Come trovare l’acqua osservando territorio, piante e animali

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I nostri antenati, migrando da regioni ricche di vegetazione verso piane desertiche, savane e zone che non presentavano sorgenti d’acqua naturale (o seguendo il percorso opposto), escogitarono una serie di stratagemmi e ingegnose invenzioni per trovare l’acqua e ottenerla dove non sgorga o fluisce naturalmente dal terreno.

Trovare acqua: indizi dal territorio

L’ambiente che ci circonda spesso offre indizi sulla possibilità di trovare acqua corrente o nel sottosuolo. Le valli o aree pianeggianti vicino a catene montuose tendono ad accumulare nel sottosuolo l’acqua che precipita a valle. Fessure nella roccia possono inoltre contenere conche naturali in cui si raccoglie l’acqua piovana.

L’osservazione dall’alto, anche solo a qualche metro d’altezza rispetto al livello del suolo, cambia completamente la prospettiva e facilita il compito di individuazione di aree verdi o fangose e di corsi o specchi d’acqua prima completamente invisibili.

Fango o terra umida

Il fango è un indicatore della presenza di acqua nel sottosuolo: l’acqua che penetra il terreno finisce per incontrare una zona di saturazione e accumularsi più o meno in superficie. Per ottenere acqua è di solito sufficiente scavare un buco profondo 30-40 cm, attendere che si riempia e filtrare il liquido ottenuto prima di berlo.

Se si sospetta che una macchia di vegetazione possa contenere acqua nel terreno ma non ci sono segni di fango o forte umidità superficiale, occorrerà probabilmente scavare più a fondo.

Acqua da ghiaccio e neve

Ghiaccio e neve sono ovvie sorgenti d’acqua, ben visibili da lontano, ma richiedono qualche precauzione prima di essere consumati: l’acqua ottenuta dallo scioglimento di ghiaccio e neve non deve essere bevuta quando è ancora gelata, perché contribuirebbe all’abbassamento della temperatura corporea esponendo al rischio di ipotermia; è inoltre consigliato filtrarla prima di scaldarla e consumarla.

Rugiada

Un prato che risplende all’alba ha buone probabilità di ospitare milioni di gocce di rugiada sulle piante che lo popolano. Un panno avvolto sugli stinchi vi farà accumulare circa un bicchiere d’acqua potabile nello spazio di uno o due chilometri assorbendo la rugiada mentre camminate.

Dune di sabbia

La dune di sabbia lungo la costa possono ospitare sotto di loro una riserva d’acqua piovana o di condensazione. E’ sufficiente scavare un buco di circa 50-100 centimetri dietro l’ultima duna prima della costa e attendere che si riempia d’acqua.

Se l’acqua risulta salata, il buco è probabilmente troppo profondo, o troppo vicino al mare. Questo metodo funziona per qualsiasi specchio d’acqua piccolo o grande, salato o dolce.

Letti di fiumi

Quando ci si imbatte nel letto asciutto di un fiume, è possibile che ci sia ancora acqua dolce immagazzinata nel sottosuolo. E’ necessario localizzare la chiazza di vegetazione più promettente lungo le sponde del letto fluviale e iniziare a scavare fino a quando il buco non inizia a riempirsi lentamente di acqua torbida.

Se non c’è sufficiente vegetazione per determinare la presenza di una possibile riserva d’acqua sotterranea, osservare il terreno e la forma del letto: è più probabile trovare acqua nelle zone di terreno più scuro, lungo le curve o in corrispondenza di depressioni del letto fluviale.

 

Uso degli animali per trovare acqua

Il comportamento di alcuni animali può indicare la presenza di acqua dolce nelle immediate vicinanze o a distanze non troppo remote. Le api, ad esempio, hanno bisogno d’acqua per sopravvivere; le vespe necessitano di fango e acqua per costruire i loro alveari. I piccioni e molti altri animali che si nutrono di sementi hanno bisogno di rimanere in prossimità di sorgenti, pozze o specchi d’acqua.

trovare l'acqua grazie agli animali

Api e vespe vivono vicino all’acqua

Trovare un alveare di api o un nido di vespe è un buon indicatore della presenza di acqua nelle vicinanze, dato che tendono a vivere a non più di 3-4 chilometri di distanza da sorgenti d’acqua fresca.

