Il più antico amo da pesca

amo di conchiglia
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Gli archeologi della Australian National University hanno scoperto nel 2011 le più antiche prove di pesca d’alto mare nella preistoria, dimostrando che circa 20.000 anni fa i nostri antenati praticavano a pesca d’altura, riuscendo a catturare tonni e altri grossi pesci.

Il team della professoressa Sue O’Connor ha scoperto anche il più antico amo da pesca mai recuperato all’interno della caverna di Jerimalai, a Timor Est. Dalle dimensioni e dal livello di tecnologia dell’artefatto si deduce che circa 20-30.000 anni fa gli antichi pescatori disponessero di conoscenze avanzate di marineria, tali da renderli capaci di pescare in alto mare.

“Abbiamo scoperto un amo da pesca, realizzato con una conchiglia, datato tra i 23.000 e i 16.000 anni fa. Credo che questo sia l’esempio più antico di un amo da pesca, e mostra che i nostri antenati erano esperti nel realizzare artefatti quanto nella pesca. L’amo non sembra adatto a pesci pelagici, ma è possibile che siano stati realizzati altri tipi di ami in quel periodo”.

Pescatori preistorici

Gli esseri umani del Pleistocene avrebbero raggiunto l’ Australia almeno 50.000 anni fa (e causando l’estinzione della megafauna australiana in circa 10.000 anni), per cui non è una grossa novità che potessero solcare i mari per coprire lunghe distanze; sappiamo anche che iniziarono a raccogliere conchiglie e crostacei in acque basse almeno 100.000 anni fa. Fino ad ora, tuttavia, i più antichi esempi di attrezzatura da pesca risalivano a non oltre 12.000 anni fa e l’amo più antico mai recuperato (prima di quello di Timor Est) pare abbia circa 5.500 anni.

“Il sito che abbiamo studiato riportava oltre 38.000 ossa di pesce da 2.843 esemplari diversi datati a oltre 22.000 anni fa” spiega O’Connor. Tra i 23 taxa totali ci sono anche tonni e pesci pappagallo, specie che vivono in alto mare.

Collezione di ami da pesca

Collezione di ami da pesca

Non è il primo sito di pesca contenente un numero impressionante di ossa di pesce: nelle Caverne di Blombos in Sud Africa sono stati trovati resti di pesci risalenti a 140-150.000 anni fa, tutti appartenenti a specie che vivono in acque basse, la cui cattura richiede un livello di tecnologia meno progredito di quello osservato a Timor Est.

“Il sito di Timor Est ci ha mostrato che i primi esseri umani moderni dell Sud-Est Asiatico erano eccellenti marinai. Erano esperti nel catturare tipi di pesce abbastanza difficili da prendere ancora oggi, come i tonni. E’ una scoperta molto affascinante”.

“Non è chiaro quale metodo di pesca utilizzassero gli occupanti di Jerimalai per catturare pesci pelagici o d’acque basse. Ma il tonno può essere pescato col cianciolo o con le reti, oppure utilizzando ami. Si possono anche utilizzare semplici strumenti di aggregazione del pesce, come tronchi d’albero attaccati ad un cavo. Per cui potevano essere presi con le reti o con gli ami. In entrambi i casi sembra ormai certo che queste persone utilizzassero una tecnologia decisamente sofisticata per la pesca d’alto mare”.

Secondo Sandra Bowler, della University of Western Australia, le abilità degli antichi abitanti di Timor Est erano quelle di una complessa cultura della pesca ben consolidata. “Non c’è nulla del genere nel mondo” aggiunge Ian McNiven, della Monash University di Melbourne. “Forse questo è il crogiuolo della pesca”.

Questo non significa tuttavia che Timor Est sia stato il punto d’origine della pesca. Oltre 40.000 anni fa, il livello del mare era inferiore di 60-70 metri rispetto ad oggi, ed è probabile che siano andati sommersi molti altri importanti centri di pesca del Pleistocene.

Gli ami da pesca realizzati in conchiglia sono probabilmente i più simili nella forma agli ami moderni, ma la loro realizzazione è tutt’altro che semplice, specialmente se si hanno a disposizione solo strumenti primitivi come un trapano ad arco.


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