Breve storia del sapone

Storia del sapone
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Sapone: c’è chi lo ama morbosamente e chi lo evita attribuendogli una parte di responsabilità nei problemi ambientali e igienici moderni. Oggi come ieri il sapone è un oggetto d’uso quotidiano in grado di polarizzare le opinioni della gente, ma la sua utilità nel XX e XXI secolo è indiscutibile: pulisce, disinfetta, profuma.

Nei secoli passati, il sapone era differente dalle tavolette morbide e profumate di oggi, e molto diverso dal sapone liquido che troviamo nei dispenser venduti in ogni supermercato. Produrre e usare sapone fu, per molto tempo, una questione che faceva storcere nasi e potenzialmente molto pericolosa per via dei materiali impiegati: grassi animali e soluzioni basiche caustiche.

Il sapone nella storia
In questa tavoletta di 4.800 anni fa sono riportate le istruzioni per la bollitura di grassi e ceneri per realizzare sapone.
In questa tavoletta di 4.800 anni fa sono riportate le istruzioni per la bollitura di grassi e ceneri per realizzare sapone.

La prima traccia di sapone risale all’antica Babilonia: la formula del sapone utilizzato circa 4.200 anni fa, scritta su una tavoletta d’argilla, prevedeva come ingredienti acqua, olio di cassia e sostanze alcaline. Sotto il regno di Nabonidus (556–539 a.C.) era comune realizzare sapone usando cenere vegetale, olio di cipresso e olio di semi di sesamo.

Il papiro di Ebers (circa 1550 a.C.) suggerisce che gli antichi Egizi eseguissero bagni regolari utilizzando sapone a base di grassi vegetali e animali mescolati a sali alcalini; queste sostanze venivano impiegate anche per la preparazione della lana prima della tessitura.

Nella sua Naturalis Historia, Plinio parla del sapone dei Galli (che chiama sapo) realizzato a partire da sego e cenere, ma l’utilizzo del prodotto finale era destinato esclusivamente all’applicazione sui capelli. I Romani preferivano lavarsi utilizzando sostanze oleose profumate mescolata a sabbia fine, una mistura da cospargere sul corpo per poi raschiarla via con uno strigile.

A partire dal II secolo d.C. l’uso del sapone per l’igiene personale inizia a diventare comune. Zosimo di Panopoli, grande alchimista egizio vissuto nel 300 d.C., descrive la procedura per la produzione del sapone; prima di lui, Galeno indicò una ricetta a base di liscivia per il sapone d’uso personale e per il lavaggio dei vestiti.

Nella Cina antica una prima forma di sapone fu prodotta a partire dalla Gleditsia sinensis, una pianta considerata una delle “50 erbe fondamentali” e utilizzata in Asia almeno 2.000 anni fa per produrre detergenti e medicinali. Un altro detergente tradizionale era una miscela di pancreas di maiale e cenere vegetale chiamata “Zhu yi zi“; la ricetta moderna per la produzione di sapone fece la sua comparsa in Cina solo in tempi moderni.

Intorno all’ VIII secolo d.C. l’industria del sapone fiorì in Medio Oriente e furono realizzati i primi saponi solidi profumati. Una delle prime ricette fu descritta da Muhammad ibn Zakariya al-Razi, che trascrisse anche il metodo di produzione della glicerina a partire dall’olio d’oliva.

Sapone di Aleppo, Siria
Sapone di Aleppo, Siria

In Medio Oriente il sapone veniva prodotto tramite l’interazione tra sostanze oleose grasse, grassi animali e sostanze alcaline: in Siria, ad esempio, si utilizzava l’olio d’oliva mescolato a calce, un prodotto esportato in tutto il mondo musulmano e in Europa sotto il nome di “sapone di Aleppo”.

Intorno al VI secolo d.C. a Napoli sorse la prima gilda di produttori di sapone e nei secoli successivi Italia e Spagna diventarono importanti centri di produzione di detergenti. Intorno all’anno 800 la Spagna divenne la maggiore produttrice europea di sapone, mentre in Inghilterra si iniziò a produrlo solo intorno al 1200.

