lo afferra e inizia a uccidere ogni singolo invitato, terminando velocemente la faccenda e liberandosi finalmente degli abiti femminili che indossava.

Sangue di gigante

Asgardiani e Giganti non sono mai andati molto d’accordo; strano, considerando che Thor è nipote di giganti. Odino infatti è mezzo-gigante: sua madre Jord (“Terra”) era una gigante purosangue.

Le entità di sangue misto non sono rare nella mitologia nordica: giganti ed Æsir (una delle due tribù di divinità, assieme ai Vanir, del pantheon nordico) intrattengono rapporti non solo come nemici, ma anche come amanti o semplici popoli differenti per cultura e scopi.

Quasi imbattibile

Thor non era imbattibile. Le leggende che lo riguardano lo vedono spesso vittima di tranelli tesi dai suoi nemici; la scarsità di astuzia veniva spesso colmata dalla sagacia di Loki.

Giant Skrymir and Thor, di Louis Huard (1813-1874)
Giant Skrymir and Thor, di Louis Huard (1813-1874)

Il dio del fulmine non era imbattibile nemmeno dal punto di vista fisico, anche se ben pochi potevano competere con lui. Lo Snorra Edda di Snorri Sturluson cita la leggenda di Thor e Utgarda-Loki (noto anche come Skrimir), uno jötnar (gigante) che sfida Thor ad una gara di forza e ad una competizione alcolica.

La prova di forza non va a buon fine, e nemmeno quella di bevute (leggi questo post per qualche dettaglio in più sulla storia). Thor, sconfitto e infuriato, dichiara che avrebbe battuto chiunque nella lotta (glima); Utgarda-Loki accetta la sfida offrendo come avversario Elli, la sua nutrice, che lo sconfigge più e più volte.

Sposato con Sif

Thor non era un guerriero divino solitario, ma aveva una compagna; contrariamente a quanto rappresentato nel Marvel Cinematic Universe, non si invaghì di una terrestre, ma faceva coppia con Sif, la dea della fertilità.

Thor e Sif vivevano insieme nel Thrudheim, un’enorme residenza di 540 stanze oltre ad essere la casa più grande di Asgard. I figli del dio del tuono, Trud e Modi, vivevano insieme al figlio adottivo di Thor, Ullr, e ad un figlio illegittimo di nome Magni, nato dall’unione del dio con la jötunn Jarnsaxa.

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