Agafia, l’eremita siberiana

Agafia, l'eremita siberiana
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Nella metà del XVII secolo il leader della Chiesa Ortodossa russa, il patriarca Nikon, introdusse una riforma radicale nella dottrina. Molti fedeli non furono in grado di accettare il cambiamento, definendosi “Vecchi Credenti”, e per sfuggire alle persecuzioni della Chiesa Ortodossa e, successivamente, del regime sovietico, si rifugiarono negli angoli più remoti della Siberia.

Nel 1978, un gruppo di geologi incontrò quasi per caso una famiglia di Vecchi Credenti che si era rifugiata nella Repubblica di Khakassia siberiana. La famiglia Lykov viveva come se non fossero passati oltre due secoli dalla riforma della dottrina ortodossa: indossavano vestiti intessuti a mano, usavano strumenti primitivi per le loro attività quotidiane, erano totalmente autosufficienti ed evitavano il contatto con il mondo esterno.

Agafia, che oggi ha più di 70 anni, è l’ultima sopravvissuta della famiglia Lykov dopo la morte del padre nel 1988. Vive a circa 240 km dalla città più vicina ed è uscita dal territorio a lei familiare solo sei volte in tutta la sua vita.

Agafia preferisce di gran lunga la dura esistenza nella taiga rispetto allo stile di vita cittadino, ma nel 2014, rimasta sola a condurre la piccola fattoria in cui abita, si decise a scrivere una lettera a tutti i Vecchi Credenti sparsi per il mondo per chiedere aiuto. Nel gennaio 2016, Agafia è stata trasportata in elicottero all’ospedale più vicino a causa di un dolore acuto alle gambe.

Da circa due anni Agafia viene aiutata da Georgy Danilov, 53 anni, un Vecchio Credente che ha risposto alla richiesta di aiuto della donna. Georgy svolge i lavori più pesanti, come spaccare la legna, portare l’acqua dal fiume o scavare nel giardino.

Agafia vede Georgy come un apprendista e pretende assoluta obbedienza, spesso entrando in contrasto con il suo aiutante. Nonostante gli attriti, fino ad ora la convivenza ha funzionato e Agafia continua a condurre la sua vita nella taiga siberiana.

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