Considerando che un’ape percorre un chilometro in circa dieci minuti, non si tratta di una distanza insuperabile per un insetto così piccolo e non lo sarà nemmeno per un essere umano.

Zanzare: acqua potabile o imbevibile

Le zanzare hanno bisogno d’acqua per completare il loro ciclo vitale, ma non sono un indicatore certo di acqua potabile o dolce nelle vicinanze.

Le uova vengono deposte nell’acqua stagnante o su piante acquatiche, ma ogni specie di zanzara sembra avere una preferenza per il tipo di acqua: alcune preferiscono paludi, altre laghi, altre ancora invece si accontentano anche di una pozzanghera temporanea. Alcune specie, infine, prediligono l’acqua piovana che si accumula nei tronchi cavi degli alberi.

Formiche: piccole riserve d’acqua tra gli alberi

Molte specie di formiche hanno bisogno d’acqua per sopravvivere. Se notate una colonna di formiche scomparire in una cavità tra le radici di un albero, ci sono buone possibilità che sotto si nasconda una piccola riserva d’acqua fresca.

Questo genere di riserve sono abbastanza comuni nelle aree più secche del pianeta e occorre soltanto una cannuccia improvvisata per prelevarle. Queste piccole riserve d’acqua potrebbero non dissetare completamente un essere umano, ma in condizioni di estrema necessità un solo sorso d’acqua può fare la differenza tra la vita e la morte.

Uccelli: osservare lo stile di volo

Molti uccelli come i passeri e i piccioni selvatici sono indicatori affidabili di sorgenti d’acqua. I piccioni ad esempio tendono a spendere tutta la giornata a mangiare semi e granaglie per poi ingozzarsi d’acqua al tramonto, prima di volare nei loro nidi per riposare.

Il loro stile di volo può indicare la direzione della sorgente d’acqua: se volano bassi e veloci si stanno probabilmente dirigendo verso l’acqua, ma se volano di albero in albero con apparente calma, stanno tornando dalla sorgente: sono gonfi d’acqua, stanchi per la giornata e non riescono a mantenersi in volo per molto tempo.

Gli uccelli predatori, invece, ottengono il loro fabbisogno d’acqua dalle prede che cacciano e non sono buoni indicatori della presenza di acqua.

Mammiferi: dipendenti dall’acqua

Quasi tutti i mammiferi conosciuti hanno bisogno di bere a intervalli regolari e frequenti per mantenersi idratati (e in vita), che siano predatori o prede poco importa.

Alcune specie di mammiferi possono resistere senza acqua per lunghi periodi e percorrere distanze notevoli nel deserto limitando il consumo di liquidi; altre invece non si allontanano mai dalla sorgente d’acqua che sfruttano per bere, lavarsi, socializzare o cacciare.

I cinghiali tendono a tornare sempre alla stessa sorgente d’acqua all’alba o al tramonto, seguendo percorsi che spesso diventano piste battute e facilmente individuabili. Lo stesso comportamento si riscontra in altri mammiferi, grandi e piccoli.

Mai affidarsi ai rettili per trovare acqua

Molti dei rettili conosciuti possono sopravvivere a lungo senza assumere una sola goccia d’acqua e non sono indicatori sicuri di acqua dolce nelle vicinanze, a meno che non si tratti di animali palesemente acquatici o semi-acquatici come coccodrilli o tartarughe acquatiche. Le loro riserve di liquidi sono ripristinate quasi totalmente dalla rugiada mattutina e all’acqua spremuta dalle loro prede.

 

Trovare l’acqua grazie alle piante

Molti alberi contengono sufficiente linfa potabile nei loro tronchi e radici da poter facilmente coprire il fabbisogno d’acqua giornaliero di un essere umano. Alcune specie tuttavia producono linfa zuccherina che tende a diventare imbevibile se non consumata dopo 24-48 ore, a meno che non la si lavori per produrre sciroppi o bevande fermentate; altre, invece, secernono un lattice non commestibile (spesso di colore bianco) irritante o velenoso.

trovare l'acqua grazie alle piante

Piante dalla linfa colorata o densa: niente acqua potabile

Se la linfa di una pianta risulta bianca, colorata o troppa densa dovrebbe essere considerata velenosa e spesso anche irritante per la pelle e le mucose: può causare brutte infiammazioni, piaghe della pelle, o cecità se entrasse in contatto con gli occhi.

