La dieta dei gladiatori: grasso è meglio

La dieta dei gladiatori
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Il cimitero gladiatorio di Efeso, Turchia, scoperto nel 1993 e risalente al II-III secolo d.C. si è rivelato una vera miniera d’ informazioni per gli archeologi intenti a ricostruire la vita quotidiana dei gladiatori. Tra i dati raccolti finora, la dieta dei combattenti nelle arene ha rappresentato una vera sorpresa: l’analisi di 22 corpi effettuata nel 2014 da un team della Medical University di Vienna suggerirebbe che la maggior parte dei gladiatori non avesse il fisico scultoreo popolarizzato dalle pellicole hollywoodiane a causa di un’ alimentazione ricca di carboidrati e povera di proteine animali.

I ricercatori sono stati in grado di determinare la prevalenza di certi alimenti nella dieta dei gladiatori quantificando la presenza di particolari isotopi di carbonio, calcio, stronzio e zinco presenti nei resti ossei dei combattenti e paragonando i risultati con quelli ottenuti dall’analisi di altri resti umani (appartenuti a persone mai coinvolte nei giochi gladiatori) scoperti all’interno del cimitero di Efeso.

Basandosi sui risultati delle analisi i ricercatori hanno concluso che la dieta dei gladiatori, chiamata gladiatoriam saginam, fosse principalmente basata sui carboidrati forniti da cereali e legumi, con uno scarso apporto di proteine animali ma un’abbondante dose di calcio. A supporto di questa analisi ci sono anche alcuni documenti storici risalenti al II-III secolo che descrivono la vita nelle scuole gladiatorie: Plinio, ad esempio, nella sua Naturalis historia chiama i gladiatori “mangiatori d’orzo” (hordearii) proprio per l’alimento che costituiva la base della loro dieta.

Come la maggior parte degli atleti moderni, anche i gladiatori assumevano dosi massicce di calcio: i ricercatori, dopo il confronto tra il calcio osseo dei gladiatori e quello dei non combattenti, hanno definito “esorbitante” l’apporto quotidiano di calcio nelle ossa dei lottatori. L’integrazione di calcio avveniva probabilmente tramite supplementi a base di cenere d’ossa o materia vegetale incenerita.

dieta dei gladiatori

Il problema principale di questa dieta, un problema ben noto ai nutrizionisti moderni, è costituito dall’ eccessiva assunzione di carboidrati: buona parte dei carboidrati tende a trasformarsi in zuccheri che, se non utilizzati entro breve termine, si accumuleranno nell’organismo sotto forma di riserve adipose.

Secondo i ricercatori, il preciso scopo di un’alimentazione prevalentemente basata sui carboidrati era quello di far ingrassare i gladiatori per sviluppare uno strato protettivo di grasso attorno alle regioni vitali: il grasso avrebbe potuto limitare la profondità di una ferita, proteggere le terminazioni nervose più esposte e fornire massa aggiuntiva a qualunque colpo inferto all’avversario.
Senza contare il contributo del grasso alla spettacolarità dell’evento: la protezione fornita dallo strato adiposo consentiva di far durare i combattimenti più a lungo continuando a perdere sangue da ferite superficiali, una dimostrazione di tenacia e violenza che mandava in delirio i fan dei giochi gladiatori.

A questo punto è lecito porsi una domanda: perché l’estetica dei gladiatori arrivata fino a noi è quella di un combattente dal corpo asciutto e muscoloso? Secondo gli archeologi, anche i Romani idealizzavano il corpo umano nella loro arte: in assenza di corpi perfetti da ritrarre, gli artisti antichi tendevano a idealizzare il fisico dei personaggi che raffiguravano. Nell’ antica Grecia ad esempio ben poche persone potevano aspirare ad un fisico da atleta olimpico (gli stessi atleti olimpici, in base alla disciplina preferita, non erano sempre i “campioni di fitness” raffigurati nelle statue) e gli artisti tendevano a idealizzare il corpo umano per qualunque soggetto, dalle divinità tradizionali ai filosofi (noti per non possedere fisici atletici).

Nonostante l’accumulo di grasso in eccesso, sembra che i gladiatori godessero di buona salute e possedessero una muscolatura atletica e potente. Ogni gladiatore era un investimento oneroso per la scuola a cui apparteneva e i giochi gladiatori diventarono velocemente un business che faceva circolare ogni settimana una quantità incalcolabile di denaro; perdere un gladiatore per salute cagionevole si sarebbe rivelato un pessimo investimento per il suo proprietario.

Per mantenere intatto l’investimento i gladiatori ricevevano un trattamento medico-sanitario superiore rispetto a quello che riceveva la maggior parte della popolazione: pavimenti riscaldati per l’allenamento invernale, bagni, infermerie e medici di tutto rispetto, alcuni anche particolarmente celebri come Galeno di Pergamo, un medico greco che influenzò la medicina occidentale per almeno un migliaio d’anni.
La dieta a base di carboidrati seguita dai gladiatori non era quindi una conseguenza del loro status sociale o delle loro scarse finanze, ma una scelta attuata con il preciso scopo di mettere all’ingrasso i corpi dei combattenti.

Stable Isotope and Trace Element Studies on Gladiators and Contemporary Romans from Ephesus (Turkey, 2nd and 3rd Ct. AD) – Implications for Differences in Diet


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