Come si preparano all’inverno gli animali?

Sopravvivenza animali inverno
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La domanda potrà apparire banale: tutti sappiamo che alcuni animali vanno in letargo mentre altri si spostano in cerca di climi più caldi; la realtà è come sempre più articolata, bizzarra e interessante.

Alcune strategie per la sopravvivenza invernale nate nel regno animale si sono rivelate così efficaci da essere imitate per migliaia di anni anche dall’essere umano:

  • Migrazione: durante la fase da cacciatore-raccoglitore, l’uomo tendeva a compiere regolari spostamenti stagionali per rendere più semplice la vita durante l’inverno;
  • Adattamento: le risorse alimentari invernali sono differenti da quelle estive e generalmente più scarse. I nostri antenati furono costretti quindi a cambiare la loro dieta in base alla stagione;
  • Scorte di cibo: l’accumulo di provviste durante le stagioni più calde consente di superare l’inverno continuando a mantenere la propria dieta, primaverile o estiva

Altre strategie per superare l’inverno sono invece direttamente connesse alla fisiologia di alcuni animali e difficilmente replicabili dall’ uomo: l’organismo umano non è “cablato” per il letargo o la diapausa e per ovvie ragioni non può sopravvivere nel minuscolo ecosistema che si sviluppa tra lo strato nevoso e il terreno.

Adattamento fisico e comportamentale
 pelliccia estiva e invernale
Differenza tra pelliccia estiva e invernale dell’ermellino

Per sopravvivere all’inverno, molti animali si adattano alle condizioni climatiche stagionali modificando la loro dieta o utilizzando altre strategie: alcuni accumulano riserve di grasso o sviluppano una spessa pelliccia per far fronte alle basse temperature invernali, altri invece cambiano totalmente le loro abitudini alimentari basando la loro dieta sulle scarse risorse disponibili; altri ancora modificano le loro tecniche di caccia o cambiano il colore del manto per camuffarsi meglio nell’ambiente che li circonda.

Gli animali che rimangono attivi durante l’inverno sono spesso forniti di sistemi di conservazione del calore: alcuni uccelli e mammiferi sono dotati di un meccanismo interno che riduce il sangue diretto verso le estremità allo scopo di diminuire il calore disperso.

Più ci si sposta verso Nord, più la pelliccia invernale di molti mammiferi tende ad allungarsi e a disporsi a strati isolanti di diversa lunghezza che trattengono l’aria riscaldata dal calore corporeo, limitando il rischio di ipotermia.

Come l’essere umano, l’arrivo dell’inverno costringe molto animali che non vanno in letargo a svolgere alcune opere di ristrutturazione della loro tana invernale: alcuni scavano nuove camere sotterranee specificamente progettate per mantenere stabile la temperatura, altri riempiono le loro residenze di materiali isolanti come muschio o foglie.

Migrazione invernale

Animali migratori inverno

Quando la temperatura inizia ad abbassarsi e i primi segni del gelo invernale fanno la loro comparsa, alcuni animali decidono di intraprendere una migrazione nella speranza di raggiungere climi più caldi dove trascorrere i mesi invernali, talvolta superando ostacoli potenzialmente letali e superando enormi distanze.

Molti uccelli sono noti per le loro migrazioni, come il rondone maggiore (Tachymarptis melba) che trova una compagna e si riproduce in Svizzera durante l’estate per poi migrare verso l’Africa occidentale prima che sopraggiunga l’inverno.

Una delle migrazioni più spettacolari è invece quella della farfalla monarca nordamericana (Danaus plexippus): durante la migrazione che precede l’inverno, oltre 14 milioni di farfalle monarca migrano verso una piccola valle messicana a 3.000 metri di altitudine per trascorrere l’inverno lontane dai rigori invernali del Nord America.

Tra gli animali migratori ci sono innumerevoli specie di insetti, pesci, uccelli e mammiferi. I grandi mammiferi del Serengeti compiono regolarmente una migrazione stagionale in cerca di pascoli verdi e climi meno torridi: ogni anno, quasi 2 milioni di gnu si spostano in massa accompagnati da centinaia di migliaia di gazzelle, antilopi e zebre.

