Scoperti tre libri avvelenati in una biblioteca danese

Libri avvelenati con arsenico
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Nel romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa”, un monastero benedettino è teatro di alcune morti misteriose e apparentemente prive di alcun legame. Dopo le indagini di Guglielmo da Baskerville e del suo novizio Adso da Melk, si scopre che il colpevole degli omicidi era un manoscritto avvelenato (il secondo libro della Poetica di Aristotele).

Per quanto l’opera sia realistica, alcuni potrebbero aver rifiutato l’idea di un “avvelenamento da libro” nel 1327, ma come spesso accade la realtà supera abbondantemente la fantasia: anche se non specificamente realizzati per intossicare l’essere umano, alcuni libri antichi possono davvero rappresentare un pericolo letale.

Una recente analisi dei manoscritti custoditi nella libreria della University of Southern Denmark ha rivelato che tre volumi rari custoditi all’interno della collezione e risalenti al XVI-XVII secolo hanno copertine intrise di arsenico, un veleno noto fin dai tempi antichi per la sua mortalità.

L’analisi dei manoscritti è partita da tutt’altri presupposti: i curatori della biblioteca volevano verificare se le copertine dei volumi fossero state realizzate riciclando frammenti di pergamena, una pratica spesso utilizzata durante il XVI-XVII secolo. I raggi X hanno infatti mostrato che le copertine sono un “collage” di vari pezzi di pergamena dal contenuto in latino, testi ormai illeggibili per via di una copertura verdastra che oscura quasi totalmente ogni tratto d’inchiostro.

Verde di Parigi a base di arsenico
Verde di Parigi a base di arsenico

E’ stato proprio questo curioso strato verde l’origine della scoperta: nel tentativo di superare gli strati opachi che nascondono il contenuto dei frammenti di pergamena, i ricercatori hanno determinato che la patina verdastra è composta principalmente da arsenico e rame che dona alla copertina una colorazione definita “verde di Parigi” o “verde smeraldo”.

L’arsenico è un elemento ancora ampiamente utilizzato per alcune leghe metalliche e impiegato in passato in numerose formule per erbicidi e insetticidi. Gli effetti letali dell’arsenico sono ben conosciuti fin dall’antichità, tanto da essere stato uno dei veleni preferiti per gli omicidi politici. Il corpo umano può sviluppare col tempo una certa resistenza (mitridatismo) alla velenosità dell’arsenico, ma si tratta pur sempre di un veleno estremamente potente che attacca il sistema digestivo e quello nervoso causando danni irreversibili anche a piccole dosi.

Problemi causati dall'esposizione a coloranti a base di arsenico, dal "Annales d'hygiène publique et de médecine légale" del 1859
Problemi causati dall’esposizione a coloranti a base di arsenico, dal “Annales d’hygiène publique et de médecine légale” del 1859

Il pigmento a base di arsenico scoperto sulle copertine dei tre libri era relativamente semplice da produrre nel XIX secolo, e fu proprio in quel periodo che le copertine dei tre volumi furono intrise di arsenico per scopi non collegati all’estetica.

In determinate circostanze i composti di arsenico possono essere trasformati in arsina, un gas altamente tossico con un distinto odore di aglio e che in epoca Vittoriana causò non pochi problemi, specialmente quando impiegato per decorare le carte da parati. Lo strato di arsenico delle copertine non si trova in superficie ma su uno degli strati inferiori: l’intento degli artigiani fu probabilmente quello di protegge queste rare opere dall’azione di insetti e microrganismi.

I tre libri sono attualmente custoditi in scatole separate all’interno di un armadio ventilato, per evitare qualunque contaminazione di altri volumi ed eventuali intossicazioni accidentali per i frequentatori della biblioteca. In futuro i volumi saranno digitalizzati per limitare al minimo il contatto con le copertine avvelenate.

How we discovered three poisonous books in our university library


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