Coracle, antica imbarcazione fluviale

Coracle, antica imbarcazione fluviale
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La storia delle imbarcazioni fluviali è ricca di esempi di ingegno: sapersi adattare con i materiali a disposizione era una virtù fondamentale nell’antichità, a maggior ragione quando l’adattabilità poteva fare la differenza tra la vita e la morte.

Anche se la canoa a scafo monossilo è un’ imbarcazione non troppo complessa da realizzare, resistente e adatta all’uso fluviale, in realtà non è il natante più facile e veloce da costruire: è necessario un duro lavoro di scavo, lavoro che può essere mitigato dall’uso del fuoco ma che in ogni caso richiede una buona dose di pazienza.

Un’imbarcazione più semplice e veloce da realizzare è il coracle: anche se meno stabile e resistente di un solido tronco di legno scavato con cura, garantisce il galleggiamento e una certa manovrabilità anche in acque molto basse.

L’origine del coracle

“Coracle” è un termine che deriva dalla parola gallese cwrwgl, presente nella documentazione storica inglese fin dal XVI secolo. Abbiamo tuttavia la certezza che questo genere di imbarcazione sia stato utilizzato per millenni dagli abitanti delle isole britanniche.

In Scozia sono stati ritrovati resti di imbarcazioni molto simili ai coracle inglesi del XVI secolo e databili alla prima Età del Bronzo. Queste imbarcazioni non erano impiegate esclusivamente per lo spostamento lungo corsi fluviali, ma anche per la pesca: coppie di coracle si dedicavano alla cattura di pesci d’acqua dolce distendendo una rete che veniva tenuta saldamente con una mano, mentre la mano libera veniva impiegata per manovrare un remo.

Le più antiche istruzioni per la realizzazione di un coracle è contenuta in una tavoletta cuneiforme mesopotamica risalente a circa 4.000 anni fa: le istruzioni fanno riferimento alla costruzione di un quffa (noto come “coracle iracheno”) ordinata da Enki ad Atra-Hasis per salvare l’uomo dal Grande Diluvio.

Coracle indiano usato presso le cascate di Hogenakkal
Coracle indiano usato presso le cascate di Hogenakkal

Anche gli indiani realizzavano coracle, più bassi e larghi di quelli inglesi, fin dall’epoca preistorica. Ancora oggi sulle cascate di Hogenakkal si usano coracle larghi da 2 a 3 metri per trasportare turisti o per la pesca di fauna ittica d’acqua dolce.

La struttura del coracle

La struttura tipica di un coracle europeo è costituita da un reticolo di rami di salice tenuti insieme da corteccia estratta dallo stesso albero. Il telaio viene quindi ricoperto da pelle animale, tradizionalmente cuoio bovino, rivestita da catrame di conifere o di betulla.

I coracle di origine orientale hanno un telaio di bambù, materiale ideale per flessibilità e resistenza, e sono anch’essi rivestiti di pelle e impermeabilizzati tramite l’uso di resina o di olio di cocco.

Le strisce di betulla (o frassino) che formano il telaio, lunghe mediamente 2-2,5 metri, vengono immerse in acqua per circa una settimana prima del loro utilizzo, per aumentarne la flessibilità.

Le bull boat nordamericane, un mix di tecnologia nativa ed europea, avevano un telaio di ossa di bisonte (Lewis e Clark descrivono un coracle dal telaio composto da 15 costole di bisonte) e una copertura impermeabilizzata di pelle estratta dallo stesso animale.

Il coracle ha una forma arrotondata, spesso tondeggiante o ovale, che ricorda quella di un guscio di noce. Il fondo dell’imbarcazione è piatto e fornisce allo scafo un pescaggio molto limitato, spesso di soli pochi centimetri rispetto alla superficie dell’acqua.

Coracle antico custodito al Field Museum of Natural History, Chicago
Coracle antico custodito al Field Museum of Natural History, Chicago

Ogni coracle viene costruito specificamente per le condizioni fluviali che dovrà affrontare. Ad esempio, i coracle costruiti per affrontare il fiume gallese Teifi hanno un fondo piatto adatto ad affrontare rapide; quelli realizzati per il fiume Tywi, invece, sono più tondeggianti e profondi.

Il design del coracle rende l’imbarcazione poco stabile rispetto ad una canoa. Dato che “siede” sulla superficie dell’acqua invece di solcarla, il coracle può essere spostato facilmente dalle correnti o dal vento e tende ad inclinarsi sulla base degli spostamenti del centro di massa del suo contenuto.

Uso del coracle

I coracle sono imbarcazioni perfette per la pesca in acque basse: disturbano poco la superficie se manovrati da un esperto e possono facilmente essere orientati con un braccio solo, lasciando libera una mano che verrà impiegata per gestire una rete da pesca o impugnare una lancia.

Il coracle può essere facilmente trasportato sulla terraferma da una persona sola, caricandolo sulle spalle o sopra la testa. La trasportabilità è un aspetto molto importante, dato che la maggior parte dei coracle sono di dimensioni tali da poter ospitare solo un occupante (anche se in India non è raro che coracle di 2,5 metri di diametro riescano a trasportare fino a otto persone).

I quffa che ancora oggi percorrono il Tigri o l’Eufrate, usati da almeno 3.000 anni e per nulla differenti in quanto a struttura da quelli europei, possono raggiungere il diametro di 5,5 metri e trasportare fino a 4-5 tonnellate di carico.

Un coracle pesa generalmente tra i 15 e i 20 kg, caratteristica che rendeva queste imbarcazioni un mezzo di trasporto ideale per i viaggi solitari di cacciatori di pelli ed esploratori.

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Coracle
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