Tifa o stiancia

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La tifa (Typha latifolia ) è una pianta acquatica che può superare i due metri di altezza e crea infiorescenze formate da migliaia di piccolissimi peli raggruppati in spighe cilindriche lunghe fino a 30 centimetri. Questa pianta prospera dove trova acqua in abbondanza e sole e crea negli acquitrini zone impenetrabili che bloccano il flusso naturale dell’acqua.

La tifa: cibo e materiale dai molteplici utilizzi

La tifa è diffusa in tutto il mondo ed è una delle piante di palude più comuni. In passato la tifa ha trovato molteplici impieghi nella vita quotidiana dei nostri antenati, da cibo di prima necessità a esca per il fuoco.

La tifa è inoltre una pianta che ha bisogno di grandi quantità d’acqua per sopravvivere: vive generalmente in prossimità o (più spesso) totalmente immersa da acqua stagnante o a flusso lento profonda da 20-30 cm a 1 metro.

I primi esempi di utilizzo della tifa nella storia risalgono a tempi antichissimi: alcuni residui di amido e resti di pietre per la macinatura confermano l’utilizzo delle radici di tifa (dette “rizomi”) come fonte alimentare oltre 30.000 anni fa.

Molte parti della tifa sono commestibili: i rizomi della pianta, bianchi e costantemente sotto il livello dell’acqua, hanno un contenuto di proteine pari a quello del mais o del riso e possono fornire fino a 266 kcalorie per cento grammi di farina ottenuta dal rizoma essiccato. Anche la porzione superiore della pianta può essere mangiata eliminando gli strati esterni e bollendo il fusto come un asparago.

rizoma di tifa

Il fusto e le foglie della tifa si prestano alla creazione di buon cordame: separando meccanicamente o manualmente le fibre contenute, si possono ottenere filamenti lunghi fino a 4 metri utilizzabili come materiale per la tessitura alternativo al cotone, o come materiale per creare cesti o oggetti intrecciati.

Le infiorescenze femminili della tifa sono “salsicciotti” marroni composti da minuscoli filamenti simili a cotone, un materiale ideale come esca per il fuoco e dalle straordinarie proprietà isolanti. Le infiorescenze avevano anche un altro utilizzo in passato: se bruciate sul fuoco dopo averle lasciate essiccare al sole, sono un ottimo repellente per insetti.

Estrazione della tifa

Una volta identificato un gruppo di tife adatte alla raccolta dei rizomi (quando le infiorescenze sono marroni e non hanno già iniziato a sfaldarsi), si può procedere alla raccolta.

Occorre seguire il fusto della pianta con la mano fino a quando non si raggiunge il rizoma bulboso e duro immerso nel fondale fangoso; una volta raggiunto, occorre allentare la presa del rizoma sul fondo tirando e spingendo in ogni direzione senza applicare troppa forza fino a quando non lo si sentirà cedere la presa sul terreno, momento in cui lo si estrarrà con un ultimo e deciso strattone.

Tifa

Dopo aver estratto il rizoma occorre staccarlo dal corpo della pianta e pulirlo dal fango. Se l’acqua in cui è cresciuta la tifa è pulita, il rizoma è già commestibile e consumabile dall’uomo senza ulteriore preparazione, ma per un prodotto finale più gustoso è necessario rimuovere la pelle esterna e le piccole radici superficiali con un coltello fino ad ottenere dei tronchetti bianchi ricchi di amido.

I tronchetti così ottenuti possono essere consumati crudi oppure possono essere strizzati per estrarre amido che, una volta essiccato, produrrà una farina gustosa e utilizzabile per produrre pane o biscotti.

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Consumo della tifa

Le tife tendono ad essere fibrose e dure da masticare, specialmente se raccolte in estate o in inverno. Vivendo in acque stagnanti e spesso inquinate da rifiuti industriali o domestici, possono accumulare piombo, pesticidi o altre sostanze inquinanti nei rizomi.

La porzione esterna della tifa può essere rimossa per consumare il cuore crudo o bollito, come se fosse un asparago (modalità di consumo popolare tra i Cosacchi). Le foglie giovani, se raccolte durante la tarda primavera, sono tenere sia crude che bollite. In estate, quando i fiori maschili sono maturi, si può raccogliere il polline per utilizzarlo come additivo per la farina o addensante.

I semi di tifa hanno un elevato contenuto di acido linoleico e possono essere impiegati come mangime per il bestiame o i polli.

Altri utilizzi per la tifa

Altri utilizzi della tifa

Per le popolazioni che vivono sul lago Titicaca in Perù, la tifa è una delle piante più importanti per la loro sopravvivenza: costituisce il materiale ideale per la realizzazione di zattere, per la creazione di ceste e fibre utili alla tessitura.

Gli steli e le foglie della tifa possono essere utilizzati per fare la carta. Le “code di gatto” (infiorescenze femminili) si possono immergere in cera o grasso per ottenere una sorta di torcia; senza l’immersione in grasso o cera, la combustione delle infiorescenze è in grado di tenere lontano insetti fastidiosi come mosche o zanzare.


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2 Comments on “Tifa o stiancia”

  1. L articolo sulla tifa (thyfha) mi è piaciuto molto
    Grazie. Del vostro impegno.
    Vivo in un ex zona paludosa ma ne vedo sempre meno.
    “Piccola curiosità. Che puo far piacere nel mondo videoludico: Vintage Story. (Simile a minecraft ) riporta interessanti spunti primitivi tra cui utilizare la tifa sia come alimento che come oggetto per creare ceste”
    Cordiali saluti

    1. Grazie mille per l’apprezzamento! Purtroppo se ne vedono sempre meno anche dalle mie parti, un vero peccato, anche perché offrono riparo a numerose specie acquatiche o semi-acquatiche che stanno via via sparendo o sono minacciate dalla distruzione degli ecosistemi di palude.

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