Trasporti e spostamenti nell’antico Egitto

Trasporti e spostamenti nell'antico Egitto
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Gli antichi Egizi non amavano particolarmente viaggiare verso terre straniere. Il Nordafrica non è una regione che consente facili spostamenti per terra o per mare, ma le necessità commerciali, amministrative e militari costringevano a muoversi da Nord a Sud, principalmente seguendo il lungo percorso del Nilo.

La maggior parte degli spostamenti via terra o Nilo avvenivano su distanze inferiori ai 90 km. Il 17% dei viaggi erano inferiori ai 260 km mentre il 13% superiori e principalmente effettuati da rappresentanti del governo centrale in viaggio verso località straniere o province lontane, o membri dell’esercito impegnati in qualche campagna militare.

Uno spostamento via terra richiedeva mediamente una giornata di viaggio nel deserto per percorrere 30 km, mentre il viaggio fluviale consentiva spostamenti più rapidi: era possibile coprire 40-70 km al giorno lungo il Nilo a patto che le condizioni fossero favorevoli.

Le vie di trasporto utilizzati dagli Egizi erano subordinate a due fattori fondamentali: facilità di spostamento e pericolosità del tragitto. Tutto il mondo antico, salvo rare eccezioni, era popolato da bande di predoni che pattugliavano le rotte commerciali più battute in attesa di un carico prezioso o facilmente rivendibile sui mercati del regno.

Viaggiare in compagnia riduceva il rischio di essere attaccati. Le carovane che si muovevano via terra potevano contare decine o centinaia di persone per ridurre al minimo la pericolosità del viaggio.

Anche se il governo centrale condusse diverse spedizioni per contrastare l’attività dei predoni del deserto e i pirati che solcavano il Nilo, fu quasi impossibile eliminare totalmente il brigantaggio e ogni spostamento comportava un fattore di rischio non indifferente.

Gli spostamenti fluviali

Egitto trasporto fluviale

Viaggiare sul Nilo era un metodo di spostamento molto comune: consentiva di trasportare grossi carichi lungo distanze considerevoli. La gente comune costruiva piccole zattere di papiro per effettuare spostamenti brevi come il trasporto di merce verso il mercato, ma per le spedizioni commerciali più significative era necessario servirsi di vere e proprie imbarcazioni in grado di resistere alle correnti e di immagazzinare grossi carichi.

Il Nilo era certamente più sicuro del mare aperto, ma lasciava esposte le piccole imbarcazioni all’attacco di ippopotami e coccodrilli, oltre che alle imboscate dei pirati fluviali che sfruttavano banchi di sabbia nascosti e insenature per tendere agguati ai bastimenti più proficui.

Lungo il tratto meridionale del Nilo era difficile perdere la strada: si poteva viaggiare solo verso Nord o verso Sud. Ma in prossimità del delta la navigazione era resa più complessa dell’intricata rete di canali naturali che costituivano la foce del fiume. In questo caso era talvolta più semplice viaggiare per terra, specialmente se condotti da una guida locale.

Gli spostamenti via terra

Egitto spostamento via terra

Lo scriba Ankhsheshonq consigliava di camminare sempre in compagnia di un bastone da viaggio, sia come aiuto per attraversare le zone più impervie o sabbiose, sia come ultima arma di difesa contro eventuali aggressori.

Per evitare di dover camminare per decine di chilometri portando in spalla o sulla testa carichi pesanti, si usavano spesso bestie da soma come asini e muli, non propriamente mansueti anche se largamente utilizzati specialmente nel caso di trasporto di merci.

Sotto i Ramessidi, il tempio di Amon ospitava nelle sue proprietà oltre 11 milioni di asini e muli; per quanto riguarda i cammelli, erano ben noti agli Egizi ma non abbiamo alcuna traccia scritta del loro impiego come mezzo di trasporto comune ad eccezione di quelli usati dagli stranieri, come le popolazioni arabe provenienti da Oriente.

Il viaggio via terra non era semplice: l’assenza di strade ben definite e pavimentate e la mancanza di riferimenti spaziali rendeva complessa la navigazione nel deserto, anche se molti dei villaggi egizi erano raggiungibili in una giornata di cammino.

Nei punti in cui c’era la possibilità di perdere la direzione, gli Egizi costruirono dei “segnaposti”, dei tumuli di pietra per indicare la distanza percorsa e il giusto percorso per raggiungere la propria destinazione.

Mappe poco affidabili
Mappa di papiro custodita al Museo Egizio di Torino e risalente al 1160 a.C.
Mappa di papiro custodita al Museo Egizio di Torino e risalente al 1160 a.C.

Le mappe disponibili all’epoca non erano ciò che definiremmo oggi come “mappa”. I principi della cartografia erano noti anche nell’ antico Egitto, ma le mappe non rappresentavano una vera e propria rete stradale ma un insieme di itinerari con punti di riferimento vaghi e proporzioni inadeguate a descrivere con precisione le distanze di viaggio.

Dopotutto, in un deserto roccioso e sabbioso in cui il territorio può cambiare da un giorno all’altro, segnare punti di riferimento lascia il tempo che trova.

In Egitto esistevano vere e proprie strade, anche se la maggior parte di esse era sostanzialmente un piccolo canale scavato nel terreno; spesso l’utilizzo delle strade meglio manutenute era tassato e la maggior parte degli spostamenti compiuti dalla gente comune avveniva su sentieri poco battuti o in aree che mutavano spesso d’aspetto. Anche il traffico commerciale era soggetto a tassazione, sia quello condotto sul Nilo sia quello via terra.

Come si orientavano gli antichi Egizi? Bene o male sfruttavano le stesse nozioni impiegate dai navigatori del Mediterraneo: Sole, Luna e stelle. Il viaggio notturno per terra aveva due vantaggi: evitare il caldo nordafricano e avere una volta celeste in grado di fornire una direzione verso cui muoversi.

Anche orientarsi all’interno di un villaggio o di una città non era semplice a causa dell’assenza della segnaletica che oggi consideriamo scontata. Nei papiri di Ossirinco, risalenti al III secolo d.C., sono riportare le istruzioni per la consegna di una lettera:

Dalla Porta della Luna cammina verso i granai e quando raggiungi la prima strada gira a sinistra dietro le terme, dove troverai un tempietto, quindi vai a ovest. Scendi la scalinata e sali la successiva e gira a destra e dopo il tempio sulla destra c’è una casa di sette piani e sulla cima della porta una statua della Fortuna e di fronte un negozio di cesti. Chiedi all’inserviente e otterrai le informazioni.

Travel in ancient Egypt


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One Comment on “Trasporti e spostamenti nell’antico Egitto”

  1. Il viaggio commerciale,probabilmente già durante l’Antico Regno,da e per il “Paese di Punt” è confermato nei papiri, che a un certo punto narrano anche di un massacro subìto ad opera di predoni.Fu soprattutto la V dinastia a promuovere i grandi viaggi sia a nord e sia a sud, sebbene le precedenti immense razzie schiavili in Nubia e in Libia di Snefru siano più corte del viaggio terra-mare in Somalia.Le successive celebri guerre asiatiche di Tutmosi III e poi di Ramsete dovettero necessitare certamente di un’ organizzazione logistica assolutamente sbalorditiva,rapportata ai numeri,i mezzi,le distanze e il periodo storico(II millennio a.C.)

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