Documentario: Ishi, l’ultimo degli Yahi

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La storia di Ishi è il racconto dell’ ultimo sopravvissuto di una tribù di nativi americani Yahi, sterminata durante i genocidi californiani del XIX secolo.

Con la corsa all’oro californiana, i minatori portarono malattie come vaiolo e morbillo, contagiando la popolazione Yahi e Yana e riducendo il numero dei nativi; l’attività mineraria diminuì drasticamente le risorse naturali della regione, costringendo i sopravvissuti a cercare cibo altrove e ad entrare in conflitto con i coloni nordamericani.

Sulle tribù Yana e Yahi furono messe taglie che andavano da 50 centesimi per uno scalpo a 5 dollari per una testa. Nel 1865, i coloni attaccarono nuovamente gli Yahi durante il sonno: rimasero uccisi 40 individui, altri 33 riuscirono a fuggire ma circa la metà di loro fu catturata e trucidata dai mandriani locali.

Gli ultimi sopravvissuti, tra i quali Ishi e la sua famiglia, riuscirono a nascondersi nella natura selvaggia californiana per i successivi 44 anni.

Nel 1908, un gruppo di ispettori minerari attaccò un accampamento popolato da due uomini, una donna di mezza età e una più anziana: si trattava di Ishi, suo zio, sua sorella e la madre. Impossibilitata alla fuga per malattia, la madre di Ishi morì poco dopo, mentre dello zio e della sorella si persero le tracce.

Ishi fuggì per trovare rifugio nella natura selvaggia per oltre tre anni. Costretto dalla fame e completamente solo, il 29 agosto 1911 decise di avventurarsi nel mondo moderno all’età di 50 anni. Fu catturato a Oroville, California, e messo in custodia protettiva dallo sceriffo locale.

Poco dopo, i professori della University of California, Berkeley lo portarono nel loro centro di ricerca per studiarlo. Pian piano Ishi divenne un vero e proprio assistente nelle ricerche etniche dei professori, vivendo per anni in un appartamento sopra al museo di antropologia dell’università.

Ishi fornì preziosissime informazioni sullo stile di vita tradizionale di Yahi e Yana, tribù ormai tecnicamente estinte. Lavorò a lungo con il linguista Edward Sapir, ampliando e completando gli studi del ricercatore sui dialetti Yana.

Essendo privo di immunità dalle malattie comuni nel mondo civilizzato, Ishi era spesso malato. Delle sue cure si occupò Saxton T. Pope, professore di medicina che divenne velocemente grande amico di Ishi, imparando da lui a costruire archi secondo il metodo tradizionale Yahi e accompagnandolo spesso nelle sue battute di caccia.

Grazie agli insegnamenti di Ishi, Saxton Pope è ancora oggi considerato uno dei padri fondatori dell’arcieria moderna e della caccia con l’arco.

Ishi, morto di tubercolosi nel 1916, era un esperto nella scheggiatura della pietra. I resoconti sulla sua abilità sono considerati la “stele di Rosetta” della scheggiatura della pietra.

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