L’importanza del fuoco

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La capacità di creare e controllare il fuoco è stata per millenni uno strumento decisivo per la vita quotidiana dei nostri antenati. Non si conosce con certezza quale fu il momento esatto in cui il genere Homo si impadronì del fuoco, ma le testimonianze archeologiche dimostrano che già l’ Homo erectus, ben 600.000 anni fa, era in grado di generare una brace e mantenere una fiamma.

La manipolazione del fuoco cambiò radicalmente lo stile di vita delle prime comunità di cacciatori-raccoglitori. Oltre a fornire calore durante l’inverno e luce nel corso delle ore più buie, il fuoco ebbe conseguenze enormi sulla quotidianità dei nostri antenati: qualità del cibo migliorata, metodologie di caccia, pesca e agricoltura più efficaci, nuove attività ricreative e sociali con ricadute dirette sull’evoluzione dell’intero genere umano.

Il fuoco e l’alimentazione

fuoco cottura cibo

Il fuoco contribuì all’ espansione del cervello del genere Homo. La cottura dei cibi arricchì la dieta con importanti nutrienti che favorirono lo sviluppo cerebrale dei nostri antenati e resero commestibile materiale organico che, allo stato grezzo, non è commestibile o risulta difficilmente digeribile.

A parità di calorie ingerite, il corpo umano è in grado di ottenere circa il 30% in più di energia da avena e grano cotti rispetto agli stessi cereali crudi, e il 78% in più delle proteine contenute in un uovo.

La cottura dissolve parte dei tessuti connettivi animali e rompe le dure pareti cellulari di molte piante, favorendo la masticazione e la digestione di parti difficilmente assimilabili dal nostro sistema digestivo.

Un esempio di materiale crudo di difficile digeribilità è la cassava: la pianta è una fonte di carboidrati fondamentali per la sopravvivenza di molte popolazioni tropicali e rappresenta per importanza la terza sorgente di carboidrati dopo il riso e il mais, ma ha un contenuto di cianuro tale da causare forti intossicazioni se consumata cruda (fino alla morte, nei casi più gravi), specialmente nei periodi aridi in cui la tossina tende ad accumularsi in grandi quantità nella pianta.

La cottura della cassava, preceduta dall’immersione in acqua per 18-24 ore, neutralizza la tossicità del tubero rendendolo commestibile e lavorabile per la produzione di farina.

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Il fuoco e l’agricoltura

fuoco slash and burn

Nell’agricoltura delle origini il fuoco si rivelò un importantissimo strumento per incrementare la fertilità del terreno e fare posto a colture commestibili in aree affollate da vegetazione improduttiva o di scarsa importanza per la sopravvivenza umana.

La tecnica definita slash-and-burn prevede l’abbattimento di una porzione di bosco e l’innesco di un incendio controllato per ridurre tutto il materiale vegetale a cenere e poltiglia organica che concimeranno il terreno in previsione della semina.

Sebbene questa metodologia risalga al Neolitico, fornisce ancora oggi cibo e sostentamento a qualche centinaio di milioni di persone in tutto il mondo perché è semplice, economica ed efficace, anche se totalmente distruttiva per l’ecosistema e insostenibile per vaste popolazioni umane.

Il fuoco e la caccia

Nell’ambito della caccia, il fuoco consentì la creazione di utensili più adatti all’uccisione di grandi prede in grado di nutrire comunità di piccola-media grandezza; permise inoltre di svuotare zone ricoperte da fitta vegetazione per rendere la caccia più agevole.

I primi reperti che testimoniano l’utilizzo del fuoco per migliorare le caratteristiche fisiche di un materiale naturale risalgono a circa 400.000 anni fa: si tratta di otto lance dalle punte indurite sulla fiamma, ritrovate a Schöningen, Germania, una delle quali ancora incastrata nella zona pelvica di un cavallo.

Quando viene esposto al calore, il legno tende a perdere l’acqua accumulata dalle cellule che lo compongono, indurendosi e diventando più fragile. L’archeologia sperimentale sembrerebbe dimostrare tuttavia che l’esposizione alla fiamma fosse una tecnica utilizzata soprattutto per facilitare la realizzazione di una punta affilata e non per indurire l’estremità offensiva di una lancia.

