Il coltello multiuso degli amanuensi medievali

Coltello da amanuense scoperto in Polonia
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Scrivere un libro o copiare un testo antico era una faccenda piuttosto complicata nel Medioevo: produrre e riempire una pagina era un processo che richiedeva innumerevoli ore-lavoro e gli errori di trascrizione erano sempre in agguato.

Tutto partiva dalla pergamena, una superficie relativamente delicata che doveva essere preparata con attenzione e maneggiata con cura; a complicare il tutto c’erano gli inchiostri, talvolta basati su componenti tossici (come il solfato di mercurio per il rosso) e che andavano sempre dosati con cura e fissati per evitare che creassero macchie o penetrassero troppo profondamente all’interno delle fibre che componevano la pagina.

Il lavoro di copiatura era reso ancora più difficile dall’assenza di due strumenti che oggi diamo per scontati: la matita e la gomma per cancellare. Un amanuense non poteva permettersi il lusso di commettere errori, ma le sviste erano sempre dietro l’angolo, specialmente quando i copisti non si servivano di un leggio ma appoggiavano sulle ginocchia il volume da trascrivere.

Come si poteva rimediare ad uno sbaglio quando l’inchiostro stava già facendo presa sulla pergamena?

Il coltello multiuso dei copisti

La soluzione dei copisti medievali fu semplice e brutale: usare un coltello affilato per raschiare la pergamena e rimuovere l’inchiostro.

I coltelli degli amanuensi sono scoperte rare ma di recente ne è stato rinvenuto uno nel castello di Pasym, Polonia, un oggetto a doppia lama realizzato probabilmente tra l’ VIII e il IX secolo.

Gli archeologi dell’ Università di Varsavia hanno scoperto questo raro coltello da amanuense durante gli scavi condotti nell’insediamento fortificato di Pasym, nel distretto di Szczycień.

Il coltello, lungo poco meno di 10 centimetri, è dotato di due lame: la prima è lunga 42 millimetri mentre la seconda 27 mm.

“Nessun oggetto simile è mai stato scoperto in Polonia fino ad ora” sostiene Sławomir Wadyl, direttore degli scavi. “La ricerca di artefatti simili ci ha condotto sulle isole britanniche, dove i coltelli circolari sono tipici di questo periodo”.

Taglio, correzioni e cancellazioni

I ricercatori ritengono che le due lame di precisione fossero utilizzare per raschiare le fibre delle pergamene allo scopo di rimuovere l’inchiostro in corrispondenza di errori di trascrizione.

“Sappiamo che coltelli dotati di una varietà di lame accompagnavano ogni passo della creazione di un manoscritto: erano usati per tagliare la pergamena, per tracciare linee, per controllare la forma delle lettere e per cancellare errori“.

Scriptorium e copisti

“Sembra che in origine fossero utilizzati dai copisti” continua Wadyl, “ma col tempo si sono probabilmente adattati ad altri utilizzi che richiedevano precisione e in cui le possibilità offerte da coltelli dotati di due lame sono le benvenute. Potrebbero quindi essere stati impiegati anche per lavorare la pelle, il legno o l’osso”.

I coltelli degli amanuensi venivano utilizzati anche per appuntire le penne d’oca o i calami, operazione che doveva essere ripetuta fino a 60 volte nell’arco di una giornata.

Il duro lavoro dell’amanuense

Riassumendo brevemente e in modo generico il procedimento che portava alla realizzazione della pagina di un libro, si partiva dal fabbricante di pergamena, che creava le pagine lavorando la pelle di vitello, montone o capretto immergendola inizialmente in un bagno di calce, poi raschiandola accuratamente per eliminare residui organici indesiderati, infine sbiancando la superficie dei fogli con gesso o talco.

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La pergamena giungeva quindi in uno scriptorium, dove i novizi si occupavano di tagliare e lisciare i fogli, tracciare le linee orizzontali parallele (di solito 26) che avrebbero guidato il copista e definire gli spazi destinati alle miniature.

Il tavolo di un copista era inizialmente una semplice superficie orizzontale, ma col tempo venne dotato di un leggio e di un piano inclinato.

Il resto del tavolo era occupato dagli strumenti d’uso comune: il calamaio, alcune penne d’oca (o di altri grossi volatili), uno stilo generalmente dotato di una punta in piombo usato per tracciare le righe e i margini, un righello, un coltello e una serie di pietre pomici per fissare l’inchiostro sulla pergamena o per lisciare la superficie del foglio dopo la raschiatura degli errori con il coltello.

Unique knife of an early medieval scribe discovered in Pasym

Opificium Librorum (Fabbrica del Libro)


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