Per determinare la commestibilità di una pianta sconosciuta in situazioni di emergenza, utilizzare il Test di Commestibilità spiegato in questo post.

Assaggiare la linfa

In presenza di linfa priva di colore e con una densità simile a quella dell’acqua, occorre assaggiarne una goccia: se il liquido è quasi del tutto insapore può essere considerato potenzialmente sicuro da bere, anche se è indicato condurre ugualmente un test di commestibilità prima di consumarlo.

Muschio: acqua sicura da bere

Il muschio (come lo sfagno, molto comune nelle torbiere) è una spugna naturale e accumula acqua in grandi quantità. Basta strizzare un segmento di muschio rimosso dal terreno per ottenere acqua potabile, anche se dal colore fangoso e dal sapore forse non molto appetibile.

Il muschio contiene sostanze antisettiche che inibiscono la formazione di batteri, funghi e muffe nocivi, anche se non garantisce l’assenza di ogni potenziale patogeno conosciuto nell’acqua che contiene.

Tifa (o stiancia)

La tifa è una pianta che ha bisogno di grandi quantità d’acqua per sopravvivere: vive generalmente in prossimità o (più spesso) totalmente immersa da acqua stagnante o a flusso lento, profonda da 20-30 cm a 1 metro.

Bambù: una riserva d’acqua in ogni segmento

Il bambù è un’erba che ha bisogno di grandi quantità d’acqua per prosperare e svilupparsi al meglio. Le sezioni che compongono il fusto di uno stelo vivo di bambù sono spesso camere piene d’acqua potabile attinta dal terreno.

Cocco: acqua lassativa

La palma da cocco cresce di solito in ambienti con piogge regolari ed elevata umidità. Ogni noce contiene da 100 a 250 ml di acqua di cocco ricca di potassio (che alla lunga può causare disturbi anche seri), povera in calorie e con un blando effetto lassativo che peggiora più la si consuma.

Ranuncolo strisciante (Ranunculus repens)

Il ranuncolo strisciante è una pianta molto comune in Europa, Asia e Africa settentrionale e predilige ambienti umidi frequentemente inondati o sponde di fossati o stagni.

Concordia (Dactylorhiza maculata)

Pianta erbacea diffusa sui rilievi europei e in Asia settentrionale, cresce generalmente in prati umidi con riserve d’acqua nel sottosuolo o vicino a ruscelli.

Salcerella (Lythrumstrongalicaria)

Pianta erbacea perenne molto comune in Europa in luoghi umidi o in prossimità di corsi d’acqua.

Salice

Il href=”https://www.vitantica.net/2017/09/05/il-salice/”>salice è una pianta largamente diffusa in tutte le zone temperate e fredde dell’emisfero settentrionale. Trova il suo ambiente ideale nelle zone molto umide o nei pressi dei corsi d’acqua ed è possibile sfruttarlo per ottenere una linfa zuccherina dal gusto molto gradevole.

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3 Comments on “Come trovare l’acqua osservando territorio, piante e animali”

  1. L’annoso problema della ricerca dell’acqua è più complicato oggi che secoli…fà perchè oggi l’umanità o chi ne fa le veci non considera più anzi direi che osteggia proprio gli antichi strumenti di ricerca quali la rabdomanzia con bacchette di metallo di legno ecc…e la radiestesia che con il pendolo sono in grado di determinarne pure profondità portata e natura del fluido sotterraneo. Finchè si trattava di scovare giacimenti di preziosi o petrolio tutto era lecito e normale, oggi se ti azzardi a parlarne ti guardano come fossi un folle: questa è la realtà delle cose in questa società che si allontana sempre più dalla comprensione dell’universo e delle sue infinite sfaccettature.
    Buona vita
    Max

    1. Concordo pienamente… ci aspettano tempi bui e difficili dove sopravviverà quelli che hanno ancora un qualche residuo di conoscenza ancestrale. I cellulari non ci salveranno, anzi…

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