Ossidiana, il vetro vulcanico

ossidiana vetro vulcanico
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Tra le meraviglie che l’attività vulcanica riesce a creare, come intere isole o labirinti di caverne, c’è un materiale le cui particolari proprietà sono note e utilizzate da millenni: l’ ossidiana.

L’origine dell’ossidiana

L’ossidiana è un vetro vulcanico che si forma quando una lava ricca di feldspato e quarzo si raffredda rapidamente senza creare grossi cristalli, ma formando una struttura polimerica che genera un materiale duro, fragile e che si frattura creando bordi estremamente taglienti, così taglienti da essere tutt’ora utilizzati per la realizzazione di bisturi chirurgici d’eccellenza.

Frammenti di ossidiana provenienti da Creta
Frammenti di ossidiana provenienti da Creta

Il nome dell’ossidiana lo si deve a Obsidius, un esploratore Romano che in Etiopia trovò alcune pietre nere che chiamò “lapis obsidianus”. L’ossidiana è reperibile in località che hanno vissuto eruzioni vulcaniche riolitiche (ad alto contenuto di silicio), come Lipari e Pantelleria in Italia, o Creta nel Mediterraneo. Il suo primo utilizzo risale a circa 700.000 anni fa, mentre i resti di una lavorazione precisa ed esperta risalgono al V millennio a.C.

L’ossidiana è generalmente scura con tonalità di colore date dalla presenza di impurità, andando da un marrone scuro a un nero profondo. Non si tratta di un vero minerale perché manca di una struttura cristallina vera e propria; inoltre, la sua composizione è troppo variabile per essere classificata come un minerale e viene spesso definita “mineraloide”.

L’ossidiana è un materiale relativamente instabile dal punto di vista geologico. E’ raro trovare pezzi di ossidiana più vecchi di 20 milioni di anni perché, nell’arco del tempo, l’ossidiana tende a trasformarsi da vetro vulcanico a semplice roccia in un processo noto come “devetrificazione”: in questa fase le molecole di silicio pian piano si riorganizzano in una struttura cristallina, facendo perdere le peculiari proprietà dell’ossidiana.

La degradazione dell’ossidiana è favorita e accelerata dalla presenza di acqua: avendo un basso contenuto d’acqua (inferiore all’ 1%), tende ad idratarsi con il tempo formando perlite.

Ossidiana nella storia antica

Grazie alla sua capacità di creare bordi estremamente taglienti, l’ossidiana è stata utilizzata fin dall’antichità per produrre lame e punte di armi. Ancora oggi alcuni strumenti chirurgici da taglio hanno lame di ossidiana, più affilate (ma più fragili) dell’acciaio anche a livello microscopico.

Il primo impiego noto dell’ossidiana come strumento da taglio risale a circa 700.000 anni fa, ma per trovare abbondanza di reperti da taglio è necessario spostarsi in siti neolitici. Intorno al 12.500 a.C. furono prodotti un’infinità di strumenti d’ossidiana in Anatolia e Medio Oriente, mentre il primo utilizzo da parte di una vera e propria civiltà risale al V millennio a.C..

La Mesopotamia del V millennio a.C. fabbricava lame di ossidiana per utilizzi rituali o militari. Anche in antico Egitto l’ossidiana ricopriva un ruolo rilevante nella realizzazione di strumenti da taglio, specialmente quella importata dalle regioni del Mar Rosso: veniva impiegata per praticare circoncisioni, specchi e oggetti decorativi.

Le culture preispaniche americane basavano intere economie sull’estrazione e la lavorazione dell’ossidiana. L’utilizzo dell’ossidiana da parte dei popoli colombiani era vasto e sofisticato: i nativi trafficavano il vetro vulcanico in ogni angolo delle Americhe e ogni frammento può essere ricondotto ad un particolare vulcano o deposito, dando modo di ricostruire le antiche rotte commerciali. L’ossidiana cilena del vulcano Chaitén, ad esempio, è stata trovata ad oltre 400 km di distanza dal suo deposito naturale, suggerendo una vasta e complessa rete di scambio basata su questa roccia lavica.

Ossidiana frattura concoide
Frattura concoide su un blocco di ossidiana
Lavorazione dell’ossidiana

I nostri antenati si resero conto che l’ossidiana, quando si spacca, crea fratture concoidi come il quarzo o la selce. Una frattura concoide non segue il piano cristallino del materiale fratturato, ma crea frammenti e schegge con curvature che ricordano molto quelle delle conchiglie dei molluschi.

Quando si colpisce un blocco di ossidiana, si genera un “bulbo di percussione” in prossimità del punto di impatto. Dal bulbo di percussione si estendono le onde d’urto che lasciano sulla roccia segni simili alle increspature generate da un sasso caduto in acqua.

Grazie alla sua struttura non cristallina e alla capacità di generare fratture concoidi, l’ossidiana è relativamente più semplice da lavorare rispetto ad altre pietre dure. Le fratture generate dalla percussione sono facilmente prevedibili e questo consente di manipolare meglio il materiale per ottenere le forme desiderate.

punte di ossidiana
Punte di ossidiana

Le popolazioni mesoamericane precolombiane elevarono ad arte la lavorazione dell’ossidiana, utilizzando questo materiale non solo per la fabbricazione di lame ma anche per creare oggetti decorativi come specchi e piatti.

In linguaggio Nahuatl, l’ossidiana era definita itztli ed è stata trovata in quasi tutti i siti archeologici mesoamericani. Gli oggetti di vetro vulcanico erano utilizzati da chiunque, indipendentemente dallo status sociale ed economico: strumenti per la caccia, per l’agricoltura e per la preparazione del cibo (non sono rari i ritrovamenti di carcasse di animali e pesci in prossimità di strumenti da taglio in ossidiana) .

Grosse schegge di ossidiana fornivano bordi taglienti al macuahuitl, una versione primitiva ma efficace delle spade del Vecchio Continente. Sebbene alcuni popoli possedessero nozioni di metallurgia di base e lavorassero metalli teneri come l’oro, nessun metallo a loro conosciuto consentiva di avvicinarsi alle capacità di taglio di una lama di ossidiana.

L’ossidiana era anche strettamente legata alle divinità dell’oltretomba e veniva impiegata per realizzare strumenti utilizzati per l’ autosacrificio rituale (tagli sul corpo allo scopo di donare sangue alle divinità protettrici) o per la creazione di statuette e offerte votive.

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