Nascondersi sotto la neve

subnivium invernale

Animali ed esseri umani nativi delle regioni temperate notarono velocemente che la neve non è soltanto un ostacolo, ma può essere sfruttata per convivere con la durezza del gelo invernale: la neve può essere utilizzata per realizzare uno strato isolante, come dimostrano gli igloo degli Inuit canadesi.

In natura, tra la neve e il terreno sottostante esiste in realtà un vero e proprio ecosistema chiamato subnivium in cui sopravvivono o prosperano invertebrati, piccoli mammiferi e addirittura animali a sangue freddo come alcuni rettili e anfibi.

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Il subnivium è un microclima relativamente caldo e isolato tutt’altro che immobile: oltre ai piccoli animali che vanno il letargo o in ibernazione, decine e decine di altre specie cacciano e socializzano in questo ambiente protetto dal gelo invernale.

Alcuni predatori invernali di taglia media o piccola come i gufi o le volpi possono percepire il movimento dei piccoli mammiferi che si spostano nel subnivium, mentre l’ermellino caccia attivamente penetrando in questo ecosistema e seguendo le tracce odorose lasciate dalle sue prede.

Antigelo naturale
rana lignea antigelo invernale
Rana sylvatica. Photo by Drew R. Davis.

La rana lignea (Rana sylvatica) è comune in tutta l’ America settentrionale. Le sottospecie dell’ Alaska devono tuttavia affrontare temperature molto più rigide delle loro cugine che vivono più a Sud, specialmente durante l’inverno quando il termometro rimane quasi costantemente sotto i -20°C.

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Anche se le rane lignee si rifugiano in buchi nel terreno o nel subnivium per superare all’inverno, spesso questa strategia non è sufficiente per sopravvivere al gelo dell’Alaska: le rane lignee sono quindi costrette ad utilizzare urea e glucosio per creare una sorta di antigelo naturale che consente a questi anfibi di sopravvivere fino alla primavera anche se il 65% della loro acqua corporea dovesse congelare.

Fare provviste
Scoiattolo rosso e scoiattolo grigio nordamericano (Sciurus carolinensis)

Questa strategia è di solito adottata da tutti gli animali che non entrano in uno stato di quiescenza, ma che sopravvivono grazie a fonti di cibo non più disponibili durante l’inverno.

L’esempio perfetto di questa strategia di sopravvivenza all’inverno è lo scoiattolo: questo animale non è capace di digerire la cellulosa e si è quindi adattato a nutrirsi principalmente di proteine, carboidrati e grassi contenuti in ghiande, noci, funghi, bacche e frutta, alimenti non disponibili durante la stagione più fredda. Non andando in letargo, lo scoiattolo deve quindi fare provviste di cibo nei mesi temperati per poter superare l’inverno.

Vita latente

ghiro in letargo

Lo stato di vita latente è una condizione in cui un animale riduce al minimo ogni processo metabolico allo scopo di preservare energie. La vita latente si presenta sotto varie forme, dal sonno profondo e ininterrotto lungo mesi interi fino all’ibernazione dei vertebrati a sangue freddo.

Il letargo, tipico dei mammiferi, prevede l’immobilità quasi totale e nessuna assunzione di cibo o liquidi. Il battito cardiaco si riduce fino a 1-2 pulsazioni al minuto, il grasso corporeo viene utilizzato per rifornire l’organismo di nutrienti e liquidi e il metabolismo rallenta ad una frazione del suo ritmo normale.

In base alla specie d’appartenenza, l’animale in letargo può rimanere immerso in un sonno profondo per tutto l’arco dell’inverno oppure svegliarsi a intervalli irregolari per poi tornare a dormire (come l’ orso bruno).

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L’ ibernazionesvernamento è invece un meccanismo spesso sfruttato dai vertebrati a sangue freddo come rettili, anfibi e pesci. Non si tratta di un sonno profondo, ma di un intorpidimento duraturo dovuto all’abbassamento della temperatura corporea.

Nel mondo degli insetti è comune la diapausa, una specie di letargo tipica anche di alcune specie di crostacei e lumache. Durante la diapausa l’animale non si alimenta e rimane in assoluta immobilità, una condizione simile alla quiescenza dei mammiferi ma in cui l’organismo blocca ogni tipo di crescita cellulare.

Letargo e Vita Latente

Eight ways that animals survive the winter


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