Per comprendere la reale portata dell’intervento dell’uomo e del fuoco su un ecosistema vergine con il preciso scopo di creare un terreno di caccia ideale, il Nord America è un esempio perfetto: il mito di un paradiso naturale incontaminato in cui i nativi vivevano in totale armonia con la natura è destinato prima o poi a crollare sotto i colpi incessanti delle prove archeologiche in nostro possesso.

Al momento della “scoperta” delle Americhe, il continente settentrionale era tutt’altro che vergine: i nativi praticavano costantemente lo “slash-and-burn” su ampia scala per facilitare la caccia al bisonte e ad altri animali di grossa taglia.

La popolazione nativa (descritta da Las Casas come [traduzione un po’ libera] “un alveare d’api, come se Dio avesse piazzato tutta o buona parte della razza umana in questi posti“) del continente nordamericano alla fine del XV secolo viene stimata tra le 40 e le 100 milioni di unità e questo solo elemento comportava la presenza di vasti insediamenti umani, grandi opere di modifica del territorio, percorsi battuti e linee di comunicazione tra le diverse comunità presenti sul continente.

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Oggi molti ricercatori sono convinti del fatto che le Grandi Praterie nordamericane siano in buona parte di origine antropogenica: senza i fuochi appiccati annualmente dai nativi negli ultimi 5.000 anni, alberi e sottobosco avrebbero velocemente ripopolato quello che ora è un’enorme distesa semi-desertica ricoperta d’erba.

 

Vasellame, utensili e medicina basati sul fuoco

Nella vita quotidiana, oltre che per gli ovvi impieghi quali calore e luce, il fuoco fu utilizzato per creare contenitori di argilla, depurare l’acqua, lavorare e incidere legno e altri materiali, forgiare strumenti, creare adesivi, leghe e medicinali.

L’importanza di contenitori e recipienti non è da sottovalutare, specialmente quando la necessità o il surplus alimentare richiedono di immagazzinare scorte di cibo o materiale di prima necessità.

I limiti dei materiali naturali quali legno, zucche o cesti di vimini sono evidenti: la relativa difficoltà di lavorazione (creare un recipiente da un ceppo di legno richiede tempo e manualità) e l’ impossibilità di sopportare la fiamma o di contenere liquidi hanno spinto i nostri antenati alla ricerca di un materiale in grado di superare i predecessori per durabilità e versatilità: la ceramica, una combinazione di argilla, acqua e fuoco.

La ceramica può tollerare una discreta dose di calore, dose ben superiore a quella tollerata dal legno o altri materiali di origine biologica; può contenere liquidi senza spillarne una sola goccia, ha durata virtualmente illimitata ed è relativamente semplice da manipolare per la creazione di un recipiente.

Il fuoco è inoltre un elemento di primaria importanza per la lavorazione dei metalli: rame, bronzo, ferro e acciaio furono conquiste rese possibili dalla sempre più profonda padronanza del fuoco da parte del genere umano.

Gli utensili in metallo segnarono l’inizio di una rivoluzione tecnologica iniziata millenni fa, un cambiamento così radicale da consentire all’uomo di conquistare ogni angolo del pianeta e di prosperare.

Vita sociale e rituale: il fuoco nelle culture primitive

Fuoco e religione

Col passare del tempo e man mano che se ne scoprivano sempre nuovi utilizzi, il fuoco assunse un’importanza sociale e cerimoniale. Fu uno dei primi elementi a creare una stratificazione sociale nelle comunità in cui fece la sua comparsa: chi era in grado di creare e manipolare il fuoco veniva tenuto in alta considerazione all’interno delle società primitive.

La possibilità di poter prolungare le ore di luce e di attività favorì inoltre l’evoluzione delle interazioni sociali tra individui appartenenti a diversi gruppi sociali.

Immaginatevi nel bel mezzo di una notte gelida e stellata del Neolitico, circondati dai vostri compagni intenti a preparare il necessario per la battuta di caccia del giorno successivo attorno ad un fuoco caldo e luminoso, probabilmente la risorsa più preziosa dell’intero accampamento.

Le chiacchiere nascono spontaneamente, le risate e le liti sorgono quotidianamente, rancori e amori maturano o muoiono alla luce di una fiamma che rappresenta realmente la differenza tra vita e morte per l’intera comunità.

Why Fire Makes Us Human


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