I Guanci erano di origine nordafricana (e in parte europea)

Guanches. Image credit: Gran Enciclopedia Virtual de las Islas Canarias.
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Le Isole Canarie sono oggi un’ ambita meta turistica visitata ogni anno da migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Prima della loro riscoperta avvenuta nel XIII secolo queste isole atlantiche ospitavano un popolo affascinante e misterioso definito dai primi esploratori europei come Guanci (in spagnolo, Guanches).

Sui Guanci non abbiamo molte informazioni se non quelle ottenute tramite l’antica letteratura relativa all’ esplorazione delle coste Africane e alcuni siti archeologici su La Palma, Gran Canaria, Tenerife e Lanzarote.

Conosciamo alcuni aspetti della loro cultura, della loro religione e della tecnologia a loro disposizione, ma altri elementi della loro vita quotidiana sono ancora oscuri, a partire dalla loro precisa provenienza: da dove sono partiti i Guanci per raggiungere le Canarie?

L’arrivo dei Guanci alle Canarie

La storia delle Canarie e dei Guanci che hanno popolato l’isola fino alla loro “estinzione castigliana” del XV secolo è abbastanza particolare. Circa 5000 anni fa, giunsero sulle isole i primi coloni provenienti dall’ Africa settentrionale e forse anche dall’ Europa; dopo circa tre millenni si verificò un’altra migrazione proveniente dal Nordafrica e una fusione con la popolazione della prima ondata migratoria, generando il sistema di sottoculture che i primi Europei definirono genericamente “Guanches”.

Plinio il Vecchio cita la scoperta delle Canarie già nel I secolo d.C. ed è possibile che gli esploratori del tempo fossero a conoscenza dell’intera composizione dell’arcipelago dato che Fenici e Cartaginesi avevano messo piede sulle isole qualche secolo prima. Dopo il IV d.C. secolo tuttavia molte informazioni sulle Canarie sembrano sparire e le poche esistenti erano spesso considerate ai limiti tra realtà e fantasia.

I Guanci vivevano in grotte come questa sull'isola di Gran Canaria
I Guanci vivevano in grotte come questa sull’isola di Gran Canaria

Bisogna attendere il XIII secolo per la riscoperta dell’esistenza delle Canarie e le prime informazioni sul contatto con gli indigeni che le abitavano. Circa 50 anni dopo l’arrivo delle prime spedizioni genovesi e portoghesi, Nicoloso da Recco e Angelino Corbizzi esplorarono l’intero arcipelago e rivelano al mondo l’ esistenza dei Guanci.

Grazie alle descrizioni del tempo relative alle popolazioni indigene delle Canarie abbiamo alcune informazioni sul loro stile di vita e sulla loro cultura, ma nessuna delle fonti storiche può chiarire il mistero sulla loro origine.

Il DNA dei Guanci

Il dottor Linus Girdland-Flink della Liverpool John Moores University e i suoi colleghi della Stockholm University sono convinti di aver trovato la risposta al mistero: analizzando campioni di DNA prelevati da resti ossei di indigeni Guanci rivenuti su Gran Canaria e Tenerife hanno scoperto che il corredo genetico dei Guanci ha origine parzialmente europee e in maggior parte nordafricane, con uno stretto rapporto con le popolazioni berbere.

Uno degli individui presi in esame sembra avere un profilo genetico simile a quello dei cacciatori-raccoglitori d’Europa, suggerendo che le isole possano essere state visitate da esploratori europei ben prima della loro riscoperta medievale.

“Questo tipo di profilo genetico fu introdotto in Europa dall’ Anatolia con la migrazione degli agricoltori durante l’espansione neolitica di circa 7.000 anni fa” spiega Anders Götherström, co-autore della ricerca. “Altre popolazioni nordafricane hanno proporzioni variabili di questo profilo genetico ma non è ancora chiaro come e quando si sia diffuso nell’ Africa settentrionale”.

Pelicar, uno dei capitribù Guanci di Tenerife
Statua commemorativa di Pelicar, uno dei capitribù (menceyes) Guanci di Tenerife venduto come schiavo dopo la conquista castigliana
Gli Europei incontrano i Guanci

Al primo incontro, gli Europei descrissero i Guanci come una popolazione primitiva che sfruttava esclusivamente le materie prime disponibili sulle isole (legno, osso e pietra) e senza alcuna conoscenza della metallurgia. Indossavano abiti di pelle o fibre vegetali e ornamenti di legno, pietra, conchiglia o ceramica e si dipingevano il corpo con pigmenti derivati da piante o minerali locali.

Anche la loro tecnologia bellica era fondamentalmente primitiva: asce di pietra levigata, armi di ossidiana, lance e giavellotti con punte di pietra; sembra utilizzassero anche gli scudi, di dimensioni variabili in base all’isola di appartenenza.

La società Guanci sopravviveva grazie alla flora locale e alla fauna ittica e terrestre delle isole. Un alimento di prima necessità, molto comune anche in Nordafrica, era una farina a base di chicchi d’orzo prematuri e arrostiti chiamata gofio. Per quanto non sappiamo molto sulla loro religione, ogni isola aveva una credenza basata su un essere supremo (Achamán a Tenerife, Acoran a Gran Canaria, Eraoranhan a Hierro e Abora a La Palma) e da una vasta gamma di spiriti, demoni ed entità più o meno benevole.

Una pianta delle Canarie importante per i Guanci e successivamente per gli Europei fu l’ albero del drago (Dracaena draco), oggi simbolo vegetale dell’isola di Tenerife. Quando si incide la corteccia o le foglie dell’albero del drago fuoriesce una resina che si ossida al contatto con l’aria assumendo una colorazione rossastra, sostanza nota come “sangue di drago”: questa resina era impiegata dai Guanci nella mummificazione dei cadaveri e fu introdotta in Europa a partire dal XV secolo e utilizzata nell’alchimia del Vecchio Continente.

Ancient DNA Study Confirms North African Origin of Guanches


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