Il sapone europeo prodotto a partire dal IX secolo era a base di sego e non aveva affatto un buon odore. Per procurarsi barrette di sapone solide e profumate era necessario importarle dal Medio Oriente, centro d’eccellenza per questo genere di prodotti.

L’utilizzo del sego per il sapone mise in crisi per qualche tempo la produzione di candele: la cera era un materiale pregiato, riservato a chi poteva permetterselo economicamente, apprezzato per la scarsa produzione di fumo e il buon odore che emanava; il sego era invece la scelta più comune per le candele più economiche e diffuse, ma generava fumo fastidioso e maleodorante.

Per un salto di qualità nella produzione di sapone occorrerà attendere il XV-XVI secolo. Francia e Inghilterra iniziarono a fabbricare saponi a partire da oli vegetali, preferibili rispetto ai grassi animali. Il sapone a base di sego continuò ad essere prodotto sia industrialmente sia artigianalmente, ma pian piano fu sostituito da quello a base di olio profumato.

Sapone del Libano, prodotto secondo metodi antichi nella città di Saida
Sapone del Libano, prodotto secondo metodi antichi nella città di Saida

Nel Nuovo Mondo la procedura di produzione del sapone sbarcò assieme agli Europei, ma prima del loro arrivo i nativi utilizzavano almeno due specie di “piante del sapone“, appartenenti al genere Chlorogalum, capaci di rilasciare saponine dai loro bulbi se schiacciare e mescolate con acqua.

Come si produceva il sapone in antichità

Produrre sapone richiede essenzialmente due ingredienti: sostanze grasse e sostanze alcaline (alcali). In origine, i grassi utilizzati erano sostanze oleose di origine vegetale o grassi ottenuti dalla macellazione di animali, mentre gli alcali erano generalmente ottenuti a partire dalla cenere di materia vegetale bruciata.

Per molti secoli il grasso più utilizzato per la produzione di sapone fu il sego: era facile da ottenere ed era già impiegato per la realizzazione di candele. Il grosso inconveniente del sego è che produce un pessimo odore, sia sotto forma di candela sia come ingrediente per il sapone.
In Medio Oriente furono utilizzati, al posto del sego, liquidi oleosi profumati estratti da alberi o piante come ulivi, cedri e cipressi.

Sapone: potassa e liscivia
Sapone: potassa e liscivia

La potassa (acqua calcinata) fu la prima sostanza alcalina impiegata nella realizzazione di sapone almeno dal 500 d.C.. Si otteneva “lavando” con acqua le ceneri di materia vegetale, creando una soluzione basica.

Le ceneri di legno possono contenere dal 2,5 al 15% di carbonato di potassio, concentrato prevalentemente nelle foglie e nei rami. Il procedimento di estrazione della potassa è relativamente semplice: si inserisce la cenere di legno sopra un letto di paglia all’interno di un barile forato e si versa acqua, raccogliendo i liquidi che fuoriescono dal barile.

La soluzione di potassa così ottenuta, portata a temperatura di ebollizione assieme ad oli o grassi, iniziava un processo di saponificazione che, dopo diverso tempo, faceva emergere in superficie frammenti di sapone: una volta raccolti e pressati, questi frammenti davano origine a blocchi di detergente.

Per velocizzare il procedimento fu necessario ottenere una sostanza molto più basica della potassa: dopo aver mescolato la potassa con calce e averla riscaldata, si otteneva la liscivia (idrossido di sodio o “soda caustica”), una soluzione molto basica che, mescolata a olio o grasso, produceva sapone morbido tramite la saponificazione dei grassi.

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E’ possibile produrre la liscivia a freddo o a caldo. Il primo procedimento è sostanzialmente identico a quello utilizzato per la potassa, ma dura più tempo (dalle 3 alle 6 settimane) per dar modo alla soluzione di diventare sempre più caustica.
La produzione a caldo della liscivia prevedeva invece la bollitura a fuoco lento di una parte di cenere e cinque d’acqua, per circa 2-3 ore. Più la bollitura viene prolungata, più la liscivia sarà potente e aggressiva.

Soap
The Short History Of Soap – From Ancient Mesopotamia To Proctor & Gamble


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