L’ascia di rame di Ötzi

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La scoperta di Ötzi, avvenuta nel 1991 sulle Alpi Venoste ai piedi del monte Similaun, suscitò grande interesse soprattutto per l’incredibile stato di preservazione di un corpo di oltre 5000 anni. La scoperta più straordinaria, tuttavia, è il “corredo da viaggio” che Ötzi aveva con sé fino al momento del trapasso.

Ötzi non viaggiava leggero: coperto da abiti di pelle, pelliccia e strati di erba tra i vestiti per isolarsi dal gelo, si portava dietro anche un arco di oltre 1 metro e 80 centimetri di lunghezza, una faretra con 14 frecce, un’ ascia di rame, un coltello di selce, due cesti di corteccia di betulla pieni di bacche e due specie di fungo, uno medicinale e l’altro utilizzato come esca per il fuoco (con tanto di selce e pirite per la creazione di scintille).

L’ascia di rame

Tra questi oggetti, l’ ascia di rame ha monopolizzato l’attenzione degli esperti. L’ascia, dal manico in legno di tasso e perfettamente conservata, è un esemplare più unico che raro: lunga 60 centimetri e ottenuta sfruttando la naturale curvatura del legno, è un esempio perfetto della tecnologia del tempo.

La testa dell’ascia è munita di una forcella per ospitare e assicurare saldamente la lama di rame al manico. La “saldatura” al manico fu realizzata utilizzando inizialmente un collante ottenuto dal catrame di betulla, e successivamente rafforzata con strisce di pelle.

La lama trapezoidale, lunga 9,5 centimetri, è composta al 99,7% da rame puro ed è stata ottenuta colando il rame fuso in uno stampo e lavorandolo a freddo per modellarlo e affilarlo. Sebbene le Alpi disponessero di giacimenti di rame già sfruttati al tempo di Ötzi, il rame usato per l’ascia proviene dalla Toscana e mostra analogie con altre asce rinvenute nel Bresciano e realizzate dalla Cultura di Remedello.

Parte degli oggetti ritrovati vicino al corpo di Ötzi
Parte degli oggetti ritrovati vicino al corpo di Ötzi

L’utilizzo del rame per la fabbricazione di strumenti di uso comune ebbe inizio qualche secolo prima della nascita di Ötzi (durante quella che viene definita comunemente Età del Rame) e fu il primo passo verso l’ottenimento, qualche secolo dopo, di un metallo di qualità superiore, il bronzo (lega di rame e stagno).

La facilità di estrazione (si trovano interi lingotti allo stato naturale) e di modellazione (può essere martellato a freddo fino ad ottenere la forma voluta) resero il rame il primo metallo ad essere lavorato su una scala relativamente vasta e una valida alternativa alla pietra.

Rame: metallo versatile ma troppo “morbido”
Segni di usura sull' ascia di Ötzi
Segni di usura sull’ ascia di Ötzi

Nell’antico Egitto, il rame fu utilizzato per creare complessi sistemi di tubature per l’acqua lunghi anche un centinaio di metri e per la realizzazione di oggetti di uso comune come specchi, rasoi, pesi e ornamenti.

Il problema del rame, tuttavia, sono le sue scarse proprietà:

  • E’ un metallo morbido, tanto da poter essere lavorato anche senza essere scaldato;
  • Si piega facilmente ma si spezza con più difficoltà: questo non lo rende un materiale ideale per ottenere una lama che mantiene l’affilatura anche dopo diversi utilizzi;

Una lama di rame, quindi, tenderà a piegarsi man mano che la si usa e perderà facilmente il filo. Nel caso dell’ascia di Ötzi, la malleabilità della lama è mitigata dalla sua lunghezza ristretta e dalla forma compatta, ma diversi segni di usura hanno resistito per millenni.

L' ascia di Ötzi
L’ ascia di Ötzi

L’ascia di Ötzi aveva bisogno di una manutenzione costante per mantenere la sua efficacia: doveva essere affilata di continuo, aveva bisogno di aggiustamenti nella forma dopo l’utilizzo contro superfici particolarmente dure e non costituiva ancora una valida alternativa ad alcuni strumenti di pietra, come dimostra il corredo litico dell’ uomo di Similaun.

Nonostante le scarse proprietà del rame, le asce di rame erano molto richieste nell’Età del bronzo: erano armi potenti, più leggere e meno fragili della pietra e rappresentavano uno status symbol, un’espressione dell’importanza rivestita all’interno della comunità d’appartenenza.

L’analisi dei capelli di Ötzi ha rilevato tracce di rame e arsenico, cosa che ha condotto gli esperti a speculare che fosse coinvolto attivamente nella fusione del rame, un’attività conosciuta e riservata a pochi “eletti”. E’ quindi bizzarro che l’assassino di Ötzi abbia lasciato un oggetto così prezioso e richiesto di fianco al cadavere: una delle ipotesi è che l’ascia della vittima avrebbe potuto incriminarlo agli occhi della comunità, costringendo l’assassino ad abbandonarla sul luogo del delitto.

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3 Comments on “L’ascia di rame di Ötzi”

    1. Ancora oggi,in segno di disprezzo,alla vittima di un regolamento di conti fra mafiosi non viene derubato nulla: primaipotesi antropologica.Seconda:le cose possedute ci appartengono,alla fine sembra “ci rassomiglino”,ci identificano: se io sono temuto,rubarmele porta male,faccio paura anche da morto.

  1. Il passaggio dal Neolitico all’ Eneolitico avvenne in Mesopotamia almeno duemila anni prima dell’Europa e Otzi e’ all’incirca un contemporaneo di Cheope e di Sargon il grande.Sempre e ovunque,tuttavia, i popoli calcolitici impiegavano solo 500 anni,venti generazioni,per inventarsi il bronzo.Secondo Fritz Eicheleim,il problema non era appunto tecnico ma politico: la necessita’, come poi avveniva, di creare i “grandi imperi del bronzo”, politicamente e militarmente necessari per la creazione delle incredibili traversate commerciali, cui il post giustamente fa riferimento.L’incredibile invenzione di un piccolo popolo ,i Calibi, di un forno capace di 1600gradi,non fu solo una beffa della storia ma forse anche la causa del contemporaneo crollo dei grandi stati mediorientali nel 13mo secolo a. C.

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